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Jesus Christ Superstar di nuovo in scena

Torna a Milano l’evento teatrale  della stagione 2014, Jesus Christ Superstar firmato da Massimo Romeo Piparo e con Ted Neeley, storico interprete dell’omonimo  film di Norman Jewison, nel ruolo di Jesus Christ Superstar.

L’’indimenticabile protagonista del successo cinematografico del 1973 sarà in scena al Teatro Nuovo dal prossimo 5 giugno, dopo il trionfo in tutti i teatri italiani, tra standing ovation e applausi a scena aperta.

Lo spettacolo, un grande allestimento prodotto dalla Peep Arrow Enterteinment, resterà in scena al Teatro Nuovo di Milano (Piazza San Babila) fino al prossimo 28 giugno per poi proseguire con il Tour europeo.

Dove, come e a quanto

Teatro Nuovo, Milano dal 5 al 28 giugno
Biglietti da 39 euro




Jesus ci lascia, benedice Milano e prosegue il suo tour di evangelizzazione.

 Dopo tre settimane quasi sold out, il 2/11 agli Arcimboldi di Milano ha chiuso Jesus Christ Superstar, super classico, super apprezzato musical, firmato A. L. Webber e Tim Rice, che porta le sue 42 primavere come pochi altri spettacoli di teatro musicale sanno fare. Dalla prossima settimana riprende la tournée per l’Italia, toccando i principali capoluoghi (Torino, Firenze, Bergamo, Genova, Bologna e Parma).

Scandaloso quando nacque come opera rock, incisa in prima battuta dalla voce roca, aspra e graffiante di Ian Gillan, il Jesus divenne famosissimo con l’approdo in teatro prima e poi al cinema (diretto da Norman Jewison), dando fama e lustro a un Ted Neeley trentenne, smilzo, naturalmente emaciato, sguardo dolce e melanconico, ma dotato di una voce spettacolare: netta, potente, capace di acuti siderali e di una intensità emotiva di rara efficacia.

Oggi, dopo un film che è diventato icona di giovanile ribellismo anni Settanta, dopo centinaia di allestimenti teatrali in Europa e nel Mondo che, secondo le più rigorose tradizioni legate a questo titolo, ci hanno proposto la rock band dal vivo, gli apostoli hippy flower power, Maddalena fidanzata di Gesù (pardon: di Jesus), i soldati con elmetto e fucile, Anna e Caifa vagamente sadomaso e – come dimenticarle? – le più improbabili, irriverenti surreal demenziali interpretazioni di Erode, dopo tutto ciò, Jesus è tornato. L’allestimento è minimalista, giocato sui soliti pochi elementi scenici, che citano un’arena simil classica, e su proiezioni che ricreano i diversi ambienti della storia (dall’ingresso in Gerusalemme alla morte in croce) e tutto è come copione e tradizione richiedono.

Ma Jesus è lui: Ted Neeley. A 71 anni, il volto rugoso e sofferente quanto basta per la parte, la testolina inclinata, per somigliare in modo impressionante alla più classica delle iconografie romantico pietistiche di Gesù e una voce spettacolare, potente, ampia che vola dritta al cuore e lascia senza parole.

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Al Getsemani dove Jesus, nella sua profonda e inquieta umanità, si chiede perché un destino di morte lo aspetti, Ted si muove su un pezzo di estrema difficoltà, con fraseggio veloce e note lunghe, acuti spaventosi e note scure che rivelano tutto il dolore, l’incertezza e l’infinita sofferenza di un uomo che lì capisce il suo rapporto con un Dio apparentemente lontano, ma profondamente radicato in lui.

Ted non interpreta Jesus. Lui è Jesus. Nel fuori scena di Giuda, che dalla platea commenta tutta la storia e canta il tema portante dello spettacolo, Ted/Jesus/Gesù segue giuda, entra con lui dal foyer e attraversando la sala non perde mai la posa tra il pietoso e il meditativo che gli dà il diritto di benedire (proprio così: benedire) il pubblico, accarezzare i bambini presenti in platea e – forse, in futuro – moltiplicare di certo non pani e pesci ma un cocktail e un panino.

La performance di Ted, che giganteggia dal suo ingresso in scena alla crocifissione, non offusca Maddalena, anche lei recuperata dal cast originale (del film e della prima incisione). Yvonne Elliman sa ancora emozionare con la sua voce morbida e vagamente sensuale, le vocali trascinate e lo sguardo pieno d’amore per il suo Gesù. Così anche Pilato, Barry Dennen, il più anziano della vecchia guardia, è ancora pieno di sentimenti contrastanti che la voce sa perfettamente restituire: paura, desiderio di potere, insicurezza.

Non dimentichiamo che l’intuizione geniale degli autori fu di dare a Giuda il ruolo chiave dell’opera: vede Gesù come il liberatore di Israele dall’oppressione romana; è il rivoluzionario che non accetta discorsi sul Paradiso ma vuole una vittoria umana qui e subito. Lo interpreta Feysal Bonciani, giovane e dotatissimo cantante di Firenze che aggiunge a questo bellissimo allestimento il dinamismo energetico di chi sa vivere la scena con potente intensità.

Emanuele Domenico Vicini