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Tatuaggi: l’ironia di Andrea Annecchini per celebrare le differenze

Dopo il successo di Gerbere in dicembre (terzo estratto dall’album Apri gli occhi), arriva in radio e negli stores dal 2 luglio il nuovo singolo di Andrea Annecchini, Tatuaggi, scritta da Andrea stesso insieme al Maestro Giancarlo Prandelli (GNE Records).

 

Tatuaggi è una canzone pop rock indie, dal messaggio pungente veicolato con ironia: si tratta, infatti, di una esortazione a non giudicare dall’aspetto, a non lasciarsi andare a giudizi basati unicamente sulle apparenze, soprattutto in un momento di difficoltà come quello attuale. Un invito a valorizzare la diversità di aspetti e di opinioni, nella convinzione che sono le differenze a rendere più ricco e bello il nostro angolo di universo.

Un messaggio tradotto in modo giocoso e allegro dal video (https://youtu.be/iyh4VUj5V8s), realizzato da Carlo Neviani e girato in un vero studio di tatuaggi (Pride & Glory Tattoo), con un alone di leggerezza e di colore che sicuramente non può che suscitare allegria e buon umore.

Ne parliamo meglio con Andrea stesso.

Com’è nato il brano Tatuaggi?

Cercavo una sonorità fresca, ritmicamente allegra e spontanea. Questo brano è nato proprio da questo mood: nella spontaneità, ovviamente, ma anche nel guardarmi intorno e vedere un mondo di colori, tatuaggi e persone alla continua ricerca di un cambio di aspetto.

Viene spontaneo chiedere: hai qualche tatuaggio?

Paradossalmente non ho tatuaggi, non ho mai contemplato la possibilità di farne uno fino ad ora. Dopo aver girato il video sicuramente la voglia di farsene uno aumenta: tutti quei disegni, quelle forme, quei colori ispirano a disegnare e disegnarsi il corpo, senza dubbio. Mi piacerebbe, insomma, ma non trovo mai l’ispirazione giusta nel decidere cosa realmente tatuare. La mia anima viaggia a velocità che la mente non controlla, spesso il mio essere così sognatore, così utopico e creativo, spinge la mia mente a provare tutto ciò che la vita sa darmi, ma non si sofferma. Per questa ragione non riesco a decidere ancora l’immagine giusta da fermare sulla pelle.

Fra poco dovrebbe uscire il tuo libro… Ti va di parlarcene un po’?

Nel libro che uscirà presto, racconto la collaborazione e il lavoro che si evolve tra un artista e il suo produttore. Potrebbe essere sicuramente utile per chi vuole iniziare questo percorso, per chi vuole rendere questo il lavoro di tutti i giorni, la sua stabilità. Sicuramente uno degli scopi del libro è lanciare il messaggio che nulla è impossibile se ci credi veramente, che la vita sa regalarti eventi importanti quando è il momento di sperimentarli. Che qualsiasi cosa decidiamo e costruiamo dentro di noi diventa reale, se hai fede in quello che sei e in ciò che fai. E per finire spero di poter spiegare come queste trasformazioni cambiano la prospettiva di noi e di quello che è intorno a noi; collaboratori, amici e amori, tutto cambia in meglio se restiamo saldi in ciò che vogliamo veramente. Nel libro descrivo proprio come è cambiato tutto in me e con me.

Progetti per il futuro?

Sicuramente nei prossimi mesi c’è la costruzione di un nuovo album, ho ancora tanti contenuti da esprimere e rendere pubblici.

Appena sarà possibile spostarsi, però, partirò per l’America Latina con l’album Apri gli occhi, infatti sto ricantando i brani in lingua spagnola. Questo mi entusiasma molto, perché viaggiare è sempre stato un desiderio che finalmente potrò realizzare. Grazie alla vittoria ai Sanremo Music Awards sarà a Cuba nel mese di novembre, ma prima presenzierò al Festival della Moda di Venezia, a settembre.

Ph. Federico Folli

Tatuaggi : https://backl.ink/147277476

 

Spotify 
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Canali YouTube

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Andrea Annecchini
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I don’t wanna smile è il grido di Dilemma e di una generazione

Giovanissima artista bresciana di talento, Dilemma (Gaia Parzani) esordisce con un singolo in inglese, I don’t wanna smile, scritto da lei stessa insieme al Maestro Giancarlo Prandelli, che ha composto la musica e curato tutto l’arrangiamento.
Un brano molto attuale, che esprime un disagio tipico dell’adolescenza, oggi portato all’estremo dalle restrizioni dovute alla pandemia, momento difficile per i giovani che si sono visti privati  di tante risorse fondamentali dal punto di vista psicologico, emotivo, sociale.

I don’t wanna smile è una critica verso la società odierna, fatta di sorrisi finti e forzati, di apparenza e socialità virtuale. Un messaggio sottolineato dallo stesso video, https://youtu.be/50UtbzP0gmE, per la regia di Federico Folli e il contributo artistico del Maestro Giancarlo Prandelli.

Cosa ha ispirato I don’t wanna smile?
Diversi pensieri e situazioni in cui mi ritrovavo a fingere un sorriso quando non avevo voglia di “essere felice” e volevo stare sola in camera mia in silenzio. Ormai è da un anno che siamo costretti a rimanere in casa, di conseguenza l’entusiasmo e la voglia di sorridere è meno presente. Il mio messaggio, però, non è espressione di un disagio, ma di un semplice stato d’animo che dovrebbe essere normale alla nostra età.
Il video rispecchia il concetto che volevo rappresentate, suono più strumenti e canto, uso tutti i mezzi che ho a disposizione per trasmettere il mio messaggio. È ambientato in montagna, ricorda il “distacco” dalla realtà sociale a cui tutti sono ormai abituati, quella virtuale; ma sottolinea anche il desiderio di tornare ad attribuire il giusto peso alle esperienze vissute nella vita reale.

Quali artisti musicali ascolti più volentieri?
Noemi in primis: ho iniziato ad ascoltare le sue canzoni alle elementari. Mi sono innamorata delle sonorità, della sua voce e dei testi. Tutt’oggi la ascolto e la seguo come quando avevo 9 anni. Crescendo ho poi scoperto la musica americana, Miley Cyrus ad esempio. Ad oggi mi ispiro a quelli più indie rock, pop come : MIKA, Billie Eilish, Melanie Martinez, Cavetown, Camila Cabello, Harry Styles… e tanti altri. Sono più concentrata sulla musica internazionale, ma di italiano mi piace molto Achille Lauro.

Da dove prendi ispirazione?
Prendo ispirazione da qualsiasi cosa. Può essere una frase sentita in un film, una situazione che ho vissuto o che mi hanno raccontato. Un’idea, una metafora…qualsiasi cosa che mi riporti ad un concetto che sento di voler esprimere a mio modo.

Progetti nel immediato futuro?
Il mio primo progetto è fare musica, ho la fortuna di essere supportata da una squadra che crede in me, il Maestro Prandelli ( GNE Records), con cui sto lavorando per la realizzazione di altri brani… Spero che questo percorso diventi una professione in futuro, chissà…

Ph. Elisabeth Lens

Instagram:https://www.instagram.com/_therealdilemma_/

Youtube:https://www.youtube.com/c/GNERECORDS/videos

Spotify:https://open.spotify.com/artist/3NAOjaWCuiRfqMaxoayMrq?si=-mfByykIRUWXIdFj6J277g




Andrea Annecchini: siamo tutti come Gerbere in Dicembre

Gerbere in Dicembre, il terzo singolo estratto dall’album Apri gli occhi è fuori dall’8 febbraio 2021, edito da GNE RECORDS di Giancarlo Prandelli. Il singolo di lancio “Anime a metà”, dopo le nomination per la finalissima di Sanremo Music Awards 2019 ne aveva conquistato il podio come miglior brano dell’anno.

Gerbere in dicembre è stato scritto da Andrea stesso, insieme al produttore Giancarlo Prandelli, parla di solitudine, depressione ed emarginazione utilizzando una metafora molto forte: siamo tutti gerbere in dicembre, in attesa della rinascita, della primavera.

Il videoclip riprende con essenzialità, con una comunicazione diretta ed immediata, questa tematica: tutto ciò che si vede sono due personalità narranti, che sembrano fluttuare in un ambiente asettico, davanti a una lampadina che simboleggia il risveglio dallo stato di torpore dell’anima, mentre la valigia è simbolo del carico di cui bisogna liberarsi per dar voce piena alla propria essenza e natura (https://youtu.be/09EGNWCQGZY )

Abbiamo chiesto all’artista qualche dettaglio in più.

Come nasce l’idea di Gerbere in Dicembre?

Gerbere in Dicembre, cantata insieme al mio produttore, autore e compositore, il maestro Giancarlo Prandelli, è un riferimento chiaro a come i rapporti malati e le persone negative ci abbattano, alimentando depressione e ansia. Al contempo sottolinea anche il fatto che questi stadi emotivi sono generati da noi stessi a volte, poiché siamo noi a aprirci troppo agli altri, quando bisogna invece “allontanarsi da chi è diverso da noi”, come recita il brano, lanciando il consiglio di affrontare i rapporti con parsimonia e riflessione, perché dandoci subito rischiamo di diventare facile preda di chi trova più facile prendere che donare.

Queste persone, di cui spesso sono stato vittima anch’io, devo dire, sono state da scuola per me, mi hanno aiutato a forgiare la mia forma mentis. Vorrei quindi semplicemente mettere in guardia su quanto sia importante tutelare se stessi, evitando di donarsi troppo subito.

Da dove trai la tua ispirazione per scrivere musica?

Più viaggio, conosco persone, vivo nuove esperienze, anche paradossali, e più trovo ispirazione. Secondo me, per essere un buon cantautore, viaggiare e sperimentare molto sono fattori estremamente importanti. Infatti questo periodo di fermo imposto dalla pandemia non è stato, al contrario di come si potrebbe pensare, costruttivo per la creatività. Bisogna vivere per scrivere e suonare, non c’è altra via.

Hai collaborato e scritto con diversi artisti. Con chi altri ti piacerebbe collaborare?

Sono numerosi gli artisti per cui provo tanta ammirazione e adoro la collaborazione in generale perché credo che la musica espressa insieme abbia una marcia in più, un’energia magica. Ma se dovessi scegliere sarebbe bellissimo poter condividere i miei lavori e testi con artisti del calibro di Elisa, Brunori SaS, Ex-Otago, Coez e Levante, giusto per citarne alcuni.

Come è stato lavorare con artisti giovani come Richi Sweet? E con il tuo produttore Giancarlo Prandelli?

Lavorare con realtà giovani in generale è sempre un elemento di crescita, abbiamo tanto da imparare da loro, i giovani sono il futuro e anche nella musica il loro sentire di innovazione è una grande spinta per noi, una guida per osare.

In Giancarlo Prandelli ho trovato un grande insegnante: mi ha spinto a credere di più alle mie capacità, a non temere il giudizio. Ha reso le mie idee più moderne e soprattutto mi ha aiutato a sperimentare di più.

Progetti in cantiere?

Sicuramente nei prossimi mesi mi dedicherò alla costruzione di un nuovo album. Prima però partirò per il Sud America con questo album, appena ci sarà possibile spostarsi, infatti sto ricantando i brani in lingua spagnola: viaggiare è sempre stato un desiderio che finalmente potrò realizzare.

La vittoria dei Sanremo Music Awards mi vedrà partecipare, spero presto, alla via musicale della seta, 25 date in varie capitali europee e asiatiche; durante la manifestazione dei SMW, proporrò la mia musica per arrivare a Pechino e non vedo l’ora che questo accada.

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Toni Veltri e la sua Verona: magica, in note e immagini

Verona” il nuovo singolo di Toni Veltri, è fuori dal 11 Dicembre e in radio dal 14 Dicembre. Il video, girato in un’insolita Verona deserta, dalle abili mani di Carlo Neviani e dalla troupe di Davide Franzoni (noto Regista nazionale della Image mix 35), dopo l’anteprima esclusiva del 16 dicembre sul sito del MEI (http://meiweb.it/2020/12/16/in-anteprima-esclusiva-sul-meiweb-il-nuovo-video-di-toni-veltri-dal-titolo-verona/) è finalmente fuori, nel canale YouTube dell’artista https://youtu.be/8Rggs209XyU

L’artista italo-belga, vanta importanti collaborazioni Gianluca Grignani, Michele Zarrillo, Umberto Tozzi, Toto Cutugno, Antonello Venditti e riconoscimenti prestigiosi conseguiti nel corso della sua carriera artistica, tra cui ricordiamo il premio per miglior brano inedito al concorso Emozioni Live 2020, tenutosi presso il Teatro Del Casinò di Sanremo in onore di Lucio Battisti e  in onda sulle reti Mediaset (Rete4, Tgcom24, La5) e Sky (Tv Moda).

Come è nata la tua passione per la musica?

È nata insieme a me. Son cresciuto con tanta musica è mi son sempre emozionato grazie alla musica,  fin da bambino. Lucio Battisti è stata la mia massima fonte di ispirazione, è grazie alla sua musica che ho capito cosa avrei voluto fare da grande: l’artista.

Qual è stata l’esperienza musicale più significativa per te, fra quelle vissute finora?

Son state tutte importanti. Mi hanno insegnato tutto quello che oggi so, non posso dimenticare tutte le mie collaborazioni e aperture di artisti famosi, particolarmente con Gianluca Grignani, cantare in duetto con lui è stato davvero emozionante.

Com’è nata “Verona”?

“Verona” rientra nel filone Indie/Pop con sperimentazione vocale tra la Trap, l’RNB e il POP. E’ stato arrangiato dal Maestro Giancarlo Prandelli con la collaborazione di Massimo Galfano, io stesso ho voluto prendere parte attivamente a  tutte le fasi di produzione, arricchendo il percorso creativo con le mie sensazioni ed emozioni.

L’idea è nata proprio nella città di Verona, dove ero in giro con un amico  tra gente che ballava, artisti che cantavano, famiglie che passeggiavano per le vie: una notte magica. Eppure, in pochi minuti,  mi ha assalito una sorta di malinconia, di malessere un sentimento che mi è rimasto dentro per un po’.

Verona è nata da quell’esperienza, è un dialogo con la città da cui traspare tutto il tormento di questo momento difficile, di una società senza certezze.

Abbiamo voluto poi tradurre in immagini il sentimento di quella notte… la nostalgia, la mancanza, da qui è nato il video: un omaggio a una città fantastica, Verona di notte è uno spettacolo. Il video è stato girato di notte in una città deserta,  nel freddo di fine ottobre, dal bravissimo Carlo Neviani e dalla troupe di Davide Franzoni (Regista di fama nazionale della Image mix 35). Le immagini esaltano tanti dettagli magici: dall’Arena e piazza delle Erbe, fino alla famosa collina dalla quale si scorge l’Adige, i castelli e le mura.

Che progetti hai per il futuro?

In questo momento stiamo lavorando al nuovo Album e progettando concerti è forse una tournée, Covid permettendo ovviamente. Insomma, abbiamo tanti progetti che ci impegnano, ma non voglio anticipare troppo.

LINK

Sito: https://www.toniveltri.com/
Instagram:  https://www.instagram.com/toniveltri/?hl=it
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC7bqlIgX5wyK-DKZlA7KsXg/featured
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Richi Sweet e il suo album d’esordio: Resurrezione

“Dedicata a me” è il singolo di lancio di “Resurrezione”, l’album di esordio di Richi Sweet, un brano che gli è valsa la partecipazione a Sanremo Giovani 2020 con un tema molto attuale: l’alcolismo e la sua ingannevole capacità di far sentire i giovani parte di un gruppo.

Numerosi sono i contenuti autobiografici che costruiscono il percorso narrativo dell’album, uno story telling che diviene una sorta di favola moderna, in cui si inseriscono nella loro varietà esperienze e sentimenti vissuti da Richi nel corso della sua giovane vita, a partire dall’adozione – è nato in Brasile ed è stato adottato da una famiglia italiana di Modena – al bullismo e le violenze subite, dai primi incontri con la musica ai successi; traumi e paure che sono diventati punti di forza e d’ispirazione per mettersi dalla parte di chi è percepito come “debole”, “diverso”. Conosciamo meglio questo giovanissimo artista, che già dimostra di aver tanto da dire.

Parlaci un po’ di “Dedicata a me” e del suo video

“Dedicata a me” parla di alcolismo, un male subdolo che si maschera da aggregatore, per farti sentire accettato e parte di un gruppo. Parla anche della determinazione di uscirne con le proprie forze, è un grido di protesta, oltre che una serenata “dedicata a me” stesso, appunto.
Il video (https://youtu.be/x9czYG9o9yQ) mi rispecchia molto: lo abbiamo girato a Sirmione (BS) ed il regista, Federico Folli, alterna diverse scene in cui mi si vede “discutere” con il mio alter ego. Devo dire che questo duplice ruolo mi è venuto spontaneo, perché, come dico sempre, “Non ho nemici, l’unico che ho, sono proprio io.”

E dell’album cosa puoi dirci, perché il titolo “Resurrezione”?

“Resurrezione” perché metaforicamente e spiritualmente parlando, sono morto e risorto un sacco di volte in questi miei 25 anni di vita. I miei sentimenti ed esperienze nell’album trovano piena espressione, soprattutto in brani autobiografici come “Non è questione di colore” o “Dedicata a me”, ma anche  l’amore ricorre nei testi dell’album ed esplode ne “La bella e la bestia”, “Ciao” e “Tulipano”. “Balotelli e Raffaella Fico”, “Kurt Cobain”, “Elisa” e “Forse non hai capito” sono invece i brani che esaltano stili di vita estremi che rendono meno monotona la vita quotidiana, o tematiche di carattere più sociale,  i social e soprattutto il razzismo e la difficoltà di inserimento.

Nei tuoi brani parli di temi attuali, razzismo, bullismo, come mai ti stanno tanto a cuore?
So cosa vuol dire essere giudicati o bullizzati, già dalle scuole elementari ero considerato “diverso”, ero sempre isolato in un angolo, quando i miei genitori chiedevano spiegazioni l’insegnante rispondeva “vostro figlio è diverso”. Addirittura alle scuole medie volevo cambiare colore di pelle, come se fosse un difetto.

Per questo motivo mi sta a cuore particolarmente il tema: sono dalla parte di chi è considerato un “debole” o un “perdente”, capisco cosa voglia dire essere emarginati, quanto questo può segnare una persona, ho subito bullismo fisico e Cyber Bullismo, ovviamente ci sono alcune scene che preferisco non raccontare.

Scrivi testo e musica da solo?

Solitamente scrivo i testi da solo, ma per la realizzazione di questo mio primo album sono stato aiutato dal mio discografico, Giancarlo Prandelli (GNE Records di Brescia). Nei brani, “Tulipano” e “Forse non hai capito”, per esempio, prevale la sua scrittura.

Stai già lavorando al prossimo progetto?

Questa situazione Covid mi ha bloccato da una parte, ma dall’altra mi ha ispirato tanti brani che sentirete in futuro, perché vengo ispirato di continuo da quello che vivo quotidianamente. Inoltre scrivo tanto, scrivo ogni giorno, quindi di materiale per il futuro ce n’è moltissimo.

Ph. Mario Ugozzoli

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/richisweetofficial/
RESURREZIONE:
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Dedicata a me:
https://youtu.be/x9czYG9o9yQ