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Teatro Nuovo compie 80 anni e festeggia con una stagione ricca

Il Teatro Nuovo di Milano compie 80 anni e festeggia con una stagione ricca di spettacoli, tra vecchi successi e nuove produzioni, a partire dal 24 settembre. Musical, comicità e commedia sono ingredienti perfetti per una stagione all’insegna dell’allegria.

Si comincia con Buon Compleanno Mimì, una festa per celebrare la grande artista.

Dal 29 settembre all’8 ottobre spazio ai giovani con Musica Ribelle, uno spettacolo dedicato agli anni ’70 che vede una band dal vivo suonare le musiche di Eugenio Finardi.

Il 18 ottobre il sipario si apre su una grande donna: alle 20.45 è in scena CALLAS – prosa e romanze di Maria Callas, un grandissimo omaggio ad una straordinaria artista.

Dal 19 al 22 ottobre è in scena Massimo Ranieri con Sogno e son desto…in viaggio. Tra canzoni e monologhi il mattatore ripercorre il repertorio dei suoi successi e i brani di celebri cantautori italiani e internazionali.

Spazio alla comicità dal 24 al 29 ottobre Ale e Franz in Tanti Lati, Lati Tanti. Il duo comico è in scena con uno spettacolo che esplora in modo ironico il mondo delle relazioni.

Il 31 ottobre AbbaShow torna per festeggiare Halloween con un nuovo concerto rigorosamente live.

Torna, dopo tanti successi, La Febbre del Sabato Sera che farà scatenare il pubblico con il ritmo degli anni ’70.

Grande attesa per Spamalot tratto dal film Monty Python’s e il Sacro Graal. In scena Elio diretto da Claudio Insegno mentre traduzione e adattamento sono a cura di Rocco Tanica.

Il 6 dicembre Gabriele Cirilli, uno dei comici più amati dal pubblico, si racconta sul palco con #TaleEQualeAMe…Again.

Dal 19 al 23 dicembre Cinque du Shatush è il nuovo spettacolo di Arteteca il duo di Made in Sud. Uno show comico che coinvolgerà il pubblico, bimbi compresi.

Il 24 dicembre è la volta di Christmas Gospel, il tradizionale concerto con Harlem Voice, mentre non può mancare il brindisi del 1 gennaio con Il valzer Viennese diretto dal Maestro P.Marchese e la soprano Alessandra Floresta. Il 7 e l’8 gennaio è in scena il Balletto di Mosca La Classique con Il Lago dei Cigni e Lo Schiaccianoci.

La risata firmata Made in Sud arriva dal 9 al 14 gennaio con i comici del programma di Rai2.

Dopo un grande tour la storia dei Four Season torna sul palco. Dal 16 al 18 gennaio riflettori su i Jersey Boys e i successi degli anni ’60 e ’70.

Dal 19 al 28 gennaio due artiste che hanno fatto la storia della tv italiana: Iva Zanicchi e Marisa Laurito in Due donne in fuga.

Il 4 febbraio è la volta della comicità graffiante di Giorgio Montanini. Lunedì 5 febbraio Ballet Flamenco Espaniol in Bolero la fusione di due stili, danza spagnola e flamenco portato alla sua dimensione massima.

Dal 2 al 18 febbraio una nuova produzione firmata Teatro Nuovo è Hairspray, grasso è bello un musical con Giampiero Ingrassia con band dal vivo.

Il 22 febbraio la Compagnia Internazionale Raffaele Paganini è in scena con La bella addormentata.

L’ispettore Drake e il delitto perfetto è lo spettacolo che vede sul palco Sergio Assisi dal 23 febbraio al 4 marzo, un vero giallo che verrà risolto da un eccezionale cast.

Dal 9 al 25 marzo La famiglia Addams, lo Humor Nero arriva direttamente da Parigi.

Lunedì 26 marzo per la prima volta arrivano al Teatro Nuovo i Bugiardini con Blue il Musical Improvvisato.

Manuel Frattini è Robin Hood dal 6 al 15 aprile. Torna in scena il musical che ha incantato grandi e piccini ripercorrendo le gesta dell’eroe di tutti i tempi.

Barbara Foria con Eu..Foria! Lo stand up comedy più rosa che c’è con un divertente monologo che coinvolgerà tutti con la sua carica esplosiva dal 4 al 13 maggio.

SAN REMO MUSICAL” nuova produzione dal 18 al 27 maggio chiuderà la stagione.

Il cartellone si arricchisce ulteriormente con gli spettacoli per bambini con Rapunzel, Hotel Transilvania, Il magico mondo delle principesse, Hakuna Matata, Il Magico Show di Natale, La vera storia di Babbo Natale, La Regina dei Ghiacchi, Le golose avventure della Fabbrica di Cioccolato, Uncino vs Peter Pan, La bella e la bestia, Quasimodo Il gobbo de Notre Dame, Ariel una sirenetta a Palm Beach, Alice nel paese delle meraviglie, Il volo di Leonardo ma grande attesa c’è per Cinderella il Musical dal 16 al 23 dicembre.

Il Teatro Nuovo sembra non chiudere mai e apre le porte anche il pomeriggio con una vasta proposta per chi ama il teatro a tutte le ore. Il 9 novembre Walter Di Gemma in Milano Ride & Canta, il 12 dicembre La Locandiera, il 18 gennaio Ona Famiglia de Casciaball, il 7 febbraio Il Giuoco delle Parti, il 22 marzo con L’importanza di essere Ernesto.

Un cartellone ricco di proposte che accontenta i gusti di tutti – afferma il direttore Lorenzo Vitali – da sempre il Teatro Nuovo si caratterizza per la sua vasta offerta, e per l’ottantesimo anniversario non potevamo fare diversamente”.

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Teatro Nuovo
Piazza San Babila – Milano
Tel 02/794026
info@teatronuovo.it
www.teatronuovo.it




Coming Soon…Mary Poppins

Ancora poco mesi e, per la gioia di chi è cresciuto convinto dei poteri magici di “un poco di zucchero” e di “supercalifragilistichespiralidoso”,  Mary Poppins approda nei teatri italiani. L’attesa è alle stelle. Da anni Mary Poppins raccoglie successi in tutto il mondo con sold out entrati nella storia del West End e di Broadway, ma questa è la prima volta che il musical tratto dai libri di P.L Travers e portato sugli schermi, nel 1964, da Walt Disney con Julie Andrews nel ruolo della tata, approda sui nostri palcoscenici. Il d-day è fissato per il 13 febbraio 2018 presso il Teatro Nazionale di Milano. Alla regia Federico Bellone, supervisore musicale Simone Manfredini e le coreografie saranno di Andrew Wright. Il cast è ancora sconosciuto, anche se  tra i migliori protagonisti del musical italiano non mancano coloro che, negli ultimi anni, si sono propositi per una eventuale messa in scena di Mary Poppins nei nostri teatri. Già da ora è prevista in ogni caso un’audizione nazionale.

Il musical è stato co-creato da Cameron Mackintosh  con un libretto firmato da Julian Fellowes, Mary Poppins ha un’indimenticabile colonna sonora di Richard M. Sherman e Robert B. Sherman con nuovi brani e testi aggiunti per la trasposizione teatrale dai compositori George Stiles e Anthony Drewe (entrambi vincitori dell’Olivier Award). Disney Theatrical Productions e Cameron Mackintosh supervisioneranno ogni aspetto anche della versione italiana del musical prodotta da La produzione di Mary Poppins è firmata da WEC – World Entertainment. La produzione originale di “Mary Poppins” ha debuttato nel West End nel 2004 e a Broadway nel 2006. Lo show è andato in scena anche in Australia e Nuova Zelanda e una versione tour ha girato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Lo spettacolo è stato visto da più di 11 milioni di persone.




A giugno si balla flamenco con il Flamenco Festival

Il Flamenco Festival di Milano festeggia i suoi primi dieci anni di vita con un programma da far invidia (quasi!) alla Biennale di Siviglia.  Per chi non potesse andare in terra andalusa alla scoperta di rumbe, bulerias e alegrias, il Piccolo Teatro Strehler di Milano, sotto la guida della direttrice di Maria Rosaria Mottola, direttrice del Flamenco Festival, propone il meglio della cultura flamenca in terra straniera.  La tre giorni avrà inizio il 28 giugno, ma già da metà mese Milano sarà animata da una serie di eventi che inizieranno a far respirare la cultura gitana sotto la Madonnina.

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MANUEL LIÑAN, protagonista della prima edizione del Flamenco Festival d Milano nel 2008, sarà in scena il 28 giugno con l’ultima e pluripremiata produzione “REVERSIBLE”. Ancorato alle profonde radici del flamenco e accompagnato da un parterre di musicisti e ballerini eccezionali, Liñán guida il pubblico  in un viaggio emotivo attraverso i ricordi primordiali e giochi infantili che conducono l’interprete a recuperare i primi impulsi, una sosta al centro di se stessi, lì dove risiede l’essenza dell’essere. Baile: MANUEL LIÑÁN Artistas invitados: Lucia Álvarez “La Piñona” y José Maldonado – Colaboración especial: “El Torombo” – Cante Miguel Ortega y David Carpio – Guitarra: Francisco Vinuesa y Pino Losada Percusión: Miguel “El Cheyenne”

OLGA PERICET, protagonista nel  2011, presenta in prima internazionale il 29 giugno “LA ESPINA QUE QUISO SER FLOR O LA FLOR QUE SOÑÓ CON SER BAILAORA”. Lo spettacolo è un viaggio personale in cui la forza della sua danza trascina il pubblico negli angoli più riposti fra cicatrici piene di baci e di memoria. Il flamenco di Olga Pericet pulsa tra gli opposti, la sua oscurità rilassa, la sua bellezza inquieta. Il femminile e maschile si confondono e si divorano. Una galleria di giochi drammatici in cui la donna è sempre potente in un mix di immagini scultoree e trasformazioni, dove ci si muove tra il bello e il brutto, la gioia e amarezza, la solitudine e la lascivia, la gioventù e la decrepitezza. La musica come splendida cornice in un puro divenire di canto, ritmi e stili flamenchi. Baile: OLGA PERICET. Artista invitado: Jesús Fernández – Guitarra: Antonia Jiménez y Pino Losada – Cante: Miguel Lavi y Miguel Ortega

ROCÍO MOLINA artista associata del Teatro Chaillot di Parigi, protagonista nel 2013, porterà in scena in prima nazionale il 1° luglio provocatorio  “CAÍDA DEL CIELO”. L’opera affonda nelle  radici del flamenco confrontandosi allo stesso tempo con la sua natura libera e indomabile, è un viaggio, una discesa, il transito della figura femminile  dal corpo in equilibrio ad un corpo che celebra e glorifica il suo essere donna  in un senso tragico della festa. Qui il movimento è totalmente contrario, smisurato, esagerato, voluttuoso, confuso, osceno, grottesco e politicamente scorretto. Baile: ROCÍO MOLINA – Guitarras: Eduardo Trassierra – Cante, bajo eléctrico: José Ángel Carmona – Compás, percusiones: José Manuel Ramos “Oruco” –  Percusiones electrónica: Pablo Martín Jones.

Il 28 e il 29 giugno poi il sagrato del Teatro Strehler sarà animato dal Chiringuito Las Bravas: tapas y bebidas con Musica y Sevillanas per ballare sul Sagrato del Teatro Strehler il 28 e 29 giugno.

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DOVE, COME E A QUANTO
Piccolo Teatro Strehler di Milano, largo greppi
Alle 21.00
L’abbonamento ai tre spettacoli parte da 69 euro.

 

 

 




Shambala porta la cucina asiatica a Milano

Un’oasi di pace immersa nei campi di papaveri che, da vent’anni, regala emozioni forti anche in cucina. Tutto questo è Shambala, tra le prime locande asiatiche nate sotto la Madonnina all’interno di una cascina ristrutturata in Via Ripamonti 337, ai confini della città, dove già si inizia a respirare un’aria diversa. Una location unica, non solo per l’atmosfera di relax e di sogno, ma anche perché, contrariamente a quasi tutti i locali di Milano, qui il parcheggio non è un problema. Per chi preferisse i mezzi pubblici vi si arriva con il 24 da Piazza Fontana in una ventina di minuti in cui dal caos cittadino si passa, improvvisamente, alle distese di campi cattivati che, in questa stagione, sono rossi grazie a milioni di papaveri  cresciuti insieme al grano.

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Già all’ingresso dello Shambala si entra subito in una diversa dimensione, quella del viaggio, dell’emozione e del sogno. il tema dominante negli arredi interni ed esterni è quello asiatico, con il giusto equilibrio. Se il meteo è clemente il giardino è un vero paradiso tra fontane con carpe, statue del Buddha, salici contorti e un fitto recinto di bamboo che tiene a distanza il mondo esterno. Per una cena a due non manca la proposta del letto balinese.

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Ma è la cucina la ragione predominante per cui si viene allo Shambala, una cucina asiatica fusion che sa riproporre piatti delle maggiori tradizioni asiatiche da quella thailandese a quella vietnamiti passando per la cucina giapponese, con un’impronta moderna votata alla leggerezza. Da questa stagione lo Shambala si veste con un’inedita proposta anche per pranzo: con una formula di piatti unici offerti  a 15 uro, caffè e acqua comprese, affiancata da una short list di proposte pranzo sempre entro comunque i 20 euro. Dal mix di sashimi di tonno e salmone, tartare di salmone, sushi vietnamita accompagnato da insalata fresca ai rollini di pesce spada accompagnati da verdure saltate in padella marinate al curry; dalla selezione di uramaki di tonno e salmone accompagnati da insalata fresca alla tagliata di carne di manzo ai ferri con verdure al forno marinate al curry e riso kamameshi; dalla fresca insalata di verdure con pollo ai ferri, anacardi e pompelmo rosa all’incredibile poke, un’insalata di pesce crudo a cubetti (tonno, salmone e pesce spada) con cipolla bianca, avocado, coriandolo, sesamo, leggermente piccante; dai roll vegetariani accompagnati da verdure marinate al curry  all’immancabile e apprezzatissimo pad thai dello chef (noodles di riso saltati con verdure\pollo\gamberi e calamari). Tra gli extra fra cui scegliere: il Thai Tuna sashimi di ispirazione nipponica, in versione scottata in semi di coriandolo e pepe rosa servito con salsa al tamarindo; i Po Piah Sod, involtini asiatici in carta di riso ripieni di mango, carota, cetriolo con salmone, serviti con salsa agrodolce di miele e zenzero a 9 euro; Yam mamuang, la tipica insalata thailandese rivisitata con mango e gamberi, servita con fiocchi di cocco tostato, cipolla rossa e menta fresca a 13 euro, il Satay Gai, tipico piatto thailandese di spiedini di pollo marinati al curry accompagnati da insalata verde e salsa di latte di cocco e burro di arachidi a 9€, l’insalata Shake di ispirazione giapponese con alghe wakame e tosaka aka a far da letto a piccoli bocconi di salmone marinati nel limone a 13 euo; i rollini vegetariani avvolti in alga e ripieni di germogli di soia, mango, erba cipollina, daikon e serviti con salsa di curry verde, soia e lychees a 8 euro; i deliziosi rollini Arcobaleno in carta di riso con carote, zucchine, rapa, cipollotto e vermicelli di soia serviti con salsa agrodolce a 9 euro.

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Il più ampio menu serale si arricchisce invece di nuove ricette ideate da chef Chandana Udesh, tra cui i Cha gio, involtini fritti di polpa di granchio  serviti con lattuga, coriandolo, menta fresca e salsa di tamarindo; il Kaehg ma prao pak, vegetali e ananas in brodo di latte di cocco con funghi shiitake, insaporiti con curry thailandese medio piccante; lo spettacolare Khao phad sap lot, riso fritto con ananas e gamberoni in tempura; il Ped nga ma khaam, petto d’anatra grigliato servito con soutè di germogli di soia e funghi shiitake in salsa di tamarindo e sesamo tostato; il Plad raad prick, un orata intera fritta croccante coperta con una salsa piccante dolce a base di zucchero di palma, peperoncini e aglio. Da non perdere le zuppe come: la Tom yam kung, uno dei piatti più famosi della cucina Thai, proposta con i gamberi in brodo ricco di erbe e aromi (citronella, lime salsa di pesce, peperoncino, scalogno, broccoli, funghi shiitake); la Tom kha gai, cubetti di petto di pollo in brodo di galanga, latte di cocco, funghi di paglia e foglie di curry; la Tom yam vegan, tradizionale zuppa asiatica vegetariana con verdure e legumi con latte di cocco, semi di sesamo e coriandolo o la Kaeng kung, gamberi in brodo con latte di cocco, galanga e curry rosso leggermente piccante con verdure e foglie di coriandolo.

Ogni sabato e domenica a pranzo, dalle 12 alle 16 Shambala propone con successo da anni il suo Brunch per famiglie, dal ricco buffet di piatti mediterranei, americani e asiatici a 30 euro per gli adulti, 15 euro per bambini dai 4 ai 9 anni, gratuito per bambini fino a 3 anni, e caratterizzato dagli esperienziali laboratori artistici a cura dell’associazione Cuore e Parole Onlus, per lasciare giocare i più piccoli con frutta, verdura e colori avvicinandoli così ad una sana alimentazione.

 DOVE E A QUANTO

Shambala
Via Ripamonti 337
Tel. 02.5520194
Chiuso domenica sera
Orari cucina: 12-14.30/20-23.30

Prezzo medio serale  50 euro

 




Wakening the sleeping beauty: il progetto artistico di DanceHaus e IED Milano

Tra le atmosfere post-industriali della nuova factory di produzione culturale BASE Milano, va in scena giovedì 25 maggio, “Wakening the sleeping beauty”, un innovativo e importante progetto artistico site-specific firmato da DanceHaus e IED Milano, due eccellenze nazionali affermate nel campo della didattica e del sostegno alla giovane creatività, in collaborazione con DANCEHAUSpiù.

Il progetto, nato da un duraturo sodalizio giunto alla terza collaborazione, ha visto il coinvolgimento, a partire dallo scorso autunno, di oltre 80 giovani studenti, di cui 50 danzatori, 27 scenografi e 4 sound designer delle due scuole milanesi. Leitmotiv e punto di partenza per l’indagine è la biomimesi, (dal greco bios = vita e mimesis = imitazione), ovvero “quella scienza che studia i sistemi biologici naturali emulandone forme, processi, meccanismi d’azione, strategie, per risolvere le sfide di ogni giorno (…)”, come la definisce la biologa statunitense Janine Benyus.

Guidati dai co-ideatori dell’iniziativa, Susanna Beltrami Direttore di DanceHaus e Alessandro Chiarato Direttore della Scuola di Design di IED Milano, e da un pool di docenti professionisti, gli studenti, divisi in gruppi di lavoro, hanno prima affrontato un percorso congiunto di formazione e poi messo a punto i loro progetti artistici assumendo la multidisciplinarità come pratica di apprendimento, la contaminazione come principio di creazione, la sostenibilità ambientale come strategia, la bellezza, la condivisione e l’armonia come parole chiave attraverso cui declinare un campo vasto e ancora troppo poco noto come la biomimesi.

Dall’ideazione del concept alla scrittura, dalla sala prove alla comunicazione, gli studenti hanno avuto in questi mesi la straordinaria possibilità di seguire attivamente tutte le fasi della creazione condividendo idee e visioni. Il risultato, che presenteranno in prima assoluta il 25 maggio a Base Milano, è “Wakening the sleeping beauty”, una performance, originale, articolata e complessa, che racconta il percorso dell’uomo, dal tradimento del patto con la natura che lo fa sprofondare, solo e smarrito, in una babele di gesti, parole e suoni convulsi, fino alla creazione di una nuova possibile armonia attraverso l’ibridazione dei corpi e la nascita di un nuovo ritmo, potente, magico, trasformante.

In scena vengono concertate, sotto la sapiente regia dei docenti, tutte le partiture create appositamente dagli studenti di DanceHaus e IED Milano: le partiture del gesto, del suono, della parola, della luce, dell’oggetto, dello spazio e dello spettatore. E proprio quest’ultimo, sarà protagonista di un rito collettivo in cui la danza e il design, il corpo e le installazioni, diventano mezzi di interpretazione e cambiamento della realtà, attraverso cui scuotere la nostra coscienza, la nostra natura, forse addormentata, per riscoprirci parte di un unico grande insieme.

La performance della durata di 35 minuti circa sarà ospitata nella sala principale in Via Bergognone 34 e il pubblico potrà scegliere tra tre orari diversi: 20.30 – 21.30 – 22.30. L’ingresso è gratuito e non sono ammesse prenotazioni.

WAKENING THE SLEEPING BEAUTY
BASE MILANO – giovedì 25 maggio
ore 20.30 – 21.30 – 22.30




Hans Hartung: una Via nello Spazio

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di Andrea Farano – Considerato che l’estate non ha alcuna intenzione di fare capolino, il mio consiglio è quello di approfittare dei prossimi giorni per recarsi nell’affascinante contesto urbano di City Life e lasciarsi catturare dalla visuale poetica di Hans Hartung (Lipsia1904 – Antibes1989) presso gli spazi della Dellupi Arte che, dopo Georges Mathieu prosegue nella propria missione di ricerca dedicando, con l’ausilio della giovane curatrice Ilaria Porotto, una selezione antologica di grande respiro ad un altro dei pilastri della pittura segnico-informale del secolo scorso.

I muri della galleria accolgono infatti una serie di opere realizzate dal pittore tedesco nel decennio dei sessanta, accomunate nella scelta da un criterio temporale che si traduce, a ben guardare, nella rappresentazione di una comunanza stilistica e concettuale che, come un filo invisibile, attraversa tutti i quadri, spesso monumentali, proposti in rassegna.

È, in ogni caso, un periodo che di certo rappresenta uno dei momenti fondamentali nella complessiva definizione della peculiare espressività di Hartung, quando l’artista sviluppa e porta a pieno compimento una tecnica particolare – il grattage – attraverso cui giunge a sublimare la propria tipica gestualità pittorica, affidandosi a pennelli opportunamente modificati, rulli ed utensili variamente appuntiti per creare un alfabeto segnico riconoscibile appieno tra le molteplici declinazioni astrattiste del secondo dopoguerra.

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Le punte aguzze degli attrezzi scalfiscono fondali tanto ampi quanto cromaticamente dilatati, tracciando percorsi luminosi che si alternano con epigoni segni scuri, in un dialogo di segni muti accomunati da spinte di verticalità che paiono elevare il gesto, ma anche la fruizione dello stesso, ad una dimensione profondamente spirituale e misterica.

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Il flusso continuo, reiterato e insistente del segno grafico – del tutto liberato da esigenze di comunicazione formale e razionale, seppur sempre rispettoso del logos matematico e della sezione aurea – domina da protagonista un non-luogo sconfinato che assume, piuttosto, fattezze e contorni cosmici, sfociando in elementi arcaici che racchiudono ed esprimono la forza primordiale dello Spazio, della Luce, della Materia e del Pensiero.

L’asporto sistematico del colore svela tensioni atmosferiche e interstellari, attraverso un’operazione gestuale che fa dell’assenza e della privazione la modalità per esprimere una intensa ed urgente vocazione creativa.

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Io non so dire se, in fondo, Hartung abbia inseguito, immaginato e dipinto per tutta la vita una sola immagine iconica, ossia quel fulmine che, come un astro in vorticoso movimento, squarciava la sua notte buia di bambino perso nel proprio telescopio: certo è che nessuno come lui è stato capace di tracciare – ed offrire a noi fortunati osservatori della sua opera – una via luminosa nella quale scorgere il proprio personale cammino di conoscenza.

 

“l fulmine governa ogni cosa.”

Eraclito (frammento 64)

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Hans Hartung: gli anni sessanta

Dellupi Arte, via Spinola n. 8 – Milano

sino al 26 maggio 2017

www.dellupiarte.com

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Al via Taste of Milano

Al via l’ottava edizione di Taste of Milano, tappa milanese del format di Wme-Img che celebra l’alta cucina nel mondo. La manifestazione che apre le porte ai nuovi trend della cucina milanese, prende vita dal 4 al 7 maggio a The Mall,  Piazza Lina Bo Bardi 1, in zona Porta Nuova Varesine (ingresso 16 euro). Incontri, degustazioni, lezioni di cucina, showcooking e la possibilità di assaggiare il meglio della cucina milanese in quattro giorni di festa all’ombra del nuovo fulcro della vita mondana e culturale sotto la Madonnina.

“Taste of Milano è da 8 anni la festa degli chef e del loro pubblico. Una manifestazione in continua crescita ed evoluzione dedicata quest’anno interamente ai numerosi ristoranti di qualità del territorio milanese” commenta  Mauro Dorigo, General Manager di Brand Events Italy, società che dal 2010 organizza i Taste Festival Italiani ovvero Milano, Roma e, con questa stagione, anche Courmayeur. “Il primo Taste of risale al 2004 a Londra. Mia sorella lavorava per la società organizzatrice e, dopo qualche anno, visto il crescente successo della manifestazione londinese, abbiamo deciso di portarlo in Italia”. Di edizione in edizione, Taste of è cresciuta esponenzialmente tanto che oggi Brands Events Italy fattura all’incirca un milione di euro con una marginalità del 12-15% circa. Il solo rimpianto, come commenta il manager, è quello di non essere riusciti ad abbinare la musica con i trend gourmet, come invece accade all’estero, a causa egli elevati costi della Siae.

Pe quanto poi riguarda Taste of Milano, Dorigo spiega: “La manifestazione quest’anno è inserita nel palinsesto Milano Food City e di Week&Food si caratterizza come uno degli eventi di punta della nuova settimana del food, eredità di Expo2015. I numeri di questa edizione parlano da soli: 24 chef, 84 piatti, oltre 50 vini in mescita e le eccellenze italiane della birra e del caffè. Tutto è pronto per soddisfare i palatati degli oltre 22mila visitatori attesi per assaggiare la MilanoGourmet”. A The Mall si alterneranno venti ristoranti su quattro giorni. Giovedì 4 e venerdì 5 il pubblico potrà assaggiare le creazioni di: Ceresio 7 Pools and Restaurant, Felix Lo Basso Restaurant, Finger’s, Langosteria, Mantra Raw Vegan, Quechua, Ristorante Sadler, Tano Passami L’Olio, Vinciguerra Restaurant e Vun Andrea Aprea. A seguire si alterneranno nelle cucine sabato 6 e domenica 7: Acanto, Ada e Augusto, Il Liberty, Il Ristorante Trussardi Alla Scala, Innocenti Evasioni, La Locanda del Notaio, Ristorante Berton, Ristorante Rubacuori by Venissa, Unico Ristorante e Wicky’s Wicuisine. Ogni chef proporrà un menu di 4 portate con prezzi variabili da 6 a 10 Ducati, la speciale valuta dell’evento con cambio 1 Ducato/1 Euro.

Tra le novità di questa ottava edizione del Taste of Milano vi è la possibilità di farsi consegnare a casa alcuni piatti proposti dai maggiori chef milanesi al Taste of Milano grazie al servizio di food delivery di UberEats. Tra queste eccellenze un donut di mousse di piselli accompagnato da una capasanta cotta a bassa temperatura e tre salse (pomodoro, nero di seppia e basilico)  firmato da Felice Lo Basso (Felix Lo Basso) che, da solo, porta nell’aria il profumo di primavera, e la rivisitazione del manzo all’olio di Andrea Provenzani del ristorante Il Liberty, il solo chef che, finora, è stato invitato e ha partecipato a tutte le otto edizioni del Taste of Milano. “Nel corso di queste otto edizioni del Taste of Milano  la manifestazione mi ha portato nuovi clienti e profitti” sostiene Provenzani che sottolinea poi come per la sua rigata sia particolarmente entusiasta di partecipare al Taste of Milano, un’occasione di incontro e scambio con le eccellenze gourmet meneghine.




Riccardo Sinisi si racconta: “Punto su Grease per il futuro”

Dal suo debutto come protagonista in Priscilla – La Regina del Deserto non è passato molto tempo ma Riccardo Sinisi di strada ne ha fatta tanta, dimostrando di essere un performer completo e versatile. Oggi è in scena al Teatro della Luna di Milano con Grease, dove interpreta il ruolo di Kenickie, fino al 31 di aprile 2017.

Riccardo, la tua carriera ha avuto un’impennata pazzesca in questi ultimi anni, hai fatto uno spettacolo dietro l’altro.

Sì, sono stato davvero molto fortunato, anzi potrei dire che lo sono da sempre, da quando ho iniziato a lavorare. Negli ultimi tempi mi è capitato di fare spettacoli e ruoli molto importanti uno dietro l’altro e di questo devo essere grato alla vita e a chi mi ha dato e mi dà l’opportunità di mettere ogni giorno in scena il mio sogno.

Come ti avvicini a personaggi tanto diversi tra loro?

Scelgo ogni volta un approccio diverso: cerco di capire che carattere possa avere, quale sia il suo background e poi cerco di trovare la sua storia e solo a quel punto cerco le somiglianze che quel personaggio ha con me.

Di tutti i personaggi interpretati ce n’è uno a cui sei particolarmente affezionato?

Scegliere un personaggio, un ruolo che ho amato di più rispetto agli altri, è molto difficile. Sicuramente Felicia, il personaggio che ho interpretato in Priscilla, mi è rimasta più nel cuore, anche perché mi ero appena diplomato in Accademia ed è stato il mio primo vero lavoro. È stato davvero emozionante iniziare con un ruolo così importante e in uno spettacolo così bello come Priscilla. Anche il personaggio di Ray McCormack di Footloose è speciale, così come lo sta diventando, piano piano, Kenickie di Grease. In realtà è proprio difficile scegliere un solo personaggio. Ripensandoci li ho amati tutti: Pietro in Jesus Christ Superstar, Quattrocchi in Newsies, Rolf in Tutti Insieme Appassionatamente, ognuno mi ha dato qualcosa e mi ha emozionato.

Che cosa significano per te Grease, Compagnia della Rancia e Saverio Marconi?

Grease è uno spettacolo intramontabile, faticosissimo, ma bellissimo da fare, con musiche e canzoni travolgenti e coreografie impegnative. Lavorare con Compagnia della Rancia è un sogno che diventa realtà. Per me vuol dire, prima di tutto, lavorare con dei grandissimi professionisti, indubbiamente i migliori che ci sono in Italia. Sono loro che hanno portato il musical in Italia e questa maestria la vedi in tutto quello che fanno. Con Saverio Marconi è stato un’esperienza unica: da sempre desideravo lavorare con lui, farmi dirigere da lui. Con questo Grease Saverio e Mauro Simone hanno fatto un lavoro di regia fantastico, molto minuzioso, curato nel minimo dettaglio. Questa attenzione, questa particolare cura verso uno spettacolo vuol dire amare il proprio lavoro e avere passione, una cosa di cui dobbiamo essere grati noi artisti e anche il pubblico che poi ama questi show.

Grease compie 20 anni eppure è sempre un successo e attira gente di tutte le età. Ti sei chiesto perché?

Grease è sempre un successo e, come dicevo prima, è intramontabile perché è energia e luce, sempre. Questa nuova edizione di Saverio Marconi e Mauro Simone è più fresca, più moderna e riesce a coinvolgere pubblico di ogni età: dai ragazzini ai nonni, tutti possono rivedersi in questo spettacolo, divertirsi ed emozionarsi. Grease è una serata perfetta.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sui miei progetti futuri ancora non mi posso sbilanciare. Sicuramente mi piacerebbe continuare con Grease e quindi spero che lo spettacolo abbia un futuro e che possa esserci una lunghissima tournée in tutti i teatri d’Italia. Mi piacerebbe continuare a lavorare con Compagnia della Rancia perché, come dicevo prima, sono davvero dei grandi professionisti. Quindi, in attesa di scoprire che cosa mi riserverà il futuro, incrocio le dita e spero in Grease!
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Un successo di nome Claudio Insegno

Al Teatro Nuovo di Milano, fino al 9 aprile 2017, è in scena una delle commedie più divertenti che sia mai stata scritta, “Rumori fuori scena” di Michael Frayn. Grande mattatore della pièce, nel duplice ruolo di attore e regista, è uno dei più grandi artisti dei nostri giorni: Claudio Insegno, che nella scorsa stagione ha sbancato il botteghino con il musical “Jersey Boys“.

Claudio, torni sul palco, come attore, con un testo di prosa molto accattivante.

Rumori fuori scena” è un classico del teatro comico. È uno spettacolo che, nel tempo, ha avuto tantissimo successo, fin da quando lo portava in scena la Compagnia Attori e Tecnici. Abbiamo deciso di rinnovarlo un pochino e quindi riportarlo in teatro anche con la nostra compagnia di Torino, prodotto da TPE. Lo spettacolo è una vera e propria macchina da guerra per far ridere! “Rumori fuori scena” parla di tutto quello che succede dentro la scena, fuori dalla scena, nella vita di tutti i giorni degli attori che qui sono un po’ più saltimbanchi che attori.

Come mai questo ritorno a fare l’attore?

Ogni anno faccio almeno uno spettacolo come regista e attore. È quasi un obbligo per me, come andare dallo psicanalista: è una necessità, e in un certo senso quasi uno sfogo, cercare di fare uno spettacolo che mi porti anche sul palcoscenico.

La domanda è d’obbligo: Claudio Insegno è più attore o regista?

Non ho davvero preferenze, mi piace fare entrambe le cose: fare uno spettacolo come attore, come dicevo prima, per me è una necessità, perché comunque mi fa sfogare, mi fa stare bene dopo lo stress magari di qualche spettacolo fatto come regia; ma non posso non fare anche uno spettacolo come regia perché mi piace avere in pugno tutta la situazione e creare qualcosa che piaccia. Finora devo dire che è andata bene. Creare spettacoli per il pubblico mi riempie di gioia. È quasi come aver dato vita a un bambino, anche se certamente non è proprio la stessa cosa. Io non ho figli ma questi spettacoli sono per me come figli: in un certo senso li accompagno per mano per molto tempo e cerco di insegnare loro la strada giusta.

La scorsa stagione hai avuto un successo incredibile con “Jersey Boys”, con riconoscimenti anche internazionali. Ti aspettavi una cosa del genere?

Jersey Boys” è stato una sorpresa, una vera sorpresa, nel senso che mi aspettavo di fare un buon musical ma non a quel livello. Certo partivo con dei bravissimi attori, una splendida scenografia, bellissime canzoni e una validissima orchestra. Il tutto – diciamo – è stato un po’ ispirato perché comunque mi piace parlare della vita vera di artisti, delle sofferenze e di tante altre cose; mi piace la storia perché parla di noi, di quello che siamo, del nostro passato sulla terra e, in un certo senso, della nostra vita. Davvero non mi aspettavo questo successo e infatti, per scherzo, dico sempre che sembra che non sia un mio spettacolo, per quanto è bello! Forse è proprio l’amore che ho messo in questo spettacolo che il pubblico percepisce e, a sua volta, ama.

Che cosa ti riserva il futuro?

Nel futuro come musical sto preparando “Spamalot” dei Monty Python, con Elio di Elio e le Storie Tese. Sarò poi in tournée con “Rumori fuori scena” mentre al Casinò di Parigi prosegue il successo di “Jersey Boys“.

Hai un sogno nel cassetto?

Avrei la voglia di scrivere e dirigere un musical tutto mio, non musicato da me, perché non sono all’altezza di comporre le musiche, ma almeno concepito interamente da me. Nella prosa c’è un testo di Neil Simon, completamente sconosciuto, che mi piacerebbe mettere in scena: si intitola “Il favorito di Dio” e credo che potrebbe essere davvero uno spettacolo di successo.




Tutti pazzi per Jesus! Diario di viaggio dei Jesusmaniacs

di Giuliana Tonini – Dallo scorso dicembre è di nuovo in scena, in un altro fantastico tour europeo, Jesus Christ Superstar, la leggendaria opera rock di Tim Rice ed Andrew Lloyd Webber che, da più di quarant’anni, appassiona generazioni di spettatori.

Ci eravamo lasciati alla fine di gennaio del 2016 al Teatro Sistina di Roma, con la speranza che l’avventura non fosse finita. E siamo stati accontentati.

Il musical più amato di tutti i tempi, nell’edizione ultraventennale del regista Massimo Romeo Piparo, che dei musical è il re, ha conquistato anche l’Olanda e il Belgio (Amsterdam, L’Aja, Anversa, Groningen) ed è ora di nuovo in tournée a scaldare le platee dei teatri di tutta Italia.

Dopo Trento, Milano, Verese, Genova, Cassano Magnago e Torino, fino alla fine di aprile il pubblico avrà la possibilità di assistere allo spettacolo a Catania, Cosenza, Bari, Roma e Padova. Il finale sarà davvero col botto, il 5, 6 e 7 maggio di nuovo in Olanda, all’arena Ahoy di Rotterdam.

In Olanda l’allestimento di Massimo Romeo Piparo ha vinto, alla fine della scorsa estate, il Musical World Award, uno dei premi internazionali più prestigiosi e autorevoli per i musical.

Non ci stupisce. L’opera che porta in scena la figura di Gesù (e di Giuda) in tutta la sua umanità, in chiave moderna e allo stesso tempo universale, e al suono della emozionante e travolgente musica rock di Andrew Lloyd Webber, strega tutti. Ancor più da quando a interpretare il ruolo di Gesù è Ted Neeley, che lo era nel mitico film di Norman Jewison del 1973.

Ogni rappresentazione è un rito collettivo, col teatro strapieno, urla da stadio, standing ovations e applausi spellamani, sia dai fan incalliti che hanno visto lo spettacolo decine di volte sia dai neofiti.

Su Cosmopeople ho scritto molto su JCS. Ho scritto sullo spettacolo di Massimo Romeo Piparo, sulla storia dell’opera e sul suo successo. Ho scritto anche di me e della mia passione per JCS, del mondo di noi fan affezionati, che non ci stanchiamo mai di vedere lo spettacolo ogni volta che possiamo, in ogni parte d’Italia e d’Europa, e del vero e proprio culto che si è creato attorno a Ted Neeley.

Perché allora scrivo ancora? Perché questa volta mi fa piacere condividere le storie di alcune persone che ho conosciuto durante questa avventura. Fan sfegatati, ovviamente. Anzi, Jesusmaniacs, o JCSmaniacs, come mi piace chiamarci.

Ai Jesusmaniacs non interessa che familiari e amici li considerino ‘fuori di testa’. Una rappresentazione non è solo una rappresentazione, ma, come dicevo prima, un rito, una serata magica da vivere e rivivere insieme ogni volta che si può. Non solo in platea, ma anche dopo lo spettacolo, quando si attendono all’uscita i ragazzi del cast e Ted Neeley, e durante i viaggi in trasferta insieme.

La comunità di fan più numerosa è The Circle Turning – Ted Neeley Community. Sono ormai come una famiglia. Da quando, nel 2014, l’allestimento italiano ha l’orgoglio di avere con sé Ted Neeley, alcuni di loro non si sono persi una replica, che sia in Italia o all’estero, e si parla di più di cento repliche. O comunque, chiacchierando con loro, si sa che è facile che chi non le ha viste proprio tutte, abbia nel suo carnet non meno di 40-50 repliche.

Quando io penso di avere assistito allo spettacolo tante volte, realizzo poi che il mio ‘contatore’, per adesso…., è arrivato ‘solo’ a nove rappresentazioni, a Milano, Roma e Genova, più una nel 1999 al Teatro Nuovo di Milano, quando nel ruolo di Giuda c’era l’indimenticabile Carl Anderson.

Poi, oltre al Circle, ci sono tantissimi altri che, da soli o in gruppo, ormai da anni fanno parte di questa bellissima avventura.
Io, ad esempio, sono diventata amica di Cristina di Milano, avvocato come me, e di sua figlia Arianna, studentessa del liceo. Quando faccio una ‘serata JCS’ o una ‘trasferta JCS’, faccio trio con loro. Cristina e Arianna hanno visto lo spettacolo, sempre per ora…., poco meno di venti volte, in giro in diversi teatri d’Italia e a L’Aja. Per me è particolarmente emozionante vivere questa passione assieme a loro, anche perché Arianna è giovanissima. Aveva tredici anni quando, nel 2014, ha visto per la prima volta JCS all’Arena di Verona, portata da Cristina. Subito dopo ha scoperto anche il film e da allora è scoppiata la passione. È bello quando ragazzi così giovani prendono il testimone generazionale della passione per JCS e per il rock musical. Ed è fantastico quando, in attesa dell’uscita di Ted Neeley e del cast dal teatro, dopo lo spettacolo, si vedono bambini, anche piccoli, entusiasmati ed entusiasmanti, che trepidano per conoscerli e per avere il loro autografo sulla copertina del vinile, a momenti più grade di loro, che tengono in mano.
Arianna adora Ted Neeley e Carl Anderson. E Ted Neeley adora lei e Cristina, dice e scrive loro sempre cose dolcissime. Si vede, ad ogni incontro, come l’entusiasmo genuino di mamma e figlia lo abbia conquistato e lui si sia sinceramente affezionato.

Ho poi conosciuto Monica, di Milano, che lavora all’ENI, appassionata di JCS da sempre. Ha visto lo spettacolo circa trenta volte in vari teatri d’Italia e ha già pronti più di un biglietto per il Sistina di Roma, ad aprile.
Un paio di anni fa ha partecipato, assieme ad altri fan, ad un evento-tributo con Ted Neeley a Cagli, in provincia di Pesaro, cui hanno preso parte con piacere anche il sindaco e il vescovo.

E c’è Roberta, giovane medico piemontese, dall’entusiasmo scoppiettante e contagioso. Ha già i biglietti per il gran finale di Rotterdam, con cui arriverà a quota 45 repliche. Lei si è innamorata di JCS da piccola, a sette anni, quando il papà le ha fatto vedere in televisione il film, che aveva visto al cinema da ragazzo e di cui si era a sua volta innamorato. Da allora, per Roberta Jesus Christ Superstar è stata, è e sarà sempre la colonna sonora della sua vita. E anche lei, per Ted Neeley, per il suo idolo fino da quando era bambina, è ormai una di famiglia. In una delle occasioni in cui lo spettacolo è stato allestito a Torino, è lei che ha portato in giro per la sua città Tessa e Leeyan, la moglie e la figlia di Ted.

E quindi ecco i Jesusmaniacs, per cui ogni serata JCS è sempre magica. Senza dubbio gran parte di questa magia è dovuta alla presenza e al carisma fuori dal comune di Ted Neeley, e alle sue altrettanto fuori dal comune semplicità e umiltà, sul palco e fuori dal palco. Ma Jesus Christ Superstar è tutto quello che è grazie a tutti i bravissimi artisti che ne fanno parte.
A partire dagli strepitosi cantanti-attori solisti che ogni volta ci fanno emozionare con le loro interpretazioni. In ordine di apparizione: Feisal Bonciani (Giuda), Simona Distefano (Maria Maddalena), Mattia Braghero (Pietro), il formidabile duo Francesco Mastroianni (Caifa) e Paride Acacia (Hannas), Elia Lo Tauro (Simone Zelota), Emiliano Geppetti (Ponzio Pilato) e Salvador Axel Torrisi (Erode).

Da applausi anche l’ensamble di cantanti-ballerini, acrobati, mangiafuoco e trampolieri: Giovanni Abbracciavento, Giada Cervone, Federico Colonnelli, Francesco Consiglio, Lorenzo de Baggis, Mattia Di Napoli, Simone Giovannini, Daniel Guidi, Francesca Iannì, Benedetta Imperatore, Alessandro Lanzillotti, Rossella Lubrino, Nicole Marin, Marta Melchiorre, Lazaro Rojas Perez, Daniele Romano, Carlotta Stassi, Sara Telch, Carmela Visciano.

E poi loro, per ultimi ma assolutamente non ultimi! La spina dorsale di Jesus Christ Superstar, l’orchestra dal vivo che ogni volta ci regala le meravigliose musiche rock di Andrew Lloyd Webber: Angelo Racz (direttore e tastiera), Federico Zylka (tastiera), Andrea Inglese (chitarra), Stefano Mandatori (chitarra), Massimo Pino (basso), Stefano Falcone (batteria), Andrea Di Pilla (tromba), Vincenzo Parente (corno francese).

Andate a vedere Jesus Christ Superstar. È probabile che diventiate anche voi Jesusmaniacs.

Dove e quando:
dal 23 al 26 marzo 2017, Catania, Teatro Metropolitan

dal 4 al 5 aprile, Cosenza, Teatro Rendano

dall’8 al 9 aprile, Bari, Teatro Team

dal 12 al 23 aprile, Roma, Teatro Sistina

28 aprile, Padova, Gran Teatro Geox

dal 5 al 7 maggio, Rotterdam Ahoy.

Siti Internet e biglietti:
www.jesuschristsuperstar.it
www.ticketone.it
www.jesuschristmusical.eu

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