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Franchi e Tosini alla Milan Design Week 2016

In occasione del Fuorisalone del Mobile 2016, Made4Art di Milano presenta un’esposizione di opere d’arte e design di Franca Franchi e Massimo Tosini.

Fondatori del movimento artistico “Zen in Art – per un’estetica Zen” (2014), i due artisti si riconoscono nei principi Zen, pensiero di importanza fondamentale in un mondo globalizzato e in profonda crisi spirituale.

Raffinatezza, essenzialità delle forme e dei cromatismi, sobrietà, naturalezza, ricerca della positività e della quiete interiore: questi alcuni degli elementi che accomunano le opere di Franchi e Tosini, nella produzione artistica come negli oggetti di design da loro realizzati.

In esposizione presso Made4Art una selezione di sculture, lampade e tavoli in cristallo creati da Franca Franchi e una serie di opere pittoriche e paraventi di Massimo Tosini: pezzi unici in bilico tra bellezza e funzionalità, arte che incontra il design.

Franca Franchi ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero; entrambi sono presenti nell’antologia di scritti critici “Gli artisti che ho incontrato” (Skira, 2015) di Gillo Dorfles, che segue gli artisti di cui ha curato la mostra “Il Segno e la Luce”, 2015, scegliendo le opere esposte e scrivendo la presentazione.

Un evento Expo in Città, Made4Expo.

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Franca Franchi e Massimo Tosini – Milan Design Week 2016

12-17 aprile 2016, ore 11-19

Spazio M4A – MADE4ART
Via Voghera 14 – Ingresso da Via Cerano – 20144 Milano

MM2 P.ta Genova – S. Agostino | Tram 14-2-9-19, Bus 74-47-59

Comunicazione a cura di  M4A – MADE4ART

Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
www.made4art.it | info@made4art.it | www.made4expo.com




Simbolismo: inquietudine, fascino e sperimentazione nell’arte europea tra ottocento e Novecento

E’ un tempio la Natura ove viventi
pilastri a volte confuse parole
mandano fuori; la attraversa l’uomo
tra foreste di simboli dagli occhi
familiari. I profumi e i colori
e i suoni si rispondono come echi
lunghi che di lontano si confondono
in unità profonda e tenebrosa,
vasta come la notte ed il chiarore.

di Emanuele Domenico Vicini – Con queste parole si apre Corrispondences, uno dei testi chiave dei Fiori del Male, raccolta poetica del 1854 di Charles Baudelaire, nonché uno dei punti di riferimento della cultura simbolista europea, nel passaggio tra XIX e XX secolo.

La natura, luogo di forme reali e di suggestioni spirituali, non è più solo spazio per l’esercizio delle facoltà razionali dell’uomo, non può più solo accogliere lo spirito indagatore, di scoperta, di invenzione, dell’intellettuale che nella scienza ripone ogni fiducia; essa diventa al contrario luogo dell’indistinto, tempio dove albergano forze spirituali profonde e arcane. Le sue parole sono confuse, i segni che ci invia non possono che affascinarci e confonderci allo stesso tempo, perché stimolano i nostri sensi.

La metafora del mondo è la sintesi di profumi e colori che si confondono in un’unità vasta e profonda come la notte e come la luce.
Sinestesie, contraddizioni logiche, suggestioni arazionali sono i tratti tipici dell’immaginario simbolista, nella poesia di Baudelaire espressi con il fascino di una sintesi verbale potente e immaginifica.

Questi, d’altra parte, sono i temi della cultura simbolista, raccontati anche dalla pittura con indubbia efficacia espressiva. E questi sono i percorsi della mostra milanese “Simbolismo”, a Palazzo Reale fino al 5 giugno 2016.

Non è facile raccogliere in un’esposizione compatta e unitaria le fila di un movimento così eterogeneo: a Milano sono esposti artisti molto lontani tra loro, con opere di grande interesse: dalla straordinaria donna ghepardo della Sfinge di Fernand Khnopff; alla Testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Delville (provenienti dal Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles); o ancora dall’opera di Ferdinand Hodler, intitolata l’Eletto (dall’Osthaus Museum di Hagen), al Silenzio della foresta di Arnold Böcklin (dalla Galleria Nazionale di Poznan).

Non dimentichiamo però gli italiani, come Aristide Sartorio presente con l’imponente ciclo pittorico Il poema della vita umana, realizzato per la Biennale del 1907, la stessa dove venne allestita la famosa Sala dell’Arte del Sogno che ha rappresentato la consacrazione ufficiale del Simbolismo in Italia.

È quindi decisamente interessante percorrere le sale della mostra, molto ben allestite, con luce soffusa e intrigante, accompagnati dalle parole di Baudelaire e dei suoi Fiori del male, dipinte alle pareti, per introdurre il visitatore nei diversi temi del percorso. Si coglie, nella messe di pittori, temi e tecniche presenti (da echi tardo romantici a suggestioni post impressioniste, da elegantissime citazioni di sfumature leonardesche ai tecnicismo del divisionismo all’italiana) prima di tutto la complessità dei movimento, e in particolare la sofisticata scelta tematica che spesso torna al mito classico.
È il caso di uno dei pezzi più famosi in mostra, giustamente scelto come immagine dell’evento, L’arte o La Sfinge o Le carezze, di Fernand Khnopff. Un Edipo efebico viene dolcemente accarezzato dal un ghepardo, mollemente adagiato al suo fianco, con il volto femminile della sfinge.
I due personaggi sono l’emblema dell’ambiguità (l’androginia di Edipo e la duplice natura umana e felina della Sfinge) come cifra fondamentale dell’esistenza stessa, ma nello specifico come carattere proprio di ogni forma di comunicazione.
Edipo comunica il mistero risolto, ma non provoca la sconfitta e il suicidio della sfinge, la quale, al contrario, lo coccola e lo blandisce, insinuando il dubbio che Edipo non si sia ancora liberato (né mai si libererà) dalle maglie invisibili della seduzione dell’enigma. Per questo Edipo accetta l’insidiosa carezza di lei, dimostrando che la condizione del dubbio e dell’incertezza suscitano sull’uomo un fascino ineguagliabile e inesplicabile.

Assolutamente meritevoli sono gli italiani in mostra, il già citato Sartorio, Gaetano Previati e Giovanni Segantini.
Di Previati dominano alcune opere meno note, come Il chiaro di Luna, dove le lumeggiature argentee, sui toni cupi della notte, sono capaci di creare un effetto sognante e quasi mistico. Non dimentichiamo però il Trittico dell’Eroe, molto famoso, che apre, con la sua relazione con la Sinfonia Eroica di Beethoven, il tema del Gesamkunstwerk, l’opera d’arte totale. L’eroe è celebrato con un ritmo solenne e sacro dal tocco divisionista del pittore, ricordando così l’andamento imponente della sinfonia. Nel mondo simbolista, l’ispirazione artistica è trasversale, passa dalla musica alla pittura, e viceversa, come espressione prima di tutto di un’idea di bellezza superiore, non tanto destinata alla percezione dei sensi, quanto dell’intelletto nella sua superiore capacità intuitiva.

Tra i temi che spiccano per la loro potenza evocativa va ancora citato quello della figura femminile, rivisitata nella sua immagine da molti artisti. Il più affascinante esempio è decisamente Il Peccato (qui esposto nella versione abitualmente a Palermo), di Franz Von Stuck, cofondatore del movimento della Secessione di Monaco, che apre la strada alla cultura simbolista in Germania.
La sua Eva, avvolta della spire del serpente, ci guarda con inquieto e spregiudicato erotismo; il rettile non simboleggia più solo l’abiezione del male, ma prima di tutto il suo fascino perverso e ammaliante. Quasi come la stola di una nobildonna, le squame lucide della bestia circondano il corpo nudo di Eva, sicura di sé, nella posa eretta e nello sguardo. Eva di Von Stuck, come Elena Muti di D’Annunzio, o le donne vampiro di Munch, è l’emblema di quel processo di rinnovamento della figura femminile che segna l’inizio della modernità del XX secolo.

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SIMBOLISMO

Palazzo Reale – Milano

fino al 5 giugno 2016




Nuova personale per l’artista e fotografo Paolo Bongianino

In occasione del Fuorisalone del Mobile – Milan Design Week, Made4Art di Milano, in collaborazione con Azimut Consulenza Sim, presenta una personale dell’artista e fotografo Paolo Bongianino, che si terrà dall’11 aprile al 6 maggio 2016 presso la sede milanese di Azimut Consulenza Sim, Corso Venezia 48, Palazzo Bocconi.

In mostra nella sala eventi e negli uffici di Azimut oltre 50 opere scelte di Bongianino, tra le quali una selezione di scatti appartenenti alle serie Arbor, arboris e 2in1, entrambe esposte a gennaio da Made4Art alla fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea Arte Fiera di Bologna; i lavori della serie 2in1, immagini stampate su entrambi i lati dello stesso foglio, svelano la propria duplice natura rivelando una seconda dimensione più intima e nascosta.

Per l’occasione verrà presentata in anteprima una serie di opere inedite selezionate e pubblicate dalla Redazione della rivista Vogue nella sezione “PhotoVogue” dedicata alla fotografia.

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Paolo Bongianino. Opere scelte

11 aprile – 6 maggio 2016 
Opening & Special Cocktail lunedì 11 aprile, ore 18.30 – 20.30

Azimut Consulenza Sim
 – Palazzo Bocconi, Corso Venezia 48, 20121 Milano

Dal 12 aprile al 4 maggio la mostra sarà aperta al pubblico su appuntamento 
Catalogo disponibile in sede

Art Project & Communication M4A – MADE4ART 
di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo 
Comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Un evento: Expo in Città




FAME: l’intramontabile leggenda della cultura pop debutta a Milano

Fame – Saranno Famosi è un fenomeno leggendario ed intramontabile della cultura pop ideato da David De Silva negli anni ‘80. Un titolo inconfondibile, un film e una serie tv indimenticabili, e un musical di successo internazionale. Lo spettacolo racconta la vita degli allievi e gli insegnanti della rinomata ed esclusiva High School of Performing Arts di New York. Un gruppo di ragazzi, ognuno con la propria storia e un’unica cosa in comune: un sogno, il successo. Una storia che continua a conquistare ed emozionare nuove generazioni di pubblico ed ispirare miriadi di giovani talenti.

Dopo diversi anni di assenza “Fame – the musical” debutta a Milano al Barclays Teatro Nazionale il 7 aprile (anteprime dal 31 marzo al 6 aprile) con una versione speciale in occasione dei 35 anni dall’uscita del film. Un omaggio a tutte le atmosfere anni ‘80 e i ricordi che “Fame” richiama alla nostra memoria. In più lo spettacolo riserva al suo pubblico una sorpresa: ogni sera saranno disposti direttamente sul palcoscenico 10 posti per poter assistere allo spettacolo “dall’Auditorium della Scuola di Fame”.

Fame 36

FAME THE MUSICAL

dal 31 marzo al 1 maggio 2016

Official Opening Night 7 aprile 2016

Barclays Teatro Nazionale
Via Giordano Rota 1 20149 Milano – ex Piazza Piemonte 12
Biglietteria: orario 14.00-19.00 da martedì a domenica.
Tel. 02 00640888 orario 15.00 – 19.00 da martedì a sabato
Ufficio gruppi: tel. +39 02 00640835 – fax +39 02 00620790
Mail: b2b@stage-entertainment.it – www.teatronazionale.it

Informazioni e Prezzi

PREZZI (da €.59 a €.19)
WEEKDAY (martedì, mercoledì, giovedì, sabato pomeriggio e domenica sera)
POLTRONISSIMA VIP     € 54,00
PRIMA POLTRONA          € 49,00
SECONDA POLTRONA    € 45,00
PRIMA GALLERIA            € 29,00
SECONDA GALLERIA      € 19,00
WEEKEND (venerdì, sabato sera e domenica pomeriggio)
POLTRONISSIMA VIP      € 59,00
PRIMA POLTRONA          € 54,00
SECONDA POLTRONA    € 49,00
PRIMA GALLERIA            € 34,00
SECONDA GALLERIA      € 24,00

ORARI
Da martedì a venerdì ore 20,45
Sabato ore 15,00 e ore 20,45
Domenica ore 15,00 e ore 19,00

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
*Indirizzo mail per la richiesta di assegnazione dei posti sul palcoscenico: info@fameilmusical.it

Info: www.fameilmusical.it – Prevendite: www.ticketone.it




Il colore degli anni ’50: Martin Karplus, fotografo premio Nobel, a Milano

Il Grattacielo Pirelli ospita la prima mostra personale in Italia di Martin Karplus fotografo (Vienna, 1930), personalità di spicco nel panorama scientifico internazionale e vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel 2013.

Il progetto, presentato presso la sede di Regione Lombardia da Vittorio Schieroni ed Elena AmodeoMade4Art, consiste nella mostra Martin Karplus fotografo: il colore degli anni ‘50, a cura di Sylvie Aubenas della Bibliothèque Nationale de France, insieme a un concorso fotografico dedicato a giovani studenti lombardi. Il progetto è realizzato in collaborazione con Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

In esposizione oltre sessanta opere in prestito dalla Bibliothèque Nationale de France rappresentative della produzione artistica di Martin Karplus e delle tematiche da lui affrontate: immagini a colori dell’Europa, delle Americhe e dell’Asia degli anni ‘50 e ‘60 che mostrano le avventure della sua vita, le emozioni e i luoghi da lui visitati. Immagini della natura incontaminata del Brasile e del Perù, dove affiorano le rovine di antiche civiltà o imponenti architetture moderne, volti e persone di popolazioni balcaniche ritratte nella loro quotidianità, lo stretto legame con l’acqua che caratterizza la vita dei pescatori di Hong Kong, fino ai prorompenti e accesi colori della frutta e delle spezie che riempiono i mercati cinesi e indiani. Questi sono alcuni dei soggetti ritratti dall’obiettivo di Martin Karplus dagli anni Cinquanta ai giorni nostri, in un viaggio che tocca culture, usi e costumi diversi, Paesi vicini e lontani nel tempo e nello spazio, in un fondersi di vita personale e universale, di quella delle persone e dei luoghi che ha incontrato sul proprio cammino.

Il corpus principale della produzione fotografica di Karplus è rappresentato dagli scatti realizzati tra gli anni ’50 e ’60 con oltre 4.000 diapositive che sono rimaste inedite per quarant’anni mentre lo scienziato continuava a dedicarsi alla sua attività di ricerca. Nel corso del 2000 una selezione di queste diapositive è stata scansionata, rivelando immagini che conservano intatti i colori originari. 
Il lavoro di Karplus, che vede il passaggio dall’analogico al digitale, dalla sua Leica IIIC alla nuova Canon EOS 20D, riesce a conciliare la bellezza estetica tipica dell’opera d’arte con la carica emozionale del reportage, con tutte le sue valenze storiche, sociali e culturali. La mostra diventa un importante documento di oltre cinquant’anni di vita che Martin Karplus, conosciuto principalmente in ambito scientifico, vuole trasmettere alle generazioni future: una visione di quel mondo in cui ha vissuto, oggi in gran parte non più esistente.

A completare il progetto una sezione dedicata al Concorso fotografico Luoghi e colori di Lombardia indetto dall’Università Statale di Milano, che presenta il tema del viaggio e del colore attraverso la fotografia di alcuni studenti dell’Ateneo. Il Comitato di selezione, presieduto da Martin Karplus e composto dai Curatori del progetto, da Silvia Gaffurini (artista fotografa), Roberto Mutti (critico fotografico) e Giorgio Zanchetti (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, Università degli Studi di Milano) ha selezionato le opere che meglio hanno saputo rappresentare il tema proposto, con l’obiettivo di attrarre i giovani al mondo dell’arte e della fotografia. L’invito proposto agli studenti era quello di cimentarsi con la vitalità e l’energia cromatica tipica delle fotografie di Karplus degli anni ’50 e ’60.

Martin Karplus nasce a Vienna nel 1930. Si trasferisce coi genitori e il fratello negli Stati Uniti nel 1938. Dopo gli studi ad Harvard, consegue il dottorato di ricerca in Chimica presso il California Institute of Technology nel 1953. Trascorre due anni ad Oxford per tornare negli Stati Uniti come professore all’Università dell’Illinois prima e alla Columbia University dopo. Nel 1966 diventa professore di Chimica all’Università di Harvard, dove conduce tuttora la sua attività di ricerca. Nel 1996 diventa professore anche alla Università Louis Pasteur di Strasburgo, continuando la sua attività sia negli Stati Uniti che in Francia. È membro della National Academy of Sciences, l’American Academy of Arts & Sciences e membro straniero dell’Accademia Olandese delle Arti e delle Scienze e della Royal Society di Londra. Nel 2013 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Chimica.

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Martin Karplus fotografo: il colore degli anni ‘50 e Concorso fotografico Luoghi e colori di Lombardia

Progetto a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni

6 aprile – 26 maggio 2016 | Inaugurazione mercoledì 6 aprile, ore 17 | Conferenza stampa, ore 15.30 
Grattacielo Pirelli – Spazio Eventi, 1° piano Via Fabio Filzi, 22 – 20124 Milano

Orari di apertura: lunedì – venerdì ore 13-19 | Ingresso gratuito

Info: www.made4art.it | info@made4art.it | www.regione.lombardia.it

Per ricevere materiale e immagini relativi alla mostra: press@made4art.it

Art Project & Communication: M4A – MADE4ART | Comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo | www.made4art.it | info@made4art.it

In collaborazione con: Bibliothèque Nationale de France, Regione Lombardia

Con il contributo di: LGH Linea Group Holding, Linea Energia, Forum austriaco di cultura, Fondazione Oronzio e Niccolò De Nora, Royal Society of Chemistry

Con il Patrocinio di: Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Milano, Arcidiocesi di Milano, 
Società Chimica Italiana – Divisione di Elettrochimica, Comune di Milano, Fondazione Cariplo

In partnership: M4E – MADE4EXPO | www.made4expo.com | Evento: Photofestival | Un evento: Expo in Città




“LA BELLEZZA RITROVATA”: XVII EDIZIONE DI “RESTITUZIONI” PER LA PRIMA VOLTA A MILANO

di Elisa Pedini – Da oggi, 1° aprile, fino al 17 luglio sarà aperta al pubblico la mostra “La bellezza ritrovata” presso le Gallerie d’Italia in Piazza Scala. L’esposizione fa parte del progetto “Restituzioni”, programma di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico pubblico, curato e promosso da Intesa Sanpaolo. “Restituzioni 2016” è la XVII edizione del progetto, che, per la prima volta, si tiene a Milano. Ben 145 le opere sottoposte a restauro e presentate al pubblico prima di ritornare ai rispettivi luoghi d’appartenenza. Un’occasione unica per gustare, in anteprima, dei capolavori appena restaurati e aspetto estremamente interessante, assolutamente eterogenei: pittorici, scultorei, lignei e preziosi manufatti artigianali come, per esempio, i costumi della Commedia dell’Arte e i paramenti religiosi. Alcuni capolavori portano la firma di nomi altisonanti come Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto, altri sono meno noti o anonimi, ma, con certezza, tutti fanno parte del maestoso patrimonio culturale italiano. Le opere arrivano da tutto il territorio e per la precisione da: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria. Inoltre, altra novità di quest’anno, il programma include gli stati europei che sono sede delle banche estere del Gruppo Intesa Sanpaolo: la prima a essere stata coinvolta è stata la Slovacchia, presente in mostra con tre rilievi lignei.

Per farvi comprendere la grandezza di questa iniziativa, v’illustrerò in cosa consiste esattamente il programma “Restituzioni”. Il nome stesso del programma è già molto eloquente: “Restituzioni”, ovvero l’idea del “ridare”, perché è questo che il restauro di fatto fa: restituisce a nuova vita, alla conoscenza, alla consapevolezza, all’umanità. Il programma nasce nel 1989 in Veneto, sotto l’egida dell’allora Banca Cattolica del Veneto, con appena dieci opere e limitato al territorio d’appartenenza.

Oggi, ventisette anni e diciassette edizioni dopo, le mostre biennali e itineranti di “Restituzioni” coprono l’intero territorio nazionale: più di duecento siti archeologici, chiese e musei hanno beneficiato del programma, oltre un centinaio di laboratori di restauro e professionisti del settore hanno partecipato e più di mille opere sono state salvate e restituite al patrimonio artistico e culturale italiano e per conseguenza, al pubblico. Un impegno che è frutto d’una stretta collaborazione con tutti gli enti ministeriali preposti alla tutela dei beni culturali, mostrando quello che è un grande fattore d’orgoglio di questo programma: ovvero, un’esemplare sinergia tra pubblico e privato. La mostra “La bellezza ritrovata” è, dunque, un viaggio immaginario in tutto il nostro territorio e nel tempo, perché, le 145 opere, nella loro meravigliosa molteplicità di genere, forma e materiali, coprono 30 secoli di storia dell’arte. Inoltre, consente di conoscere quello che è il difficile e ad un tempo magico, lavoro del restauro, una disciplina che riunisce attorno allo stesso tavolo figure professionali diverse e specializzate: il restauratore, lo scienziato e lo storico dell’arte. Il restauro costituisce in Italia un campo d’eccellenza, all’avanguardia a livello internazionale. Perla di questa edizione del programma, è la possibilità per il pubblico di assistere direttamente al lavoro dei restauratori, perché presso l’officina di “Restituzioni”, allestita all’interno delle Gallerie d’Italia, è attivo il cantiere di restauro degli affreschi dell’inizio del XII secolo della chiesa di San Pietro all’Olmo di Milano.

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La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 19:30; il giovedì l’orario si prolunga fino alle 22:30. L’ultimo ingresso è fino a un’ora prima della chiusura. Il biglietto ha un costo simbolico di € 5,00 ed è valido per la visita alla mostra “La bellezza ritrovata” e per le collezioni permanenti. L’ingresso è gratuito per tutti ogni prima domenica del mese e sempre per i giovani fino a 18 anni.

Per ogni informazione e per prenotazioni si può visitare il sito: www.gallerieditalia.com.

Da segnalare, inoltre, le numerosissime attività collaterali, tra le quali ve ne segnalo, in particolare, due, che si tengono entrambe tutte le domeniche dal 1° aprile al 17 luglio: la prima riguarda le visite guidate alle ore 15: attività sottoposta al raggiungimento minimo dei 10 partecipanti e rigorosamente su prenotazione al numero 800 167619, al costo di € 5,00 a persona più biglietto d’ingresso; la seconda è relativa alle visite guidate con laboratorio, per piccoli restauratori in erba, alle 15:30, pensate per bambini dai 6 ai 12 anni: attività sottoposta al raggiungimento minimo dei 10 partecipanti e anche questa su prenotazione al suddetto numero verde; il costo è di € 10,00 a bambino con ingresso gratuito alle Gallerie. Numerosi, anche, i percorsi didattici rivolti alle scuole.

“La Bellezza ritrovata” è allestita per la prima volta a Milano ed è dunque bellezza e consapevolezza per l’intera città: il Comune di Milano, infatti, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, contestualmente all’apertura della mostra, ha coinvolto i musei cittadini chiedendo di valorizzare un’opera delle proprie collezioni che sia stata oggetto di restauro recente. Le opere sono state inserite in un itinerario che conduce i visitatori attraverso un viaggio tra le opere restituite a Milano e al pubblico. Questo progetto s’inserisce in un palinsesto tematico ben più ampio, denominato “Ritorni al futuro” ricchissimo di eventi: oltre 100 appuntamenti che spaziano dalla mostra, al concerto, al teatro, al cinema.

Per informazioni: www.ritornialfuturo.it.

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Debutta “Ciò che vide il maggiordomo”

“Ciò che vide il maggiordomo”, tra i testi più rappresentativi di Joe Orton, debutta al teatro san Babila di Miano. la commedia, diretta da Marco Vaccari, sarà in scena dall’8 al 17 aprile.

L’azione in “Ciò che vide il maggiordomo” di svolge  nello studio psichiatrico del Dottor Prentice il quale tenta di sedurre un’apprendista segretaria forse un po’ troppo ingenua. L’irruzione della moglie nevrotica, quella di un allucinante e irreprensibile ispettore sanitario, di un maldestro fattorino d’albergo e di un poliziotto con dubbie capacità investigative fanno il resto.

Imbarazzi, scambi d’identità, aggressioni ed inseguimenti, equivoci e diagnosi affrettate, travestimenti e scomparse improvvise. Quello proposto da Orton in “Ciò che vide il maggiordomo” è un meccanismo ad orologeria che fa saltare ogni certezza e travolge ogni logica utilizzando personaggi esasperatamente folli. Con un dialogo paradossale e arguto in parte influenzato da Oscar Wilde e dal teatro dell’assurdo il dissacrante autore inglese celebra l’apologia del caos.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro San Babila di Milano dall’8 al 17 aprile
Biglietti da 17 euro




Dapporto e Solenghi per la prima volta in scena insieme

“Quei Due” porta per la prima volta in scena insieme Massimo Dapporto (Charlie) e Tullio Solenghi (Harry) in un’inedita coppia gay alle prese con la società omofoba dell’Inghilterra degli Anni ’60. La commedia, prodotto da Angelo Tumminelli e diretta da Roberto Valerio, approda  il 31 marzo al Teatro Manzoni di  Milano e vi rimane fino al 17 aprile.

Massimo Dapporto e Tullio Solenghi, saranno rispettivamente Charlie e Harry, barbieri della periferia londinese che vivono assieme da una trentina d’anni, con tutte le dinamiche di due coniugi provati da una vita fatta ormai di continui litigi, di futili battibecchi, di sofferenze inferte volontariamente: entrambi sapendo però di non poter più fare a meno l’uno dell’altro.

Su tutta la commedia incombe l’ombra di un processo che Charlie dovrà affrontare per sospetto di omosessualità e per atti osceni in luogo pubblico. Quello di Harry e Charlie è un amore consumato clandestinamente in un oscuro “sottosuolo”, emblema di una felicità sacrificata, di un’esistenza votata alla dissimulazione e alla vergogna, sullo sfondo di una società omofoba, quella dell’Inghilterra degli anni Sessanta dove fino al 1967 (!!!) vige il Buggery act, legge da cui fu perseguitato nel 1895 Oscar Wilde.  In un esilarante e spietato confronto “Quei due” nel giro di una notte si confesseranno per la prima volta in trent’anni.

In precedenza la coppia, interpretata da Massimo Dapporto e Tullio Solenghi,  è stata portata sui palcoscenici italiani da Paolo Stoppa e Renzo Ricci,  e nei cinema internazionali da  Richard Burton e Rex Harrison.

DOVE COME E A QUANTO

Teatro Manzoni, Milano – 31 marzo- 17 aprile
Orari: Feriali  ore 20.45 –  Domenica ore 15.30
Biglietti da 23 euro




XXI TRIENNALE: PRONTI, PARTENZA, VIA!

di Gabriele Antoninetti – Dal prossimo 2 aprile, a Milano, prenderà il via, dopo quasi vent’anni di assenza, una nuova edizione della Esposizione Triennale. La ventunesima, a essere precisi. Una storia che parte da lontano, a cominciare da quando, nel 1923, tra i mesi di maggio e ottobre, la prima “Mostra internazionale delle arti decorative” ebbe luogo non a Milano, bensì a Monza, presso il parco della Villa Reale. E dal capoluogo brianzolo si riparte anche questa volta, quasi a celebrare oppure, se vogliamo, a ipotetico ricollegarsi a ciò che è stato. Di fatto, tra le venti locations che saranno interessate all’imminente e nuovissimo evento – che, ricordiamolo, coinvolgerà tutta la città fino alla fine di settembre – oltre alla Villa di Monza ci saranno anche il palazzo di Giovanni Muzio, progettato fra gli anni 1931-1933 e sede stessa della Triennale, così come l’Accademia di Brera, la Fabbrica del Vapore di via Procaccini, il MUDEC di via Tortona, il Palazzo della Permanente di via Turati, l’Hangar Bicocca, il Campus del Politecnico, quello dello IULM, lo Spazio Oberdan, il Museo Diocesano, quello della Scienza e della Tecnica,  il pontiano grattacielo Pirelli ma anche, fra altri ancora, un’area dell’Expo ad hoc adibita. Quaranta i paesi partcipanti, dall’ Asia all’Africa fino al Canada, per non citare quelli europei, tutti accomunati dal filo rosso che farà da motto per questa edizione: Design after Design.

Precisa il comitato scientifico della Triennale, presieduto da Claudio De Albertis, che saranno toccate “Questioni chiave come la nuova drammaturgia del progetto, che consiste soprattutto nella sua capacità di confrontarsi con i temi antropologici che la modernità classica ha escluso dalle sue competenze (la morte, il sacro, l’Eros, il destino, le tradizioni, la storia); la questione del genere nella progettazione; l’impatto della globalizzazione sul design; le trasformazioni conseguenti la crisi del 2008 e l’arrivo del XXI secolo; la relazione tra città e design; i rapporti tra design e accessibilità delle nuove tecnologie dell’informazione; i rapporti tra design e artigianato.”

Se per il momento non sapete ancora orientarvi su quale mostra scegliere di visitare tra le tante in programma, basti dire che davvero c’è, come si dice, l’imbarazzo della scelta. Cinque quelle in Triennale; si parte da “Women in Italian Design” con la curatela di Silvana Annichiarico, “Brilliant! I futuri del gioiello italiano” di Alba Cappellieri, “Neo Preistoria – 100 verbi” di Andrea Branzi e Kenya Hara, “Stanze. Altre filosofie dell’abitare” a cura di Beppe Finessi, per arrivare a “La Metropoli Multietnica” di Andrea Branzi. Altre mostre ancora – undici – sparse per tutto il tessuto urbano di Milano, senza contare poi le altre otto presenti nei luoghi extra urbani sopra citati.

Se ancora di numeri e nomi non siete stanchi, basto io a dare il colpo di grazia; non perdetevi nulla nemmeno della sezione “Eventi e partecipazioni”, suddivisi in vari giorni tra concerti, conferenze, proiezioni, festival, laboratori, convegni e spettacoli per un totale di…quarantuno! Se tuttora conservate memoria, magari non felicissima, di quella che venne definita “Milano da bere”, ora godetevi questa nuova Milano, tutta da vivere.




Le sperimentazioni su materia e materiali in esposizione a Milano

Materia e materiali: la linea del pensiero, ideale anteprima del progetto organizzato dallo spazio d’arte e design milanese per il Fuorisalone del Mobile – Milan Design Week di “zona Tortona” (aprile 2016), è il nuovo evento organizzato e proposto da Made4Art. Lo special art project vuole sottolineare l’importanza della ricerca tecnica e della sperimentazione sulla materia e sui materiali nel design e in arte, ambiti della creatività umana sempre più vicini e dai confini sempre meno definiti.

Il progetto espositivo, che vede come protagonisti gli artisti Emilio Belotti, Marina Berra, Fiorenza Bertelli e Martino Brivio, nasce dalla volontà di presentare al pubblico alcuni significativi risultati di questa ricerca: ciascun artista, sulla base delle proprie specificità artistiche e tecniche, ha interpretato il tema seguendo una propria personale idea di progettualità.

Gli ideatori del progetto, Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, hanno studiato per la presente esposizione un allestimento basato su richiami, analogie e contrasti, che trova la propria forza nell’eterogeneità dell’insieme. Dalle pitture e sculture polimateriche di Emilio Belotti, tecniche miste che ricorrono a inclusioni di materiali quali polistirolo, cartone, legno e ferro, alla serie di lavori su carta di Martino Brivio, supporto privilegiato per le sue delicate composizioni in bilico tra astrazione e figurazione, dalle opere pittoriche di Fiorenza Bertelli, dove le linee e i colori si fondono per creare inaspettate armonie e suggerire profili architettonici, ai “Materici” di Marina Berra, tele ricche di energia e vitalità con la forza della loro presenza cromatica. Quattro interpretazioni diverse dello stesso tema, tra arte e design, dove la presenza della linea, del tratto, del segno diventa simbolo dell’Idea, dei percorsi della creatività e delle evoluzioni del pensiero.

Materia e materiali, terza tappa del progetto di indagine su questo tema condotto da Made4Art, vuole essere un viaggio di scoperta all’interno del progetto e dell’idea che stanno alla base della realizzazione di un’opera d’arte, nei colori e nella materia pittorica, nei diversi materiali naturali e artificiali che ci circondano.

La mostra, con data di inaugurazione venerdì 25 marzo alle ore 18.30, rimarrà aperta al pubblico fino al 1 aprile 2016.

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Materia e materiali: la linea del pensiero


Emilio Belotti, Marina Berra, Fiorenza Bertelli, Martino Brivio


Art Project Made4Art
25 marzo – 1 aprile 2016

Inaugurazione venerdì 25 marzo, ore 18.30

Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 e 16 – 19, sabato su appuntamento

M4A – MADE4ART

di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni

Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura

Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano

www.made4art.it – info@made4art.it – t. +39.02.39813872

Un progetto M4E – MADE4EXPO

Media partner Espoarte