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Riccardo Sinisi si racconta: “Punto su Grease per il futuro”

Dal suo debutto come protagonista in Priscilla – La Regina del Deserto non è passato molto tempo ma Riccardo Sinisi di strada ne ha fatta tanta, dimostrando di essere un performer completo e versatile. Oggi è in scena al Teatro della Luna di Milano con Grease, dove interpreta il ruolo di Kenickie, fino al 31 di aprile 2017.

Riccardo, la tua carriera ha avuto un’impennata pazzesca in questi ultimi anni, hai fatto uno spettacolo dietro l’altro.

Sì, sono stato davvero molto fortunato, anzi potrei dire che lo sono da sempre, da quando ho iniziato a lavorare. Negli ultimi tempi mi è capitato di fare spettacoli e ruoli molto importanti uno dietro l’altro e di questo devo essere grato alla vita e a chi mi ha dato e mi dà l’opportunità di mettere ogni giorno in scena il mio sogno.

Come ti avvicini a personaggi tanto diversi tra loro?

Scelgo ogni volta un approccio diverso: cerco di capire che carattere possa avere, quale sia il suo background e poi cerco di trovare la sua storia e solo a quel punto cerco le somiglianze che quel personaggio ha con me.

Di tutti i personaggi interpretati ce n’è uno a cui sei particolarmente affezionato?

Scegliere un personaggio, un ruolo che ho amato di più rispetto agli altri, è molto difficile. Sicuramente Felicia, il personaggio che ho interpretato in Priscilla, mi è rimasta più nel cuore, anche perché mi ero appena diplomato in Accademia ed è stato il mio primo vero lavoro. È stato davvero emozionante iniziare con un ruolo così importante e in uno spettacolo così bello come Priscilla. Anche il personaggio di Ray McCormack di Footloose è speciale, così come lo sta diventando, piano piano, Kenickie di Grease. In realtà è proprio difficile scegliere un solo personaggio. Ripensandoci li ho amati tutti: Pietro in Jesus Christ Superstar, Quattrocchi in Newsies, Rolf in Tutti Insieme Appassionatamente, ognuno mi ha dato qualcosa e mi ha emozionato.

Che cosa significano per te Grease, Compagnia della Rancia e Saverio Marconi?

Grease è uno spettacolo intramontabile, faticosissimo, ma bellissimo da fare, con musiche e canzoni travolgenti e coreografie impegnative. Lavorare con Compagnia della Rancia è un sogno che diventa realtà. Per me vuol dire, prima di tutto, lavorare con dei grandissimi professionisti, indubbiamente i migliori che ci sono in Italia. Sono loro che hanno portato il musical in Italia e questa maestria la vedi in tutto quello che fanno. Con Saverio Marconi è stato un’esperienza unica: da sempre desideravo lavorare con lui, farmi dirigere da lui. Con questo Grease Saverio e Mauro Simone hanno fatto un lavoro di regia fantastico, molto minuzioso, curato nel minimo dettaglio. Questa attenzione, questa particolare cura verso uno spettacolo vuol dire amare il proprio lavoro e avere passione, una cosa di cui dobbiamo essere grati noi artisti e anche il pubblico che poi ama questi show.

Grease compie 20 anni eppure è sempre un successo e attira gente di tutte le età. Ti sei chiesto perché?

Grease è sempre un successo e, come dicevo prima, è intramontabile perché è energia e luce, sempre. Questa nuova edizione di Saverio Marconi e Mauro Simone è più fresca, più moderna e riesce a coinvolgere pubblico di ogni età: dai ragazzini ai nonni, tutti possono rivedersi in questo spettacolo, divertirsi ed emozionarsi. Grease è una serata perfetta.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sui miei progetti futuri ancora non mi posso sbilanciare. Sicuramente mi piacerebbe continuare con Grease e quindi spero che lo spettacolo abbia un futuro e che possa esserci una lunghissima tournée in tutti i teatri d’Italia. Mi piacerebbe continuare a lavorare con Compagnia della Rancia perché, come dicevo prima, sono davvero dei grandi professionisti. Quindi, in attesa di scoprire che cosa mi riserverà il futuro, incrocio le dita e spero in Grease!
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Tutti pazzi per Jesus! Diario di viaggio dei Jesusmaniacs

di Giuliana Tonini – Dallo scorso dicembre è di nuovo in scena, in un altro fantastico tour europeo, Jesus Christ Superstar, la leggendaria opera rock di Tim Rice ed Andrew Lloyd Webber che, da più di quarant’anni, appassiona generazioni di spettatori.

Ci eravamo lasciati alla fine di gennaio del 2016 al Teatro Sistina di Roma, con la speranza che l’avventura non fosse finita. E siamo stati accontentati.

Il musical più amato di tutti i tempi, nell’edizione ultraventennale del regista Massimo Romeo Piparo, che dei musical è il re, ha conquistato anche l’Olanda e il Belgio (Amsterdam, L’Aja, Anversa, Groningen) ed è ora di nuovo in tournée a scaldare le platee dei teatri di tutta Italia.

Dopo Trento, Milano, Verese, Genova, Cassano Magnago e Torino, fino alla fine di aprile il pubblico avrà la possibilità di assistere allo spettacolo a Catania, Cosenza, Bari, Roma e Padova. Il finale sarà davvero col botto, il 5, 6 e 7 maggio di nuovo in Olanda, all’arena Ahoy di Rotterdam.

In Olanda l’allestimento di Massimo Romeo Piparo ha vinto, alla fine della scorsa estate, il Musical World Award, uno dei premi internazionali più prestigiosi e autorevoli per i musical.

Non ci stupisce. L’opera che porta in scena la figura di Gesù (e di Giuda) in tutta la sua umanità, in chiave moderna e allo stesso tempo universale, e al suono della emozionante e travolgente musica rock di Andrew Lloyd Webber, strega tutti. Ancor più da quando a interpretare il ruolo di Gesù è Ted Neeley, che lo era nel mitico film di Norman Jewison del 1973.

Ogni rappresentazione è un rito collettivo, col teatro strapieno, urla da stadio, standing ovations e applausi spellamani, sia dai fan incalliti che hanno visto lo spettacolo decine di volte sia dai neofiti.

Su Cosmopeople ho scritto molto su JCS. Ho scritto sullo spettacolo di Massimo Romeo Piparo, sulla storia dell’opera e sul suo successo. Ho scritto anche di me e della mia passione per JCS, del mondo di noi fan affezionati, che non ci stanchiamo mai di vedere lo spettacolo ogni volta che possiamo, in ogni parte d’Italia e d’Europa, e del vero e proprio culto che si è creato attorno a Ted Neeley.

Perché allora scrivo ancora? Perché questa volta mi fa piacere condividere le storie di alcune persone che ho conosciuto durante questa avventura. Fan sfegatati, ovviamente. Anzi, Jesusmaniacs, o JCSmaniacs, come mi piace chiamarci.

Ai Jesusmaniacs non interessa che familiari e amici li considerino ‘fuori di testa’. Una rappresentazione non è solo una rappresentazione, ma, come dicevo prima, un rito, una serata magica da vivere e rivivere insieme ogni volta che si può. Non solo in platea, ma anche dopo lo spettacolo, quando si attendono all’uscita i ragazzi del cast e Ted Neeley, e durante i viaggi in trasferta insieme.

La comunità di fan più numerosa è The Circle Turning – Ted Neeley Community. Sono ormai come una famiglia. Da quando, nel 2014, l’allestimento italiano ha l’orgoglio di avere con sé Ted Neeley, alcuni di loro non si sono persi una replica, che sia in Italia o all’estero, e si parla di più di cento repliche. O comunque, chiacchierando con loro, si sa che è facile che chi non le ha viste proprio tutte, abbia nel suo carnet non meno di 40-50 repliche.

Quando io penso di avere assistito allo spettacolo tante volte, realizzo poi che il mio ‘contatore’, per adesso…., è arrivato ‘solo’ a nove rappresentazioni, a Milano, Roma e Genova, più una nel 1999 al Teatro Nuovo di Milano, quando nel ruolo di Giuda c’era l’indimenticabile Carl Anderson.

Poi, oltre al Circle, ci sono tantissimi altri che, da soli o in gruppo, ormai da anni fanno parte di questa bellissima avventura.
Io, ad esempio, sono diventata amica di Cristina di Milano, avvocato come me, e di sua figlia Arianna, studentessa del liceo. Quando faccio una ‘serata JCS’ o una ‘trasferta JCS’, faccio trio con loro. Cristina e Arianna hanno visto lo spettacolo, sempre per ora…., poco meno di venti volte, in giro in diversi teatri d’Italia e a L’Aja. Per me è particolarmente emozionante vivere questa passione assieme a loro, anche perché Arianna è giovanissima. Aveva tredici anni quando, nel 2014, ha visto per la prima volta JCS all’Arena di Verona, portata da Cristina. Subito dopo ha scoperto anche il film e da allora è scoppiata la passione. È bello quando ragazzi così giovani prendono il testimone generazionale della passione per JCS e per il rock musical. Ed è fantastico quando, in attesa dell’uscita di Ted Neeley e del cast dal teatro, dopo lo spettacolo, si vedono bambini, anche piccoli, entusiasmati ed entusiasmanti, che trepidano per conoscerli e per avere il loro autografo sulla copertina del vinile, a momenti più grade di loro, che tengono in mano.
Arianna adora Ted Neeley e Carl Anderson. E Ted Neeley adora lei e Cristina, dice e scrive loro sempre cose dolcissime. Si vede, ad ogni incontro, come l’entusiasmo genuino di mamma e figlia lo abbia conquistato e lui si sia sinceramente affezionato.

Ho poi conosciuto Monica, di Milano, che lavora all’ENI, appassionata di JCS da sempre. Ha visto lo spettacolo circa trenta volte in vari teatri d’Italia e ha già pronti più di un biglietto per il Sistina di Roma, ad aprile.
Un paio di anni fa ha partecipato, assieme ad altri fan, ad un evento-tributo con Ted Neeley a Cagli, in provincia di Pesaro, cui hanno preso parte con piacere anche il sindaco e il vescovo.

E c’è Roberta, giovane medico piemontese, dall’entusiasmo scoppiettante e contagioso. Ha già i biglietti per il gran finale di Rotterdam, con cui arriverà a quota 45 repliche. Lei si è innamorata di JCS da piccola, a sette anni, quando il papà le ha fatto vedere in televisione il film, che aveva visto al cinema da ragazzo e di cui si era a sua volta innamorato. Da allora, per Roberta Jesus Christ Superstar è stata, è e sarà sempre la colonna sonora della sua vita. E anche lei, per Ted Neeley, per il suo idolo fino da quando era bambina, è ormai una di famiglia. In una delle occasioni in cui lo spettacolo è stato allestito a Torino, è lei che ha portato in giro per la sua città Tessa e Leeyan, la moglie e la figlia di Ted.

E quindi ecco i Jesusmaniacs, per cui ogni serata JCS è sempre magica. Senza dubbio gran parte di questa magia è dovuta alla presenza e al carisma fuori dal comune di Ted Neeley, e alle sue altrettanto fuori dal comune semplicità e umiltà, sul palco e fuori dal palco. Ma Jesus Christ Superstar è tutto quello che è grazie a tutti i bravissimi artisti che ne fanno parte.
A partire dagli strepitosi cantanti-attori solisti che ogni volta ci fanno emozionare con le loro interpretazioni. In ordine di apparizione: Feisal Bonciani (Giuda), Simona Distefano (Maria Maddalena), Mattia Braghero (Pietro), il formidabile duo Francesco Mastroianni (Caifa) e Paride Acacia (Hannas), Elia Lo Tauro (Simone Zelota), Emiliano Geppetti (Ponzio Pilato) e Salvador Axel Torrisi (Erode).

Da applausi anche l’ensamble di cantanti-ballerini, acrobati, mangiafuoco e trampolieri: Giovanni Abbracciavento, Giada Cervone, Federico Colonnelli, Francesco Consiglio, Lorenzo de Baggis, Mattia Di Napoli, Simone Giovannini, Daniel Guidi, Francesca Iannì, Benedetta Imperatore, Alessandro Lanzillotti, Rossella Lubrino, Nicole Marin, Marta Melchiorre, Lazaro Rojas Perez, Daniele Romano, Carlotta Stassi, Sara Telch, Carmela Visciano.

E poi loro, per ultimi ma assolutamente non ultimi! La spina dorsale di Jesus Christ Superstar, l’orchestra dal vivo che ogni volta ci regala le meravigliose musiche rock di Andrew Lloyd Webber: Angelo Racz (direttore e tastiera), Federico Zylka (tastiera), Andrea Inglese (chitarra), Stefano Mandatori (chitarra), Massimo Pino (basso), Stefano Falcone (batteria), Andrea Di Pilla (tromba), Vincenzo Parente (corno francese).

Andate a vedere Jesus Christ Superstar. È probabile che diventiate anche voi Jesusmaniacs.

Dove e quando:
dal 23 al 26 marzo 2017, Catania, Teatro Metropolitan

dal 4 al 5 aprile, Cosenza, Teatro Rendano

dall’8 al 9 aprile, Bari, Teatro Team

dal 12 al 23 aprile, Roma, Teatro Sistina

28 aprile, Padova, Gran Teatro Geox

dal 5 al 7 maggio, Rotterdam Ahoy.

Siti Internet e biglietti:
www.jesuschristsuperstar.it
www.ticketone.it
www.jesuschristmusical.eu

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Jesus Christ Superstar Rockopera
Ted Neeley




Jesus, Ted Neeley, Massimo Romeo Piparo: Superstar!

Torna a Milano il musical per antonomasia: Jesus Christ Superstar. Dopo il grande successo delle scorse stagioni in Italia e un tour europeo che ha riscosso grandi consensi di pubblico e critica, lo show di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, con la regia del re Mida del musical italiano Massimo Romeo Piparo, torna a incantare e a far cantare il pubblico milanese. Dal 16 al 26 febbraio l’opera rock più amata al mondo sarà in scena al Teatro della Luna e, ancora una volta, avrà come protagonista il grandissimo Ted Neeley nel ruolo di Gesù.

La storia di un mito che travolge con la sua passione gli spettatori di tutte le età, un uomo-simbolo che fa della spiritualità la sua bandiera rivoluzionaria, un personaggio unico nella storia del teatro musicale: il celebre lavoro di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, in scena da più di 23 anni, non subisce i segni del tempo, anzi a ogni rappresentazione rinnova il proprio mito contagiando con entusiasmo un sempre maggiore numero di spettatori. Se JCS continua ad emozionare gli spettatori di tutte le età, passando di generazione in generazione, il merito va soprattutto a un mix di fattori vincenti: innanzitutto il grande lavoro artistico e produttivo di Massimo Romeo Piparo e della sua squadra, che hanno saputo rendere al meglio sulla scena la forza trascinante di una storia universale, dai valori positivi e dai forti sentimenti, in cui la musica diviene protagonista.

Emerge poi, in uno spettacolo in lingua originale e interpretato interamente dal vivo, l’indiscutibile eccellenza artistica del cast, primo fra tutti Ted Neeley, l’indimenticabile protagonista dello storico film di Norman Jewison del 1973 che ha dato una impronta mitica e indelebile al ruolo di Gesù.

Senza contare l’imponente e spettacolare allestimento che rende onore all’Italia sui palcoscenici internazionali, dimostrando che il nostro Paese ha raggiunto ormai livelli competitivi in termini di qualità artistica e professionalità nel musical. Ne sono prova i sold out e le standing ovation a scena aperta che da anni accompagnano lo spettacolo, così come il prestigioso MusicalWorld Award, uno dei riconoscimenti internazionali più autorevoli nell’ambito del musical, che ha premiato il Jesus Christ Superstar prodotto dalla PeepArrow Entertainment di Massimo Romeo Piparo come migliore produzione internazionale in Olanda nel 2016.

Ancora una grande occasione quindi per il pubblico italiano, che avrà l’occasione di conoscere o rivedere una delle più entusiasmanti storie mai scritte, per emozionarsi in uno spettacolo che celebra il talento, i grandi sentimenti e la bellezza travolgente della musica rock.

Accanto al mitico Ted Neeley nei panni di Gesù, torneranno l’Orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello, l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, con le scenografie di Giancarlo Muselli elaborate da Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona.

www.jesuschristsuperstar.it
www.peeparrow.com

foto Gianmarco Chieregato

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Jesus Christ Superstar

Dal 16 al 26 febbraio 2017

Teatro della Luna

Via G. di Vittorio, 6 – Assago (MI)

Tel. +39 02 48857 7516 www.teatrodellaluna.com

giovedì, venerdì e sabato ore 21 – domenica ore 15.30

PREZZI
Poltronissima BLU € 64
Poltronissima € 54
Prima Poltrona € 44
Seconda Poltrona € 34
Terza Poltrona € 24
Riduzioni under 14/ over 70

I biglietti sono in vendita in tutti i punti vendita TicketOne, on line su www.ticketone.it e telefonicamente al numero unico nazionale 892.101 (numero a pagamento).

Utilizza su TicketOne il bonus cultura per acquistare i biglietti di “Jesus Christ Superstar”: info www.18app.it




Piparo “Porto in scena Evita e sogno il Fantasma dell’Opera”

Alla vigilia della prima nazionale di Evita, l’opera di Andrew Llyod Webber e Tim Rice portata in Italia da Massimo Romeo Piparo, il regista rivela a Cosmopeople di avere due sogni nel cassetto: portare in scena “Il Fantasma dell’Opera” sempre di Lloyd Webber e “La Cavalleria Rusticana” di  Pietro Mascagni. Due sogni in realtà non così distanti come potrebbe, in apparenza, sembrare. Il problema, svela Piparo, per il Fantasma dell’Opera è l’allestimento. Per il musical di Webber occorrono teatri d’opera che, però, in Italia difficilmente vengono concessi per questo genere di spettacolo. Purtroppo. Anche Cosmopeople, come Piparo, sogna infatti prima o poi di non dover andare fino a Londra o a New York per godere de “Il Fantasma dell’Opera”. Quanto alla direzione di un’opera lirica “non mi chiamano mai, nonostante la mia esperienza. Eppure, sarei disposto a lavorare anche per teatri piccoli, pur di potermi dedicare alla lirica e dirigere Cavalleria Rusticana” confessa con un pizzico di amarezza Piparo.

Intanto domani, al Teatro della Luna di Assago (Milano), debutta Evita, con Malika Ayane e Filippo Strocchi. Un dejà vù, considerando la sua precedente produzione del 1996.  Perché questa scelta di tradure canzoni iconiche dall’italiano all’inglese? Tutto sommato la sua ultima produzione di “Jesus Christ Superstar” è stata un successo anche mantenendo le canzoni in lingua originale.
Piparo: “La storia di Cristo è cosciuta. Per Evita volevo che il pubblico potesse avvicinarsi al personaggio e comprenderne tutte le diverse sfaccettature. Il che era possibile solo traducendo i testi di Tim Rice dall’originale inglese all’italiano così da poter tirare le fila del racconto. Persino davanti al film di Madonna e Antonio Banderas il pubblico obiettava che si trattava di una pellicola tutta cantata e tutta in inglese. Vorrei eliminare almeno il problema della comprensione in modo da rendere lo show pienamente apprezzabile dal maggior pubblico possibile. Evita, infatti, lascia il segno. Lo lascia in chi legge la sua storia, ascolta questa musica, rivive quel periodo storico. Usare una lingua immediatamente e totalmente comprensibile ha permesso di andare più a fondo nella psicologia dei personaggi e rende prontamente leggibile la differenza tra storia e fantasia, in un continuo gioco di contrasti, tra luce e buio, bianco e nero, giusto e sbagliato, possibile e impossibile“.

Manterrà l’italiano anche nel tour estero che con Evita promette di bissare i successi ottenuti da “Jesus Christ Superstar”? Ha già le date?
Piparo: “All’estero Evita sarà in inglese. Per quanto riguarda il tour, pur avendo già avuto contatti a riguardo, posto che lo show è nato per essere allestito anche al di fuori dei confini nazionali, non ho ancora le date. Prevedo comunque per Evita, così come è stato per “Jesus Christ Superstar”, tappe in Olanda e nel Nord Europa dopo il 22 gennaio, quando per Evita si chiude il round in Italia dopo Milano (9-27 novembre), Genova (Politeama Genovese dal 29 novembre), a Firenze (Teatro Verdi dal 6 dicembre), Teatro Sistina a Roma (14 dicembre- 15 gennaio) e Trieste al Politeama Rossetti (dal 18 gennaio)“.

Rispetto al 1996 cos’è cambiato per Evita?
Piparo: “Sostanzialmente è cambiato il modo di raccontare le storie con l’esplosione di immagini e suoni resa possibile da Youtube, Google, Wikipedia. La sterminata forza della rete, non esisteva nel 1996. Ero io a dover raccontare una storia poco nota in Italia e l’idea di proiettare in scena immagini recuperate sulle bancarelle di Buenos Aires, rendeva il mio spettacolo innovativo, formativo, narrativo. Oggi quel modello mi si è sgretolato davanti. E se da un lato ciò agevola la missione del racconto, dall’altro sottrae magia alla messinscena di quella che rimane un’Opera calata nella Storia. Questo nuovo allestimento, a distanza di vent’anni, ha come pilastro la scelta della lingua italiana per i testi. La struttura operistica, e cioè interamente cantata e senza spazi di prosa, fa sì che nelle canzoni si racchiuda tutta la magia e la poesia del racconto“.

Quanto costa Evita? E in quanto tempo prevedete di ammortizzare i costi?
Piparo: “Il solo allestimento supera il milione. L’intera produzione, cast compreso i 2,5 milioni. Speriamo di ammortizzarla presto e comunque entro il 22 gennaio“.

..e dopo Evita a cosa sta lavorando?
Piparo: ” Ho in cantiere due progetti: una produzione originale tratta dal film di Roberto Rossellini “Roma città aperta”,  di cui ho rilevato i diritti, e una riproposizione di “Mamma Mia

Almeno per “Mamma Mia” le canzoni degli Abba le lascerà in inglese? Ha visto e cosa pensa della prima produzione di Mamma Mia allestita pochi anni fa in Italia?
Piparo: “Le canzoni degli Abba in “Mamma Mia” saranno lasciate in originale, ma rispetto a Evita si tratta di uno show differente… non un’opera rock ma una commedia musicale. Quanto alla produzione di qualche anno fa. …che dire, onestamente preferisco non esprimermi

“Jesus Christ Superstar”, “Evita” e ora “Mamma Mia”, oltre al Sogno di portare in Italia “Il Fantasma dell’Opera” … musical che hanno oltre 17 anni e, in alcuni casi, più di quaranta. Musical di successo e che continuano a esser allestiti. Così come tanti altri che, perennemente, vengono riproposti a teatro. Ma qualcosa di nuovo?
Piparo: “Il mercato italiano è particolarmente difficile. Manca il tessuto produttivo da un lato, ma anche la spinta e la curiosità da parte del pubblico che si fida, troppo spesso, dei soli titoli di cartellone noti. Noi comunque cerchiamo di coinvolgere le città in cui portiamo gli spettacoli, ospitando in scena scuole di musical, di danza, di canto e con ulteriori iniziative“.

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Jesus Christ Superstar trionfa ai MusicalWorld Award

Jesus Christ Superstar vince MusicalWorld Award e, dopo il tour europeo si prepara a tornare, nel 2017 , in Italia con nuove date che toccheranno i principali teatri italiani. Jesus Christ Superstar, capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice  prodotto dalla Peep Arrow Entertainment di Massimo Romeo Piparo, si è infatti aggiudicato il titolo di migliore produzione internazionale in Olanda nel 2016, superando “Priscilla regina del Deserto” e “Pippin”.  Arriva dunque dall’Europa un grande riconoscimento che premia il talento italiano, e che è prova dell’incredibile valore artistico di uno spettacolo di livello internazionale, ormai passato alla storia come l’opera rock più amata di tutti i tempi, grazie a una colonna sonora conosciuta da tre generazioni e a valori di grande spessore.

“Sono fiero di aver finalmente potuto incasellare un riconoscimento così importante in territorio europeo” – dichiara Massimo Romeo Piparo – “lo spettacolo ha senz’altro raggiunto la sua vetta grazie all’apporto fondamentale di Ted Neeley, inventore del ruolo di Jesus e grande Uomo oltre che immenso artista. Il suo arrivo nella nostra scuderia, dopo quello del compianto Carl Anderson nel 2000, e insieme ai colleghi del film Yvonne Elliman e Barry Dennen nel 2014, ha reso possibile il sogno di quanti hanno contribuito in tutti questi anni affinché una produzione italiana si facesse onore laddove regna il colosso del Musical mondiale che è la Stage Entertainment”.

E dagli USA, arriva il commento entusiasta di Ted Neeley storico interprete di Jesus Christ Superstar sin dalla sua edizione cinematografica Sono davvero onorato di far parte della produzione italiana di Jesus Christ Superstar della Peep Arrow Entertainment e mi congratulo per questo premio dal profondo del cuore con il mio fratello italiano Massimo Romeo Piparo. Questo riconoscimento è per lui, per la sua visione artistica e la professionalità che ha saputo unire al rispetto e all’amore nei confronti di questo storico musical, e per la costante crescita in 20 anni della sua originale interpretazione di un grande classico amato in tutto il mondo”.

Sul palco di Jesus Christ Superstar, accanto a Ted Neeley nei panni di Gesù, l’Orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello, l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, le scenografie di Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona.

 




Musical & Classica in concerto al Barclays Teatro Nazionale

Musical & Classica rappresenta l’incontro tra due mondi solo apparentemente lontani. Due universi che si sono sfiorati per tanto tempo, nei teatri di Broadway, del West End e di tutto il mondo, ed ora si fondono nel mezzo di una platea.

Musical & Classica è il concerto evento attraverso il quale riascolteremo i grandi brani che hanno reso il musical la più grande e diffusa forma di live entertainment teatrale esistente, in una nuova veste classica più colta e raffinata.

La Febbre del Sabato Sera, Mamma Mia!, Footloose, Cats, Jesus Christ Superstar, Rocky Horror Show, Grease, Dirty Dancing, Fame, Chicago, We will rock you, sono alcuni dei titoli che verranno interpretati, attraverso i brani più iconici e caratteristici, da un’orchestra sinfonica di 30 elementi diretta dal talento di Benedikt Sauer.

Un’occasione unica per assistere ad un evento esclusivo, mai realizzato in Italia, e ascoltare brani quali “Total Eclipse of the heart” di Bonnie Tyler, “We Will Rock you” dei Queen, “Should Be dancing” dei Bee Gees e “Discoinferno”  di The Tramps, “Mamma Mia!” e “Waterloo” degli ABBA e molti altri ancora, in un viaggio musicale sontuoso, toccante, elegante e mai ascoltato prima.

Due serate all’insegna della grande musica, un evento unico nel suo genere che si contraddistingue anche da una messa in scena completamente inusuale. Il 7 e l’8 giugno al BARCLAYS TEATRO NAZIONALE, ormai punto di riferimento essenziale nel panorama del musical italiano.

Orchestra FilarmonicaItaliana

Musical & Classica

Barclays Teatro Nazionaale

7 e 8 giugno 2016

Orari spettacolo: ore 20.45

Biglietti: palcoscenico € 68,00 (inclusa consumazione bar) – poltronissima € 43,00 – poltrona € 18,00
Per informazioni e vendita: info line pubblico 02/00 64 08 88  (dal mercoledì al sabato dalle 15.00 alle 18.00)

www.teatronazionale.it – www.ticketone.it

Box office Barclays Teatro Nazionale (da martedì a domenica dalle ore 12.00 alle ore 19.00)




Groupie a teatro: io e i JCSmaniacs

di Giuliana Tonini- Da poco faccio entusiasticamente parte di un mondo di cui prima ignoravo l’esistenza, il mondo dei ‘groupie teatrali’, i fan così appassionati di uno spettacolo teatrale da vederlo e rivederlo più e più volte. E non solo nella propria città. Vanno infatti a vedere il proprio spettacolo preferito, ad acclamarne i protagonisti e ad attenderli all’uscita dei camerini o del teatro, anche in altri posti. I più incalliti seguono tutte, ma proprio tutte, le tappe del tour. Non importa che la replica sia a Milano, Roma, Napoli o Messina.

Io sono entrata di recente, e quasi per caso, in questo universo. Da quando avevo vent’anni ho la passione per la mitica opera rock Jesus Christ Superstar, dei super mitici Tim Rice ed Andrew Lloyd Webber, e che, nelle ultime edizioni dell’allestimento del regista Massimo Romeo Piparo, ha avuto come protagonista il super super mitico Ted Neeley, che nelle tournée nei primi anni ’70 e nel film di Norman Jewison del 1973 interpretava il ruolo di Gesù.

Certo la passione è sempre stata grandissima, film e colonna sonora visti e ascoltati migliaia di volte, testi imparati a memoria spontaneamente e senza sforzo al punto da potere cantare la parte di quasi tutti i personaggi. Ma, a parte avere visto una rappresentazione alla fine del 1999, con l’indimenticato Carl Anderson nel ruolo di Giuda, non ero più tornata a teatro a vederne una replica né mi ero mai avvicinata ai protagonisti.

Quando, nell’autunno del 2014, lo spettacolo è arrivato al Teatro degli Arcimboldi – non solo con Ted Neeley, ma anche con Yvonne Elliman e Barry Dennen, la Maria Maddalena e il Ponzio Pilato del film! – ovviamente alla rappresentazione mi sono entusiasmata (anzi, diciamo proprio invasata) come un’adolescente a un concerto degli One Direction o di Violetta. E non mi è mica bastato vedere lo show una volta sola. La settimana successiva sono tornata a teatro a ripetere l’esperienza. E lo scorso giugno, quando la stessa produzione è tornata a Milano, senza la Maddalena e il Ponzio Pilato originali del 1973, ma sempre con Gesù-Ted superstar, ho rivisto lo spettacolo due volte….

In ogni caso non mi passava per la mente di andare ad ‘assalire’ Ted Neeley e il cast fuori dal teatro.

Poi però sono venuta  a sapere che un pomeriggio, al Mondadori Megastore di Piazza Duomo, Ted Neeley e il cast sarebbero stati lì apposta per incontrare il pubblico e i fan –  in un evento che ho scoperto chiamarsi, in gergo, ‘meet & greet’ – e naturalmente mi sono precipitata alla Mondadori per stringere la mano al mio idolo, fare foto assieme a lui e avere il suo autografo sul libretto del cd. E sarei stata contenta così.

Il caso ha voluto che il tempo a disposizione finisse e che parecchi fan, tra cui la sottoscritta, se ne dovessero andare senza l’agognata firma. Ma a tutti noi ‘scornati’ è stato dato un……..backstage pass da utilizzare una sera qualsiasi alla fine dello spettacolo durante la tappa milanese del tour! Incontro con Ted assicurato!

E così, dopo avere assistito alla rappresentazione per la quarta volta in pochi mesi, una sera, nella mia nuova veste di fan non solo incallita, ma anche attiva, col mio backstage pass in mano vado a piazzarmi davanti alla porta da cui escono gli artisti. Lì incontro Cristina e la sua giovanissima figlia Arianna. Ci eravamo già viste al Mondadori Megastore, dove avevamo scambiato due parole. Davanti all’uscita artisti del Teatro Nuovo ci siamo scambiati i contatti ed è stato subito feeling. Loro mi hanno raccontato che avevano visto lo spettacolo diverse volte, in varie città del nord Italia, e alla fine di ogni rappresentazione erano sempre state a salutare Ted e il cast.

E ora che ho trovato chi ha in comune con me la stessa passione, chi mi ferma più! Con loro sono stata un’altra volta ad attendere Ted Neeley all’uscita dal teatro. E da un mese ho già preso il biglietto per vedere assieme a loro JCS al Teatro Sistina di Roma….. nel gennaio 2016. Non vado a Genova a novembre unicamente perché per quel weekend ho già un impegno inderogabile e sto facendo un pensierino per Bergamo, sempre a gennaio.

Si farà fatica a crederci, ma inserisco me stessa e le mie nuove amiche tra le ‘senza dubbio invasate, ma moderate tra le invasate’. Sì, perché lo zoccolo duro dei JCSmaniacs, composto in prevalenza da donne, segue Ted Neeley e il suo spettacolo in tutte le tappe, ovunque possibile, in ogni città d’Italia, e, quando il tour è nella propria città, prenota un posto in prima fila per ogni sera della rappresentazione.

Non solo, chiacchierando fuori dal teatro o seguendo su facebook le pagine dello show, si sa di chi è già pronto per andare a l’Aja – la prima tappa del tour europeo – o di chi è andato fino in America ad assistere alla proiezione del film del 1973 assieme a tutto il cast di allora.

I JCSmaniacs sono persone di tutte le età. Si va da chi negli anni ’70 era già adulto o adolescente, e ha visto il film quando è uscito nei cinema, a chi è adolescente oggi  – come Arianna e altre ragazze giovanissime che ho visto fuori dal teatro in attesa che uscisse Ted – e prende con entusiasmo il testimone generazionale della passione per JCS e per il musical.

E i JCSmaniacs organizzano anche aperitivi tra fan cui non è raro che partecipi qualche componente del cast.

Sono certa che una delle ragioni del fenomeno JCS sia la straordinaria disponibilità di Ted Neeley. Non dimostra mai insofferenze da…….superstar. Ci accoglie sempre tutti con pazienza e ha un sorriso, una parola e un abbraccio per ognuno. È possibile che qualche volta abbia anche voglia, umanamente, di urlare un bel ‘Leave me alooooooooooooooooooooone!’, come del resto fa durante lo spettacolo, nei panni di Gesù, quando è assalito dai questuanti. Ma, a memoria dei JCSmaniacs, non è mai successo, ed è improbabile che succeda. Forse qualcuno dei fan è anche diventato suo amico.

E così ecco l’universo JCS. E a chi mi dice ‘sei da ricoverare’, io rispondo che una passione è una passione. Ci  accompagna per sempre e non ha età. Ognuno ha la propria passione. C’è chi segue nelle loro performance i propri cantanti preferiti, chi la squadra di cui è tifoso e chi, come me, JCS-Ted.




Being Jesus. Intervista a Ted Neeley

Il celebre attore, che da oltre 40 anni interpreta il ruolo di Jesus nel musical di Lloyd Webber, si racconta a Cosmopeople.




Jesus Christ sempre Superstar

di Giuliana Tonini – A grande richiesta è ritornata a Milano, al Teatro Nuovo, nell’allestimento di Massimo Romeo Piparo, la mitica ‘opera rock’ Jesus Christ Superstar, di Tim Rice ed Andew Lloyd Webber, uno dei musical più famosi e amati di sempre.
Lo spettacolo che nel 2014 ha sbancato i botteghini dei teatri di tutta Italia è stato, strameritatamente, l’evento teatrale dell’anno. ‘Osannato a Milano e nel mondo’ , come ci dicono le locandine sparse per tutta la città. E la tappa milanese è solo l’inizio di un tour che questa volta porterà la produzione tutta italiana della Peep Arrow Entertainment anche in giro per l’Europa.
E come non poteva essere il successo teatrale dell’anno una produzione con protagonista Ted Neeley nel ruolo di Gesù, con quel carisma e quella voce che sono nel cuore di tutti i ‘Jesusmaniacs’ da più di quarant’anni, dall’indimenticabile versione cinematografica di Norman Jewison del 1973?
Per non dire della ‘reunion edition’ dello scorso autunno. Un evento unico e imperdibile, che ha visto di nuovo insieme, per la prima volta dall’uscita del film-culto, oltre a Ted Neeley, anche Yvonne Elliman e Barry Dennen, nei ruoli di allora, Maria Maddalena e Ponzio Pilato.
Ovviamente sono corsa a vedere, (quasi) in prima fila, la prima del 5 giugno. Dal punto di vista tecnico, la messa in scena del Teatro Nuovo perde un po’ in resa scenica e acustica rispetto all’allestimento del Teatro degli Arcimboldi. Ma le emozioni che lo spettacolo trasmette al pubblico rimangono intatte. Come lo rimarrebbero anche se Jesus Christ Superstar venisse rappresentato in uno scantinato. Ancor più con Ted Neeley come protagonista. Quelle emozioni che spero di essere riuscita a descrivere nel mio pezzo di novembre su Cosmopeople, dopo avere assistito, due volte, alla reunion edition.
Perché Jesus Christ Superstar, da quarantacinque anni, da quando nel 1970 è uscito il doppio 33 giri che ha subito lasciato il segno, continua a riscuotere un enorme successo ovunque?
Proviamo a capirlo andando indietro agli anni in cui l’opera è nata.
Tim Rice, l’autore dei testi delle meravigliose canzoni, racconta che, sin da quando era un ragazzo appassionato di musica rock, ha sempre avuto un grande interesse per la figura di Giuda Iscariota. Se fosse stato un pittore, uno scultore o uno scrittore, lo avrebbe considerato un ottimo soggetto per una propria opera. Era affascinato dall’idea di raccontare la storia di Gesù dal punto di vista di Giuda, l’apostolo che tanto lo ammirava, ma che lo tradisce nel momento in cui inizia a pensare che stesse perdendo il controllo della situazione.
L’occasione di tradurre in realtà questa idea si presenta quando, grazie ad un agente teatrale, nel 1965 Tim Rice conosce Andrew Lloyd Webber, musicista con la passione di comporre musica per il teatro.
E così nasce la storia di Gesù raccontata attraverso gli occhi di Giuda, che i due artisti cercano di portare sul palcoscenico. Ma nessun produttore teatrale ha il coraggio di dare fiducia ad un’opera dal tema così delicato. Così Rice e Webber si devono ‘accontentare’ di fare conoscere la loro creazione solo su disco. Prima viene inciso e messo sul mercato il singolo con la canzone ‘Superstar’, che piace al pubblico ed apre la strada alla pubblicazione, nel 1970, del disco doppio. È subito successo, e solo un anno dopo le porte dei teatri si spalancano per l’opera rock Jesus Christ Superstar. Opera perché è una narrazione cantata, senza dialoghi, e rock perché…..beh, è incontrovertibilmente rock! Una grande opera moderna.
Ovviamente, al momento della sua uscita, la creatura del formidabile duo ha fatto non poco scalpore, venendo anche accusata di blasfemia. Ma Rice e Webber hanno sempre messo in chiaro che la loro intenzione era di rappresentare la storia di Gesù in un’ottica non religiosa, bensì umana. Ai due autori interessava delineare la figura di Gesù come uomo. Presentare il suo aspetto umano, coi suoi tormenti interiori, non quello divino.
Nella loro opera non si dice che Gesù è il figlio di Dio, e allo stesso tempo non si dice che non lo è. Jesus Christ Superstar non prende posizione e lascia alla gente la possibilità di interpretare, ciascuno secondo il proprio sentire, la rappresentazione che viene fatta a teatro, o sullo schermo, della storia di Gesù. Non a caso Jesus Christ Superstar si conclude con la crocifissione, non con la resurrezione. Credere o meno che dopo ci sia la resurrezione sta ad ognuno di noi.
Ed è questo aspetto la ragione principale del successo ultraquarantennale di Jesus Christ Superstar. Perché si rivolge a tutti e può raggiungere chiunque – cristiani, non cristiani e anche non credenti – col suo travolgente racconto a suon di rock della magnifica, come dice lo stesso Rice, e universalmente conosciuta storia di Gesù di Nazareth.
Non stupisce che niente meno che papa Paolo VI, che vide in anteprima il film in Vaticano prima che venisse proiettato nelle sale, non solo non ebbe nulla da eccepire sulla rappresentazione della storia, ma anzi – come ha poi riferito il regista Jewison – osservò che quell’opera nuova avrebbe contribuito, tramite il linguaggio universale di quella musica moderna, alla conoscenza del cristianesimo nel mondo.
Non dimentichiamo, inoltre, che la rappresentazione della storia di Gesù come uomo è stata al centro di un’altra meravigliosa opera in musica. L’album ‘La buona novella’ del nostro grandissimo Fabrizio De Andrè, ispirato ai Vangeli Apocrifi e pubblicato nel 1970, lo stesso anno del doppio 33 giri di Jesus Christ Superstar.
Andate a teatro a vedere Jesus Christ Superstar. Non ve ne pentirete.




Ted Neely: “42 anni da Jesus, 5mila repliche e voglio proseguire ancora”

Sono da 42 anni Jesus in Jesus Christ Superstar. Prima nei cinema con il cult del 1973 firmato da Norman Jewison e poi con oltre 5mila repliche nei teatri di tutto il mondo. E voglio proseguire ancora e ancora. Non mi stancherò mai di questo ruolo. Quello di Jesus è il ruolo più entusiasmante del mondo!” sostiene Ted Neely con Cosmopeople a margine della presentazione del nuovo tour, questa volta europeo (il che per uno spettacolo italiano, soprattutto per quanto riguarda il genere musical, è più unico che raro), di Jesus Christ Superstar firmato da Massimo Piparo. Lo spettacolo debutta stasera, venerdì 5 giugno, al Teatro Nuovo di Milano per restarvi fino al prossimo 28 giugno, dopo aver rischiato di essere rinviato a causa dell’imprevisto occorso a Ted Neely che nel tragitto tra gli Usa e Roma Fiumicino ha perso il passaporto trovandosi costretto a ritornare negli Usa per rifarsi i documenti. Insomma oltre 100mila miglia in meno di una settimana, una sola prova con il cast che solo in parte ripropone quello della “reunion” andata in scena lo scorso autunno (dove oltre al Jesus del cult del 1973 figuravano anche Maddalena e Pilato “originali”) eppure Ted Neely è entusiasta di ritornare ancora una volta a rivestire i panni del Messia, di Jesus Christ Superstar per l’appunto.

Sorridente e affabile con tutti, Ted Neely, Jesus, emana un’energia fuori dal comune anche lontano dalle scene. Cosmopeople ha avvicinato la leggenda per carpire qualche curiosità in più.

Dopo 42 anni e 5mila repliche di Jesus, non è stanco?
Per niente. In Jesus interpreto il ruolo più entusiasmante e carismatico del mondo. Sin dall’inizio per me è stata una gioia immensa poter interpretare la figura di Jesus grazie agli studi biblici che avevano accompagnato la mia giovinezza. In seguito poi ho realizzato a potenza del ruolo e del musical che avvicina le persone tra di loro e talvolta ai Vangeli e innesca un circolo di energia positiva tra le stesse. Sono cresciuto con Jesus e sono felice di tornare in scena con Jesus Christ Superstar.

Qual è il ricordo principale legato alla produzione del film?
L’aver girato in Israele, nei luoghi dei Vangeli ha rappresentato per me una gioia immensa. Senza considerare il cast, all’epoca eravamo tutti attori di Broadway amici tra di noi, e la forza travolgente della musica che ancora oggi ritorna ogni sera sul palcoscenico. Con il cast originale del film, salvo Carl Anderson (Giuda) purtroppo mancato, ci siamo ritrovati lo scorso aprile per delle proiezioni che celebravano i primi 41 anni del film in un’atmosfera di festa, con il pubblico che spesso cantava. Potremmo fare quasi concorrenza al Rocky Horror Show.

E delle numerose tournée teatrali a cui negli ultimi anni ha partecipato come Jesus c’è qualche episodio particolare?
In genera nel corso degli anni per me è stata una gioia conoscere il pubblico, assistere all’alternarsi delle generazioni e fermarmi a parlare con le persone per scoprire in alcuni casi di aver concorso tramite il film prima e le tournée dopo di Jesus Christ Superstar, a portare un po’ di luce e di speranza nella vita dei singoli. Più in particolare invece,  mi ricordo le contestazione a Broadway negli anni ’70. Quando trovavo manifestanti fuori dal teatro che accusavano Jesus Christ Superstar di blasfemia pur senza aver assistito al musical. Spesso invitavo, come miei ospiti, i manifestanti  che, una volta assistito al musical, cambiavano idea rispetto allo show percependo l’energia positiva che proveniva e proviene ancora, ogni sera,  da Jesus Christ Superstar.

Qual è la forza di Jesus Christ Superstar?
Quella di raccontare la vita di Jesus come uomo visto dai propri amici. Un  uomo che tuttavia trasmette un messaggio universale ancora attuale

foto Gianmarco Chieregato