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A.D.A. dà nuova vita alla danza, alla musica e al canto medievale, rinascimentale e barocco

di Giuliana Tonini – Chi non ha mai fantasticato almeno una volta di come potrebbe essere fare un viaggio indietro nel tempo e immergersi nella cultura e nell’arte di un’epoca passata?

Lo scopo di A.D.A. Associazione Danze Antiche è proprio questo.

Con base a Milano e a Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, A.D.A., fondata nel 2003, è un’associazione culturale di studiosi e appassionati che da quindici anni fa rivivere la danza, la musica e il canto del periodo che va dal tardo medioevo all’epoca barocca.

E, tramite lo studio e l’insegnamento delle arti, porta a immergersi a trecentosessanta gradi nella cultura di quei tempi, con una attenzione particolare al periodo rinascimentale.

Chi vuole provare l’ebbrezza di calarsi nei panni di cortigiani e nobili delle corti di re, imperatori e duchi può scegliere il suo corso di danza o stage preferito tra quelli offerti da A.D.A. E,quando si imparano i passi e le coreografie, esibirsi in spettacoli in costume è un’esperienza davvero emozionante.

Oltre alla danza antica, la poliedrica associazione si occupa anche di danza sacra e meditativa.

E non è finita, perché A.D.A. organizza anche corsi appositamente dedicati a non vedenti e ipovedenti.

Io stessa ho fatto parte di A.D.A. e, da appassionata del periodo rinascimentale, non potevo trovare di meglio. Durante le lezioni e gli stage i competentissimi e preparatissimi docenti riproducono le coreografie basandosi sui trattati di danza dell’epoca (ad esempio quelli di Guglielmo Ebreo da Pesaro, Fabrizio Caroso e Cesare Negri), contestualizzando le danze nel periodo storico di riferimento e fornendo la chiave interpretativa culturale, e spesso filosofica, connessa alla danza stessa.

I corsi si svolgono da ottobre a giugno e durante tutto l’anno vengono organizzati stage, anche di canto, e spettacoli che offrono l’occasione di esibirsi in posti suggestivi come castelli e piazze di borghi e città d’arte.

Sono appuntamenti fissi di ogni anno lo stage estivo di Gradara, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Il Boncio” di Pesaro, e lo stage estivo di Samotracia.

A Gradara si passa una settimana tra danza, musica, canto e scherma antica. Nell’isola di Samotracia, ci si immerge nella natura e in se stessi praticando danza sacra e meditativa.

Fiore all’occhiello di A.D.A. sono i convegni e i seminari di studio. L’ultimo in ordine cronologico è stato il seminario internazionale di studi “Cesare Negri milanese – Danza e potere nel tardo Rinascimento”, che si è svolto a Milano, nella Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco, dal 21 al 23 settembre 2018, in collaborazione col Comune di Milano, col Castello Sforzesco e patrocinato dall’Accademia Teatro alla Scala, dall’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza e dall’Istituto Cervantes di Milano.

Cesare Negri, vissuto nel XVI secolo, è stato un celebre maestro di danza nella Milano al tempo della dominazione spagnola. Ha insegnato passi e coreografie alle più importanti famiglie nobili lombarde, compresa quella dei governatori spagnoli di Milano. Sì perché, come si intuisce anche dal titolo del convegno, nelle corti rinascimentali italiane ed europee il saper danzare era una caratteristica rilevante per la gente di potere. Questo e altri aspetti della danza dell’epoca del Maestro milanese sono stati discussi da studiosi di calibro nel settore venuti da varie parti d’Italia e anche dall’estero (Filippo Annunziata, Deda Cristina Colonna, Danilo Costantini, Cesare Fertonani, Gloria Giordano, Francesca Gualandri, Cecilia Nocilli, Marina Nordera, Alessandro Pontremoli, Elena Tamburini, Lucio Paolo Testi, Daniele Torelli, Katherine Tucker Mc Ginnis).

Oltre alle relazioni, durante la tre giorni di seminario si sono svolti laboratori di danza antica e visite guidate al Museo Pietà Rondanini-Michelangelo del Castello Sforzesco, al Museo Bagatti Valsecchi e alla Chiesa di San Carlo al Lazzaretto.

La più bella e degna conclusione dell’evento è stato lo spettacolo di danza e canto allestito nel Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco, dove i docenti e gli allievi di A.D.A., danzando nei loro splendidi costumi in quello scenario evocativo, ci hanno portatoindietro di più di quattro secoli. Un applauso quindi a Marco Bendoni, Chiara Gelmetti, Bruna Gondoni, Lucio Paolo Testi e Davide Vecchi, al soprano Olga Miracle e agli allievi dei corsi di danza Leonardo Contrastano, Laura Grasso, Akiyo Lambert-Kai, Nadia Mantovani, Olga Miracle e Laura Pogliani.

La danza e il canto vivono grazie alla musica, e quel giorno lo spettacolo si è svolto sui meravigliosi brani eseguiti dal vivo da Elena Bacchini (viola da gamba), Emilio Bezzi (liuto), Maria Christina Cleary (arpa barocca), Akiyo Lambert-Kai (lira), Davide Monti (violino barocco) e Flavio Spotti (percussioni). Un grande applauso anche a loro.

Tutti i futuri danzatori interessati e gli appassionati di quei periodi storici non si lascino sfuggire le iniziative di A.D.A.L’associazione, tra l’altro, allestisce anche spettacoli su richiesta.

E voi, ragazzi di A.D.A., sono stata felice di rivedervi ‘all’opera’. Un abbraccio e a prestissimo.

Informazioni e contatti:

mail: info@danzeantiche.org

Sedi:

Milano, Spazio Oasi, via Varese n. 12

Gradara (PU), Spazio Polivalente, piazzale Paolo e Francesca

Sito internet: www.danzeantiche.org

foto Francesco Corsello 




UNA STANZA PIENA DI EMOZIONI

di Morgan Le Fay – Ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, è stata Ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000, ha aperto le Paraolimpiadi di Torino del 2006, ha partecipato al Festival di Sanremo, ha scritto libri, i suoi quadri sono esposti in Mostra Permanente nella città di London Ontario, in Canada…

Era quasi inevitabile che le strade di Simona Atzori e dell’associazione “Wondy sono io” si incrociassero. “Tutte le cose più significative della mia vita, soprattutto quelle belle, sono nate da un incontro”, afferma la danzatrice. E proprio grazie a questo incontro, il 10 gennaio Simona ha deciso di portare in scena il suo spettacolo “Una stanza viola” al teatro Manzoni di Milano, con il sostegno del Gruppo 24 Ore. Al termine, si è raccontata davanti al pubblico, chiacchierando con Alessandro Milan, giornalista di Radio 24 e presidente dell’associazione, creata in memoria di sua moglie Francesca Del Rosso, giornalista e scrittrice, mancata poco più di un anno fa, dopo una lunga battaglia contro il cancro.

DANZARE PER FRANCESCA

In una sala gremita, il pubblico è stato travolto da un turbine di musiche, anche inaspettate (dalle ballate irlandesi a Vasco Rossi…), colori, emozioni e, naturalmente, danze contemporanee, coinvolgenti nei gesti e nei ritmi, ora dolci ora indiavolati, con coreografie mai convenzionali.

Il tema centrale, l’amore, in tutte le sue sfumature, con il suo carico di speranza, ma anche di inquietudine, delusione, tormento. L’amore può essere amicizia, empatia, solidarietà, ma può sfociare nel tradimento, nella violenza e nella prevaricazione.

Perché una stanza viola? La stanza è il luogo in cui tutto può succedere e di cui il palcoscenico diventa il simbolo. Il viola è il colore della rinascita, creato dal bianco, dal rosso e dal blu, una sorta di fusione tra maschile e femminile.

Sul palco, oltre a Simona Atzori, i suoi collaboratori (“ma prima di tutto amici” ha precisato l’artista al termine dell’esibizione), i ballerini Beatrice Mazzola e Mariacristina Paolini della SimonArte Dance Company, Marco Messina e Salvatore Perdichizzi del balletto della Scala di Milano, tutti bravissimi e applauditissimi dagli spettatori entusiasti.

UNA STORIA DI RESILIENZA

Wondy sono io” è un’associazione culturale, nata per diffondere quella che è la più grande eredità di Francesca Del Rosso: la resilienza, la capacità di reagire alle avversità della vita, di reggerne gli urti senza spezzarsi, e di trasformare ciò che può apparire un limite o un ostacolo in un’opportunità di crescita e cambiamento. Perché – diceva lei – siamo tutti un po’ supereroi e la resilienza è alla portata di ciascuno di noi.

Simona Atzori ha confessato che lei, di resilienza, non sapeva granché, prima di imbattersi in “Wondy sono io” e nella storia di Francesca. In teoria. Perché, nella pratica, tutta la sua vita ne è la celebrazione. Nata senza braccia, amatissima dai genitori, che l’hanno sempre incoraggiata a non farsi determinare dalla sua particolarità fisica e a seguire le sue passioni, è diventata una ballerina e una pittrice apprezzata in tutto il mondo, tiene corsi e seminari motivazionali nelle aziende, testimonia ovunque la sua esperienza, le lotte contro la paura, le difficoltà ma soprattutto i pregiudizi (“spesso il limite della disabilità è soltanto negli occhi degli altri”), usando sempre come “arma” il suo sorriso solare e la sua ironia. Sorriso e ironia che non la abbandonano mai, come quando, a un certo punto dell’incontro, si libera delle calzature: “Scusate, ora che avete visto queste bellissime scarpe, me le tolgo, perché io devo gesticolare!”.

Racconta che ha capito realmente la resilienza quando ha dovuto affrontare la malattia e la morte dell’adorata mamma, cinque anni fa. Un percorso doloroso, da cui è però nata una Simona più forte e coraggiosa. È stato in quel momento difficile che ha deciso di dipingere di viola la sua stanza da letto: era necessario ripartire, intraprendere nuove strade, imparare a percepire la presenza della madre con modalità diverse.

È fondamentale diventare protagonisti della propria vita, non lasciare che le cose ci accadano e basta” conclude l’artista.

A fine serata, con tutti i ballerini, i fondatori e molti amici di “Wondy sono io” riuniti sul palco, è stato annunciato anche il prossimo appuntamento importante: il 5 marzo, sempre al teatro Manzoni, ci sarà la premiazione del primo concorso letterario dedicato alla resilienza. La giuria, presieduta da Roberto Saviano (che, come sottolineato da Milan, è lui stesso un esempio di resilienza) e con molti altri nomi di peso, proclamerà il vincitore tra le sei opere finaliste, scelte tra le tantissime che hanno partecipato.
Intanto, continua a girare l’Italia la mostra fotografica “In viaggio con Wondy”: i viaggi fatti da Francesca Del Rosso con la sua famiglia negli ultimi sei anni, quando era già ammalata. La malattia, infatti, non l’ha mai fermata, non ha minimamente scalfito il suo tenace attaccamento alla vita.

Noi spargiamo dei semi – ha spiegato Milan al termine dell’incontro – non sappiamo quanti attecchiranno, ma continueremo a farlo”.

Per info, www.wondysonoio.org

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A giugno si balla flamenco con il Flamenco Festival

Il Flamenco Festival di Milano festeggia i suoi primi dieci anni di vita con un programma da far invidia (quasi!) alla Biennale di Siviglia.  Per chi non potesse andare in terra andalusa alla scoperta di rumbe, bulerias e alegrias, il Piccolo Teatro Strehler di Milano, sotto la guida della direttrice di Maria Rosaria Mottola, direttrice del Flamenco Festival, propone il meglio della cultura flamenca in terra straniera.  La tre giorni avrà inizio il 28 giugno, ma già da metà mese Milano sarà animata da una serie di eventi che inizieranno a far respirare la cultura gitana sotto la Madonnina.

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MANUEL LIÑAN, protagonista della prima edizione del Flamenco Festival d Milano nel 2008, sarà in scena il 28 giugno con l’ultima e pluripremiata produzione “REVERSIBLE”. Ancorato alle profonde radici del flamenco e accompagnato da un parterre di musicisti e ballerini eccezionali, Liñán guida il pubblico  in un viaggio emotivo attraverso i ricordi primordiali e giochi infantili che conducono l’interprete a recuperare i primi impulsi, una sosta al centro di se stessi, lì dove risiede l’essenza dell’essere. Baile: MANUEL LIÑÁN Artistas invitados: Lucia Álvarez “La Piñona” y José Maldonado – Colaboración especial: “El Torombo” – Cante Miguel Ortega y David Carpio – Guitarra: Francisco Vinuesa y Pino Losada Percusión: Miguel “El Cheyenne”

OLGA PERICET, protagonista nel  2011, presenta in prima internazionale il 29 giugno “LA ESPINA QUE QUISO SER FLOR O LA FLOR QUE SOÑÓ CON SER BAILAORA”. Lo spettacolo è un viaggio personale in cui la forza della sua danza trascina il pubblico negli angoli più riposti fra cicatrici piene di baci e di memoria. Il flamenco di Olga Pericet pulsa tra gli opposti, la sua oscurità rilassa, la sua bellezza inquieta. Il femminile e maschile si confondono e si divorano. Una galleria di giochi drammatici in cui la donna è sempre potente in un mix di immagini scultoree e trasformazioni, dove ci si muove tra il bello e il brutto, la gioia e amarezza, la solitudine e la lascivia, la gioventù e la decrepitezza. La musica come splendida cornice in un puro divenire di canto, ritmi e stili flamenchi. Baile: OLGA PERICET. Artista invitado: Jesús Fernández – Guitarra: Antonia Jiménez y Pino Losada – Cante: Miguel Lavi y Miguel Ortega

ROCÍO MOLINA artista associata del Teatro Chaillot di Parigi, protagonista nel 2013, porterà in scena in prima nazionale il 1° luglio provocatorio  “CAÍDA DEL CIELO”. L’opera affonda nelle  radici del flamenco confrontandosi allo stesso tempo con la sua natura libera e indomabile, è un viaggio, una discesa, il transito della figura femminile  dal corpo in equilibrio ad un corpo che celebra e glorifica il suo essere donna  in un senso tragico della festa. Qui il movimento è totalmente contrario, smisurato, esagerato, voluttuoso, confuso, osceno, grottesco e politicamente scorretto. Baile: ROCÍO MOLINA – Guitarras: Eduardo Trassierra – Cante, bajo eléctrico: José Ángel Carmona – Compás, percusiones: José Manuel Ramos “Oruco” –  Percusiones electrónica: Pablo Martín Jones.

Il 28 e il 29 giugno poi il sagrato del Teatro Strehler sarà animato dal Chiringuito Las Bravas: tapas y bebidas con Musica y Sevillanas per ballare sul Sagrato del Teatro Strehler il 28 e 29 giugno.

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DOVE, COME E A QUANTO
Piccolo Teatro Strehler di Milano, largo greppi
Alle 21.00
L’abbonamento ai tre spettacoli parte da 69 euro.

 

 

 




Tornano a teatro i Kataklò

Con EUREKA (dal greco,“ho trovato”, esclamazione resa da Archimede) tornano in scena i Kataklò.  Lo spettacolo è ideato, diretto e coreografato dalla fondatrice e direttrice artistica Giulia Staccioli. Lo show dei Kataklò vuole comunicare con la stessa forza del celebre scienziato il desiderio di condividere con il pubblico la ricerca di un movimento nuovo, espressivo, intenso, libero da fumosi intellettualismi e sempre In EUREKA si ritrovano gli stessi elementi che da vent’anni fanno di Kataklò  una compagnia amata ed apprezzata in campo internazionale: i gesti intensi e mai scontati dei suoi espressivi performer, la scelta di luci suggestive e accattivanti, la ricerca musicale accurata e non banale che spazia da melodie sconosciute a brani che fanno parte della memoria storica e culturale di tutti e costumi che suggeriscono ambientazioni sempre nuove. I due tempi dello spettacolo sono molto diversi tra loro: il primo tempo è, quasi in bianco e nero, in cui il corpo e la luce sono protagonisti; il secondo invece è colorato, energico, coinvolgente e ironico. A regalargli unicità nel panorama della danza acrobatica, l’assoluta novità dell’apertura alla partecipazione attiva del pubblico: ad ogni replica, infatti, cinque spettatori, selezionati dalla compagnia, saliranno sul palco con gli artisti. Non acrobati tecnicamente addestrati, ma cinque temerari che condivideranno un’esperienza indimenticabile e contribuiranno a rendere ogni replica unica e irripetibile. A Milano i Kataklò saranno presenti al Teatro Carcano dal 22 al 26 febbraio




La ParsonsDance è pronta a far ballare il Paese

Tournée italiana della ParsonsDance, la compagnia fondata dell’eclettico coreografo David Parsons che ha creato una danza che punta dritto all’emozione.

La ParsonsDance attraverserà l’Italia dal 18 febbraio al 2 aprile 2017. Confermata fra gli otto meravigliosi performer anche l’italiana Elena D’Amario, la ballerina scoperta allo show Amici di Maria De Filippi grazie al quale nel 2010 vinse una borsa di studio di un anno con la Parsons Dance a New York. 

Nel programma che vedremo nel tour italiano 2017 non mancherà la celebre e richiestissima “Caught” (brano del 1982 che David Parsons creò per se stesso), incredibile assolo su musiche di Robert Fripp nel quale il danzatore sembra sospeso in aria grazie ad un gioco di luci stroboscopiche. “Caught” è una hit della modern dance definita dalla critica: “una delle più grandi coreografie degli ultimi tempi”. A fianco di questa e altri classici del repertorio della Parsons Dance come “Union”, “Hand Dance” e “In The End”, la compagnia avrà l’onore di presentare in Italia, in anteprima europea, altri due brani originali che sicuramente sapranno affascinare e coinvolgere il pubblico italiano.
 
Tour italiano:
18 febbraio – Civitanova Marche – Teatro Rossetti
20 febbraio – Bari – Teatro Team
22 febbraio – Genova – Politeama Genovese
23 febbraio – Biella – Teatro Sociale Villani
25 febbraio – Bergamo – Creberg Teatro
27 febbraio – Firenze – Teatro Verdi
1 marzo – Como – Teatro Sociale
dal 2 al 5 marzo – Milano – Teatro degli Arcimboldi
7 marzo – Adria (RO) – Teatro Comunale
8 e 9 marzo – San Donà di Piave – Teatro Metropolitano Astra
10 marzo – Treviso – Teatro Comunale
11 marzo – Legnago – Teatro Salieri
12 marzo – Thiene (VI) – Teatro Comunale
14 marzo – Trieste – Teatro Rossetti
dal 16 al 18 marzo – Venezia – Teatro Malibran
21 marzo – Parma – Teatro Regio
22 marzo – Lucca – Teatro del Giglio
23 marzo – Perugia – Teatro Morlacchi
24 e 25 marzo Bologna – Teatro delle Celebrazioni
26 marzo – Torino – Teatro Colosseo
28 marzo – Cesena – Teatro Bonci
dal 29 marzo al 2 aprile – Roma – Teatro Brancaccio



“ROBERTO BOLLE. L’ARTE DELLA DANZA” – VERSO UN NUOVO ”RINASCIMENTO”

di Elisa Pedini – In sala ancora per due date: stasera 22 e domani 23 novembre, il film “ROBERTO BOLLE. L’ARTE DELLA DANZA”, a cura di Francesca Pedroni. Tutte le sale su www.nexodigital.it. Un tour formidabile ed entusiasmante alla scoperta delle grandi interpretazioni di Roberto Bolle, attraverso immagini esclusive, dal palcoscenico e dal backstage, degli spettacoli del suo gala “Bolle and Friends” in tre luoghi simbolo del patrimonio culturale italiano: l’Arena di Verona, il Teatro Grande di Pompei, le Terme di Caracalla a Roma. Una pellicola che trasuda la passione, la determinazione, la fatica, la gioia del protagonista e dei suoi compagni d’avventura: dieci eccezionali danzatori di tutto il mondo scelti dallo stesso Bolle per avvicinare la danza a un pubblico di migliaia di spettatori: Nicoletta Manni, del Teatro alla Scala, Melissa Hamilton, Eric Underwood, Matthew Golding del Royal Ballet di Londra, i gemelli Jiři e Otto Bubeníček, rispettivamente del Semperoper Ballet di Dresda e dell’Hamburg Ballett, Anna Tsygankova del Dutch National Ballet di Amsterdam, Maria Kochetkova e Joan Boada del San Francisco Ballet, Alexandre Riabko dell’Hamburg Ballett. Un film che è, sicuramente, dedicato agli appassionati di danza, ai fans di Roberto Bolle, ma anche e soprattutto, dedicato a un’italianità da riscoprire ed esaltare. La nostra Étoile sottolinea, infatti, la sua missione: in questo momento di crisi profonda, bisogna ripartire dalla bellezza, intesa come arte, cultura e patrimonio artistico, «un nuovo Rinascimento italiano», lo definisce. L’immagine è quanto meno affascinante e aulica. Per questo, aggiunge Bolle, il suo obiettivo è quello di portare la maestosità effimera della danza nell’eternità di luoghi di bellezza, che esistono da duemila anni. «È come ballare fuori dal tempo e dallo spazio» spiega. Devo ammettere che, veder danzare Roberto Bolle, con la sua figura maestosa, apollinea, principesca, capace di trasmettere emozioni persino attraverso il grande schermo, all’interno di imponenti cornici storiche di valenza mondiale, è un’esperienza davvero impattante. L’estasi che prova lo spettatore è la stessa che ci comunicano i ballerini, per i quali, il ballare fra gli scavi archeologici di Pompei è stata «un’esperienza unica nella vita». Inoltre, ci parlano delle Terme di Caracalla come d’un luogo magico, da cui si sprigiona un’energia speciale, che entra dentro e si riverbera nella danza. Infine, l’imponente Arena di Verona, simbolo della cultura e dell’arte italiane in tutto il mondo, in grado di far vivere un entusiasmo collettivo in una potenza, corporea ed emotiva, unica. Tanta spettacolare bellezza umana e monumentale non può, naturalmente, lasciare indifferenti. Mi sono sentita coinvolta e trascinata come in un sogno; ma, quello che mi è piaciuto in modo particolare e che ci tengo molto a sottolineare, è che “ROBERTO BOLLE. L’ARTE DELLA DANZA” non è una mèra esaltazione della bellezza, della danza e dell’arte, non è una copertina patinata da guardare; ma è, soprattutto, un percorso, un viaggio, in quello che significa avere una passione, un sogno, una missione. La danza è un’arte, uno sport, che, come nessun’altra pratica, plasma e forgia il corpo in un’armonia perfetta di forme. Tuttavia, la danza è un’amante gelosa ed esigente: pretende sacrifici, lavoro durissimo quotidiano, passione indefessa, cieca abnegazione, disciplina ferrea, allenamento estenuante alla sbarra. Tutto questo, a prescindere che tu sia alle prime armi o un’Étoile. Con la danza si forgiano corpo e anima. Nulla di tutto ciò viene nascosto allo spettatore. Il corpo è uno strumento di lavoro e lo si deve plasmare a compiere movimenti complessi, duri, contro natura, sin da bambini. Mi è piaciuto moltissimo questo messaggio di tenacia e passione. L’idea di forgiare se stessi, il proprio corpo, il proprio carattere e quindi il proprio futuro. Immagine molto bella di grande forza e spinta verso il “domani”, verso i propri obiettivi. Come già detto sopra, ma mi piace, anche qui, specificare meglio, “ROBERTO BOLLE. L’ARTE DELLA DANZA” riprende la filosofia dei gala “Bolle and Friends”, ispirata dal suo grande maestro e mentore: Rudolf Nureyev, il quale fu il primo a dare vita a una nuova figura di ballerino, rompendo gli schemi; oltre ad aver portato in scena, per la prima volta, la formula del gala “ Nureyev and Friends”. Un omaggio, dunque, al suo maestro, di cui vorrebbe «seguire le orme, portando la danza dove essa non è mai stata».




HI>Dance 2.0 Dance&Technology, la danza internazionale si dà appuntamento ad Aosta

Dal 13 al 16 Ottobre per 4 giorni il capoluogo valdostano ospiterà il festival internazionale della nuova danza. Una rassegna aperta sul mondo tecnologico che ci circonda

di Lea ValliDal 13 al 16 Ottobre Aosta diventa capitale della danza con il Festival HI>Dance 2.0 Dance&Technology: spettacoli, performance-installazioni, workshop e conferenze accademiche, feedback e dj set per celebrare la musa Tersicore e per indagare le dinamiche della società contemporanea, l’avvento di social media e nuove tecnologie ed il loro impatto sull’arte e sulle relazioni sociali, il ruolo del corpo.

Festival internazionale della nuova danza, animerà la Cittadella dei Giovani di Aosta e vedrà coinvolti non solo artisti, tecnici, scenografi ma la città tutta: gli Aostani saranno veri padroni di casa ospitando gli artisti che si esibiranno da giovedì a domenica.

Gli organizzatori stanno inoltre cercando volontari da coinvolgere a diversi livelli: dall’assistenza nell’allestimento dei luoghi del festival all’ accoglienza artisti, partecipanti ai workshop e spettatori. Tra le figure ricercate dall’organizzazione anche autisti per coadiuvare gli spostamenti interni alla regione ed i collegamenti con gli aeroporti (la segreteria del festival sta raccogliendo in questi giorni le candidature come volontari e host: per informazioni scrivere a hidancefest@gmail.com o chiamare il 3406809047 / 3283986434.

In cartellone in anteprima nazionale i danesi Granhoj Dans in Petruska-Extended. Tra i nomi di spicco la coreografa svizzera Cindy Van Acker, in scena con Helder (sabato 15 alle 20,15) e Roberto Castello dello storico gruppo di Carolyn Carlson alla Fenice di Venezia. Scomodo, seminale ed ideologicamente impegnato, Castello è figura di rilievo della danza contemporanea in Italia: ad Aosta presenta insieme all’attore e regista Andrea Cosentino, l’esilarante Trattato di Economia (domenica 16 Ottobre alle 22).

Performance e installazioni sono non solo esibizioni ma riflessione sul denaro e l’arte, sul corpo e la sua ritualità. L’impatto dei social media su arte e spettacolo sarà tema al centro di una conferenza dal titolo Prima e oltre i social media: la creazione dell’inatteso come logica di mobilitazione artistica.

Realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo, del Consiglio regionale della Valle d’Aosta e patrocinata dal Comune di Aosta, la rassegna vede impegnati nella direzione artistica Marco Chenevier e Francesca Fini, quest’ultima ideatrice della manifestazione nella sua prima edizione romana.

Il festival vuole essere un percorso teso a creare un legame tra le nuove generazioni di cittadini, gli artisti ed il territorio valdostano. Apertura, partecipazione e condivisione sono alla base delle varie declinazioni che il Festival avrà tra giovedì 13 e domenica 16 Ottobre. Tra i momenti di incontro merita attenzione l’originale momento del feedback aperò che si terrà il secondo ed il terzo giorno del festival e nel corso del quale il pubblico e gli artisti si potranno confrontarsi direttamente sugli spettacoli visti in rassegna.

Una rassegna diffusa e condivisa che ha lo scopo di contrastare l’imperante consumismo che caratterizza l’arte performativa dei nostri giorni.

L’organizzazione ha invitato gli artisti a rimanere in città per tutta la durata della manifestazione al fine di creare, insieme al pubblico e alla cittadinanza, una vera comunità critica e partecipativa.

Tutte le info su http://www.tidaweb.net/it-it/hidance

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La grande opera è di scena all’Arena di Verona

Dal 24 giugno al 28 agosto 2016 riparte la grande lirica all’Arena di Verona. L’appuntamento estivo, tra i più attesi e amati dal pubblico e dai melomani, anche quest’anno punta su grandi titoli. Cinque, infatti, sono le opere in cartellone per il 94° Opera Festival, cinque titoli che commuovono, struggono e fanno sognare gli spettatori ogni volta che vanno in scena.

Si comincia il 24 giugno con un grande classico dell’Arena: Carmen di Georges Bizet, proposta nell’allestimento cinematografico di Franco Zeffirelli. Seguirà, poi, Aida di Giuseppe Verdi, altro titolo areniano per eccellenza, presentato nell’allestimento di Gianfranco de Bosio che rievoca l’edizione storica del 1913 di Ettore Fagiuoli. Il 2 luglio debutta La Traviata mentre il 23 luglio torna in scena Turandot di Giacomo Puccini nello spettacolare allestimento di Franco Zeffirelli. Chiude la stagione Il Trovatore di Verdi, nel monumentale allestmento firmato da Zeffirelli.

Il 18 luglio si conferma l’appuntamento con l’attesissimo evento Roberto Bolle and Friends dedicato alla danza. Lo spettacolo riaccende i riflettori del balletto in Arena in una magica serata in cui l’Étoile regalerà al pubblico grandi emozioni affiancato da partner d’eccezione provenienti dalle più grandi scuole internazionali.

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Biglietteria – Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona
tel. (+39) 045 59.65.17 – fax (+39) 045 801.3287 – e-mail biglietteria@arenadiverona.it
Call center (+39) 045 800.51.51 – www.arena.it – Punti di prevendita Geticket
Da smartphone e tablet con l’App dell’Arena di Verona per Android e Apple iOS




L’intensità di MAGNITUDO a Milano

Possono i sogni diventare realtà anche ai nostri giorni? Se parliamo di Giordano Orchi, 27 anni, danzatore e coreografo, la risposta non può che essere sì! Giordano, infatti, ha investito tutto se stesso nella creazione del suo primo intenso e appassionato show indipendente di danza, di cui ha curato coreografie e regia coreografica, dall’evocativo nome MAGNITUDO.

Noi nasciamo da una relazione – dice Giordano Orchi presentando MAGNITUDOquindi prima di essere uno, siamo due. La nostra identità? Viene creata dalle relazioni, nessuno crea se stesso nell’isolamento. Le relazioni ci permettono di esplorare territori di noi che altrimenti resterebbero sconosciuti. Siamo essere unici… sì, ma nelle nostre moltitudini”.

Il 27 maggio 2016, lo spettacolo debutta, in prima Nazionale, al Teatro di Milano. Un’occasione unica per il pubblico non solo di vivere fisicamente il racconto intensamente emotivo e dinamico di relazioni di questo spettacolo ma anche per scoprire il grande talento di Giordano Orchi e dei giovani ballerini con lui sulla scena.

La creatività e il background internazionale di Orchi lo hanno motivato ad auto prodursi e a scrivere MAGNITUDO: uno spettacolo dove la miscela elettrica di diversi generi di danza, come Broadway, Jazz, Lyrical, Contemporary, Jazz-Funk, Breaking e di musica, muove 9 danzatori che, con i loro movimenti fluidi ed intensi, intrecciano relazioni di corpi nello spazio. A volte sono resistenti come elastici, o sottili come fili di luce; si stagliano in bianco e nero come vecchie foto, diventano labili come solo i sogni possono essere o nudi, l’uno verso l’altro.

MAGNITUDO
di Giordano Orchi
con Michele Bonaldi, Elisa Cunselmo, Alberto Del Prete, Giordano Orchi, Mauro Savino, Federica Scaramella, Monica Vallini, Angelo Vignola, Tatiana Zarrella

Venerdì 27 Maggio 2016 – ore 21.00

TEATRO DI MILANO
Via Fezzan, 11 – Milano

Info e biglietti: 02 4229 7313 – www.teatrodimilano.com – magnitudo.show@gmail.com


#magnitudo #showindipendente

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Momix festeggia i primi 35 anni a Milano

Momix festeggia il 10 giugno i primi 35 anni di vita ritornando sul posto del debutto mondiale, al Barclays Teatro Nazionale, con uno show che ripercorrerà le più note coreografie del gruppo  accompagnandole alle creazioni più recenti.

W MOMIX FOREVER rappresenta quindi il coronamento di 35 anni di Momix trascorsi calcare le scene più importanti di tutto il mondo, ed è con una spettacolare raccolta delle sue più suggestive e significative coreografie che Moses Pendleton, carismatico creatore della compagnia, intende festeggiare questo fondamentale anniversario.

Alla carrellata di coreografie si uniranno nuove creazioni ed il recupero di capolavori che hanno segnato la storia della compagnia : dagli storici Momix Classics, Passion, Baseball, fino al più recente Bothanica e l’ultimo grande successo Alchemy.

La prima mondiale avverrà nella stessa data e nello stesso teatro del 1980: il  10 giugno al Barclays Teatro Nazionale di  Milano.

Per tre settimane (fino al 28 giugno) sarà una festa fra Momix ed il suo pubblico, un binomio perfetto che da 35 anni si diverte, si emoziona, si prende anche un po’ in giro e continua ad incantarsi da ormai due generazioni!

Dove come e a quanto
Barclays Teatro Nazionale di Milano
Poltronissima € 50 – poltrona € 40 – galleria € 30
Da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 20.00