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Musical & Classica in concerto al Barclays Teatro Nazionale

Musical & Classica rappresenta l’incontro tra due mondi solo apparentemente lontani. Due universi che si sono sfiorati per tanto tempo, nei teatri di Broadway, del West End e di tutto il mondo, ed ora si fondono nel mezzo di una platea.

Musical & Classica è il concerto evento attraverso il quale riascolteremo i grandi brani che hanno reso il musical la più grande e diffusa forma di live entertainment teatrale esistente, in una nuova veste classica più colta e raffinata.

La Febbre del Sabato Sera, Mamma Mia!, Footloose, Cats, Jesus Christ Superstar, Rocky Horror Show, Grease, Dirty Dancing, Fame, Chicago, We will rock you, sono alcuni dei titoli che verranno interpretati, attraverso i brani più iconici e caratteristici, da un’orchestra sinfonica di 30 elementi diretta dal talento di Benedikt Sauer.

Un’occasione unica per assistere ad un evento esclusivo, mai realizzato in Italia, e ascoltare brani quali “Total Eclipse of the heart” di Bonnie Tyler, “We Will Rock you” dei Queen, “Should Be dancing” dei Bee Gees e “Discoinferno”  di The Tramps, “Mamma Mia!” e “Waterloo” degli ABBA e molti altri ancora, in un viaggio musicale sontuoso, toccante, elegante e mai ascoltato prima.

Due serate all’insegna della grande musica, un evento unico nel suo genere che si contraddistingue anche da una messa in scena completamente inusuale. Il 7 e l’8 giugno al BARCLAYS TEATRO NAZIONALE, ormai punto di riferimento essenziale nel panorama del musical italiano.

Orchestra FilarmonicaItaliana

Musical & Classica

Barclays Teatro Nazionaale

7 e 8 giugno 2016

Orari spettacolo: ore 20.45

Biglietti: palcoscenico € 68,00 (inclusa consumazione bar) – poltronissima € 43,00 – poltrona € 18,00
Per informazioni e vendita: info line pubblico 02/00 64 08 88  (dal mercoledì al sabato dalle 15.00 alle 18.00)

www.teatronazionale.it – www.ticketone.it

Box office Barclays Teatro Nazionale (da martedì a domenica dalle ore 12.00 alle ore 19.00)




Le Rappresentazioni dell’inconscio di Marina Berra

Rappresentazioni dell’inconscio è la nuova esposizione di opere pittoriche dell’artista Marina Berra (Milano, 1969), presentata da Made4Art, in mostra da questa sera fino al 15 giugno 2016 presso Castelli Gourmet – Castelli Gallery in Via Cerano 15 a Milano.

In mostra una selezione di lavori di Marina Berra rappresentativa della sua produzione artistica più recente, tele che fanno parte delle serie Espressionismo astratto e Materici. Le composizioni dell’artista lombarda sono caratterizzate da una presenza cromatica decisa e affascinante, colori che talvolta si uniscono a materiali diversi quali sabbia e gesso e che danno origine a dipinti capaci di stupire e avvincere, di esprimere i sentimenti e le emozioni dell’essere umano. Opere che si rivelano essere delle vere e proprie rappresentazioni dell’inconscio dell’artista, nelle quali ognuno di noi può riconoscersi e ritrovare aspetti della propria interiorità.

Marina Berra, Invincibile per proteggerti, 2016, tecnica mista su tela, 60x60 cm Marina Berra, Perché lei è speciale, 2016, tecnica mista su tela, 70x70 cm

Marina Berra | Rappresentazioni dell’inconscio

Castelli Gourmet – Castelli Gallery | Via Cerano 15 | 20144 Milano
31 maggio – 15 giugno 2016

Evento a cura di:
M4A – MADE4ART
| Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
www.made4art.it – info@made4art.it

Un progetto M4E – MADE4EXPO




Human Traces. Tracce umane nel tempo

In occasione di Photofestival 2016, Made4Art di Milano presenta Human Traces, special art project di fotografia con opere degli artisti Guido Alimento, Adriana Collovati ed Enzo Trifolelli. Le tracce lasciate dall’uomo nello scorrere del tempo, i segni del suo passaggio nell’ambiente naturale, il gesto dell’artista che ritrae il contesto circostante dando vita a un’immagine dove il tempo e il movimento vengono fissati per sempre dall’obiettivo fotografico. L’essere umano con il suo vivere lascia tracce di sé che si sedimentano e si mischiano con quelle dei suoi simili, di chi lo ha preceduto e di chi ne prenderà il posto, stratificazioni di un vissuto individuale e collettivo allo stesso tempo: i tre artisti selezionati per il progetto Human Traces dai curatori di Made4Art Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo affrontano il tema sulla base della propria sensibilità e delle loro specificità artistiche e tecniche.

Gli scatti di Adriana Collovati sembrano raccontare storie intime e personali, aperte a interpretazioni, che lo spettatore può solo intuire attraverso indizi e dettagli. Un passaggio recente, quello dell’uomo e della donna nell’ambiente naturale, che lascia dietro di sé abiti, oggetti d’uso comune, manufatti artistici che sembrano essere stati da poco abbandonati in enigmatiche composizioni.

Protagonista delle immagini di Guido Alimento è, invece, una natura ancestrale, senza tempo, sia che si tratti degli alberi dalle forme contorte e della vegetazione che avvolge vecchi muretti a secco sia delle decorazioni fitomorfe presenti negli elementi architettonici di antichi edifici religiosi. Marmi e pietre abilmente lavorati dalla mano dell’uomo, una natura stilizzata e densa di significati simbolici.

Le statue che Enzo Trifolelli ritrae attraverso la tecnica del FotoTempismo, concetto artistico di assoluta novità ideato dall’artista, prendono vita dallo scatto fotografico che rende eterna una situazione spaziotemporale, creando un movimento capace di superare la bidimensionalità e la staticità dell’immagine fotografica. Le statue, tracce di un intervento artistico compiuto in tempi lontanissimi, tornano ad animarsi per mano del fotografo, che dona loro una nuova eternità.

Human Traces, primo special art project di Made4Art dedicato alla fotografia, con data di inaugurazione venerdì 27 maggio 2016, rimarrà aperto al pubblico fino al 15 giugno; un evento M4E – MADE4EXPO.

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Human Traces
Guido Alimento, Adriana Collovati, Enzo Trifolelli
Made4Art special art project
27 maggio – 15 giugno 2016
Inaugurazione venerdì 27 maggio, ore 18.30
Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 / 16 – 19
Il giorno venerdì 3 giugno la mostra resterà chiusa.

M4A – MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni
Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Un evento Photofestival
Un progetto M4E – MADE4EXPO




“GRAMSCI. I QUADERNI DEL CARCERE ED ECHI IN GUTTUSO”

di Elisa Pedini – Apre oggi al pubblico la mostra “Gramsci. I quaderni del carcere ed echi in Guttuso” presso le Gallerie d’Italia in Piazza Scala a Milano. L’esposizione, presentata ieri alla stampa da Giovanni Bazoli, Presidente Emerito Intesa Sanpaolo, Silvio Pons, Direttore della Fondazione Istituto Gramsci, Ugo Sposetti, Presidente dell’Associazione Enrico Berlinguer e dal Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, resterà fino al 17 luglio. La mostra di questi splendidi 33 quaderni, scritti di proprio pugno da Antonio Gramsci, nel periodo più duro della sua vita e da poco restaurati, è stata esposta al XXIX Salone del Libro di Torino e giunge ora a Milano. La sede delle Gallerie d’Italia non è casuale, anzi, è estremamente contestualizzata, poiché le vicende di questi scritti s’intrecciano con la storia della Banca Commerciale Italiana, che qui aveva la sua sede storica, attraverso la figura dell’allora presidente della Comit, Raffaele Mattioli, noto proprio come “Il banchiere umanista”, poiché operò molto attivamente per sostenere e proteggere gli intellettuali antifascisti, tra cui, appunto, Gramsci, per il quale contribuì in segreto alle spese di ricovero in clinica e poi, dopo la morte dell’intellettuale, si prodigò per salvare proprio questi quaderni. La mostra s’inserisce nel quadro delle attività di Intesa Sanpaolo all’interno di “Progetto Cultura”, che è l’iniziativa del Gruppo vòlta alla valorizzazione della storia e del patrimonio culturale nazionale, non solo attraverso il recupero e la divulgazione delle opere d’arte, ma anche tramite eventi dedicati a quelle personalità che, con la loro stessa vita e le loro idee, ne sono stati importanti protagonisti. Prima di parlarvi dell’installazione voglio introdurvi il contesto, storico da un lato e personale dall’altro, in cui questi quaderni vennero scritti. Antonio Gramsci è stato un uomo di grande spessore, profonda cultura e decisa caratura morale. È considerato uno dei più grandi pensatori del XX secolo. È stato giornalista, linguista, critico teatrale e letterario, filosofo, politico. Lo spazio non mi concede di raccontarvi la sua vita e il suo pensiero in modo dettagliato, posso solo tratteggiarne gli aspetti salienti e purtroppo anche sommariamente, ma v’invito ad approfondire da soli questa figura straordinaria del nostro patrimonio storico e culturale. Nasce ad Ales, in Sardegna, nel 1891. A due anni, si ammala del morbo di Pott, lo stesso del Leopardi. Tale forma di tubercolosi ossea, non solo gli impedirà una normale crescita, ma minerà per sempre la sua salute fisica. Antonio è molto povero, ma ha una mente lucida, brillante, critica e si dedica allo studio con passione e determinazione. Così dotato da conseguire la maturità classica col massimo dei voti e ottenere l’accesso a una delle borse di studio dell’Università di Torino. Quest’aspetto, apparentemente superfluo, non è cosa da poco se si pensa che il morbo di Pott comporta dolori ossei molto forti, nevrosi e tutta una serie di altre problematiche, che per nulla rendono facile la vita. V’invito a immaginare la grandezza dello spirito e della mente di questo intellettuale, che riprenderò in seguito. S’iscrive a Lettere e comincia a frequentare l’intelligentia torinese. Questi sono gli anni della sua iscrizione al partito socialista. Purtroppo, l’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915, ferma la sua laurea; ma non la sua mente. Il suo impegno sia politico che giornalistico si fanno crescenti e pregnanti. Antonio vive sulla sua pelle la guerra, la fame, le ripercussioni, anche ideologiche, della Rivoluzione Russa. Nel 1921 viene fondato il Partito Comunista d’Italia. Designato a rappresentare il Partito italiano nell’esecutivo dell’Internazionale comunista, Antonio va a Mosca, dove, peraltro, conosce quella che diventerà sua moglie: Giulia, una bellissima violinista. Avranno due figli, ma, il secondogenito, Antonio lo vedrà solo nascere. Delle due sorelle di Giulia, Eugenia e Tatiana, la seconda sarà sempre in stretto contatto con Antonio e sarà fondamentale per il recupero proprio dei suoi quaderni. Nel 1922 si tiene il IV Congresso dell’Internazionale, che, di fronte all’avvento al potere di Mussolini, pone, ai delegati comunisti italiani, la necessità di fondersi con la corrente socialista e di costituire un nuovo Esecutivo. Nel 1923, in Italia, vengono arrestati i rappresentanti del nuovo Esecutivo. Gramsci resta, così, il massimo dirigente del Partito e deve trasferirsi a Vienna. Nell’aprile dello stesso anno, viene eletto deputato al parlamento. Protetto dall’immunità parlamentare, può rientrare in Italia, a Roma. A giugno, il delitto Matteotti, da parte di gruppi fascisti, solleva una forte indignazione nel paese, che fa sperare a Gramsci il crollo del fascismo. Non è così. Nel gennaio del 1926, a Lione, si svolge clandestinamente il III Congresso del Partito. Gramsci presenta le Tesi congressuali elaborate insieme con Togliatti. La “questione meridionale” è un problema che lui sente molto forte e che, difatti, ritorna nei suoi stessi quaderni. Egli analizza lucidamente lo sviluppo politico italiano a partire dal 1894. Il 31 ottobre 1926, Mussolini subisce, a Bologna, un attentato senza conseguenze personali, che, però, costituisce il pretesto per l’eliminazione degli ultimi residui di democrazia. Il 5 novembre il governo scioglie i partiti politici dopposizione e sopprime la libertà di stampa. È l’8 novembre del 1926, quando, in violazione dell’immunità parlamentare, Antonio Gramsci viene arrestato nella sua casa e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Dopo un periodo di confino a Ustica, viene tradotto nel carcere milanese di San Vittore. L’istruttoria va per le lunghe. Non ci sono prove per montare su di lui accuse credibili. Il 1° febbraio del 1927, Mussolini, istituisce il Tribunale Speciale Fascista. Tutti i componenti, dal presidente ai giurati, appartengono alla milizia fascista. Tutti in uniforme. Sintomatico come il pubblico ministero termini la sua requisitoria con una frase entrata nella storia: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». L’ho premesso: la mente e lo spirito di Gramsci sono inarrestabili. Viene condannato a vent’anni di reclusione e tradotto nel carcere di Turi, in Puglia. Ma, se il corpo d’un uomo può essere messo in catene, altrettanto non si può fare col suo pensiero. Una mente libera, resterà per sempre libera. I quaderni che oggi possiamo ammirare in questa mostra, custoditi gelosamente in teche di vetro, ne sono la più potente e incontestabile prova. A Gramsci non fu concessa subito la possibilità di scrivere. Ottenne il permesso soltanto nel gennaio del 1929. Proseguì la sua attività di scrittura anche quando, le peggiorate condizioni fisiche, ne obbligarono il trasferimento in clinica a Formia, nel 1933. Morì in una clinica di Roma il 27 aprile del 1937, assistito dalla cognata, Tatiana. Alla sua morte, fu proprio lei a prendere in consegna i suoi quaderni, catalogandoli e numerandoli con cifre romane, quindi, li inviò a Mosca. Rientrarono in Italia solo nel 1945. In questi 33 manoscritti ritroviamo tutto il suo pensiero di filosofo, di politico, d’idealista, di uomo. Le tematiche riguardano: la storia d’Italia, la funzione degli intellettuali, la letteratura popolare e altre «quistioni», come le chiama lui, filosofiche, storiografiche e politiche. Ne notiamo la scrittura: regolare, precisa, lineare e minutissima. Tipico d’un’intelligenza profonda e raffinata, d’una mente lucida, penetrante e acuta osservatrice. La commozione non può non assalire chi osserva. La mostra, inoltre, offre didascalie interessanti su ogni oggetto esposto e ne illustrano il contenuto. In più, i quaderni sono integralmente consultabili in formato digitale attraverso touch screen, occasione meravigliosa per poterli “sfogliare” e poter confrontare il quaderno originale con il suo doppio digitale. L’allestimento è arricchito dall’esposizione di due dipinti di Guttuso, che proprio grazie a questa mostra possiamo ammirare qui a Milano e che riprendono simbolicamente alcuni temi gramsciani, nonché la visione dell’arte come impegno civile. “La battaglia di Ponte dell’Ammiragliodel 1955, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, raffigura la vittoriosa battaglia combattuta da Garibaldi a Palermo il 27 maggio 1860 e ci consente un parallelismo con le note di Gramsci sull’impresa garibaldina, sui Mille, sullo scontro tra democratici e moderati e sulla “questione meridionale” prima e dopo l’Unità d’Italia. Il secondo dipinto esposto è “I funerali di Togliatti” del 1972, conservato al MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, ove la presenza di Gramsci è richiamata in più modi: il suo volto accanto al feretro di Togliatti e i riferimenti alle sue tematiche: il moderno partito politico, gli intellettuali, le classi subalterne e la dimensione nazionale e internazionale.

Le Gallerie d’Italia sono aperte dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30, ingressi fino a un’ora prima dalla chiusura. Il giovedì l’orario si prolunga fino alle 22.30, con l’ultimo ingresso alle 21.30. Il costo del biglietto è di € 5,00 e consente l’accesso anche alla mostra “La Bellezza ritrovata”. Il 2 giugno le Gallerie saranno aperte.

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Impressioni e memoria: i Sillabari di Anna Caruso in mostra a Milano

di Emanuele Domenico Vicini – Il pomeriggio milanese, nonostante il maggio avanzato, è ancora piuttosto fresco e si gira bene per le vie del centro città, dove, stretto tra gli imponenti palazzi di classica foggia, tra piazza della Scala e via Clerici, si trova l’edificio che ospita lo Studio d’Arte Cannaviello, al civico 4 di piazzetta Bossi.

Gli ambienti, illuminati da un bianco di geometrica pulizia, si articolano in un corridoio passante che si apre nella grande sala espositiva, mossa da sguanci e nicchie, perfetta per ospitare un’esposizione così elegante e provocante come quella di Anna Caruso.

La giovane pittrice milanese, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Bergamo, rispecchia questa atmosfera e le dà, con la sua presenza ancora più fascino. Ci accoglie e ci guida tra le sue tele e si sottopone al fuoco di fila delle domande con molta determinazione e pacatezza, mostrando così quella sicurezza, tipica di un’artista che, seppur giovanissima, ha già deciso quale strada seguire nella sua arte.

Le chiediamo innanzi tutto da dove nasca l’interesse per Goffredo Parise, dai cui Sillabari la mostra prende le mosse. Il testo parisiano, composto di due parti, Sillabario n. 1 uscito nel 1972 per i tipi di Einaudi e Sillabario n. 2, nel 1982 per i tipi di Mondadori, si compone di racconti brevi sulla labilità dei sentimenti umani. Quasi piccoli poème en prose, distribuiti per lettere alfabetiche, mai completati, i racconti sono spesso coperti da una patina di malinconia e infondono un senso di caducità e di morte che si alterna a scene di gioia semplice, fatta delle cose elementari della storia e della vita.

Se il primo Sillabario (dalla A di Amore, Affetto, Allegria, alla F di Famiglia) si muove tra toni lievi e tinte mai eccessivamente forti, il secondo (che copre fino alla S di Sesso), al contrario, rappresenta una realtà molto feroce e controversa. Gli ambienti delle narrazioni si fanno disordinati e cupi, le azioni quasi sempre drammatiche e violente.

Anna Caruso, lontana da qualsiasi intento citazionistico o puramente referenziale, che avrebbe decisamente impoverito il senso della sua arte, ci spiega che i Sillabari, soprattutto il secondo, fanno parte delle sue letture e della sua formazione classica. Si coglie molto bene il percorso della pittrice nelle maglie di un testo apparentemente semplice, ma di fatto denso di temi: l’emozione della memoria, il dolore del ricordo e la sua stringente necessità, la complessità dell’animo umano, fatto di dolcezza e violenza fatalmente impastate, tornano con sapiente finezza nelle tele esposte allo Studio Cannaviello.

Anna Caruso racconta con dettaglio il suo processo compositivo. Fotografie di uomini e donne, spesso – ma non sempre – legate alla vita della pittrice, immagini durature di memorie altrimenti labili, sono lo spunto ridipinto sulla tela, come un fondo che via via emerge o scompare alla vista, ma che con la sua evidenza a tratti fantasmatica ci dice quanto l’oggi sia fatto di storia, individuale e singolare.

Il confronto con l’emozione e il sentimento non tarda però a palesarsi con le taglienti e nette geometrie cromatiche che incontrano le immagini umane, le separano dalla superficie, le sdoppiano, le moltiplicano le allontanano e le rendono sempre meno percepibili, ma non meno incombenti sulla scena.
Piccoli segni e grandi interventi grafico linearistici, sempre accomunati dai toni freddi del giallo, del verde o dei blu acidi, legano gli elementi, raccontandoci la metafora della storia che avvolge uomini e cose, ineluttabilmente.

L’inquietudine delle opere, stemperata e apparentemente alleggerita dall’attentissima cura nel comporre e pesare gli equilibri cromatici e spaziali, non fa che aumentare quando, a uno sguardo ravvicinato, ci accorgiamo della perfetta stesura delle forme, quasi prive del segno della pittrice, apparentemente, “fatte da sé”. Anna va fiera di questa capacità, conquistata sicuramente con lavoro e pazienza e ne parla come di un elemento che spesso stupisce il pubblico. In realtà, ci spiega, l’effetto di lucida omogeneità, d’ineccepibile ordine delle cose e delle forme, non fa che accentuare il senso della sua pittura: non si sfugge all’immagine della memoria e della storia. Fatalmente, il rapporto che ci lega alle emozioni e alle vicende del nostro passato, personale e familiare, non può essere mai negato, né evitato. Ci guarda, ci chiama al confronto, ci impone di riflettere, pacatamente, ma inesorabilmente.

I Sillabari in pittura di Anna Caruso nelle loro messe a fuoco e nella varietà di giochi prospettici diventano uno specchio da cui non è possibile sfuggire, un invito al confronto con la complessità della persona umana.

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Sillabari di Goffredo Parise. Mostra personale di Anna Caruso

5 maggio – 21 giugno 2016

Studio d’Arte Cannaviello

Piazzetta Bossi, 4 – Milano




L’intensità di MAGNITUDO a Milano

Possono i sogni diventare realtà anche ai nostri giorni? Se parliamo di Giordano Orchi, 27 anni, danzatore e coreografo, la risposta non può che essere sì! Giordano, infatti, ha investito tutto se stesso nella creazione del suo primo intenso e appassionato show indipendente di danza, di cui ha curato coreografie e regia coreografica, dall’evocativo nome MAGNITUDO.

Noi nasciamo da una relazione – dice Giordano Orchi presentando MAGNITUDOquindi prima di essere uno, siamo due. La nostra identità? Viene creata dalle relazioni, nessuno crea se stesso nell’isolamento. Le relazioni ci permettono di esplorare territori di noi che altrimenti resterebbero sconosciuti. Siamo essere unici… sì, ma nelle nostre moltitudini”.

Il 27 maggio 2016, lo spettacolo debutta, in prima Nazionale, al Teatro di Milano. Un’occasione unica per il pubblico non solo di vivere fisicamente il racconto intensamente emotivo e dinamico di relazioni di questo spettacolo ma anche per scoprire il grande talento di Giordano Orchi e dei giovani ballerini con lui sulla scena.

La creatività e il background internazionale di Orchi lo hanno motivato ad auto prodursi e a scrivere MAGNITUDO: uno spettacolo dove la miscela elettrica di diversi generi di danza, come Broadway, Jazz, Lyrical, Contemporary, Jazz-Funk, Breaking e di musica, muove 9 danzatori che, con i loro movimenti fluidi ed intensi, intrecciano relazioni di corpi nello spazio. A volte sono resistenti come elastici, o sottili come fili di luce; si stagliano in bianco e nero come vecchie foto, diventano labili come solo i sogni possono essere o nudi, l’uno verso l’altro.

MAGNITUDO
di Giordano Orchi
con Michele Bonaldi, Elisa Cunselmo, Alberto Del Prete, Giordano Orchi, Mauro Savino, Federica Scaramella, Monica Vallini, Angelo Vignola, Tatiana Zarrella

Venerdì 27 Maggio 2016 – ore 21.00

TEATRO DI MILANO
Via Fezzan, 11 – Milano

Info e biglietti: 02 4229 7313 – www.teatrodimilano.com – magnitudo.show@gmail.com


#magnitudo #showindipendente

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Grease: edizione speciale per festeggiare i 20 anni in Italia

Più di 1.500 repliche all’attivo e oltre 1.650.000 spettatori per lo spettacolo che ha debuttato il 4 marzo 1997 e, da allora, ha dato il via alla musical-mania in Italia. GREASE, il musical dei record prodotto da Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi, dopo gli incredibili successi di questi anni, un vero e proprio fenomeno di costume “pop”, torna a grande richiesta solo al Teatro della Luna dal 9 marzo 2017 con un’edizione speciale con band dal vivo, per festeggiare 20 anni di grandi successi.

I biglietti per le prime due settimane di programmazione al Teatro della Luna saranno in vendita in tutti i canali TicketOne da giovedì 19 maggio.

Compagnia della Rancia, sempre alla ricerca di nuovi talenti (proprio “Grease”, nelle precedenti edizioni, ha rappresentato il trampolino di lancio per moltissimi performer), annuncia, inoltre, audizioni per ruoli e ensemble, che si terranno al Teatro della Luna il prossimo 14 giugno; tutte le informazioni e il form per le iscrizioni sono on line all’indirizzo www.compagniadellarancia.it/audizioni .

Parte anche il “concorso di idee” proposto con la finalità di identificare una proposta progettuale per la scelta del nuovo logo di GREASE, attraverso una rilettura attuale ad opera di giovani studenti pieni di creatività che, nel 1997, al debutto del musical in Italia, erano poco più che neonati o addirittura non ancora nati; allo stesso tempo, il concorso di idee intende offrire un’opportunità per la valorizzazione del talento di studenti che seguono un percorso specifico di grafica e design e permette loro di confrontarsi con un primo approccio al mondo del lavoro. Il testo integrale del bando e le modalità di partecipazione sono disponibili sul sito grease.musical.it.

Oggi, a quasi quarant’anni dal film, sono sempre di più i giovanissimi che si lasciano conquistare dalla “greasemania” a ogni passaggio televisivo del cult con John Travolta e Olivia Newton-John (l’hashtag #grease è rapidamente diventato TT in Italia in occasione dell’ultima messa in onda) e a teatro, dove – in questi 20 anni di successi strabilianti – si vedono tra il pubblico scatenarsi insieme almeno tre generazioni, ognuna innamorata di GREASE per un motivo differente: la nostalgia del mondo perfetto degli anni Cinquanta, i ricordi legati al film e all’indimenticabile colonna sonora, l’immedesimazione in una storia d’amore senza tempo. Con GREASE si evoca un mondo semplice e un’atmosfera, interpretati con gli occhi di oggi, tra ciuffi ribelli modellati con la brillantina, giubbotti di pelle e sbarazzine gonne a ruota; amicizia, tanta musica e una buona dose di divertimento sono solo alcuni degli elementi di questo successo, tra cui si fa largo il sogno di un “fulmine di brillantina” cromato fatto apposta per conquistare le ragazze.

GREASE, con i suoi coloratissimi costumi e coreografie irresistibili, piene di ritmo ed energia, non è mai stato così attuale: in 20 anni di successi in Italia, si è trasformato in una macchina da applausi, cambiando il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro. Oggi GREASE è una festa da condividere con amici, figli, famiglie intere o in coppia, è trascorrere due ore spensierate, è non riuscire a restare fermi sulle poltrone ma scatenarsi a ballare.

GREASE

dal 9 marzo 2017

TEATRO DELLA LUNA
via G. di Vittorio, 6 – 20090 Assago (MI) Tel. 02 488577516
www.teatrodellaluna.com – www.facebook.com/teatrodellaluna – twitter @tdellaluna

www.grease.musical.it

I biglietti (da €29  a €64) sono in vendita da giovedì 19 maggio in tutti i punti vendita TicketOne, on line su www.ticketone.it e telefonicamente chiamando l’892101 (numero a tariffazione specifica).




Milano ricorda Umberto Boccioni

Prosegue con successo la mostra ‘Umberto Boccioni (1882 – 1916). Genio e Memoria’ con cui il Comune di Milano vuole ricordare il celebre artista, nella ricorrenza del primo centenario della  sua morte.

La mostra, che mette in evidenza il percorso artistico e la levatura internazionale di Boccioni, con particolare riguardo alla sua attività milanese, presenta circa 280 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti.

Per la prima volta Milano riunisce il ricchissimo patrimonio dell’artista dalle collezioni e dagli archivi dei suoi musei (Camera di Commercio, Castello Sforzesco, Galleria d’arte Moderna, Gallerie d’Italia, Museo del Novecento, Pinacoteca di Brera) il primo al mondo per consistenza e rappresentatività.

UMBERTO BOCCIONI (1882 – 1916). GENIO E MEMORIA

Milano, Palazzo Reale

23 marzo – 10 luglio 2016

a cura di Francesca Rossi con Agostino Contò

una mostra promossa dal Comune di Milano all’interno del palinsesto “Ritorni al futuro
un progetto di Castello Sforzesco, Museo del Novecento e Palazzo Reale

orari:     lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30

info e prenotazioni +39 0292800821
sito web www.palazzorealemilano.it




2016/2017: la stagione n. 70 del Piccolo Teatro di Milano

Il Piccolo Teatro di Milano presenta la stagione 2016/2017: 18 produzioni, 7 proposte in lingua originale, 23 spettacoli ospiti da realtà italiane fra le più significative; 24 testi contemporanei e lunghe teniture; 5 appuntamenti di danza; 6 collaborazioni storiche che si rinnovano; 3 rassegne di cinema; un nuovo Festival Jazz che si aggiunge all’offerta di Jazz al Piccolo; la Scuola fondata da Giorgio Strehler e intitolata a Luca Ronconi che compie trent’anni di attività formativa; programmi educativi e di ricerca con 12 Università, Accademie e Scuole di specializzazione; il Chiostro Nina Vinchi che diventa ancor più luogo d’incontro con il nuovo spazio multimediale RovelloDue.

La Stagione 2016/2017 del Piccolo Teatro è la risposta concreta a una convergenza cruciale di fatti e date. Su tutto dominano i 70 anni dalla fondazione, ma nei programmi e nel lavoro di tutto il Teatro emergono risultati e coincidenze che inducono a riflettere.

Alla fine del 2016, il Piccolo metterà in scena la recita numero 25mila della sua storia; più di  370 saranno i titoli di spettacoli prodotti, per un pubblico di oltre 19 milioni di persone. Nel 2017, in maggio, mese della fondazione del Teatro, torneranno affiancati in palcoscenico due spettacoli che rappresentano i manifesti vivi dell’idea che Luca Ronconi e Giorgio Strehler avevano del fare teatro: In cerca d’autore. Studio sui “Sei personaggi” di Luigi Pirandello e Arlecchino servitore di due padroni. Nel 2017 saranno anche i vent’anni dalla morte di Giorgio Strehler, che verrà ricordato con una mostra condivisa con la Città e altri teatri internazionali, oltre a una mostra sui Settant’anni nello Spazio RovelloDue e nel Chiostro.

Non è una lista di record, ma un rincorrersi di segni nella vita di un teatro che cerca ogni giorno di rispettare gli impegni scritti nella sua “carta” del ’47.

L’offerta per il pubblico, come si accennava, è molto ricca. Tra i tanti allestimenti in programma, non si possono non segnalare “Elvira“, diretto e interpretato da Toni Servillo, e “Bestie di scena“, prima produzione al Piccolo di Emma Dante. Molti, poi, i protagonisti della scena italiana che saliranno sul palco del Piccolo, tra cui: Massimo De Francovich, Franco Branciaroli, Roberto Herlitzka, Ottavia Piccolo, Laura Marinoni, Roberto Andò, Maddalena Crippa, Pippo Delbono, Luca Zingaretti, Enrico Intra, Fausto Russo Alesi, Fabrizio Falco, Andrea De Rosa, Lella Costa, Marco Baliani, Lina Prosa, Mario Perrotta, Andrea Renzi, Tony Laudadio, Emiliano Bronzino, Saverio La Ruina, Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Serena Sinigaglia, Graziano Piazza, Luca Lazzareschi, Valeria Milillo, Massimo Navone, la Compagnia marionettistica Carlo Colla & figli.




Andrea Liverani. Exsistere

In occasione di Photofestival 2016, Made4Art di Milano presenta Exsistere, mostra personale di Andrea Liverani (Imola, 1969) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, da domani fino al 23 maggio.

In esposizione una selezione di scatti appartenenti alla serie “La Natura, le origini, la vita”, che racconta, attraverso le immagini di una femminilità generatrice di vita, la poetica visione dell’artista sulla nascita e l’esistenza dell’essere umano in relazione al contesto naturale che lo ospita e lo accoglie.

Nelle opere di Andrea Liverani la natura è una presenza forte e costante. Anche in questa serie di fotografie, forti e delicate al tempo stesso, l’artista declina la natura e, insieme a essa, l’uomo secondo il verbo nascere. Origine di tutto è il seme e la schiusa che trasforma un essere in altro in divenire. Le fotografie sono così una vivida rappresentazione, trasposizione e sovrapposizione di questo passaggio che accomuna uomo e natura mostrandone movimenti, forme, analogie e contrasti.

A completare il progetto espositivo presentato presso la sede di Made4Art di Milano un nucleo di scatti sul tema della terra presentati al pubblico per la prima volta, che mette in luce la profonda influenza della natura sulla produzione artistica di Liverani.

Le opere fotografiche di Andrea Liverani diventano rappresentazioni dell’indissolubile legame tra uomo e natura, dalla nascita alla fine, attraverso tutte le tappe del vivere, un rapporto spesso contrastato e influenzato ai nostri giorni da una modernità non priva di contraddizioni che tende a isolare l’essere umano e a spingerlo verso un’illusoria condizione di indipendenza rispetto alla natura.

Exsistere, con data di inaugurazione mercoledì 11 maggio, rimarrà aperta al pubblico fino al giorno 23 dello stesso mese.

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Andrea Liverani. Exsistere
a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
11-23 maggio 2016
Inaugurazione mercoledì 11 maggio, ore 18.30
Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 / 16 – 19
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