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La Madonna della Misericordia di Piero della Francesca a Natale a Milano

Per un mese intero la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, tra le icone del Rinascimento italiano, sarà esposta a Palazzo Marino, in sala Alessi, e visitabile gratuitamente.

Si tratta della prima opera documentata del pittore toscano e consiste nella pala centrale dell’omonimo polittico della Misericordia realizzato da Piero della Francesca per la Confraternita della Misericordia di Sansepolcro tra il 1445 e il 1472 e conservato al Museo Civico di Sansepolcro, città natale del maestro toscano. Accanto al municipio di Milano, presso le Gallerie d’Italia, un’altra novità terrà compagnia a milanesi e turisti per tutto l’arco delle vacanze di natale: le opere di Bellotto e Canaletto.

La  Madonna della Misericordia, nella tradizionale rappresentazione della Vergine Maria che apre il mantello per dare riparo ai fedeli, conclude l’anno dedicato al Giubileo della Misericordia ed evidenzia la modernità di Piero della Francesca nella ricerca della prospettiva.  La particolarità del suo mantello della Madonna della Misericordia di Piero della Francesca in mostra a Milano, consiste nel fatto che il maestro toscano ha realizzato il mantello come se fosse l’abside di una chiesa, sotto la quale si rifugiano diversi personaggi dal priore, ami membri della Confraternita in un abbraccio tra il divino e l’umano.

 

Madonna della Misericordia – Piero della Francesca
Sala Alessi – Palazzo Marino, piazza della Scala, Milano
dalle 9.30 alle 20 (ultimo ingresso alle 19.30). Il giovedì fino alle alle 22.30 (ultimo ingresso alle 22)

il 7 dicembre chiusura alle 12 (ultimo ingresso alle 11.30)
24 e 31 dicembre 2015 chiusura alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30)
8 e 25 dicembre, 1 e 6 gennaio dalle 9.30 alle 20 (ultimo ingresso alle 19.30)




Maria João Pires suona Mozart e Schubert alla Scala

Sabato 3 dicembre la pianista Maria João Pires sarà sul palco della Scala per un recital dedicato a pagine di Mozart e Schubert.

La serata si inscrive nel ciclo di appuntamenti mozartiani programmato dal Teatro alla Scala in occasione dei 225 anni dalla scomparsa del compositore, che ha incluso le opere Die Zauberflöte e Le nozze di Figaro, l’opera per l’infanzia Il ratto dal serraglio per i bambini e che si concluderà con le tre esecuzioni del Requiem dirette da Christoph von Dohnányi dall’11 dicembre per la Stagione Sinfonica del Teatro.

Maria João Pires, pianista di miracolosa eleganza, raffinatezza e pudore espressivo, è alla Scala per la terza volta dopo il recital con il violinista Augustin Dumay nel 1995 e il concerto diretto da Riccardo Chailly nel 2015 per la stagione della Filarmonica, in cui eseguì il Concerto per pianoforte e orchestra n° 4 di Beethoven.

Sabato 3 dicembre 2016 – ore 20
Teatro alla Scala

Concerti straordinari 2016-2017
225° anniversario della morte di Mozart

Pianoforte MARIA JOÃO PIRES

Wolfgang Amadeus Mozart
Sonata n. 12 in fa magg. KV 332
Sonata n. 13 in si bem. magg. KV 333

Franz Schubert
Sonata n. 21 in si bem. magg.  D 960

Prezzi: da 5 a 50 euro

Info: tel 02/72003744




Prima delle prime: alla Scala si parla di Madama Butterfly

Mancano ormai pochi giorni all’attesissima prima di “Madama Butterfly” al Teatro alla Scala di Milano. L’opera viene proposta nella sua prima versione, quella che nel 1904 debuttò alla Scala e, nonostante un cast di rilievo e la cura dell’allestimento, fu un flop colossale. Riccardo Chailly, con l’ausilio di Gabriele Dotto, ha compiuto un attento lavoro per ripristinare l’orchestrazione del primo manoscritto, proseguendo così nel percorso di rilettura critica delle opere pucciniane, per dare “una possibilità in più di ascolto, confronto e conoscenza” dell’opera che procurò il più grande dolore artistico a Puccini.

Domani, venerdì 2 dicembre, alle ore 18, nel Ridotto dei palchi “A. Toscanini” del Teatro alla Scala, Enrico Girardi, docente di Storia della musica all’Università Cattolica di Milano e critico musicale del “Corriere della sera”, parla di Madama Butterfly, nell’incontro “Quale Butterfly” con ascolti e video.

Grande dolore in piccole anime”: questo è quanto Puccini cercava per le sue opere. Lo suggerisce una sua lettera a Gabriele D’AnnunzioOra sai quello che mi ci vuole: amore–dolore. Grande dolore in piccole anime”. Chissà cosa rispose il poeta. Comunque Puccini aveva già raccontato le dolenti vicende di Mimì e Manon quando in un teatro londinese scopriva nel luglio 1900 un’altra piccola “anima”, assistendo a Madama Butterfly, una tragedia di David Belasco. Poco dopo nel 1901, con la collaborazione per la stesura del libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, iniziava la composizione che solamente nel dicembre 1903 poteva dirsi completa in ogni sua parte. A dilatare i tempi della realizzazione aveva forse contribuito una ricerca minuziosa di documenti legati all’Oriente: la precisione ambientale era un’esigenza imprescindibile di Puccini. In questa fase, preziosi furono gli aiuti di una attrice giapponese, Sada Yacco, e dell’ambasciatrice nipponica, profonde conoscitrici di usi e costumi orientali.

Tuttavia Madama Butterfly nel 1904 non entusiasmò. Si ritiene che attorno all’opera fosse stato costruito ad arte un clima d’ostilità o che forse il pubblico fosse rimasto sorpreso di fronte a un’opera innovativa che guardava agli sviluppi più recenti del teatro musicale europeo. Puccini così scrisse a un amico: “Con animo triste ma forte ti dico che fu un vero linciaggio… ma la mia Butterfly rimane qual è, l’opera più sentita e suggestiva che io abbia mai concepito”. L’insuccesso indusse autore ed editore a ritirare lo spartito per sottoporlo a una revisione con il risultato che la nuova versione di Madama Butterfly in tre atti fu accolta con entusiasmo al Teatro Grande di Brescia, appena tre mesi dopo, il 28 maggio. Tuttavia Puccini tornò continuamente sull’opera, “Non si decise mai per una versione in particolare ed è difficile individuare la sua ultima volontà”.

Ora tocca al pubblico milanese cancellare, dopo più di 100 anni, quell’antica ferita.

Primo appuntamento del ciclo

Prima delle prime
Stagione 2016/2017

Amici della Scala – Teatro alla Scala

Madama Butterfly
di Giacomo Puccini
libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

Teatro alla Scala – Ridotto dei palchi “A. Toscanini”
Venerdì 2 dicembre 2016 ore 18

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti




Anna Mazzamauro è “Nuda e Cruda”

Anna Mazzamauro debutta mercoledì 1 dicembre al Teatro Delfino di Milano in “Nuda e Cruda”, scritto dalla stessa artista  con musiche originali di Amedeo Minghi e la regia di Livio Galassi.

In “Nuda e Cruda” Anna Mazzamauro esorta il pubblico a spogliarsi dei ricordi cattivi, degli amori sbagliati, dei tabù del sesso, a liberarsi dalla paura della vecchiaia e a esibire la propria diversità attraverso risate purificatrici. Anna Mazzamauro racconta di sé, della vita e degli esordi cinematografici, prendendo spunto dalla bruttezza. “Nuda e Cruda” è quindi una confessione pubblica in cui la protagonista si spoglia dei suoi complessi, butta via la maschera, si prende in giro, si libera di tutti quei pregiudizi borghesi ricevuti, da cui noi, ipocritamente, pensiamo di essere liberi e che invece rendono questa confessione così forte e dura.

“Io sono atipica: brutto vuol dire volgare e sporco. La mia gioia è che dopo anni di crisi adolescenziali di sofferenza nel dover portare il peso dell’atipicità (per gli altri, non per me) ho capito che può essere anche un altro modo di essere belle. Io non ho, né avrò mai il cruccio delle mie colleghe che sono sempre state bellissime e giovanissime e muoiono di dolore perché non lo sono più, rimpastandosi, rimpolpandosi e tirandosi. Per la carità, fanno bene: loro sono state belle e si rifanno tali e io, che faccio? Mi rifaccio brutta un’altra volta?” dice di sé Anna Mazzamauro che  nel corso dello spettacolo interpreta personaggi, canta e lascia spazio a improvvisazioni a sorpresa.

Al pianoforte e chitarra, Sasà Calabrese. Al violino, Andrea De Martino. Costumi: Graziella Pera. Fonico di Compagnia, Pietro Malatesta. La Produzione è di Stefano Mascagni e A.C.T.I Teatri Indipendenti.

DOVE, COME E QUANDO – “Nuda e Cruda” di Anna Mazzamauro
1-4 dicembre Teatro Delfino di Milano h 21.00 e domenica h 16.00
Biglietti da 20 euro

 




Alan Bennet arriva a teatro

“Nudi e Crudi” debutterà al Teatro Manzoni di Milano il prossimo 24 novembre e rimarrà in scena fino all’11 dicembre. La commedia, tratta dal romanzo di Alan Bennet del 2001, vede protagonisti della scena Paolo Calabresi e Maria Amelia Monti. Alla regia Serena Sinigaglia

Paolo Calabresi e Maria Amelia Monti interpretano una coppia impeccabile inglese, i Ransome creata dalla brillante penna di Alan Bennet. I due, tornando a casa dopo una serata a teatro, trovano l’appartamento completamente vuoto, svaligiato da ladri che non hanno lasciato né un interruttore, né un rubinetto, né la moquette sul pavimento? La loro vita tranquilla e ripetitiva viene completamente sconvolta. Però la reazione dei due è diversa: lui si incupisce e si arrabbia sempre più, lei prova un senso di sollievo e quasi di liberazione. E mentre il gioco dei caratteri, esasperato da visite inattese, diventa sempre più esilarante, il mistero del furto trova un’imprevista soluzione.

“Mr e Mrs Ransome sono due archetipi creati da Alan Bennet. Cosa può accadere se di colpo i Ransome si ritrovano “nudi e crudi”?” commenta Sinigaglia per poi aggiungere: “Forse se riuscissimo a convivere con il nostro lato dionisiaco, se avessimo forza e coraggio per sostenere con garbo la libertà di cui in teoria siamo dotati, forse riusciremmo ad essere veramente più vicini a ciò che siamo. Qui sta il punto, a mio parere, qui Bennett diventa universale e parla a tutti noi, nessuno escluso. La vita è tutta nel cambiamento, nel movimento imprevisto, in quella vertigine che ti dà il vuoto”.

Dopo due stagioni con Angela Finocchiaro nella commedia La Scena di Cristina Comencini, Maria Amelia Monti – uno dei volti più noti della tivù (Finalmente soli con Gerry Scotti) e del teatro italiano (Tante belle cose di Edoardo Erba con Gianfelice Imparato) – si misura col personaggio della perfetta moglie inglese, creato da Alan Bennett.  Paolo Calabresi (già  protagonista della serie Rai Zio Gianni, dal 2008 una “iena” ufficiale de Le Iene su Italia 1, al cinema in Un Natale stupefacente, regia di Volfango De Biasi 2014)  in Nudi e Crudi interpreta un indimenticabile marito e, grazie a Alan Bennet, torna in teatro dopo due stagioni a fianco di Lella Costa.

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DOVE COME E A QUANTO – “NUDI E CRUDI”

Teatro Manzoni di Milano – 24 novembre – 11 dicembre
Oraei:: feriali e 7 dicembre ore 20,45 – domenica e 8 dicembre ore 15,30
Biglietti da 23 euro




Vesna Pavan in “Fermo Immagine”

Vesna Pavan, artista di Spilimbergo (PN) che, come ama definirsi, è una donna che dipinge altre donne, prende e riconferma il suo impegno sociale a favore delle vittime di deturpazioni da acido. Venerdì 25 novembre 2016, in occasione della Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, Vesna Pavan inaugurerà infatti una mostra fotografica di sensibilizzazione sul tema, dal titolo “Fermo Immagine”. Il percorso fotografico voluto da Vesna Pavan, sarà aperto al pubblico dalle ore 13:00 alle ore 19:00 all’interno della galleria “Spazio M7” di via Monte Nevoso 7 a Milano. L’esposizione rimarrà accessibile poi fino al 30 novembre 2016 e sarà visitabile  su appuntamento.

La mostra è composta da circa duecento foto che Vesna ha scelto tra le immagini più significative, viste in tv negli ultimi due anni e mezzo. “Fermo Immagine” ha l’obiettivo di farci riflettere su due aspetti: il primo riguarda la velocità dei video che vengono proiettati durante i telegiornali, che talvolta rende impossibile una visione chiara e una comprensione completa; il secondo è lo spaventoso numero di donne che hanno subito violenze, percosse e mutilazioni negli ultimi due anni e la necessita di fare qualcosa affinché la situazione possa cambiare.

Venerdì 25 novembre  verrà presentato, in anteprima assoluta, il video raffigurante l’installazione multi-sensoriale, che Vesna Pavan aveva allestito il 14 febbraio 2015, in occasione della presentazione di RED&FUCHSIA, progetto umanitario che Vesna Pavan sta portando avanti allo scopo di raccogliere fondi da destinare ad ASFI (Acid Survivors Foundation India) e ASTI (Acid Survivors Trust International), associazioni umanitarie che assistono quotidianamente le donne che hanno subito violenza. Centoventicinque opere appartenenti al ciclo SKIN sono state realizzate da Vesna appositamente per essere vendute all’asta nelle sedi Rotary di 24 paesi, dall’Italia all’India, e i proventi verranno devoluti interamente alle due associazioni.

 




Nicola Vaporidis in scena a Milano

Nicolas Vaporidis, Luca Angeletti, Augusto Fornari e Toni Fornari saranno in scena dal 22 al 27 novembre  al Teatro San Babila con la commedia “Finchè giudice non ci separi”, scritta a quattro mani  da Andrea Maia, Augusto Fornari, Toni Fornari, Vincenzo Sinopoli.   “Finche giudice non ci separi”, diretta da Augusto Fornari, trascina lo spettatore all’interno di un piccolo appartamento dove tra sensi di colpa, arrabbiature, disperazione, ironia e sarcasmo si snodano le vicende di quattro amici alle prese con la separazione dalle loro mogli.

Quattro amici, interpretati appunto da Luca Angeletti, Augusto Fornari, Toni Fornari, e Nicolas Vaporidis vivono tutti la stessa situazione di uomini separati, con le difficoltà che sono costretti ad affrontare, a questa già complicata situazione si aggiunge l’inaspettata presenza della vicina di casa, interpretata da Laura Ruocco che stravolge il già precario equilibrio del gruppo.

“Finchè giudice non ci separi” annovera tra i suoi interpreti alcuni dei volti più amati dalla tv e dal cinema nelgi ultimi anni, da Nicolas Vaporidis, indimenticabile in “Notte prima degli esami”, a Luca Angeletti (il Giulio di “Tutti pazzi per amore), Augusto Fornari interprete del cult di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast”, fino a Laura Ruocco (nel cast di “Stasera che sera”) e a Tony Fornari (tra gli interpreti de “La Mandrakata” e “Cuore contro cuore”).  

 

DOVE, COME E A QUANTO – “Finchè giudice non ci separi”
Teatro san Babila di Milano 22-27 novembre
Orari: martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30; mercoledì e domenica ore 15.30
Biglietti da 15 euro




Georges Mathieu: alla nascita dell’Astrazione Lirica

di Andrea Farano – Resta ancora qualche giorno utile per accostarsi (ed ammirare coi propri occhi) alla strabiliante potenza del tratto segnico di Georges Mathieu (Boulogne sur Mer, 1921 – Boulogne-Billancourt, 2012), uno dei padri della pittura del novecento, al quale la giovane Dellupi Arte dedica una retrospettiva di valore assoluto.

Sito all’interno dello straniante panorama di City Life, lo spazio espositivo accoglie un’antologia di opere realizzate dal pittore francese nelle due decadi fondamentali per la nascita e lo sviluppo della propria espressione artistica, selezionate in collaborazione con il Comité Georges Mathieu, a garanzia della qualità dell’allestimento apparecchiato dalla galleria milanese.

Già all’ingresso si è quasi tramortiti dalla monumentalità delle tele alle pareti, compiute testimonianze di quella “Astrazione Lirica” che a partire dal 1947 canalizza – attraverso un binomio semantico apparentemente inconciliabile – la poetica innovativa di Mathieu, capace di concepire una via autonoma e sempre riconoscibile nell’oceano delle correnti di pittura informale: si accosta alla scuola americana dell’ Action Painting e dell’Espressionismo Astratto (Pollock e De Kooning), guarda allo Spazialismo di Fontana e lambisce le avanguardie giapponesi del gruppo Gutai, pur restando una voce sostanzialmente unica nel panorama mondiale del secondo dopoguerra.

Questa nuova astrazione – che resta pur sempre profondamente gestuale – eleva a proprio totem una fenomenologia puramente pittorica, dove il coinvolgimento corporeo è totale, da vivere spesso attraverso una performance teatrale svolta sotto gli occhi del pubblico: i colori, sovente applicati sulla tela (dal fondo rigorosamente monocromo) direttamente dal tubetto, sfociano alternativamente in simboli calligrafici o esplodono in dinamismi al limite del caos.

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Eppure, a ben vedere, ogni composizione, nonostante l’apparente disordine, si struttura quasi sempre a partire da un asse centrale – sviluppandosi poi per linee ortogonali e curve semicircolari spinte all’esterno da forze centrifughe – in un costrutto che piuttosto rivela, in ultima analisi, un’energia solenne e pacificata.

2Sarebbe un errore lasciarsi abbagliare dalla facilità compositiva di Mathieu e confonderne la mano innegabilmente virtuosa con un mero decorativismo vuoto di contenuti; se nella sua poetica il segno anticipa il significato è solo per divenire mezzo di connessione fra l’inconscio e il mondo reale.

Nel suo gesto – apparentemente incontrollato, ma in realtà figlio di un processo di automatismo psichico di matrice surrealista – traspare con forza la dimensione di un pensiero profondo e complesso, che riflette e indaga sul passato, sul presente, sulla propria esistenza, trasmettendoci la febbre e l’eccitazione della vita… sino a travolgerci.

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I primi concetti dell’intelletto preesistono in noi come semi di scienza, questi sono conosciuti immediatamente dalla luce dell’intelletto agente dall’astrazione delle specie sensibili… in questi principi universali sono compresi, come germi di ragione, tutte le successive cognizioni.” | Tommaso d’Aquino

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Georges Mathieu: 1951-1969
Dellupi Arte, via Spinola n. 8 – Milano
sino al 20 novembre 2016
Info: www.dellupiarte.com




Mario Perrotta racconta la Grande Guerra

Mario Perrotta, per la prima volta al Piccolo, porta in scena il quindicidiciotto con “Milite Ignoto”, piccole storie della Grande Guerra, monologo tratto da tratto da “Avanti sempre” di Nicola Maranesi. Lo spettacolo che segna il debutto di Mario Perrotta al Piccolo, al Teatro Studio dal 15 al 20 novembre, racconta il primo, vero, momento di unità nazionale.  È, infatti, nelle trincee di sangue e fango che gli italiani si sono conosciuti per la prima volta: veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi accomunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro, smarriti nella babele di dialetti che risuonavano in quelle trincee. Per questo Mario Perrotta immagina tutti i dialetti italiani uniti e mescolati in una lingua d’invenzione, una lingua che si facesse carne viva, una lingua nuova che regala allo spettacolo un suono sconosciuto ma poggiato sulle viscere profonde del nostro Paese.

“Questa è l’unica cosa che ricordo: che sono in guerra, una guerra enorme, mondiale addirittura e io – io che non so più chi sono, io sconosciuto anche alla sola madre che mi resta, la Madre Patria – io, per essa giurai di morirmene, proprio come le altre 90.000 tonnellate di muscoli e ossa, morte prima di me” commenta, appunto, il Milite Ignoto dell’Opera.

“Ho scelto questo titolo, “Milite Ignoto”, perché la prima guerra mondiale fu l’ultimo evento bellico dove il milite ebbe ancora un qualche valore anche nel suo agire solitario …. E per ignoto ho voluto intendere “dimenticato in quanto essere umano che ha, appunto, un nome e un cognome. E una faccia, e una voce” sostiene Mario Perrotta che poi aggiunge: ” Nella prima guerra mondiale, gradatamente, anche il nemico diventa ignoto, perché non ci sono più campi di battaglia per i corpo a corpo, ma ci sono trincee dalle quali partono proiettili e bombe anonime. Un conflitto spersonalizzato in cui gli esseri umani coinvolti sono semplici ingranaggi della macchina della storia, del meccanismo che li ingoia e li trasforma in cose. E proprio per questo sono andato controcorrente e ho rivolto la mia attenzione verso le piccole storie, verso gli sguardi e le parole di singoli uomini che hanno vissuto quegli eventi dal loro particolarissimo punto d’osservazione, perché questo è il compito del teatro, o almeno del mio teatro: esaltare le piccole storie per gettare altra luce sulla grande storia”.

COME, DOVE E A QUANTO
Milite ignoto -quindicidiciotto, spettacolo di Mario Perrotta con Mario Perrotta
Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza)
dal 15 al 20 novembre 2016
Orari: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.
Biglietti da 26 euro

 




“Alveare di Specchi” dove lo spettatore è protagonista

Il sipario del Teatro Delfino  “Alveare di Specchi”, una carrellata sul teatro che dalla tragedia greca, attraverso l’opera di Shakespeare e il dramma borghese, approda al teatro dell’assurdo del secolo scorso. “Alveare di Specchi” sarà in scena per tre repliche 11,12 e 13 novembre.

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In “Alveare di Specchi” lo spettatore è protagonista sul palco insieme all’attore, solo 70 posti a sera, la scenografia una platea vuota”  spiega Federico Zanandrea , unico interprete sul palco, per poi proseguire: “Che valore ha oggi il teatro? Qual è il suo ruolo in una società come quella di oggi fatta di tweet e foto su Instagram? C’è ancora spazio per chi si occupa di questa arte? Per noi si! Lo spettacolo racconta questo. Coglie lo spunto anche per raccontare l’importanza del pubblico, la centralità del ruolo dell’attore e cosa spinge tante persone ad intraprendere questa carriera. Il pubblico per entrare passerà dai camerini salirà nel retropalco e vedrà svelata tutta la magia del teatro però senza che questa perda tutto il suo mistero”

Federico Zanandrea, in “Alveare di Specchi”, darà voce ad alcuni dei personaggi più emblematici della storia della drammaturgia occidentale: da Edipo, al perfido Jago, arrivando a Godot, scandagliando diverse tipologie di personaggi sulla scena potrà rappresentare l’evoluzione del teatro, mettendo in luce le trasformazioni del suo linguaggio nei vari contesti storici e la sua capacità di mettersi in gioco.

DOVE, COME E A QUANTO

Teatro Delfino – Piazza Piero Carnelli, Milano
11, 12 e 13 novembre
Biglietti: 15 euro