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GRAAL spazio arte a Milano Scultura

di Emanuele Domenico Vicini – La galleria GRAAL ha da poco lasciato la sede pavese, negli spazi di Corso Garibaldi che per cinque anni hanno ospitato esposizioni, inaugurazioni, presentazioni di nuovi artisti e attività per le scuole.
Ora GRAAL spicca il volo. Milano sarà il nuovo set dove Grazia Fedegari, direttore della Galleria, ambienterà le mostre di arte contemporanea con cui, già nei cinque anni passati, ha saputo leggere e interpretare i sentieri che l’arte contemporanea sta imboccando.
Il primo passo nella metropoli è “Milano scultura“, la fiera dedicata alla scultura, allestita negli spazi della Fabbrica del Vapore a Milano fino a domenica 15 novembre. L’occasione è decisamente golosa. Alla Fabbrica del vapore gallerie d’arte nazionali e straniere portano il loro “oggi”: gli artisti su cui puntano, quelli che sanno e vogliono dire qualcosa di originale.
GRAAL è presente con le opere di Silvia Manazza, Stefano Zacconi e Sandro Cabrini, artisti giovani e meno giovani, con percorsi ed esiti (provvisori) diversi. Tecniche tradizionali e sperimentazione si intrecciano in modo affascinante e creativo: metalli, pietre, legni e stoffe danno vita a pezzi di grande rigore formale, che testimoniano una storia personale ricca di passione per il fare artistico.
Si legge chiaramente, pur nella varietà di soluzioni, la complessità del contemporaneo, etimologicamente intesa: l’intreccio continuo di echi del passato con tecniche e materiali del presente. Il dibattito sull’uomo e sugli abissi del suo animo si disvela tra le pietre, i metalli e le stoffe come un’esigenza mai sopita nella cultura contemporanea.




Gli imperdibili eventi di Aperitivo in Concerto

“Aperitivo in Concerto” presenta due imperdibili concerti. Domenica 15 novembre 2015, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni di Milano (via Manzoni, 42) un formidabile (è un aggettivo del tutto pertinente), strepitoso ed esplosivo gruppo virtuoso messicano, Klezmerson.

Klezmerson combina con drammatica teatralità melodie e ritmi della tradizione ebraica d’origine yiddish (come il klezmer) con influenze latinoamericane, caraibiche, zingare e mediorientali, facendo uso anche di strumenti peculiari come il dobro, la chitarra jarana o la chitarra huapango, di un’orchestrazione che si rifà profondamente ai suoni dei cosiddetti mariachi e della musica popolare messicana, e di un linguaggio mutuato dal jazz e dall’afro-beat. Un connubio particolarissimo, trascinante e affascinante, che in scena acquisisce una dimensione inarrestabilmente e travolgentemente spettacolare, esibendo le nuove frontiere della cultura e della tradizione della Diaspora (gli ebrei giungono in Messico, per quanto nell’apparente veste di Marranos obbligati alla conversione al cattolicesimo, a partire dal 1519. Un’altra ondata migratoria incrementerà la popolazione di origine ebraica subito dopo la Prima Guerra Mondiale, con il crollo dell’Impero Ottomano. Fra gli ebrei messicani è d’uopo ricordare il compositore Daniel Catán e il leggendario violinista Henryk Szeryng). Amatissimi da John Zorn, i Klezmerson, fra le tante pagine musicali, ne interpreteranno le composizioni appositamente scritte per loro dallo stesso Zorn nella sua applauditissima serie Book of Angels. La loro esibizione, che si annuncia straordinaria, rientra nel più che decennale rapporto fra un artista come John Zorn e “Aperitivo in Concerto”, rassegna che al geniale autore americano ha dedicato non casuale attenzione, votata com’è alla trasversalità, all’alterità e al dialogo fra culture.

La creazione del gruppo (sei membri ufficiali, ma la formazione spesso si allarga) si deve al violista, pianista e compositore Benjamin Shwartz. Semplice ed assurdo al contempo il fine propostosi: offrire una retrospettiva musicale sulle proprie radici ebraiche che tenga conto, attivamente, dell’ambiente socioculturale in cui è quotidianamente immerso, quello delle immense ciudades messicane e delle frizzanti periferias che le circondano. Le potenzialità di Klezmerson sono incredibilmente vaste e, certo, il fatto non stupisce, se si osserva la sola strumentazione in dote ai musicisti: tromba, trombone, flauto, violoncello, oud, sassofono, clarinetto, viola, piano, organo, chitarre di varie dimensioni, pezzi tipici (come la leona, un cordofono simile alla chitarra, o la jarana huasteca, la classica cinque corde messicana di piccole dimensioni), percussioni di ogni forma e dimensione.

 

Domenica 22 novembre 2015, alle ore 11.00, è invece il turno di grandissimo e attesissimo ritorno. Dalla teoria armolodica di Ornette Coleman all’energico ma poetico sound del soul di Philadelphia degli anni Settanta, il Philly sound degli O’Jays, degli MFSB, di Gamble & Huff: attorniato da una eccellente sezione d’archi (proveniente dallo straordinario ensemble milanese Sentieri Selvaggi) e da virtuosi come il batterista Grant Calvin Weston, il fenomenale bassista Jamaladeen Tacuma e la straordinaria e sempre più apprezzata chitarrista Mary Halvorson, l’ormai leggendario chitarrista Marc Ribot torna a Milano e compie una rilettura ardita e trascinante di alcuni superbi decenni di storia musicale americana che hanno saputo entusiasmare generazioni di ascoltatori in tutto il mondo. L’artista riesplora questo repertorio così ricco e sofisticato, dove trova non poche radici della cultura musicale popolare di oggi. Perché non si tratta di un tuffo nel passato, ma di un indispensabile approfondimento del presente.  Un concerto semplicemente imperdibile.

 

Info Stagione 2015-2016 :

Prevendita biglietti

Biglietto intero € 12 + € 1 prev.

Ridotto giovani € 8 + € 1 prev.

alla cassa del Teatro

posti fissi e numerati

Numero Verde 800-914350

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Newsies … si può fare di più

Avrebbe dovuto essere il fenomeno dell’anno, la prima produzione al di fuori degli Stati Uniti del musical definito dall’ufficio stampa “fenomeno di Broadway“, ma alla prova dei fatti le attese su Newsies sono state deluse. Ovviamente, attese relative al cosiddetto “fenomeno di Broadway” che peraltro porta anche una firma di peso, quella della Disney (o a voler essere precisi Disney Theatrical Productions) e da cui, visto anche le produzioni in giro per il mondo (da La Bella e la Bestia, a Il Re Leone a Mary Poppins), ci si poteva decisamente aspettare qualcosa di più.  A iniziare dall’accortezza nella scelta di un teatro, il Barclays Teatro Nazionale,  che per la metà dei posti presenti, quelli in galleria, offre una visuale spaccata letteralmente a metà dalla balaustra (si veda la foto). Ovviamente una difficoltà presente anche in altre tipologie di show ma che per un musical come Newsies limita fortemente l’opportunità di apprezzamento di uno spettacolo fatto di coreografie e momenti scenografici e che, per di più, ha numerosi spazi svolti in platea e quindi difficilmente godibili dall’altra metà del cielo.

La storia raccontata in Newsies è interessante e poco conosciuta ed, encomiabilmente, tratta di giustizia sociale e amicizia. Una scelta sicuramente innovativa in uno scenario dove fin troppo spesso i musical altro non rappresentano che zuccherose storie d’amore. Newsies, tratto da un film del 1992 di Kenny Ortega, racconta dello sciopero indetto dagli strilloni di New York nel 1899. Una manifestazione che, nonostante la giovane età dei protagonisti (poco più che bambini nella realtà) fece capitolare mostri sacri dell’editoria come Joseph Pulitzer e William Randolph Hearst. I magnati dovettero infatti accettare la restituzione dei giornali invenduti da parte degli strilloni, una condizione oggi alla base dei contratti che regolano le vendite die giornali in edicola ma che 120 anni fa non era così scontata. Fino appunto alla lotta dei bambini strilloni rappresentati in Newsies come adolescenti.  Peccato che, nel materiale sul “fenomeno di Broadway”, la realtà storica della vicenda rappresentata in Newsies, forse la parte più autenticamente interessante dello show, non sia minimamente accennata, un’occasione persa.

Detto questo in Newsies c’è un’orchestra (un dato non così scontato), trenta persone in scena molto valide, delle coreografie molto interessanti tra un gusto un po’ retro e l’innovazione pura (ma poco godibili dalla galleria perché tagliate a metà dalla balaustra), e un  cast eccezionale davvero energico.  Cosa non funziona o meglio funziona meno delle attese considerando una simile produzione e le firme riportate da Newsies (Alan Menken come colonna sonora ad esempio)? Prima di tutto il teatro, o meglio, come si è già detto, la galleria che rovinava il godimento dello spettacolo, ma lo si è già detto. La lunghezza, forse eccessiva, di Newsies. Venti minuti in meno avrebbero  giovato a Newsies, tanto più che talvolta si ha l’impressione che l’intervento cantato sia un po’ forzato. Il titolo, Newsies per un italiano non vuol dire proprio nulla, uno sforzo di adattamento alla lingua di Dante forse era necessario e dovuto. Quanto alla colonna sonora, nonostante abbia vinto nel 2012 il Tony Award (l’altro premio vinto da Newsies Broadway è per le coreografie), che dire? E’ indubbiamente piacevole ma spesso ppare ripetitiva e, in definitiva, priva di quello che spesso si cerca in un musical … una canzone portante che resti impressa. Magari anche più di una ….




Calendar Girls in arrivo al Teatro Manzoni

Calendar Girls, mitico film di Nigel Cole (su un testo di Tim Firth), è in arrivo nella sua trasposizione teatrale al Teatro Manzoni di Milano. Lo spettacolo, diretto da Cristina Pezzoli, debutterà il 12 novembre e sarà in scena fino al 29 con un’anteprima di Gala,  l’11 novembre, il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza all’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma.  Tra gli interpreti principali in scena ci sono Angela Finocchiario e Laura Curino.

Calendar Girls è una commedia di culto basata su un fatto realmente accaduto alla fine degli anni ‘90 in Inghilterra: un gruppo di donne di mezza età di un’associazione femminile legata alla chiesa, realizza un calendario di nudi artistici per una raccolta di beneficenza. L’iniziativa fece scalpore: le modelle che posano nude per il calendario sono le attempate signore dell’associazione, la location dello shooting fotografico è la sala parrocchiale accanto alla chiesa, sede dell’associazione. La storia di Calendar Girls , ispirata ad un fatto realmente accaduto, è quella di un gruppo di donne fra i 50 e i 60 anni, socie del Women’s Institute (nata nel 1915, oggi è la più grande organizzazione di volontariato delle donne nel Regno Unito), che si impegna in una raccolta fondi destinati a un ospedale nel quale è morto di leucemia il marito di una di loro. Chris, stanca di vecchie e fallimentari iniziative di beneficenza, ha l’idea di fare un calendario diverso da tutti gli altri, in cui convince le amiche del gruppo a posare nude.  Lo spettacolo teatrale, al pari del film, ha avuto un enorme successo in Inghilterra, dove è programmato in diverse versioni dal 2008 ed è tuttora in scena.

DOVE, COME E A QUANTO – Calendar Girls
Al Teatro Manzoni dal 22 ottobre all’8 novembre 2015
Orari: feriali 20,45 – domenica ore 15,30
Biglietti: da 23,00 euro

 

 




“L’abito della sposa” debutta al Teatro San Babila

Debutta stasera “L’abito della sposa”, novità assoluta proposta dal teatro San Babila di Milano con Pino Strabioli e Alice Spisa per la regia Maurizio Panici

Lo spettacolo è una delicata commedia dolce amara, scritta da Mario Gelardi, che riporta indietro le lancette dell’orologio all’Italia del 1963, all’età dell’innocenza. E’ l’anno del matrimonio Ponti – Loren, della visita in Italia di Kennedy, della scandalosa love story tra Teddy Reno e Rita Pavone, è l’anno della tragedia del Vajont. Alto- basso, rosa-nero, le vicende si alternano così nel paese ed anche nella vita del sarto Lucio.

“L’abito della sposa” è la storia del sarto Lucio e della ricamatrice Nunzia è la storia di due solitudini, di due tenere figure unite da un segreto. Lucio è un sarto di abiti militari, figlio di un sarto di abiti militari; ha girato tutta l’Italia con i suoi genitori ed ora parla un dialetto che è un miscuglio di molte lingue. Lucio è un uomo di mezza età, un po’ irascibile, dai modi spicci e diretti, ma in fondo una brava persona, quindi non se la sente -e forse non può proprio rifiutare- quando un capitano gli chiede di cucire l’abito da sposa di sua figlia. Lucio non può tirarsi indietro, ma non sa nemmeno come fare, così è costretto ad assumere una giovanissima sartina, Nunzia, una ricamatrice che ci riporta direttamente all’atmosfera di quegli anni. Così il logorroico Lucio deve dividere la sua sartoria con la timida Nunzia “ che per tirarle una parola di bocca ci vuole più di una tenaglia”. E’ l’incontro e la scoperta di due vite, di due imprevedibili vite e tra la passione per le canzoni di Rita Pavone e le ritrosie di una ragazza che non sa come comportarsi con gli uomini, raccontiamo il mondo fuori da quella sartoria, ma anche il piccolo mondo di due persone che custodiscono un segreto che finalmente possono svelare.

DOVE, COME E A QUANTO
Lo spettacolo sarà in scena fino al 15 novembre.
Biglietti da 17 euro (il mercoledì sera)  )




NON CALIAMO IL SIPARIO. Un gesto di solidarietà al Teatro Menotti

Martedì 3 novembre, le compagnie teatrali STRA-VAGANTI e Scena Zero si alternano sul palco del Teatro Menotti tra gli scritti irriverenti di autori classici e contemporanei, declinando con ironia l’infinita variabilità dei sentimenti e dell’amore.

L’evento riapre il sipario sulla controversa vicenda che coinvolge Alberto Mastrogiuseppe, Daniele Buresta e Michela Caresani, i tre italiani dispersi a largo di Sangalaki, dopo aver effettuato un’immersione il 15 agosto scorso.

Lo scopo della serata è destinare l’intero ricavato alle famiglie dei ragazzi che dal 25 agosto fronteggiano, coordinano e finanziano, senza più alcun supporto da parte delle autorità, tutte le operazioni volte a far luce su questa vicenda. Gli standard internazionali stabiliscono, difatti, una durata limitata delle ricerche e fissano dei tempi predeterminati che si sono dimostrati insufficienti a perlustrare l’area di quella regione e a stabilire realmente cosa sia accaduto. “È ancora troppo presto per smettere di cercare – dichiara con la stessa convinzione Alessandro Marroni, presidente di DAN EUROPE (Divers Alert Network) – con l’attrezzatura che avevano i ragazzi è realisticamente credibile che si siano spiaggiati su qualche isola o tratto di costa e la vegetazione di quei luoghi può permettere la sopravvivenza” .

Questa è una delle molteplici ragioni che spingono tutti a credere nella necessità di continuare le ricerche. Bisogna sostenere le famiglie e si può fare ancora così tanto.

NON CALIAMO IL SIPARIO

Teatro Menotti 3 novembre, ore 21:00

Spettacolo di raccolta fondi a sostegno delle ricerche dei tre italiani dispersi in Indonesia, organizzato da STRA-VAGANTI con la partecipazione di Scena Zero e grazie alla generosa concessione di Tieffe Teatro Menotti

Prenotazioni e acquisto biglietti:

biglietteria@tieffeteatro.it – 02 36592544 | 02 36592538

vivaticket.it | teatromenotti.org

Per maggiori informazioni:

Help us to find Alberto in Indonesia

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DRAGPENNY OPERA. Il ritorno delle Nina’s Drag Queens

Metti che ti trovi in un vecchio teatro, dove a calcare le scene – per chissà quanto tempo – è stata la polvere e nessun altro più; e metti pure che adesso ad abitarlo ci sono solo le storie che lo hanno animato – prima, però; e poi non più per chissà quanto tempo –. E metti che a un certo punto la storia di uno (anche uno qualsiasi, che poco o nulla aveva contato) prenda il sopravvento sulle altre storie (magari più strepitose e di gente che conta) e metti che questa storia di uno qualsiasi inizi a proiettare tra le quinte abbandonate e il sipario logoro le donne che nella vita ha incontrato. E metti, anche, che tutto si anima e prende vita, mentre le altolocate storie, che tacciono (e che continuano a tacere), sono costrette a vedere puttane e mendicanti e a sentire quello che hanno fatto e detto e quando è successo e come e perché… E, infine, metti pure che queste puttane e questi mendicanti – appartenenti alla storia di uno (che era) qualunque – ricevano applausi e abbiano successo e conquistino il tempo al punto che questo decide di tornare indietro e portare in vita storie e luoghi dimenticati, lasciando stupite e a bocca aperta le storie dei ben pensanti e di tutta quella gente che chissà che cosa credeva di essere.

E se metti tutto questo, hai il DRAGPENNY OPERA delle Nina’s, che si fanno esse stesse (o lo sono di loro?) metafora e allegoria nella riscrittura del The Beggar’s Opera di John Gay.

È l’alba. Nel cortile di un carcere, sotto il patibolo, si danno ritrovo alcune figure. Attendono l’esecuzione capitale del bandito Macheath. Sono le donne della sua vita. Saranno loro a raccontare questa storia: dalle nozze segrete di Macheath con Polly, regina dei mendicanti, agli incontri con l’amante, che batte, per giungere al momento dell’esecuzione, al giudizio finale… e forse ad un imprevisto: a quel qualcosa che capita quando nemmeno te lo aspetti.

The Beggar’s Opera di John Gay (1728) nasce come scrittura polemica e parodistica nei riguardi di un certo teatro lirico dell’epoca fatto di improbabili soggetti, messe in scena pompose e spettacoli che vogliono seguire le mode. Contro tutto questo va l’Opera di J. Gay, determinato a rompere gli schemi, a mostrare l’altro lato (quello vero e verace) del mondo e a esprimersi liberamente e in maniera tanto originale quanto anticonformista.

Di qui, la scelta delle Nina’s; di qui il DRAGPENNY OPERA.

John Gay miscelava la musica colta e la canzone da osteria, la presa in giro del “gran teatro”, la satira più nera, e soprattutto adattava canzoni già note al pubblico, fossero ballate o arie d’opera. Allo stesso modo, le Nina’s Drag Queens attingono al repertorio della musica contemporanea, reinventando (grazie alle composizioni originali di Diego Mingolla) alcuni riferimenti dell’immaginario pop che ci circonda. E lo fanno con la stessa allegra ferocia messa in campo da Gay, sotto il segno di un umorismo amaro e politicamente scorretto.

TEATRO ELFO PUCCINI

3 – 8 novembre, sala Shakespeare

DRAGPENNY OPERA
liberamente ispirato a The Beggar’s Opera di John Gay
regia Sax Nicosia
con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
drammaturgia Lorenzo Piccolo
costumi Gianluca Falaschi
scene Nathalie Deana
coreografia Alessio Calciolari
musiche originali Diego Mingolla
produzione Nina’s Drag Queens

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“Il malato immaginario”, al San Babila per ridere di vecchie e nuove ossessioni

“Il malato immaginario” di Moliere è in scena al Teatro San Babila di Milano fino al 1 novembre. Lo spettacolo porta la firma di Andrea Buscemi, protagonista anche sulla scena insieme a Nathalie Caldonazzo.

La commedia, incentrata sulla figura di Argante, vecchio ipocondriaco succube di medici approfittatori, è riproposta in una chiave e in un linguaggio più moderno e vicino allo spettatore di oggi che potrà riconoscere, nel “Il malato immaginario”, vecchie e nuove ossessioni. Uno spettacolo da non perdere e un testo, testamento morale e artistico dello stesso Moliere, ancora attuale a distanza di secoli.

“Il malato immaginario” è Argante (Andrea Buscemi), un borghese che vive una vita appartata e afflitta d numerosi malanni, frutti più che altro di una plateale ipocondria. Ad assisterlo con stizza e rimproveri la serva Tonina (Livia Castellana), consapevole più di chiunque altro della gratuità dei malanni del padrone, che spende cifre considerevoli per farsi curare dall’ambiguo e interessato dottor Purgone. Desideroso di avere un medico quotidianamente a portata di mano, Argante decide di assegnare in sposa la propria  unica figlia Angelica (Martina Benedetti) al dottor Purgone, nonostante la stessa sia innamorata segretamente del giovane Cleante. Mentre l’avvenente moglie di Argante (interpretata da Nathalie Caldonazzo) intesse una tresca con lo stesso Purgone, Tonina e Angelica cercano di scongiurare lo sconsiderato matrimonio che Argante vorrebbe far celebrare in tempi brevissimi. Da qui una girandola di colpi di scena che porterà a un fine lieto, seppure non così scontato, lasciando ampi margini di riflessione.

DOVE, COME E A QUANTO

Biglietti da 20 euro
Spettacoli: martedì – giovedì – venerdì – sabato ore 20.30 mercoledì – domenica ore 15.30




Halloween con delitto da Sardò

Preparatevi per una cena diversa dal solito con un delitto da risolvere e l’occasione di diventare investigatore per una sera. Tutto ciò, per giunta, nella mostruosa sera di Halloween!

Sardò, il primo Street Food Sardo italiano, si prepara a diventare lo scenario suggestivo per una cena indimenticabile e un Halloween fuori dal comune. Un’atmosfera surreale e misteriosa accompagnata da un menù dai tipici sapori sardi.

La serata avrà come titolo “Nebbie di Alghero” e sarà curata da Associazione Studio Novecento.

La presenza costante del mare. Con il suo mistero, tra segreti inconfessabili che tornano dal passato, intrighi, ambizioni, delusioni e speranze.
Un giorno d’autunno. Il comandante di Porto Conte, sparito da alcuni giorni, ricompare senza memoria. Un ricco commerciante è stato ucciso. Il fratello torna, dopo moltissimi anni, per il funerale. La moglie del morto lo accoglie con un turbamento. La domestica del comandante del porto nasconde qualcosa. Un misterioso figlio cresciuto chiamando padre l’uomo sbagliato. Cosa lega tutti i personaggi? Riusciranno gli investigatori a consegnare un assassino all’umana giustizia?

La Cena con delitto è un gioco teatrale interattivo, una via di mezzo tra un gioco di ruolo dove i giocatori fanno parte di una squadra e non assumono un’altra identità- e uno spettacolo teatrale dove gli spettatori sono i veri protagonisti della vicenda.
Tra una portata e l’altra, i commensali scoprono di essere chiamati a ricoprire il vero e proprio ruolo di investigatori: divisi in squadre e affiancati da un gruppo di attori professionisti che interpretano tutti i ruoli necessari a mandare avanti la storia, avranno il compito di risolvere un intricato giallo. Attraverso l’analisi degli indizi, la consultazione delle prove e l’interrogatorio dei testimoni (ma stando ben attenti che i testimoni possono mentire e gli indizi essere depistaggi!) sono chiamati a scoprire chi è l’assassino e perché ha commesso il crimine.
E davvero sono gli spettatori a dare la risposta finale: il primo gruppo di investigatori che ha dato la risposta esatta scoprendo assassino e movente vince il gioco!

Nella Cena con Delitto i partecipanti divisi in squadre -ogni tavolo da 8/12 persone è una squadra- diventano squadre investigatori e si trovano alle prese con un misterioso giallo. Per risolverlo possono: ascoltare i racconti dei testimoni; consultare gli indizi materiali che vengono man mano presentati; interrogare i testimoni -chiamandoli al loro tavolo e rivolgendo loro due domande per ogni turno di gioco.
Vince la squadra/tavolo che per prima scopre assassino e movente.

La cena con delitto è divisa in tre parti scandite dalle portate:
1. prima del primo introduzione del gioco presentazione della scena del crimine e dei testimoni e racconto dei testimoni;
2. tra il primo e il secondo consultazione degli indizi e interrogatori dei testimoni;
3. Il dolce chiude in festa il gioco.

Non mancheranno sorprese per la squadra vincitrice.

Per la serata Sardò ha pensato ad un menù ad hoc a base di specialità sarde, luogo in cui si svolge il delitto.

Antipasto: Mini Cheesecake salato con ricotta di capre e dadolata di verdure
Primo: Degustazione di Culurgiones
Secondo: Porcetto con patate arrosto al profumo di Mirto
Dolce: Gelato artigianale Sardò
Bottiglia di vino Cannonau ogni quattro persone
Coperto, acqua, caffè, mirto

Sardò Sardinian Street Food nasce dall’incontro di due giovani sardi, Andrea e Vincenzo, una milanese che sembra sarda, Chiara, e un milanese che ama la Sardegna, Aldo. È il primo Street Food Sardo italiano. Il porceddu, il pane carasau, le casadinas, il mirto, il pecorino, la mustela sono prodotti dal sapore deciso e inimitabile, che sapientemente abbinati danno vita ad un cibo da strada contemporaneo e di alta qualità. Da Sardò Andrea e Vincenzo, col prezioso aiuto di Severino, Nicole e Pauline, accolgono i clienti col calore della loro terra e preparano ogni specialità con attenzione al minimo dettaglio.

Sardò Sardinian Street Food in collaborazione con Associazione Studio Novecento presenta:
Nebbie di Alghero – Halloween con delitto

Sabato 31 ottobre
Ore 20,30
Via Verziere 3 (l.go Augusto) Milano
Costo € 45,00
In collaborazione con Associazione Studio Novecento
Solo su prenotazione
info@sardostreetfood.com

Sardò Sardinian Street Food
Via Verziere 3
02 36638630
www.sardostreetfood.com
info@sardostreetfood.com
Fb/Sardò




Nunsense, suore scatenate per un musical da scoprire

C’è tempo solo fino al 1 novembre per scoprire al Teatro Martinitt  di Milano Nunsense (gioco di parole tra nun – suora – e nonsense) di Dan Goggin. La commedia, un musical off che ha debuttato a Broadway nel 1985 (ben prima di “Sister Act”), compie quest’anno trent’anni di successi in tutto il mondo.

L’adattamento italiano e la regia sono di Fabrizio Angelini con la collaborazione di Gianfranco Vergoni, lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia dell’Alba che ha fra i sui successi “Aggiungi un posto a tavola”. Nunsense si avvale anche della co-produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo.

In scena un gruppo di suore scatenate fanno divertire il pubblico grazie a un testo ironico e surreale, le attrici sono delle esilaranti performer che quasi sembrano improvvisare con gli spettatori: in Nunsense le consorelle recitano, cantano e ballano dimostrando le proprie capacità ma anche le proprie umane debolezze. Le protagoniste sono ben calate nella vita di oggi con tutti i nessi e connessi, ben informate sugli avvenimenti e sulla cronaca nonché sugli eventi televisivi, non è stato scelto per caso l’allusivo sottotitolo “Le amiche di Maria”.

Impegnate a giocare a Bingo presso le Focolarine, la Madre Superiora e un piccolo gruppo di consorelle sopravvivono alla fatale zuppa al finocchio che la povera Suor Giulia ha servito per cena alle altre 52 sorelle del Certosino Zelo: tornate in convento le suore trovano tutte le altre con la faccia nella minestra. Non avendo la possibilità economica di seppellirle tutte, sono costrette a conservare le ultime quattro sfortunate… nel congelatore! Ma le “amiche di Maria” non si danno per vinte e decidono di mettere in scena uno spettacolo per raccogliere fondi e poter donar loro una giusta sepoltura.

In scena Laura Del Ciotto, Carolina Ciampoli, Monja Marrone, Alberta Cipriani, Edilge Di Stefano, Giorgia Bellomo e Valentina Di Deo, la regia associata è di Alessia de Guglielmo e la direzione musicale di Gabriele de Guglielmo.

Lo spettacolo toccherà poi Torino, al Teatro Gioiello, dal 27 al 29 novembre.