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Al via il Verona Opera Festival 2022

Al via la 99° edizione del Verona Opera Festival che finalmente, con l’estate 2022, torna agli scenografici allestimenti tradizionali per le 46 serate in cartellone in Arena tra giugno e settembre, mentre si guarda già al cartellone da colossal per il Festival del centenario, quello della prossima estate. Prezzi a partire da 28 euro per i biglietti interi per serate che si preannunciano indimenticabili grazie al fascino del luogo con quasi duemila anni storia ae spalle, alle centinaia di artisti in scena, tra cantanti, ballerini, professori d’orchestra, coro, mimi e acrobati, alle fantasmagoriche scenografie.

LA GRANDE BELLEZZA DEL VERONA OPERA FESTIVAL

Non serve essere melomani per apprezzare il Festival Lirico che, dal 1913, si svolge ogni estate a Verona nell’anfiteatro romano. L’idea, oltre in secolo fa, venne al tenore veronese Giovanni Zenatello che, per celebrare il primo centenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, allestì l’Aida in Arena. E, da allora, l’opera di Verdi che si svolge all’ombra delle Piramidi è un appuntamento fisso nella programmazione del Festival: anche quest’anno torna infatti con un allestimento firmato da Franco Zeffirelli. «Torniamo a vedere con entusiasmo, speranza, trepidazione, la luna che sorge sulle nostre guglie da fiaba, su tende gitane, piramidi dorate, mentre l’aria si riempie del canto e della musica universale dei nostri maestri fino all’ultimo degli spalti. Abbiamo voglia, anzi la necessità, di vivere appieno tutto questo, di tornare a respirare …e l’Arena è puro ossigeno» ha commentato in merito Cecilia Gasdia, sovraintendente e direttore artistico.

IN SCENA

L’estate 2022 vede in cartellone  cinque titoli d’opera, tre eventi speciali e tantissime stelle. Il Verona Opera Festival 2022 propone un cast internazionale, tra cui si segnalano Plácido Domingo, Vittorio Grigolo, Roberto Grigolo, Anna Netrebko, Lisette Oropesa, J’Nai Bridges ed Elina Garanča, definita dal New York Times “la miglior Carmen degli ultimi 25 anni” al suo debutto sul più grande palcoscenico sotto le stelle per le serate dell’11 e del 14 agosto. Direttore musicale è Marco Armiliato.«

In scena si alternano La Traviata, Aida, Turandot, Carmen, Nabucco, oltre all’evento Plácido Domingo in Verdi Opera Night  (il 25 agosto) che alza il sipario su Macbeth, Don Carlo e Aida; al ritorno di Roberto Bolle and Friends con un programma che unisce danza classica, moderna e contemporanea (il 20 luglio) e all’appuntamento tradizionale con la musica sinfonica dei Carmina Burana di Carl Orff (il 12 agosto) con la partecipazione di orchestra e coro areniani al completo, due cori di voci bianche e Lisette Oropesa, Filippo Mineccia e Mario Cassi come solisti.

A dare il via al Festival, il 17 giugno, è la Carmen di Georges Bizet con un nuovo allestimento di Franco Zeffirelli che integra il leggendario progetto originario del 1995, con cui il Maestro fiorentino debutto in Arena, con le intuizioni adottate nella ripresa dell’opera nel 2009 e elementi scenografici che il compianto registra aveva solo disegnato e vede il coinvolgimento della Fondazione Zeffirelli e di collaboratori storici dell’artista. Dopo la Carmen, che sarà protagonista per nove serate nel corso dell’estate, è la volta il 18 giugno, dall’Aida, opera icona del Festival, che sarà proposta per undici serate compresa quella di chiusura a settembre. In cartellone poi, per otto serate, il Nabucco di Verdi con la produzione dal respiro risorgimentale di Arnauld Bernard per otto serate; La Traviata di Verdi, ultima creazione di Zeffirelli, sempre per otto serate e, per sei serate, la Turandot di Giacomo Puccini nell’allestimento da fiaba ancora una volta firmato dal Maestro toscano e che vede in scena, per un’unica data evento Domingo.




Carmen ammalia Verona

Una Carmen ribelle, sensuale, passionale, egoista, dominatrice e determinata è quella che ha aperto la stagione del 96° Opera Festival all’Arena di Verona. La Carmen immaginata da Hugo de Ana prende vita in epoca franchista, a metà degli Anni ’30, oltre cinquant’anni la messa in scena della prima rappresentazione di una delle opere più amate a livello mondiale grazie a quell’afflato di libertà che contraddistingue la protagonista. Carmen infatti è una donna che si distingue tra le altre proprio per la risoluta ricerca della libertà, scelta che riafferma con orgoglio anche di fronte anche alla morte imminente. Una vittima di femminicidio, come è stato sottolineato nel corso della prima rappresentazione areniana di un mese fa con la deposizione al posto 32 della platea di 32 rose rosse a ricordo della vittima di femminicidio da inizio anno. Da allora, il numero è salito a 39. Il che evidenzia, purtroppo, l’attualità dell’opera di Georges Bizet su libretto di Prosper Mérimée: dalla prima rappresentazione della Carmen del 1875 sono passati oltre cent’anni ma poco è cambiato, rimangono purtroppo numerosi gli uomini come Don Jose che confondono l’ossessione malata per amore e non accettano il “no” come risposta.

 

La scelta di de Ana di ambientare l’opera durante la guerra civile spagnola che ha imperversato nella Penisola iberica negli Anni ’30, ben si adatta al personaggio di Bizet. In quegli anni infatti, partecipando alla lotta armata, le donne hanno avuto modo di iniziare l’emancipazione anche sul fronte politico. Un altro tassello che ben si adatta alla rivoluzionaria complessità di Carmen. L’allestimento è dinamico tra cavalli, auto, carri si muovono ballerini, sigaraie e soldati in un movimento talvolta caotico ma studiato sulle le macerie di una Spagna ferita dalla guerra civile. Uno scenario che sottolinea la brutalità della guerra, piuttosto che la Spagna da cartolina spesso convenzionalmente rappresentata in Carmen. Nel primo e nel terzo atto predominano i colori più cupi, il bianco e il nero, mente il secondo atto, quello ambientato alla locanda di Lillas Pastia è un tripudio di colori e in qualche modo ricorda e forse omaggia, nell’uso dei grandi cartelloni pubblicitari di corride e spettacoli di flamenco, la Carmen di Franco Zeffirelli che ha trionfato in Arena nel corso delle ultime stagioni. Peccato solo che la piaggia abbia interrotto il 4° e ultimo atto dell’opera che avrebbe portato in scena la rappresentazione della corrida con l’ideazione di un’arena in arena. Ma in Arena capita ed è anzi una fortuna che, in una giornata di tempeste e temporali su tutto il Veneto come quella di sabato 21 luglio, sia stato comunque possibile assistere ai primi tre atti. Interessante infine l’uso del video mapping sugli spalti dietro il palco, ovvero la proiezione di scritte che contestualizzano la storia rappresentata in un luogo e in momento storico preciso e, talvolta, producono le immagini della città andalusa. Un spunto ulteriore è stara poi l’idea di de Ana di prevedere un percorso circolare che inizia dalla fine (una conclusione immaginata), l’esecuzione di Don Jose in seguito all’uccisione di Carmen nella stessa arena che vede nel 4 atto il trionfo di Escamillo.

 

Sul palco ottima prova per Anna Goryachova, mezzosoprano dal timbro omogeneo che ha saputo sprigionar la sensualità di Carmen in una interpretazione fluida e disinvolta. Serena Gamberoni, soprano al suo debutto in questa stagione in arena, è stata un Micaela dalla vocalità fresca e sicura che ha incantato il pubblico nel terzo atto nella struggente Je dis que rien ne m’épouvante. Un plauso a Francesco Meli, Don Jose, compagno di palco e di vita di Serena Gamberoni che ha unito un’esecuzione impeccabile alla tragica espressività del protagonista.  Alexander Vinogradov è stato infine un convincente Escamillo dalla voce piena e potente. In scena anche Ruth Iniesta (Frasquita) e Arina Alexeeva (Mercédès) che insieme a Goryachova hanno dato vita all’incantevole terzetto Mêlons!, Coupons!, divertente prima e con un crescendo drammatico sul finale. Completano il cast Davide Fersini (Dancairo), Enrico Casari (Remendado), Gianluca Breda (Zuniga) e Gocha Abuladze ( Moralès). A dirigere l’orchestra Francesco Ivan Ciampa, mentre il maestro del coro è Vito Lombardi e il coordinatore del ballo è Gaetano Petrosino. Il Coro di Voci bianche ALiVe è infine diretto da Paolo Facincani.

Uno spettacolo da non perdere.

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©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Repliche:  3, 9, 12, 22, 25, 28 e 31 agosto  (h 20.45).

Biglietti a partire da 22 euro




A giugno si balla flamenco con il Flamenco Festival

Il Flamenco Festival di Milano festeggia i suoi primi dieci anni di vita con un programma da far invidia (quasi!) alla Biennale di Siviglia.  Per chi non potesse andare in terra andalusa alla scoperta di rumbe, bulerias e alegrias, il Piccolo Teatro Strehler di Milano, sotto la guida della direttrice di Maria Rosaria Mottola, direttrice del Flamenco Festival, propone il meglio della cultura flamenca in terra straniera.  La tre giorni avrà inizio il 28 giugno, ma già da metà mese Milano sarà animata da una serie di eventi che inizieranno a far respirare la cultura gitana sotto la Madonnina.

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MANUEL LIÑAN, protagonista della prima edizione del Flamenco Festival d Milano nel 2008, sarà in scena il 28 giugno con l’ultima e pluripremiata produzione “REVERSIBLE”. Ancorato alle profonde radici del flamenco e accompagnato da un parterre di musicisti e ballerini eccezionali, Liñán guida il pubblico  in un viaggio emotivo attraverso i ricordi primordiali e giochi infantili che conducono l’interprete a recuperare i primi impulsi, una sosta al centro di se stessi, lì dove risiede l’essenza dell’essere. Baile: MANUEL LIÑÁN Artistas invitados: Lucia Álvarez “La Piñona” y José Maldonado – Colaboración especial: “El Torombo” – Cante Miguel Ortega y David Carpio – Guitarra: Francisco Vinuesa y Pino Losada Percusión: Miguel “El Cheyenne”

OLGA PERICET, protagonista nel  2011, presenta in prima internazionale il 29 giugno “LA ESPINA QUE QUISO SER FLOR O LA FLOR QUE SOÑÓ CON SER BAILAORA”. Lo spettacolo è un viaggio personale in cui la forza della sua danza trascina il pubblico negli angoli più riposti fra cicatrici piene di baci e di memoria. Il flamenco di Olga Pericet pulsa tra gli opposti, la sua oscurità rilassa, la sua bellezza inquieta. Il femminile e maschile si confondono e si divorano. Una galleria di giochi drammatici in cui la donna è sempre potente in un mix di immagini scultoree e trasformazioni, dove ci si muove tra il bello e il brutto, la gioia e amarezza, la solitudine e la lascivia, la gioventù e la decrepitezza. La musica come splendida cornice in un puro divenire di canto, ritmi e stili flamenchi. Baile: OLGA PERICET. Artista invitado: Jesús Fernández – Guitarra: Antonia Jiménez y Pino Losada – Cante: Miguel Lavi y Miguel Ortega

ROCÍO MOLINA artista associata del Teatro Chaillot di Parigi, protagonista nel 2013, porterà in scena in prima nazionale il 1° luglio provocatorio  “CAÍDA DEL CIELO”. L’opera affonda nelle  radici del flamenco confrontandosi allo stesso tempo con la sua natura libera e indomabile, è un viaggio, una discesa, il transito della figura femminile  dal corpo in equilibrio ad un corpo che celebra e glorifica il suo essere donna  in un senso tragico della festa. Qui il movimento è totalmente contrario, smisurato, esagerato, voluttuoso, confuso, osceno, grottesco e politicamente scorretto. Baile: ROCÍO MOLINA – Guitarras: Eduardo Trassierra – Cante, bajo eléctrico: José Ángel Carmona – Compás, percusiones: José Manuel Ramos “Oruco” –  Percusiones electrónica: Pablo Martín Jones.

Il 28 e il 29 giugno poi il sagrato del Teatro Strehler sarà animato dal Chiringuito Las Bravas: tapas y bebidas con Musica y Sevillanas per ballare sul Sagrato del Teatro Strehler il 28 e 29 giugno.

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DOVE, COME E A QUANTO
Piccolo Teatro Strehler di Milano, largo greppi
Alle 21.00
L’abbonamento ai tre spettacoli parte da 69 euro.

 

 

 




Versilia, mare, musica e cucina per un’estate italiana

Racchiusa tra Viareggio, Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta e Lido di Camaiore, la Versilia è, da sempre, una delle icone dell’estate italiana grazie alle spiagge infinite da cui si scorgono le Alpi Apuane, ai locali leggendari e a quel mix di raffinatezza e divertimento che da sempre la contraddistingue.

Il relax è assicurato: un tuffo in mare (per una giornata in due sulle spiagge attrezzate si parte da 20 euro), un giro in bici in pineta per ripararsi dall’afa estiva e magari far merenda con un bombolone (al Gatto Nero nella Pineta Ponente di Viareggio, dove le ciambelle vengono infatti prelevate dalla cucina e depositate nello zucchero da un piccolo “dirigibile” meccanico noto come Pippo, costa 2,8 euro), un pigro caffe sulla passeggiata in un locale dal gusto art déco (come al Gran Caffè Ristorante Margherita) e un aperitivo sulla spiaggia (come al Bagno Piero al Forte). E per chiudere la serata niente di meglio che scoprire, uno ad uno, gli storici locali della costa che portano in tavola le meraviglie del mare declinate secondo la tradizione viareggina. Un’oasi insomma a portata di macchina che unisce la voglia di mare alle tentazioni dell’enogastronomia.

Ma tra giugno e luglio c’è una ragione più per ritagliarsi una vacanza più o meno lunga in Versilia. Proprio in questo mese infatti si assiste a un’esplosione di arte, musica e cultura dalla Versiliana di Marina di Pietrasanta, al Festival Puccini di Torre del Lago, fino al Lucca Summer Festival che, in pochi giorni, porta nella cittadina toscana, il meglio della musica italiana e internazionale.

A mezz’ora di macchina dalle più note località balneari, infatti, si esibiranno in piazza star capaci di unire più generazioni: i Green Days, attesi in Piazza Napoleone il 14 giugno, l’8 luglio Ms Lauryn Hill, il 9 luglio  Ennio Morricone con “The 60 years of music tour”; il  15 luglio Robbie Williams e il 31 luglio i Pet Shop Boys. E per chi, alla settimana di mare, preferisce un week di cultura e musica, Lucca rimane un’ottima soluzione: il fascino delle chiese e delle mura rinascimentali al mattino, il mare raggiungibile in mezz’ora al pomeriggio e, la sera, concerti in piazza.

L’opera va in scena Torre del Lago dove il 14 luglio prende il via il 63° Festival Puccini di Torre del Lago prenderà  il via il 14 luglio con la Turandot e prosegue proponendo i grandi classici pucciniani fino a fine agosto. In calendario: La Rondine, La Boheme, La Tosca e Madama Butterfly.  La musica, il contesto naturale in cui gli spettacoli prendono vita e le scenografie renderanno la serata indimenticabile. Un’idea in più è quella di arrivare al Teatro di Torre del Lago via lago con la motonave Burlamacca, magari gustando un aperitivo (il viaggio andata e ritorno da Massaciuccoli costa 15 euro, l’aperitivo 5-per informazioni 345 9910623 o info@cittainfinite.eu). Tra un’opera e l’altra il mare e lo struscio nella vicina Viareggio costituisce un’attrazione irresistibile.  Così come il Festival La Versiliana, tra Viareggio e Pietrasanta, con le sue serate du cultultura e spettacolo capaci di illuminare l’estate in Versilia.

 

DOVE DORMIRE IN VERSILIA

Hotel La Petite Maison Arredi ottocenteschi ma comfort moderni e, a colazione, pasticceria fresca. Chiedere delle camere con balcone Indirizzo: Via Vittorio Veneto 244, Viareggio telefono: 0584 960973 web: www.lapetite-maison.it Prezzo medio a notte: da 100 euro

Park Hotel Villa Ariston Hotel storico immerso n un parco privato e a pochi metri dalla spiaggia di Camaiore. Indirizzo: Viale Sergio Bernardini 355, Lido di Camaiore telefono: 0584610633 web: www.villaariston.it Prezzo medio indicativo a notte: da 200 euro

Versilia Palace Hotel Tra la spiaggia e il parco della Versiliana, l’hotel si trova in una posizione ideale per una vacanze di relax nella natura. Indirizzo: Viale Roma 27, Marina di Pietrasanta Telefono: 0584745848 mail: versilia@remarhotels.com web: www.hotel-versiliapalace-versilia.com Prezzo medio a notte: da 200

Una Hotel Versilia Design contemporaneo, centro benessere gratuito e vista mare sono i punti di forza dell’hotel.  Indirizzo: Via Sergio Bernardini 335-337, Lido di Camaiore Telefono: 0584 012001 Prezzo medio indicativo per notte: 300-600 euro

Hotel Astor Viareggio Terrazza sul mare e centro benessere gratuito sono tra i punti di forza dell’hotel. Ma richiedere di soggiornare nella struttura principale. Indirizzo: Viale Carducci 54 Telefono: 0584 50301 mail: reservationsvi@sinahotels.co web: sinahotels.com prezzo medio per una notte: da 250

DOVE FARE L’APERITIVO IN SPIAGGIA E SUL MARE IN VERSILIA

Bagno Florida Indirizzo: Via Lungomare Roma 90, Marina di Pietrasanta Telefono: 0584 21325 Web: www.bagnoflorida.eu

Bagno Teresita Indirizzo: Terrazza della Repubblica 7, Viareggio Telefono: 0584 54256 (per lo stabilimento balneare); 0584 1840038 (per il ristornante) Web: www.teresita.it Bagno Piero Indirizzo: Via Arenile 1, Forte dei Marmi Telefono: 0584-1848640 Mail: info@bagnopiero.it Web: www.bagnopiero.it

Bagno Nettuno Indirizzo: Via Arenile 35, Forte dei Marmi Telefono: 058489863; 0187670678 Web: www.bagnonettunoversilia.it

Pontile sul mare Locale suggestivo per una serata chi. La rotonda in cima al pontile offre un palcoscenico circondato dal mare dove prendere un lungo aperitivo. Indirizzo: Pontile Bella Vista Vittoria, Lido di Camaiore Telefono: 3938327575

 

DOVE MANGIARE IN VERSILIA

Al Merlo Ambiente caldo e ricercato con un’attenzione particolare alla cantina. In cucina Angelo Torcigliani che, secondo gli esperti, è tra chef da detenere d’occhio

Indirizzo: Via Provinciale 45, Camaiore Telefono: 0584989069, 3383721892 web: ilmerlocamaiore.it Menù degustazione: 45 euro

Romano Accoglienza familiare ma grade ristorazione con le ricette della tradizione viareggina Indirizzo: Via Mazzini 122, Viareggio Telefono: 058431382 Web: http://romanoristorante.it Mail: info@romanoristorante.it Prezzo indicativo medio: 50 euro

Ristorante La Barca È uno dei più antichi locali del Forte che ancora oggi conserva inalterata la tradizione e la garanzia di prodotti di pesce di prima qualità. Indirizzo: Viale Italico 3, Forte di Marmi telefono: 0584 89323 web: www.ristorantelabarca.org Menù indicativo: 60  euro

Il Piccolo Principe Locale suggestivo su cui regna lo chef Giuseppe Mancino. Chiedere sulla suggestiva terrazza che domina costa e mare e non trascurare i dolci, vera delizia per il palato Indirizzo: Piazza Puccini 1, Viareggio Telefono: 05844011 web: www.ristoranteilpiccoloprincipe.com Mail. mancino@principedipiemonte.com prezzo indicativo medio: 100 euro

 

DOVE MANGIARE A LUCCA

Buca di Sant’Antonio

La storia del ristorante affonda le proprie radici addirittura alla fine del ‘700, Qui ormai da più di due secoli, la cucina propone piatti tipici lucchesi valorizzati da prodotti freschi del territorio e dalla pasta fatta a mano ogni giorno. Da non perdere la minestra di farro alla garfagnina, il pasticcio di fegato alla toscana e la trippa di vitello alla lucchese. Particolare attenzione è dedicata alla cucina senza glutine Indirizzo: Via della Cervia, 3, Lucca Telefono: 0583 55881. Prezzo indicativo menù: 30-40 euro

Ristorante Giglio

Il locale è all’interno Palazzo Arnolfini e si apre all’esterno con una veranda affacciata sul teatro comunale. Atmosfera di charme, tradizione e rivisitazione in chiave contemporanea della tradizione. Sono queste i punti di forza del ristorante  Indirizzo: Piazza del Giglio, 2, Lucca Telefono: 0583 494058. Prezzo indicative menu: 30-40 euro

 L’Imbuto

L’Imbuto è una destinazione gourmet, premiata con una stella Michelin, ideale per chi ama la cucina creativa. A pochi passi dalla celebre Piazza dell’Anfiteatro, L’imbuto si trova all’interno del Lucca Center of Contemporary Art, a sua volta ospitato dal cinquecentesco Palazzo Boccella. Indirizzo: Via della Fratta 36, Lucca. Telefono 329 0843180 Cellulare 328 7879423. Menù degustazione da  euro.

 

Osteria Pasqualino Gubitosa (detto da Pasquale)

Il locale propone una cucina tradizionale immerso nell’atmosfera di un’antica osteria:
Indirizzo: Via del Moro 8 Telefono 0583 496506, 335 1772505 . Prezzo indicativo menù: 30  euro

 

 

 

 




Nei luoghi di Dirty Dancing 30 anni dopo

Catskill Mountains, Pembroke e Lake Lure, sono questi i capisaldi di un viaggio negli Usa alla scoperta dei luoghi di Dirty Dancing per tutti i fan che, il prossimo agosto, volessero celebrare i trent’anni del film icona intergenerazionale che ha fatto sognare migliaia di adolescenti negli Anni 80 . “Una storia d’amore stanca e scontata tra due ragazzi provenienti da due stile di vita differenti” era stata la dura recensione del Time all’indomani della prima, il 16 agosto del 1987.  Il film scritto da Eleanor Bergstein, sceneggiando le proprie vacanze, e diretto da Emile Ardolino con Jennifer Grey e Patrick Swayze, era una produzione a basso costo, appena 5 milioni di dollari a budget (rispetto ad una media dell’epoca di 12 milioni), girato in poche settimane  d era destinato  a rimanere nei cinema per un week end, massimo due, prima di finire nel circuito dei videonoleggi e  poi approdare senza infamia o lode nei palinsesti delle tv. Sono ormai trent’anni che, ad ogni passaggio televisivo, la recensione del Time si dimostra sbagliata. E, nel frattempo, altre generazioni sono cresciute sognando Dirty Dancing e i suoi luoghi.

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Era il 1963, l’America non aveva ancora perso la sua innocenza  e neppure Baby (Jennifer Grey), o meglio Frances (dalla prima donna all’US Cabinet) Houseman intelligente e ricca cocca di papà, destinata ad una brillante carriera nelle istituzioni in vacanza con la famiglia, forse per l’ultima volta (“…quando ancora i giovani seguivano in vacanza i genitori per imparare il fox trot al posto che girare in lungo e in largo l’Europa con lo zaino in spalle in pochi giorni”), in un resort a Catskill Mountains (il “Kellermann”), nello stato di New York. La versione Anni ’80 di Cenerentola inizia così, tra le Catskill Mountains, almeno nella fantasia scenica.  Tra le montagne e i laghi delle Catskill  Mountain sorsero infatti tra i primi anni del ‘900 numerosi lussuosi resort  dove il ceto newyorkese medio trascorreva sia vacanze invernali (grazie alla presenza di campi da sci e laghetti ghiacciati) che  estive, proprio come in Dirty Dancing. L’era dei voli low cost ha fatto tramontare, tra la borghesia newyorkese, la destinazione a favore di altre mete più esotiche. Ma per tutti coloro che volessero ripercorrere i passi di Dirty Dancing le Catskill Mountains sono una meta imprescindibile.

In realtà tuttavia Dirty Dancing  è stato girato  tra  Pembroke,  in Virginia, dove è ancora possibile soggiornare nello stesso hotel delle riprese (Mountain Lake Lodge), e persino nella stessa  casetta utilizzata da “Baby Housemann”,  e i luoghi di Lake Lure, nel North Carolina. La stessa sceneggiatrice del film, Eleanor Bergstein, guidando attraverso le Blue Ridge Mountains tra Virginia e Nord Carolina, aveva notato che si trattava di montagne uguali alle amate Catskills dove era solita trascorrere le estati quando, in famiglia, la chiamavano ancora “Baby”. La scena della presa in acqua , entrata nel mio collettivo (tanto da essere riproposta in svariati film e serie tv), è addirittura contesa tra i due luoghi noti per le riprese. Molti altri set, soprattutto quelli nei boschi, sono rimasti ignoti anche se sia in Virginia che nel Nord Carolina i boschi non mancano, e una passeggiata alla scoperta dei paesaggi è comunque suggestiva a prescindere che siano stati o meno scenari di riprese.

UK, EIRE, TURKEY, SOUTH AFRICA, HONG KONG, CROATIA ONLY No Merchandising. Editorial Use Only  Mandatory Credit: Photo by Everett Collection / Rex Features ( 432873y )  JENNIFER GREY AND PATRICK SWAYZE IN 'DIRTY DANCING' - 1987  PATRICK SWAYZE

Qualche giorno al Mountain Lake Lodge, al di là dell’emozione di soggiornare nello stesso hotel delle riprese, offre la possibilità di week end a tema “Dirty Dancing” con lezioni di danza, tour nei luoghi del film e party finale, oltre a una vacanza completamente immersi nella natura, in 2600 acri che circondano il resort, tra cui passeggiate a cavallo, sentieri escursioni in mountain bike, rafting e canoa. Il resort infatti è circondato dalle Appalachian Mountains nella New River Valley ed un posto ideale dove ricaricare le batterie. Cascate , fiumi, torrenti e ovviamente boschi sono facilmente raggiungibile…ma per chi cercasse il lago che appare nelle riprese di Dirty Dancing…al momento è tornato sotterraneo: si tratta, sostengono gli esperti, di un fenomeno ciclico in natura.

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A Lake Lure, dove il lago artificiale continua, imperturbabile ad esistere oggi come 30 anni fa, oltre ai classici tour sul lago che promettono ai fan di tutto il mondo di vedere dall’acqua i luoghi delle riprese (dalla presa ad angelo in acqua, almeno secondo i più,  alla scalinata che Baby percorre con le angurie in braccio, dandole accesso al mondo proibito dello staff del resort e a “Johnny”, ovvero Patrick Swayze. Altri spazi utilizzati dal film sono andati distrutti nel corso degli anni),  esiste persino un festival, giunto ormai alla sua ottava edizione, dedicato a Dirty Dancing e che, ovviamente, si svolge ad agosto. Quest’anno le date da segnarsi in agenda per rivivere la magia del film sono il 18-19 agosto.

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Il Festival generalmente inizia il venerdì sera con una proiezione su mega schermi all’aperto posizionati nei pressi del lago (in particolare al Morse Park Meadows) della pellicola e prosegue tra gare di cocomeri e corsi di ballo, concerti e danze per tutti, promettendo agli ospiti di far rivivere la magia di Dirty Dancing. Per chi volesse ripercorrere fino in fondo le orme del film, Patrick Swayze e Jennifer grey soggiornavano, per le riprese, proprio a Lake Lure, al Lake Lure Inn & Resort dove, secondo alcune voci sarebbero state anche girare delle scene di interni. Il resort ancora oggi accoglie i fan di Dirty Dancing che, per soli 229 dollari a notte possono dormire nelle suite a suo tempo riservate a Jennifer Grey (304/305) e Patrick Swayze (215), o per 259 dollari rivivere il sogno nei bungalow “Johnny” e “Baby” del film.

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Una vacanza a Lake Lure permette di scoprire peraltro non solo i luoghi di Dirty Dancing ma anche il magnifico, e poco noto (in Italia quanto meno) Chimney Rock State Park (dove, peraltro, è stato girato anche l’ultimo dei Mohicani).  Proprio da Lake Lure si raggiunge il parco con la sua vista su boschi e foreste (da non perdere Hickory Nut Gorge),  alte cascate, canyon  e sentieri adatti per ogni età e forma sportiva.

 




Show di luci a Bressanone

Ancora pochi giorni per scoprire a Bressanone, in Val d’Isarco un grande show di luci, colori, suoni ed effetti speciali, in scena nel centro storico del borgo alto atesino. Il “Festival di Acqua e Luce”, fino al 21 maggio, trasforma l’antico centro vescovile dell’Alto Adige in una vera e propria “città delle luce e dell’acqua”.

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Tutte le sere, dalle 21 fino alle 23.30 (e fino a Mezzanotte nei fine settimana),  il borgo si anima con installazioni luminose a cura degli artisti della luce Spectaculaires – Allumeurs d’Images. Il Festival di Acqua e Luce è un nuovo modo di scoprire e apprezzare angoli suggestivi, fontane ed edifici storici del patrimonio culturale di  di Bressanone, borgo da sempre  legato alla cultura dell’acqua. In tutto sono venti i luoghi toccati dall’iniziativa e collegati tra loro da una linea blu che permette di seguire un itinerario completo di Bressanone.

Nell’ex carcere in Piazza del Duomo di Bressanone,  va poi in scena “WoW – World of Water”, spettacolo di luce e musica degli Spectaculaires (inizio spettacoli ore 21.00, 21.45 e 22.30, ingresso 9 euro, 12 euro venerdì e sabato).

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Un’estate a tutto Festival

I Festival dell’estate 2017 offrono un’ottima occasione per ascoltare buona musica, divertirsi e trascorrere giornate di vacanza alla scoperta di mare, montagna e luoghi d’arte.

Verona – L’Arena Opera Festival, giunto ormai alla sua 95° edizione, prende il via il 23 giugno con l’attesa nuova produzione del Nabucco di Giuseppe Verdi. In cartellone sono stati previsti cinque titoli d’opera e tre serate di gala per un totale di 48 serate da non perdere. La magia di una notte in Arena è divenuta un appuntamento irrinunciabile nell’estate italiana grazie alle voci più belle a livello internazionale, all’orchestra e al corpo di ballo dell’Aerea, oltre alle centinaia di figuranti che animano la rappresentazione e, ovviamente, alla suggestione di vivere le opere più belle nell’antico anfiteatro romano. E per il dopo Festival niente di meglio di un giro sul lago di Garda per rinfrescarsi, a 15 minuti di distanza via treno o, se il meteo è clemente , l’esplorazione delle meraviglie artistiche della città di Romeo e Giulietta, tra piazze rinascimentali, vestigia romane e meravigliose chiese dentro cui sono custoditi tesori troppo spesso dati per scontati.

Macerata – il Macerata Opera Festival allo Sferisterio (21 luglio-14 agosto) diretto da Francesco Micheli. Il Festival prende il via il 21 luglio con la Turandot.  Macerata, nell’entroterra marchigiano, offre poi l’opportunità di esplorare percorsi d’arte e avventurarsi in itinerari enogastronomici particolarmente gustosi.

St Moritz -10° Festival da Jazz (6 – 31 luglio 2017) Una località di montagna famosa per la sua bellezza paesaggistica e la sua ospitalità, una location prestigiosa, un’atmosfera magica: tutto ciò fa di Festival da Jazz un evento davvero speciale, che riunisce a St Moritz, artisti di assoluto rilievo internazionale che si esibiscono al Dracula Club, ambirete raccolto ed esclusivo ideale per favorire un feeling immediato fra musicisti e pubblico. Ai concerti al Dracula Club si aggiungono gli appuntamenti al Miles Davis Lounge del Kulm Hotel e quelli gratuiti sulla terrazza dell’Hotel Hauser e sul Muottas Muragl, per oltre 50 eventi musicali complessivi.

Dolomiti – I suoni delle Dolomiti (7 luglio-31 agosto) 24 appuntamenti gratuiti ambientati su palcoscenici naturali incantevoli: prati, conche, palcoscenici naturali che accolgono musicisti provenienti da tutto il mondo che si esibiscono in ogni genere musicale, dal jazz alla classica, dalla world music alla canzone d’autore. I luoghi dei concerti sono nelle vicinanze di rifugi alpini, malghe e vette così ogni appuntamento diventa anche occasione per godere il piacere di un’intera giornata in quota, provando l’ospitalità delle terre alte, i piatti della gastronomia, o semplicemente cercando il relax e il divertimento con la famiglia e gli amici.Oltre ai concerti delle 13, l’edizione 2017 propone due concerti all’alba, un trekking e un nuovo progetto speciale, un festival nel festival, la Campiglio special week, per animare cime e fondovalle assieme ad importanti musicisti internazionali. Il festival prende il via con Magie d’archi in alta quota, i 12 violoncellisti dei Berliner Philarmoniker, al rifugio Fuciade in Val di Fassa, che eseguiranno brani da Boris Blacher, Julius Klengel, Astor Piazzolla, José Carlia.

 

Pesaro –  la 37° edizione del Rossini Opera Festival di Pesaro (10-22 agosto) sarà inaugurata da La siège de Corinthe diretta da Roberto Abbado e su allestimento de La Fura dels Bauls. Gli appuntamenti possono essere un’occasione per avventurarsi alla scoperta della regione e del suo mare: la stessa Pesaro è non solo città arte, natura (con l’oasi di San Bartolo), ma vanta una bandiera blu per il suo mare incontaminato.

Lucca- Il Lucca Summer Festival, giunto alla sua 20° edizione, prende il via il 14 giugno con un concerto da non perdere: quello dei Green Days, La rock band autrice dell’album cult “American Idiot”. Il Festival porta la musica nelle piazze di una delle città più suggestive della Penisola: Piazza Napoleone, all’interno del Centro Storico di Lucca. Grandi star nazionali ed internazionali si esibiranno nel corso di uno degli eventi più “hot” dell’estate italiana. Attesi, tra gli altri, l’8 luglio – Ms Lauryn Hill; il 9 luglio – Ennio Morricone “The 60 years of music tour”; il  15 luglio – Robbie Williams e il 31 luglio i Pet Shop Boys. E per il dopo Festival niente di meglio di un po’ di relax sulle spiagge della Versilia.

 

Barolo -Collisioni (14-17 luglio). Il Festival agri-rock si celebra nel cuore delle Langhe, un territorio ideale dove apprezzare un emozionante scenario naturale e i piaceri della buona tavola che da sempre contraddistinguono l’area. Collisioni, la grande festa popolare di letteratura e musica in collina,
vede la partecipazione ogni anno di tanti scrittori e musicisti provenienti da tutto il mondo. In arrivo tra le colline piemontesi il  15 luglio Daniele Silvestri, Carmen Consoli e Max Gazzè; il 16 luglio i Placebo e il 17 luglio Robbie Williams. I concerti hanno luogo nella piazza principale del paese, un anfiteatro naturale circondato dalle vigne storiche dei cinque “grandi crus” del vino Barolo. Oltre alle star della scena musicale italiana e internazionale, per quattro giorni il paese diventa un palcoscenico che ospita dibattiti con premi Nobel, scrittori, giornalisti, attori, in un’atmosfera informale, di dialogo costante con il pubblico.

Torre del Lago –  Puccini Festival. La 63° edizione del Festival del più moderno compositore d’Opera prende il via il 14 luglio con la Turandot e prosegue proponendo i grandi classici pucciniani fino a fine agosto. In calendario: La Rondine, La Boheme, La Tosca e Madama Butterfly.  Tra un’opera e l’altra il mare della vicina Viareggio costituisce un’attrazione irresistibile.

Salento – La Notte della Taranta  Per tutto agosto il salentino sarà pervaso dal Festival della Taranta, festival itinerante dedicato alla valorizzazione ed al recupero della pizzica salentina, giunto ormai alla sua 13° edizione. Comen da tradizione il festival si chiuderà a fine mese a Melpignano. Il concerto di chiusura  quest’anno sarà diretto dal maestro concertatore Ludovico Einaudi.




STREEAT® Food Truck Festival: ultimo giorno a Milano poi riparte il tour

Ultimo giorno, oggi, per visitare , soprattutto, assaggiare le delizie offerte dallo STREEAT® Food Truck Festival, il primo e unico grande festival del cibo di qualità su ruote, itinerante, che quest’anno, a Milano, si svolge nella suggestiva cornice di Carro Ponte, Sesto San Giovanni.

Lasciatevi conquistare da deliziosi e sfiziosi manicaretti di ogni sorta, preparati dai migliori FOOD TRUCK d’Italia, selezionati secondo i rigidi parametri di STREEAT® secondo cui GOURMET, DESIGN e ON THE ROAD convivono su furgoncini, carretti, biciclette e ape car allestiti come vere e proprie cucine mobili.

L’esperienza gastronomica è totale e unica: si va dal dolce al salato e ce n’è davvero per tutti i gusti e le intolleranza, nessuno escluso.

Supplì, panini con porchetta, arrosticini di pecora, pizza fritta Napoletana, gnocchi di bosco con zola e mirtilli, gelati naturali, patate sieglinde cotte nel vincotto Primitivo, churros, pancakes, cozze fritte, baccalà in pastella, cannoli Siciliani, hamburger di Chianina – hot dog di maiale toscano, farinata di ceci, lumache alla Bourguignonne,… sono solo alcune delle prelibatezze che potrete gustare.

Inoltre, la degustazione degli innumerevoli street food è arricchita dalla presenza di Birrifici Artigianali, tra i più rinomati nel panorama brassicolo italiano, dalle centrifughe di frutta e verdura fresche in collaborazione con Ceado e una selezione di vini naturali Nazionali.

L’atmosfera è resa ancor più eccezionale dalle proposte musicali selezionate da Barley Arts Promotion, storico promoter di concerti e spettacoli dal 1979.

STREEAT® – European Food Truck Festival è un evento organizzato da Barley Arts Promotion e da Buono – Food & Events, giovane realtà che opera nell’ambito dei food-events e specializzata nella promozione di piccoli e medi produttori artigianali.

Dopo Milano, il tour autunnale della manifestazione prosegue nelle seguenti città:

MANTOVA – Piazza Virgiliana dal 30 settembre al 2 ottobre
UDINE – Piazza 1° Maggio dal 7 al 9 ottobre
BARI – Torre Quetta dal 14 al 16 ottobre

Ogni tappa avrà i seguenti orari:
venerdì dalle ore 16:00 p.m. alle ore 01:00 a.m.
sabato dalle ore 11:00 a.m. alle ore 01:00 a.m.
domenica dalle ore 11:00 a.m. alle ore 01:00 a.m.

Ingresso libero.

FB: https://www.facebook.com/StreeatFoodTruck/?fref=ts
TWITTER: https://twitter.com/streeatfestival?lang=it
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/streeatfoodtruckfestival/
YOUTUBE: www.youtube.com/channel/UCYoaEwnbGvAcfYly4gJgSFg
www.streeatfoodtruckfestival.com
www.barleyarts.com




PianoEchos inonda di musica il Monferrato

Sabato 3 settembre prende il via la tredicesima edizione di PianoEchos – Settimane pianistiche internazionali in Monferrato, festival pianistico itinerante che inonderà di musica il Monferrato fino al 2 ottobre. Il festival, organizzato dall’Associazione Culturale San Giacomo con la direzione artistica di Sergio Marchegiani, apre le porte a luoghi magici ed esclusivi del territorio, dichiarato recentemente patrimonio Unesco.

PianoEchos saranno presenti dieci i concerti con solisti e formazioni cameristiche provenienti da altrettanti Paesi, tra cui i Berliner Symphoniker, una delle piu importanti orchestre al mondo, e lo Smetana Trio, storica formazione ceca, al quale verrà assegnato il Premio “Tasto d’Argento” 2016, un gioiello in argento e onice realizzato appositamente da un artigiano monferrino e consegnato ogni anno a una personalità di spicco del panorama pianistico internazionale (quest’anno eccezionalmente consegnato a un gruppo).

Tra le collaborazioni internazionali, una delle più importanti è quella che ha portato al gemellaggio tra PianoEchos e il Festival Musicales de Grands Crus, la più importante iniziativa musicale della Borgogna. Una partnership ambiziosa che lega due territori accomunati da un’importante produzione vinicola, oltre che musicale, e dall’inserimento quasi simultaneo nella lista UNESCO dei Patrimoni dell’Umanità. Inoltre, grazie alla collaborazione con tre produttori di vino di Lu Monferrato, il festival ha un suo vino, il PianoEchos: una bottiglia edizione speciale realizzata nel 2013 in occasione del decennale del festival, accompagnata dalle nocciole Piemonte IGP.

Il connubio tra il grande repertorio per pianoforte e gli splendidi paesaggi del Monferrato è l’ingrediente principale di PianoEchos e del suo viaggio tra i luoghi più suggestivi del territorio noto per la produzione di vini di eccellenza e qualità internazionale (quali Barbera, Dolcetto, Grignolino, Ruché, Freisa e Malvasia) e per la gastronomia. Quest’anno i centri toccati dal festival saranno Lu, Casale, Frassinello, Fubine, Vignale e, per la prima volta, Moncalvo. Una minuziosa opera di decentramento culturale, capillare e sistematica che valorizza centri anche piccolissimi con una programmazione musicale di qualità in uno dei momenti più significativi per il territorio: mese di vendemmia e con i colori più caratteristici.

IL PROGRAMMA DI PIANOECHOS

sabato 3 settembre 2016 – Moncalvo, Teatro Civico – ore 21.15

SMETANA TRIO

violino-violoncello-pianoforte

Repubblica Ceca

PREMIO “TASTO D’ARGENTO” 2016 ALLO SMETANA TRIO

 

 

domenica 4 settembre 2016 – Lu Monferrato, Chiesa di San Nazario – ore 17.30

TRIO TCHIJIK-LOYAL-BOUCHARLAT

violino-violoncello-pianoforte

Russia-Francia

 

 

sabato 10 settembre 2016 – Fubine, Chiesa parrocchiale – ore 21.15

LUCASZ KRUPINSKI

pianoforte

Polonia

VINCITORE DEL CONCORSO PIANISTICO INTERNAZIONALE CLAVICOLOGNE 2016

 

 

domenica 11 settembre 2016 – San Maurizio di Conzano, Abbazia – ore 17.30

DUO BAUME SANGLARD-CIOCARLIE

duo pianistico

Svizzera-Romania

 

 

sabato 17 settembre 2016 – Vignale Monferrato, Palazzo Callori – ore 17.30

DUO ARKHIPOVA-SOLE LERIS

soprano-pianoforte

Russia-Francia

 

domenica 18 settembre 2016 – Frassinello Monferrato, Castello – ore 17.30

VINCENZO BALZANI

pianoforte

Italia

 

 

sabato 24 settembre 2016 – Lu Monferrato, Chiesa di San Giacomo – ore 21.15

ROBERT LEHRBAUMER

pianoforte

Austria

 

 

domenica 25 settembre 2016 – Lu Monferrato, Chiesa di San Giacomo – ore 17.30

YVES HENRY

pianoforte

Francia

 

 

venerdì 30 settembre 2016 – Casale Monferrato, Biblioteca del Seminario – ore 21.15

LUDMIL ANGELOV

pianoforte

Bulgaria

 

 

domenica 2 ottobre 2016 – Casale Monferrato, Chiesa di San Domenico – ore 17.30

BERLINER SYMPHONIKER

ANDREAS FRÖLICH

pianoforte

Germania

CLAUDE VILLARET

direttore

Svizzera




SakeSakeSake – Mi sake mi piace. Il festival

Venerdì 26 e sabato 27 giugno (dalle 18.00 alle 2.00), approda a Milano una rassegna inedita e curiosa: SakeSakeSake – Mi sake mi piace, il festival del Sake. Aprono le porte al popolare vino di riso nipponico, 14 tra i locali, bar e ristoranti più cool della zona del Naviglio Grande e dintorni: 28 Posti, Carlo e Camilla in segheria, ElitaBar, Esco Bistrot Mediterrano, Luca&Andrea, Macelleria Masseroni, Mag, Pinch, Rebelot, Rita e Rita&Sons, Taglio, Trattoria 4b, Ugo.

SakeSakeSake – Mi sake mi piace, organizzato da Shokokai Japan (Central Federation of Societies of Commerce and Industry, Japan) fa parte di JAPAN SALONE, una serie di appuntamenti e iniziative voluti dal Governo giapponese all’interno del Palazzo delle Stelline di Milano che vanno a completare il calendario degli avvenimenti già in programma al Padiglione Giapponese in EXPO.

Una festa dedicata alla conoscenza e alla riscoperta di una bevanda, simbolo della cultura nipponica, proposta dalla rassegna milanese, in un percorso gustativo che ridefinisce il tradizionale vino di riso e lo mostra sotto una luce inusuale per l’Italia: un prodotto capace di offrire molte sfumature, decisamente sconosciute ai più.

Nel corso della 2 giorni, da via Tortona a Via Vigevano, da via Corsico all’Alzaia Naviglio Grande, da Ripa di Porta Ticinese a Via Meda, le lanterne bianche e rosse saranno il segno distintivo dei luoghi dove la creatività di barman e barlady darà forma a suggestive e insolite composizioni, per nuove alchimie tutte da scoprire.

Attraverso le migliori tecniche di miscelatura, i bartender dei 14 locali selezionati per la rassegna, proporranno agli avventori un viaggio di degustazione nel mondo del SAKE.

Non solo. SakeSakeSake – Mi sake mi piace i Local Friend attivi sul territorio e in zona Naviglio Grande offriranno ai viaggiatori che lo desiderano l’opportunità di scoprire le vie d’acqua di Milano seguendo l’itinerario del festival.

SAKE QUESTO SCONOSCIUTO
IL SAKE-Che cos’è il Sake? Come si produce?

I cereali, impiegati come materia base nel Sake, sono molto usati anche in altre culture per la produzione di alcolici, per esempio la birra o altri distillati quali whisky, vodka o gin: il Sake, però, non è né una birra, né un distillato. È, invece, molto più simile a un vino.

Le materie prime usate per produrre il Sake sono acqua, riso e fermenti. Il riso per produrre il Sake, o SAKAMAI, è di varietà particolare, appositamente selezionato e dal chicco di maggiori dimensioni rispetto a quelli che solitamente in Giappone sono a uso alimentare. Sono dunque varietà di riso più ricche di amido.

Il riso viene pulito attraverso un procedimento chiamato SEIMAI in pratica è levigato per eliminare la parte più esterna, talvolta fino a ottenere solo il cuore di amido. A questo punto si lascia il riso in ammollo, perché assorba una giusta quantità di acqua: si va da un minuto a una notte intera. Individuare la giusta quantità di acqua che il chicco assorbirà è importante per preparalo alla fase della cottura. Il riso è, infatti, cotto al vapore in un grande contenitore chiamato KOSHIKI.

Il riso cotto subisce uno dei trattamenti più delicati della produzione del Sake. Si inocula, infatti, una muffa nobile chiamata KOJI (Aspergillus oryzae) che si presenta come una impalpabile polvere verde. Questa muffa, penetrando nel chicco, trasforma gli amidi, diversamente infermentescibili del riso, in zuccheri più semplici che potranno successivamente essere aggrediti dai fermenti per la trasformazione zucchero-alcol.

Il riso sul quale sono state con grande cura polverizzate le spore del KOJI è adagiato per circa 36-45 ore in vassoi a loro volta messi in una speciale stanza tenuta a temperatura e umidità elevata chiamata KOJI MURO. Il riso così trasformato prende il nome di KOJI.

Al Koji si aggiungono acqua e fermenti per preparare lo SHUBO, ovvero “la madre” del Sake. La si lascia fermentare per circa due settimane e, quando è pronta, viene trasferita in grandi taniche dove nei successivi 4 giorni, per tre volte, viene aggiunto riso cotto, acqua e ancora Koji. In questo modo il volume iniziale raddoppia ogni volta che viene aggiunto altro Koji e acqua fino a ottenere il Moromi.

In questa fase, si attuano quelle che si chiamano fermentazioni parallele multiple del Moromi, dove il Koji continua il suo lavoro di saccarificazione degli amidi, mentre i fermenti iniziano a trasformare gli zuccheri in alcol. Questo periodo varia da produttore a produttore: da 18 a 32 giorni. E’ possibile, inoltre, una piccola aggiunta di alcol, pratica moderna che viene giustificata per donare aromi vivaci e freschi al prodotto.

Il Sake fatto unicamente con acqua, riso e Koji è chiamato JUNMAI, mentre quello che si avvale dell’aggiunta di alcol è detto HONJOZO. Una volta che la fermentazione ha fatto il suo corso si passa alla fase della spremitura: JOSO.

Il prodotto viene lasciato riposare per circa 6 mesi prima di essere imbottigliato ed è solitamente diluito con un 20% di acqua per abbassare il grado alcolico dai 20 ai circa 16 gradi, per ottenere un prodotto di più facile bevibilità. Inoltre, il Sake può subire una pastorizzazione prima ed eventualmente dopo l’imbottigliamento.