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Quello che le donne non dicono. Lady Macbeth Vs Ophelia

Debutta a Milano, al Teatro Libero, “Quello che le donne non dicono. Lady Machbeth Vs Ophelia” scritto e diretto dall’attore, regista, drammaturgo Fabio Banfo. Il testo ha già raccolto  il consenso di pubblico e critica sia in Italia sia all’estero: è stato, infatti, rappresentato a Santiago del Cile presso il Teatro della Universidad de Chile ed è risultato finalista al concorso di drammaturgia “Per Voce Sola” 2014, presso il Teatro della Tosse di Genova.

Ho scritto un monologo  – dice Fabio Banfopartendo da un dialogo. Immaginando l’impossibile incontro tra due personaggi femminili dell’universo shakespeariano: Lady Macbeth e Ofelia. La donna forte e algida contro la donna ingenua e fragile. Mi interessava parlare attraverso di loro della relazione delle donne con gli uomini, prendendo due punti di vista estremi, la donna vittima e la manipolatrice, la dominante e la soccombente. Sullo sfondo il dolore dei legami di sangue, la follia, il suicidio. Ma anche i sogni più infantili, i desideri, le piccole favole di cui si nutre un’esistenza.

Lady Macbeth e Ofelia e le loro storie, vengono costantemente citati, attraverso il metodo della rilettura in chiave moderna e degradata, secondo il principio di scrittura seguito da T.S. Eliot nella Terra Desolata, così che laddove Ofelia impazzita cantava le sue lodi intrise di poesia, qui la protagonista canta accompagnandosi al pianoforte delle canzonette della tradizione popolare italiana, e in luogo degli stermini per la conquista del trono scozzese, abbiamo l’assurdo e in parte incosciente omicidio di una nonna gettata giù dalle scale. Il monologo è nato dall’impasto di questa materia. E’ nata una donna. Che si racconta. Fino alla fine. Fino alle estreme conseguenze. Ad ascoltarla c’è la sua migliore amica. Solo lei potrà forse capirla e, forse, perdonarla”.

In scena due attrici, Monica Faggiani e Debora Mancini, a rappresentare la stessa donna, la stessa anima lacerata da una doppia personalità. Il tema del doppio è centrale nel testo e la regia lo ha declinato su due assi quello della memoria (presente e passato) e quello del dialogo interiore (Lady Macbeth Vs Ofelia). Il pubblico vede la protagonista sdoppiata in due entità, che sembrano non incontrarsi mai, non arrivare mai a dialogare, una come fosse l’ombra dell’altra, l’altra come fosse l’eco della voce della prima. Il finale non potrà che essere l’incontro/scontro di queste due parti, per arrivare, forse, ad una possibile pace, ad un possibile equilibrio, nel silenzio, e nella verità.

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Uno spettacolo in cui si ride e si piange, in cui si cantano vecchi successi di Sanremo, dove il rapporto delle donne con gli uomini viene sviscerato in tutte le sue diverse declinazioni: il primo amore, la prima volta, il rapporto con il padre, con le altre donne, le età di passaggio, il matrimonio, la maternità, fino alla fede e al rapporto d’amore con il Cristo, in modo poetico e lucido, a volte comico a volte crudele,  per raccontare, attraverso la storia di una sola donna, i dolori di tutte le donne.

Teatro Libero

Via Savona 10 – Milano

dal 21 al 26 marzo 2016

Quello che le donne non dicono

Lady Macbeth Vs Ophelia

Con:

Monica Faggiani

Debora Mancini

Drammaturgia e Regia: Fabio Banfo

Assistente alla Regia: Serena Piazza.

Scene e costumi: Serena Piazza.

Disegno luci: Fabio Banfo

Produzione: EFFETTO MORGANA

Foto di scena: Michela Vernazza

Spettacolo finalista del premio “Per Voce Sola 2014”, Teatro della Tosse di Genova.

Grafica: CromaZoo

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afterNotations: quando le partiture musicali diventano arte

In occasione della dodicesima edizione del Festival 5 Giornate – Milano: Cinque Giornate per la Nuova Musica, il Festival interamente dedicato alla musica classica contemporanea e sperimentale, lo spazio Made4Art presenta la mostra afterNotations ideata e curata da Sergio Armaroli. Il progetto, che dà avvio alla manifestazione, si ispira alla mostra Notations (Something Else Press, West Glover, Vt., USA, 1969) a cura del compositore statunitense John Cage e dell’artista Alison Knowles grazie al sostegno della Foundation for Contemporary Performance Arts, contenente un’ampia collezione di segni grafici e autografi di compositori e artisti sonori. In esposizione presso Made4Art una serie di partiture musicali, brani e annotazioni di compositori italiani contemporanei accompagnata da un prezioso manoscritto del Maestro Sylvano Bussotti (Firenze, 1931). Pagine d’album come oggetti d’arte proposti in un percorso e in un allestimento dove è possibile coglierne l’intelligenza musicale e contemplarne la valenza segnica ed estetica.

L’intento – scrive Armaroli – vuole essere quello di riscoprire il piacere della scrittura simbolico-sonora, del segno e del gesto di invenzione, in un’epoca in cui la digitalizzazione ha imposto una uniformità delle forme e dei contenuti attraverso programmi di scrittura musicale che spesso sostituiscono ‘il pensiero’ attraverso l’illusione del formato; per valorizzare un nuovo pensiero divergente e riscoprire l’hardware manuale rispetto al software alfa-numerico. La musica, intesa come idea, può essere ri-scoperta e ri-sentita a partire dal costrutto segnico e dal pensiero scrittorio”.

A seguito della mostra verrà realizzato il catalogo per la Collana di Made4Art con le partiture dei compositori coinvolti nel progetto curato da Sergio Armaroli, omaggio e ideale seguito dell’opera del Maestro americano John Cage.

Il Festival 5 Giornate, promosso da Associazione Musicale TEMA e Centro Musica Contemporanea e giunto quest’anno alla dodicesima edizione, si presenta come uno degli appuntamenti più importanti e più attesi sia per gli appassionati, sia per gli studiosi, sia per gli stessi musicisti e compositori che trovano nel Festival una prestigiosa possibilità per esibirsi e proporre i propri lavori. Il Festival si svolge durante le Cinque storiche Giornate di Milano, dal 18 al 22 marzo, una serie di appuntamenti in grado di offrire una panoramica completa e aggiornata sullo stato della Nuova Musica. La manifestazione prenderà avvio il 18 marzo alle ore 15 con l’inaugurazione della mostra afterNotations presso lo spazio Made4Art, proseguendo con una serie di appuntamenti, concerti, installazioni e presentazioni presso le sedi coinvolte nel Festival, fra cui Museo del Novecento, la Chiesa di San Gottardo a Palazzo Reale, StudioSelva, Auditorium del Mudec, Palazzina Liberty, Salone degli Affreschi dell’Umanitaria, Teatro Verdi.

Il Festival è stato inserito dal Comune di Milano nel Palinsesto “Ritorni al Futuro” e vede la collaborazione di: Museo del Novecento, Mudec, Umanitaria, Milano Classica, Teatro del Buratto, RAI, Suvini Zerboni-Sugar Music, Sconfinarte, StudioSelva, Made4Art.

 

afterNotations
Sergio Armaroli, Marino Baldissera, Sylvano Bussotti, Alipio Carvalho Neto, Giuseppe Chiari, Matteo D’Amico, Irlando Danieli, Dan Di Maggio, Maurizio Gabrieli, Francesca Gemmo, Giuseppe Giuliano, Daniele Lombardi, Diego Minciacchi, Giorgio Nottoli, Francesco Maria Paradiso, Riccardo Piacentini, Steve Piccolo, Walter Prati, Giancarlo Schiaffini, Fabio Selvafiorita, Riccardo Sinigaglia, Rossella Spinosa, Gabrio Taglietti, Riccardo Vaglini, Massimiliano Viel
a cura di Sergio Armaroli

M4A – MADE4ART | Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni
Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
18 – 22 marzo 2016 | Inaugurazione venerdì 18 marzo, ore 15
Venerdì – martedì, ore 15 – 19 | Ingresso libero
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Catalogo disponibile in sede e scaricabile gratuitamente dal sito di Made4Art

In collaborazione con Festival 5 Giornate – Milano: Cinque Giornate per la Nuova Musica
www.centromusicacontemporanea.it

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L’artista Daniele Bongiovanni Special Guest ad Affordable Art Fair Milano

Dal 17 al 20 Marzo 2016 il Maestro Daniele Bongiovanni, attualmente impegnato per la presentazione a New York della collezione Black and Poets, negli spazi  Pier 94 – Artexpo, sarà ospite alla fiera di Milano AAF Art Fair (Superstudio Più, via Tortona 27, 20144 Milano) in qualità di Special Guest nello stand A1 della rassegna. L’artista sarà in mostra con Natural particolare rivisitazione della collezione Aesthetica, progetto esposto recentemente presso il PoCo Museum – indiana, e la Courtyard Gallery – Inghilterra. La collezione Natural si distingue perché è un ritratto di pseudo paesaggi, un rappresentare il ‘’non visibile’’ idealizzato, dove il colore oro contaminato da campiture pastello, si fonde con cieli bianchi e soggetti naturali accennati nello spazio.

Daniele Bongiovanni è nato a Palermo nel 1986, dove oggi vive e lavora. Dopo un lungo periodo di formazione, progetti in giro per l’Italia e all’estero, pubblicazioni come L’incerto, libro edito dal Centro Studi Giulio Pastore, aver conseguito la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, dal 2008 inizia una lunga carriera espositiva. Dopo numerose mostre sul territorio nazionale, espone Museo d’arte contemporanea italiana in America e alla 53. Biennale di Venezia, nel 2014 mentre viene rappresentato con esclusiva dalla CD Arts, collabora e partecipa alle iniziative collaterali della Biennale di Liverpool e dell’Istanbul Contemporary Art Museum, esponendo nei progetti ideati da Genco Gulan, viene invitato al Museo d’arte contemporanea italiana in America presso l’ambasciata italiana a San José, in Australia in diverse mostre, in musei e luoghi alternativi, esponendo così, presso: il Moreland City Council, la Caroline Springs Gallery e il Crown Palladium Ballroom. Nel 2015, durante una collaborazione con i laboratori artistici della Dublin City University, della Brighton and Sussex Medical School – University of Sussex, e la realizzazione dei primi premi per la finale internazionale del torneo India Golf Cup – Indian Chamber of Commerce in Italy, viene invitato in un grande progetto a Venezia, Il GCDP, esponendo a Palazzo Bollani con seguito a Villa Pamphili – Roma, nello stesso anno espone, con un ciclo antologico al Museo Stadio di Domiziano – Piazza Navona, come ospite internazionale, poi presso il Porter County Museum – Indiana, e LCB Depot – Courtyard Gallery/WalkMuseum – Inghilterra (dove presenta in anteprima la collezione Aesthetica), al Beth Israel Deaconess Medical Center – Boston (in un progetto di ricerca, con acquisizione d’opera in permanenza) e al Centro Documentazione Amedeo Modigliani (mostra e acquisizione d’opera in permanenza), al Museo Cà la Ghironda – Bologna (acquisizione d’opera in permanenza) al Museo Logudoro Meilogu – Sardegna (acquisizione d’opera in permanenza), e nuovamente al Museo d’arte contemporanea italiana in America – Costa Rica ( mostra e acquisizione d’opera in permanenza). Daniele Bongiovanni, nella sua opera omnia ha anche riletto in chiave pittorica la musica, realizzando la collezione Neri: l’opera dedicata a Etta James, viene menzionata ed esposta al Macchia Blues Festival – Macchia D’Isernia, l’opera centrale della collezione, dedicata a Miles Davis, viene acquisita – esposta dentro il Roxy Bar di Red Ronnie.

Daniele Bongiovanni

NATURAL

dal 17 al 20 Marzo 2016

Milano AAF Art Fair

Superstudio Più

Via Tortona 27 – Milano

Info: danielebongiovanni.com

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ÆNIGMA. La magia di Antonio Casanova al Teatro della Luna

Dopo il sold-out della scorsa stagione torna sul palcoscenico del Teatro della Luna il mago Antonio Casanova con “ÆNIGMA – Saprete distinguere la realtà dalla magia?”. Durante lo spettacolo, che racconta la vita di Harry Houdini, accade qualcosa di inaspettato: una minaccia simboleggiata da un coltello piantato sul manifesto presente sul palco ed un indizio identificato in una carta da gioco insanguinata danno il via ad una caccia all’assassino che, a suo dire, si nasconde tra il pubblico presente e ucciderà davanti a tutti Antonio Casanova prima della fine dello spettacolo.

Tutto avviene coinvolgendo il pubblico e facendo scegliere agli spettatori, casualmente, indizi e modalità del possibile delitto, in un susseguirsi di colpi di scena: dall’esecuzione di strabilianti illusioni che a loro volta porteranno ad una misteriosa rivelazione, proprio durante l’esecuzione della pagoda della morte, il grande numero che uccise Houdini, fino a un finale mozzafiato che lascerà il pubblico stupefatto, divertito ed emozionato, soprattutto per la rivelazione di come tutto sia stato predetto e previsto fino all’ultima azione … E’ uno spettacolo di Lorenzo Beccati scritto da Lorenzo Beccati e Antonio Casanova, con i costumi e la grafica di Annalisa Benedetti per la regia di Enrico Botta. L’appuntamento è per venerdì 11 e sabato 12 marzo alle ore 21.

I biglietti sono in vendita in tutti i punti vendita TicketOne, on line su www.ticketone.it, telefonicamente chiamando l’892101 (numero a tariffazione specifica) e ovviamente al botteghino del teatro prima di ogni spettacolo.

AEnigma WEB

“ÆNIGMA – Saprete distinguere la realtà dalla magia?”:

11 e 12 marzo 2016 ore 21,00

Teatro della Luna

via G. di Vittorio, 6

20090 Assago (MI)

Tel. 02 488577516

www.teatrodellaluna.comwww.facebook.com/teatrodellaluna – twitter @tdellaluna

Prezzi biglietti

Poltronissima Blu € 38,50
Poltronissima € 33,00
Poltrona € 27,50
 Riduzioni under 14 e over 70

Gruppi di almeno 10 persone a prezzi speciali:

Ufficio Gruppi Teatro della Luna ufficiogruppi@teatrodellaluna.com , Telefono 02/48857333

 




Gli Homini dei Fratelli Boga in esposizione presso Amy-d Arte Spazio

Verrà inaugurata giovedì 10 marzo presso Amy-d Arte Spazio di Milano  la personale dei Fratelli Boga Homini. Forma e Dinamica”. In mostra undici Homini rappresentativi della visione artistica dei Fratelli Boga.

Dopo Giacometti, vicino al Surrealismo, ma anche all’Espressionismo, le sculture della serie degli “Homini” della collezione di …quando il pensiero supera il gesto … dei Fratelli Boga, rappresentano l’uomo per quello che è nella sua presenza , nella sua testimonianza di vita, nella sua esperienza, nei suoi ricordi.

La ricerca dell’essenziale, LA FORMA, LA DINAMICA, che trattiene tutto il suo contenuto di vitalità, energia, taumaturgia sempre presente nelle opere dei Fratelli Boga.

L’informale che diventa formale, uguale ma diverso, un passo in avanti sulla strada della conoscenza.

L’arte torna ad emozionare, tangibile e fruibile a tutti senza se e senza ma.

L’Homino dinamico nella sua staticità è vivo.

I Fratelli Boga  sono tre fratelli artisti di Tradate (Varese), nati a Cesano Maderno.

Imprenditori e artisti, dal 1979 seguono l’orma del padre, progettando e realizzando arredi di design che esportano in tutto il mondo. Sono anche grandi collezionisti di opere d’arte.

La loro collezione privata annovera sculture di Rodin, Giacometti, Fontana, Marino Marini, Manzù e molti altri.

Importante è anche la loro quadreria con dipinti che vanno dal ‘500 ai giorni nostri.

Con le loro realizzazioni artistiche hanno sviluppato un vero e proprio movimento denominato “…quando il pensiero supera il gesto …”. Il movimento nasce nel 1984 e ha come perno centrale la superiorità del pensiero rispetto al gesto tecnico.

HOMINI. FORMA E DINAMICA

Amy-d Arte Spazio

Via Lovanio, 6, 20121 Milano (MM2 Moscova)

dal 10 al 20 marzo 2016

Inaugurazione giovedì 10 marzo ore 18.30

Ingresso libero

Informazioni al pubblico: info@thebogafoundation.it

Tel. +39 02654872

Social network:

facebook.com/quandoilpensierosuperailgesto

#hominiformaedinamica

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La magia di Midsummer Night’s Circus a maggio a Milano

Dopo il debutto della scorsa stagione ritorna finalmente a Milano, questa volta al Teatro della Luna, Midsummer Night’s Circus, un musical originale e tutto made in Italy. Liberamente ispirato al “Sogno di una notte di mezza estate” viene presentato quest’anno in occasione del 400° anniversario della morte di William Shakespeare.

Accolto con favore dalla critica, è stato definito una fusione tra la tradizione della commedia musicale italiana e il musical d’oltre Oceano.

Una storia senza tempo in cui le passioni giovanili e le visioni oniriche danno vita a un carillon dal fascino antico con note moderne. La gioia, l’irrazionalità e gli istinti dei quattro giovani amanti si alternano sul palco agli esilaranti siparietti di un gruppo di maldestri comici e al mondo di fate ed elfi qui rappresentati con costumi sfarzosi da clowns, acrobati e majorettes di un circo primi anni ‘900.

Un circo che come il bosco fatato è tappa significativa della crescita, dove metaforicamente i giovani innamorati vi entreranno adolescenti e ne usciranno uomini, avendo vissuto fondamentali emozioni. E con la scusa di andare a recuperarli, gli adulti varcheranno per un’ultima volta quella soglia rimembrando sogni giovanili, come i genitori che accompagnano i propri figli in quel circo dove a loro volta sono stati figli.

Un mondo magico e fatato, dai mille misteri, dove l’impossibile è possibile e dove lasciarsi andare per ritrovare il fanciullo che c’è in ognuno di noi.

MNC foto di gruppo con scenografia

MIDSUMMER NIGHT’S CIRCUS

produzione MTS – MUSICAL! THE SCHOOL in collaborazione con il Mosaico

Venerdì 13 e Sabato 14 maggio ore 21.00

 

Teatro della Luna

 

 via G. di Vittorio,  6 – 20090 Assago (MI)

Tel. +39 02 48857.7516

Orario spettacolo

Sempre ore 21.00

Prezzi dei biglietti comprensivi di prevendita:

Poltronissima Blu 38,50/Poltronissima 33/Poltrona 27,50

Per informazioni e vendita:

www.ticketone.it – call center 892.101

www.teatrodellaluna.comTel. +39 02 48857.7516

MTS – MUSICAL! THE SCHOOL 

 www.musicalmts.it  

www.midsummernightscircus.com




Bernard Aubertin: tra le fiamme del paradiso

di Andrea Farano – Sul finire degli anni cinquanta, in un’Europa che ondeggia tra la rigorosa rappresentazione del reale e l’emancipazione del segno astratto e informale, sorge l’esigenza di una terza via espressiva che soddisfi l’impulso di una nuova partenza, annientando tutte le esperienze artistiche (ma soprattutto pittoriche) sviluppate fino a qual momento ed appagando una ritrovata esigenza fatta piuttosto di silenzio, essenzialità e purezza.

È appunto il 1957 quando a Düsseldorf, per mano di Otto Piene, Heinz Mack e Gunther Uecker, nasce il Gruppo Zero: “Zero è silenzio. Zero è inizio. Zero è rotondo. Il sole è Zero. Zero è bianco (…) Zero è l’occhio. La bocca. Il buco del culo (…) oro e argento, rumore e vapore. Circo nomade. Zero è Zero» scriverà qualche anno più tardi Piene, palesando il manifesto concettuale del Movimento, che in poco tempo diverrà fondamentale punto di riferimento delle avanguardie artistiche europee.

A questa visione ottimistica in cui regna la volontà di sperimentare il potere della creazione – coinvolgendo nel processo produttivo la luce, lo spazio, il movimento e i più disparati materiali (come resine, metalli, chiodi, legni…) – aderisce da subito il francese Bernard Aubertin (1934-2015), che troverà nella virtù demiurgica del fuoco e nella libertà infinita del colore monocromo (spintovi dal suo sodale Yves Klein) la combine ideale per il fiorire della propria dimensione artistica.

È a questo gigantesco artista (già riconosciuto dalla Storia, ma forse non ancora a sufficienza dal mercato) che la Galleria San Carlo, a due passi da Sant’Ambrogio, dedica una personale di estremo rigore antologico dove, grazie a una selezione che abbraccia la produzione dagli anni ’60 sino alla recente scomparsa, è possibile ammirare le espressioni più pure del suo genio creativo: Tableaux-clous (tavole di legno in cui pianta dei chiodi, trapassandole da parte a parte),  Dessins de feu (tele e pannelli metallici ove risaltano gli effetti della combustione indotta), ma anche Livres e Objets brulés (libri e oggetti comuni, in questo caso modellini di auto, letteralmente dati alle fiamme) rappresentano al meglio i temi fondamentali dell’estetica di Aubertin.

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Il Rosso, l’unico pigmento della sua tavolozza, al quale riconosceva una intrinseca forza primordiale e liberatoria, che travalicava lo spettro dei suoi valori simbolici e tradizionali (il sangue come l’amore), per divenire emblema supremo della Vita stessa.

Il Fuoco, la mano del Caso alla quale consegnava l’opera affinché la portasse a compimento, in una sorta di condivisione del momento creativo che assumeva i contorni di un vero e proprio rituale mistico ed epifanico.

E in mezzo loro, i fiammiferi, oggetti relitti del nostro tempo, disposti sulla superficie oggettuale con prevalente circolarità (come uno Zero forse?) a traghettare l’energia salvifica delle fiamme.

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Eppure, né il cromatismo ossessivo né l’effetto seriale delle rigorose composizioni saziano mai l’occhio di chi osserva, e si resta ad ammirare una scoperta che si ripete con cadenze continue e sempre nuove, nel tentativo di catturare l’attimo  presente e sfidare l’eternità.

Il fuoco sopraggiungendo giudicherà e condannerà tutte le cose” – Eraclito

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“Bernard Aubertin: Se fossi foco arderei lo mondo

Galleria San Carlo, via Sant’Agnese n. 16 – Milano

prorogata sino al 10 marzo

www.sancarlogallery.com

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Il lungo viaggio di una chemise, un’epoca attraverso un abito

Intervista a Fabrizio Casu, autore emergente che giovedì 10 marzo presenta a Milano il suo ultimo saggio

di Matteo Rolando – Si chiama Fabrizio Casu il giovane scrittore emergente che presenterà il suo nuovo saggio “Il lungo viaggio di una chemise, un’epoca attraverso un abito” giovedì 10 marzo presso la Biblioteca Valvassori Peroni e il giorno seguente, venerdì 11, presso la Biblioteca Crescenzago alle ore 18.30. All’evento, organizzato in collaborazione con le biblioteche del Comune di Milano, sarà l’autore a commentare attraverso una galleria di immagini <l’evoluzione di un’intera società a cavallo fra Settecento ed Ottocento>. Ciò che rende unica quest’opera è la voce di alcuni personaggi storici con cui il lettore può rivivere in prima persona il lungo excursus di questo capo d’abbigliamento tra il XVIII e il XIX secolo. Abbiamo incontrato l’autore, che ha esordito nel 2012 con la pubblicazione di due saggi “Il secolo della moda” e “Madonna, vampira postmoderna”.

In che cosa si somigliano e in cosa si differenziano i tuoi saggi e quest’ultimo?

I tre libri che ho scritto sono essenzialmente dei saggi legati alle mie competenze specifiche ed al mio background formativo. Sono accomunati dall’interdisciplinarietà, il fatto di voler far interagire materie differenti come la moda, la letteratura, la storia, l’arte, la filosofia, la sociologia e la ricerca tendenze. Il primo libro, “Madonna vampira postmoderna”, è molto vicino a quest’ultimo, “Il lungo viaggio di una chemise”, perché in entrambi ho compiuto una ricerca ad ampio raggio: nel primo caso raccontando gli ultimi trent’anni attraverso un personaggio della pop culture, nel secondo caso dipingendo l’affresco di un’epoca attraverso un indumento.

Come descriveresti il tuo libro usando tre aggettivi?

“Il lungo viaggio di una chemise” nasce come saggio, quindi tutto ciò che scrivo è scientificamente provato e documentato facendo riferimento alle testimonianze scritte, alla ritrattistica dell’epoca, ai primi giornali di moda e ai reperti vestimentari che oggi possiamo ammirare in diversi musei del mondo: dal Kyoto Costume Institute al Victoria & Albert Museum di Londra. Tuttavia direi che quest’opera, pur essendo un saggio, non ha l’approccio freddo ed impersonale tipico di questo genere. Se dovessi definirlo con tre aggettivi, direi “narrativo” per la ricca casistica di aneddoti legati alla chemise, “emotivo”, perché è stato scritto con amore e dedizione e “seducente”, perché attraverso la ricerca lessicale e la costruzione sintattica, non vuole semplicemente raccontare, ma sedurre il lettore.

Quali personaggi storici rivivono nel tuo saggio?

Nell’opera sono veramente tanti i personaggi storici che concorrono a portare avanti, capitolo dopo capitolo, la storia della chemise: Maria Antonietta, Georgiana di Devonshire, Madame du Barry, Elizabeth Vigée Lebrun, le Merveilleuses del Direttorio, Giuseppina Bonaparte e lo stesso Napoleone! Ognuno di questi personaggi esprime uno o più tratti peculiari che stanno alla base di questa moda: l’affermazione del diritto alla privacy, la ricerca di informalità, il ritorno dell’igiene, l’esplosione dell’emotività, la passione per l’esotismo ed infine il passaggio dalla civiltà aristocratica al mondo borghese. … Ma non dobbiamo dimenticare i grandi teorici di quest’epoca,Jean Jaques Rousseau e Johann Joachim Winckelmann, senza il cui pensiero (ritorno alla natura e imitazione del passato), la chemise non avrebbe avuto ragione d’esistere.

Da cosa nasce la tua ispirazione a documentare il lungo viaggio della chemise fino ai giorni nostri?

L’ispirazione per scrivere questo libro è nata dal mio amore per le biografie storiche, per la storia dell’arte, per la sociologia e per la storia del costume in senso lato (quindi non solo per l’abbigliamento, ma anche per gli stili di vita del passato).

Quali sono i tuoi progetti per il futuro, stai già pensando a un nuovo libro?

Sì, sto già pensando ad un nuovo libro che, come quest’ultimo, si occuperà di un’ altra “epoca di transizione”. Mi affascinano le fasi di passaggio fra una civiltà ed un’altra: periodi in cui gli apporti culturali sono molteplici e contrastanti perché qualcosa sta iniziando e qualcosa non è ancora del tutto finita. Mi entusiasma tutto ciò che non è netto, le sfaccettature, la sfumatura, il contrasto, la duplicità … nella pluralità dei punti di vista riconosco sempre una ricchezza universalmente utile, che si tratti di un’epoca, di un indumento, di un’opera d’arte o di un personaggio.

presentazione Casu




Tribute. Omaggio alle Donne

In occasione della Giornata internazionale della donna 2016, lo spazio Made4Art di Milano presenta la mostra Tribute. Omaggio alle Donne.

Il progetto accosta le opere di quattro artisti dalle diverse sensibilità e specificità tecniche e artistiche per rendere omaggio all’eterno femminino attraverso il medium artistico. Due donne, due uomini, due pittrici e due fotografi, astrazione e figurazione: apparenti contrasti si incontrano per generare un risultato di inaspettata armonia, dove l’arte si rivela lo strumento più adatto per veicolare un concetto dalle infinite sfumature.

Dalle poetiche immagini fotografiche di Guido Alimento, dove il fiore diventa simbolo di una femminilità idealizzata, perfetta e forte allo stesso tempo, alle delicate figure femminili in abito da sposa che caratterizzano gli scatti di Devid Rotasperti, evanescenti silhouette che si perdono tra la nebbia e nella luce di una natura incontaminata. Dalle raffinate composizioni astratte di Giusella Brenno, oli su tela capaci di portare in superficie stati d’animo, emozioni e sensazioni profondi, facendo emergere l’interiorità dell’artista stessa, alle opere caratterizzate da un’astrazione geometrica e rigorosa realizzate da Adriana Collovati, dove il rapporto tra il colore, le forme e le inclusioni di materiali, quali oggetti, tessuti e superfici dipinte, ci trasporta in un universo simbolico e privo di riferimenti spaziotemporali, verso l’idea, il concetto, la pura essenza dell’individuo.

In un contesto storico e sociale dove le donne sono ancora troppo spesso oggetto di discriminazioni e violenze fisiche e psicologiche, la mostra di Made4Art vuole essere un vero e proprio omaggio alla figura della Donna, in tutte le sue sfaccettature, a tutte le molteplici presenze che arricchiscono la nostra vita quotidiana. L’esposizione, con data di inaugurazione mercoledì 2 marzo 2016, rimarrà aperta al pubblico fino al 14 dello stesso mese; martedì 8 marzo, Festa della donna, la mostra rimarrà aperta con orario continuato.

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Tribute. Omaggio alle Donne
Guido Alimento, Giusella Brenno, Adriana Collovati, Devid Rotasperti
Art Project Made4Art

2 – 14 marzo 2016
Inaugurazione mercoledì 2 marzo, ore 18.30
Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 e 16 – 19
Martedì 8 marzo la mostra rimarrà aperta con orario continuato

M4A – MADE4ART
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni

Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872




A Milano, lavori in corso in piazza Oberdan per l’apertura di una nuova gelateria

I milanesi si interrogano sul futuro degli spazi una volta occupati dalla storica gelateria Venezia

di Matteo Rolando – C’è chi dice un ristorante cinese. Chi la boutique di qualche stilista. I più conservatori sognano una gelateria nuova di zecca. A Milano non fa più notizia: la gelateria-yogurteria Venezia di piazza Oberdan, proprio davanti ai bastioni di Porta Venezia e all’uscita della metropolitana, ha chiuso i battenti dall’autunno scorso.

Un luogo, ma anche un rito, quello  dello storico “puntello” – come si dice a Milano, per darsi appuntamento – davanti all’ormai ex-gelateria che ha accompagnato per decenni la routine di tanti cittadini. Ben connesso dalla metropolitana al centro e a due passi i giardini più eleganti della città, quelli dedicati a Indro Montanelli che viveva nello stesso stabile dell’Esselunga di viale Piave. I residenti vip non mancano a pochi passi da piazza Oberdan: dalla cantante Ornella Vanoni, a Cristiano Malgioglio e Federica Panicucci, per esempio. Poco più in là, in viale Majno, la casa milanese di Donatella Versace, della contessa Pinina Garavaglia e di tante famiglie blasonate.

La gelateria era un simbolo che aveva assorbito il significato architettonico dei bastioni, quello di storico spartiacque tra il centro e quella che una volta era la periferia, tra la Porta Venezia “bene” sulla destra dei bastioni e la zona più etnica sulla sinistra. Da un lato gli stabili d’epoca di viale Piave abitati dall’alta borghesia milanese, con le passatoie rosse che scivolano in cortili ordinati e silenziosi dall’atmosfera ovattata e l’imponente hotel Sheraton Diana Majestic, per i milanesi “il Diana”, noto per i suoi aperitivi trendy. Dall’altro l’ex “quartiere africano”, attorno a via Panfilo Castaldi. Una distinzione che oggi non esiste più: negli ultimi dieci anni con la riqualificazione dei marciapiedi di Corso Buenos Aires e della nuova piazza Oberdan, inaugurata ufficialmente il 4 dicembre scorso, Porta Venezia ha velocemente cambiato faccia. Di giorno il via e vai dello shopping nei negozi e la sera quello di uno dei poli della vita notturna, con i suoi ristoranti e bar.

E oggi che anche la gelateria è andata in pensione, i milanesi si chiedono cosa arriverà al suo posto. La fantasia galoppa fino ad azzardare uno Starbucks. Quest’anno una caffetteria della famosa catena americana aprirà per la prima volta in Italia, a Milano, ma nella zona di piazza Affari. E al posto della ex-gelateria Venezia arriverà una gelateria con un nuovo nome e un’altra gestione: l’inaugurazione è prevista per la primavera prossima. Per sapere come si chiamerà il nuovo puntello di tanti milanesi manca poco.