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Il Cluster Turismo Cultura al Palazzo delle Stelline di Milano

Presentato a Milano, nella prestigiosa sede dell’Institut français di Milano al Palazzo delle Stelline, il Cluster Turismo e Cultura di Atout France. Creato nel 1992, il Cluster riunisce 58 organismi e siti volti a promuovere il patrimonio culturale francese a livello internazionale. In totale sono circa 150 i siti rappresentativi della ricchezza e della varietà culturale francese riuniti nell’ambito del Cluster. Basti citare le molte aperture di questi ultimi tempi, dalla Philharmonie de Paris alla Fondazione Louis Vuitton alla riapertura del Museo Picasso parigino, senza dimenticare il Musée des Confluences di Lione la Caverne du Pont d’Arc, replica della “Grotta Chauvet” preistorica, la riapertura di Villa Cavrois, il recupero della dimensione marittima di Mont-Saint-Michel, la nuova Cité des Civilisations du Vin che aprirà a Bordeaux nel marzo 2016. Sempre il Cluster organizza grandi mostre in tutta la Francia e importanti eventi culturali : quest’anno da ricordare il 500° anniversario dell’ascesa al trono di Francesco I, le commemorazioni del Centenario della Grande Guerra, il « Viaggio a Nantes », in luglio e agosto, la Biennale d’arte contemporanea di Lione dal 10 settembre 2015 al 3 gennaio 2016, lille3000, dal 26 settembre 2015 al 17 gennaio 2016.

A Milano presenti 5 tra i più importanti partner : il Castello Reale di Amboise, il Castello del Clos Lucé, il Castello di Chenonceau, il Viaggio a Nantes e lille3000, che proprio alle Stelline presenta la mostra Textifood , in sintonia con il tema dell’Expo di Milano 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Vediamoli un po’ più da vicino.

Il Castello Reale di Amboise è un castello famoso legato al ricordo di Leonardo: la sua presunta tomba è qui, nella piccola cappella del castello. Ricchissima la collezione di mobili gotici e rinascimentali degli appartamenti reali e le imponenti torri, i bei giardini panoramici che dominano la Loira.
Nell’anno di Francesco 1° da segnalare l’evento « Avanti la Musica » (20/06 al 19/07/15), omaggio alla ricchezza culturale dell’Italia, patria di Leonrso.
E il 26 e 27/07/15 le « Giornate Reali ! » , grandi feste alla Corte di Francia (danze, giochi e spettacoli)
www.chateau-amboise.com

Al Castello del Clos Lucé, a 300 metri dal Castello Reale di Amboise, con il bel Parco Leonardo da Vinci, Leonardo vive gli ultimi tre anni di vita, e si dedica a completare le sue invenzioni. Il Castello è dedicato oggi alla scoperta e alla comprensione dell’opera di Leonardo, e presenta la grande mostra « Leonardo da Vinci e la Francia » e la spettacolare ricostruzione della festa organizzata da Leonardo da Vinci nel 1518 per celebrare la vittoria francese di Marignano: appuntamento il 26-27 luglio al Castello del Clos Lucé alle 18.30 – www.vinci-closluce.com

Chenonceau, il castello privato più visitato di Francia, secondo solo a Versailles, è un castello « al femminile » : fatto costruire nel 1513 da Katherine Briçonnet secondo il modello di un Palazzo Veneziano, è arricchito da Diana di Poitiers e dalla regina Caterina de’ Medici, che si ispira al Ponte Vecchio di Firenze per creare la doppia galleria sul fiume Cher. Dipinti preziosi (Primaticcio, Tintoretto, il Correggio, Rubens), arazzi, i giardini storici. E nei giardini illuminati, il 18 luglio 2015 «Degustazione sotto le stelle » l’evento dell’estate: una passeggiata accompagnata dalla musica di Arcangelo Corelli, con apertura eccezionale della grande Galleria e degustazione con i viticoltori del nuovo vino doc, il Touraine Chenonceaux – www.chenonceau.com

Il Viaggio a Nantes, capitale storica della Bretagna e porta della Valle della Loira, è un invito a scoprire una delle capitali culturali più creative di Francia: un percorso unico lungo une linea verde che permette di scoprire elementi del patrimonio come il castello dei Duchi di Bretagna,luoghi di cultura, installazioni artistiche. Con il Viaggio a Nantes (dal 3 luglio al 30 agosto 2015), la città è ancora più animata del solito: patrimonio, architettura, sapori della gastronomia … Da non perdere: una visita dell’ Estuario della Loira con le sue 29 opere d’arte poetiche lungo il fiume e i vigneti del Muscadet, il vino bianco di Nantes!
www.levoyageanantes.fr / www.nantes-tourisme.fr
www.estuaire.info/fr

lille3000 è l’associazione che continua e approfondisce il dinamismo avviato dal 2004, con la consacrazione di Lille capitale europea della cultura. Porta aperta verso il futuro, lille3000 ha l’obiettivo di esplorare le ricchezze e la complessità del mondo di domani e di interrogarsi sulle vie dello sviluppo. Molto più di un festival o di una biennale, lille3000 invita a scoprire nuove culture attraverso artisti contemporanei da tutto il mondo.Tema della 4° edizione tematica del 2014 è La Renaissance, il Rinascimento. Dal Rinascimento storico alle grandi trasformazioni del XXI secolo, artisti di tutto il mondo si interrogano sulla vitalità del panorama attuale. Renaissance sarà un grandioso appuntamento di grandi mostre, metamorfosi urbane, spettacoli, design, food, eventi inediti, a Lille dal 26 settembre 2015 al 17 gennaio 2016.
www.lille3000.com

Textifood, quando il cibo diventa tessuto
Che cos’hanno in comune un’arancia, un limone, un ananas, una banana, una noce di cocco, ma anche ortiche, alghe, funghi, caffè, riso, soia, mais, barbabietola, vino, birra, molluschi e crostacei… Possono essere mangiati, bevuti e…tessuti! E’ questo il tema di Textifood , la mostra creata da lille3000, per l’Expo di Milano 2015 al Palazzo delle Stelline, che si inserisce nell’ambito del programma di Citexpo, progetto ideato dal Padiglione Francia, in collaborazione con la Camera francese di commercio e industria in Italia (CFCII), l’Institut français Italia, Business France en Italie e Atout France. Realizzata con la collaborazione di creativi, designer e stilisti, presenta alcune fibre ricavate da specie vegetali, forte della lunga tradizione di eccellenza nel nel campo dei tessuti tecnici di Lille Métropole e della Regione Nord-Pas de Calais.
Così al Palazzo delle Stelline c’è da seguire un percorso espositivo unico: tessuti mai visti, spesso fibre ricavate da residui dei raccolti e scarti alimentari, capaci quindi di soddisfare le esigenze del mercato e di rispondere al bisogno di sostenibilità di un pianeta sempre più a rischio.
In mostra si vedono l’abito creato da Coralie Marabelle con ananas e banano e l’abito dell’artista Em Riem fatto con foglie di banano essiccate, l’ Orange Fiber ricavata dai residui della produzione industriale del succo di agrumi, biodegradabile e cosmetotessile (il tessuto in più idrata e nutre la pelle). E poi la fibra tessile ricavata dalla cellulosa delle alghe marine, la fibra di latte estratta dalla caseina (di latte andato a male) e molto simile alla lana, persino le fibre ricavate da batteri, lieviti e microrganismi che la stilista Suzanne Lee utilizza per i suoi lavori. E molte altre “scoperte tessili” nelle creazioni di Christine Phung, Design Percept, L’Herbe Rouge, A+Z design, Egide Paris, Eric Raisina, Nina Gautier, Gary Cass & Donna Franklin, Jonas Edvard…
Tra le molte curiosità di Textifood, il caravan di Meert, piccola cucina nomade dove lo chef Maxime Schelstraete fa scoprire la sua cucina “street-chic” come a Lille. E il “profumo tessuto” di Francis Kurkdjian , che ha tratto ispirazione da Leonardo da Vinci per creare una sorta di “sfumato floreale” nel chiostro del Palazzo delle Stelline, dove ci si ritrova immersi un vapori sottili che hanno il profumo dei vegetali di Textifood.
Padiglione Lille3000 al Palazzo delle Stelline, C.so Magenta 63- Milano, fino al 14 luglio , lun-sab 11-19




“All American the Diner”: il ristorante dove rivivere i meravigliosi anni ’50 di Happy Days

Nel vasto panorama di locali offerto da Milano, nasce in via Cassinis 33 – accanto alla stazione della metropolitana Rogoredo – “All American the Diner”, ristornate specializzato in hamburger e carne alla griglia, in perfetto stile americano.
Inaugurato il 29 aprile, All American the Diner si pone un obiettivo ambizioso e anche un po’ provocatorio: offrire “ciò che piace agli americani”.
Ideale per i giovani, per la famiglia e per gustose pause pranzo, il locale è unico nel suo genere, anche per degustare ottimi cocktails nel dopocena.
L’ambientazione è in perfetto stile americano anni ’50. Tutto ricorda quegli anni: i colori, le insegne, l’arredamento, l’auto d’epoca . Anche il personale di sala è ‘american’: dai barman con le bretelle a vista fino a deliziose cameriere sui pattini.
In origine, il ‘diner’ era un lungo lunch vagon situato lungo le strade più famose degli Usa, come la celebre route 66, a gestione famigliare. Proprio come gli italianissimi chioschi street food di Firenze. Gli ideatori di All American the Diner hanno saputo coniugare la loro origine toscana con la passione per gli States, offrendo alta qualità nei prodotti unita ad un’atmosfera americana.
Tutta la professionalità e l’arte del gusto tipicamente italiana la si ritrova nei piatti principali, come gli hamburger black angus, di chianina, bufalo e wagyulen tipo kobe. Per un pranzo veloce non mancano deliziosi sandwich e i mitici hot dogs, così come le french fries, chicken wings e onion rings. Il menù prevede anche delicate insalate e le tipiche cheesecake e apple pie.
Il locale organizza serate a tema, concerti, esibizioni di boogie-woogie e swing in più di trecento metri quadri disposti su due piani; una location davvero originale ed unica dove immergersi e farsi rapire dalla tipica atmosfera descritta nei telefilm americani, come quella tanto amata dai fans di “Happy Days”.

All American the Diner
Via Cassinis 33
347 372 9418




Premio Hystrio 2015 al Teatro Elfo Puccini

Nel 2015 il Premio Hystrio festeggia la sua 25^ edizione e lo fa il 19, 20 e 21 giugno al Teatro Elfo Puccini di Milano dove domenica 21 giugno avverranno le premiazioni di tutte le categorie in concorso.
185 sono gli aspiranti attori in lizza per il Premio Hystrio alla Vocazione, che prevede due borse di studio del valore di 1.000 euro ciascuna a cui quest’anno se ne aggiunge una da 500 euro da assegnare a un giovane talento dalle potenzialità ancora da affinare. Ben 96 i giovani aspiranti drammaturghi che concorrono per il Premio Hystrio Scritture di Scena, un numero record che segna un incremento del 35% rispetto allo scorso anno e sottolinea come sia grande l’attenzione alla scrittura per il teatro. Il testo vincitore di questa categoria verrà presentato in forma di lettura scenica a cura di Sabrina Sinatti il 19 giugno e verrà pubblicato sulla rivista Hystrio. Tra i nomi già affermati della scena, la giuria del Premio ha selezionato i seguenti artisti:
Premio Hystrio all’interpretazione: Massimo Popolizio
Premio Hystrio alla regia: Serena Sinigaglia
Premio Hystrio alla drammaturgia: Mimmo Borrelli
Premio Hystrio-Altre Muse: Cuocolo/Bosetti
Premio Hystrio-Castel dei Mondi: Carrozzeria Orfeo
Premio Hystrio-Fondazione Teatro Piemonte Europa: Ambra Senatore
Premio Hystrio-Twister: Il vizio dell’arte di Alan Bennett, con la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, prodotto dal Teatro dell’Elfo di Milano
Premio Hystrio-Scritture di Scena: analisi dei copioni in corso

Novità di questa edizione è il Premio Mariangela Melato che avvia una collaborazione con il Premio Hystrio e che verrà consegnato a Camilla Semino Favro e Fausto Cabra nella serata finale del 21 giugno.
Come di consueto, accanto alla lettura scenica e alle premiazioni, non mancherà lo spettacolo e per i suoi 25 anni Hystrio il 20 giugno propone un’anteprima milanese, Milite Ignoto – Quindicidiciotto di e con Mario Perrotta, tratto da Avanti sempre di Nicola Maranesi e dal progetto La Grande Guerra, i diari raccontano a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi, Produzione Permàr/LaPiccionaia/dueL/Fondazione Archivio Diaristico Nazionale.

Per informazioni:

www.hystrio.it

segreteria@hystrio.it

redazione di Hystrio-trimestrale di teatro e spettacolo
tel. 02.400.73.256, fax 02.45.40.94.83




Jesus Christ sempre Superstar

di Giuliana Tonini – A grande richiesta è ritornata a Milano, al Teatro Nuovo, nell’allestimento di Massimo Romeo Piparo, la mitica ‘opera rock’ Jesus Christ Superstar, di Tim Rice ed Andew Lloyd Webber, uno dei musical più famosi e amati di sempre.
Lo spettacolo che nel 2014 ha sbancato i botteghini dei teatri di tutta Italia è stato, strameritatamente, l’evento teatrale dell’anno. ‘Osannato a Milano e nel mondo’ , come ci dicono le locandine sparse per tutta la città. E la tappa milanese è solo l’inizio di un tour che questa volta porterà la produzione tutta italiana della Peep Arrow Entertainment anche in giro per l’Europa.
E come non poteva essere il successo teatrale dell’anno una produzione con protagonista Ted Neeley nel ruolo di Gesù, con quel carisma e quella voce che sono nel cuore di tutti i ‘Jesusmaniacs’ da più di quarant’anni, dall’indimenticabile versione cinematografica di Norman Jewison del 1973?
Per non dire della ‘reunion edition’ dello scorso autunno. Un evento unico e imperdibile, che ha visto di nuovo insieme, per la prima volta dall’uscita del film-culto, oltre a Ted Neeley, anche Yvonne Elliman e Barry Dennen, nei ruoli di allora, Maria Maddalena e Ponzio Pilato.
Ovviamente sono corsa a vedere, (quasi) in prima fila, la prima del 5 giugno. Dal punto di vista tecnico, la messa in scena del Teatro Nuovo perde un po’ in resa scenica e acustica rispetto all’allestimento del Teatro degli Arcimboldi. Ma le emozioni che lo spettacolo trasmette al pubblico rimangono intatte. Come lo rimarrebbero anche se Jesus Christ Superstar venisse rappresentato in uno scantinato. Ancor più con Ted Neeley come protagonista. Quelle emozioni che spero di essere riuscita a descrivere nel mio pezzo di novembre su Cosmopeople, dopo avere assistito, due volte, alla reunion edition.
Perché Jesus Christ Superstar, da quarantacinque anni, da quando nel 1970 è uscito il doppio 33 giri che ha subito lasciato il segno, continua a riscuotere un enorme successo ovunque?
Proviamo a capirlo andando indietro agli anni in cui l’opera è nata.
Tim Rice, l’autore dei testi delle meravigliose canzoni, racconta che, sin da quando era un ragazzo appassionato di musica rock, ha sempre avuto un grande interesse per la figura di Giuda Iscariota. Se fosse stato un pittore, uno scultore o uno scrittore, lo avrebbe considerato un ottimo soggetto per una propria opera. Era affascinato dall’idea di raccontare la storia di Gesù dal punto di vista di Giuda, l’apostolo che tanto lo ammirava, ma che lo tradisce nel momento in cui inizia a pensare che stesse perdendo il controllo della situazione.
L’occasione di tradurre in realtà questa idea si presenta quando, grazie ad un agente teatrale, nel 1965 Tim Rice conosce Andrew Lloyd Webber, musicista con la passione di comporre musica per il teatro.
E così nasce la storia di Gesù raccontata attraverso gli occhi di Giuda, che i due artisti cercano di portare sul palcoscenico. Ma nessun produttore teatrale ha il coraggio di dare fiducia ad un’opera dal tema così delicato. Così Rice e Webber si devono ‘accontentare’ di fare conoscere la loro creazione solo su disco. Prima viene inciso e messo sul mercato il singolo con la canzone ‘Superstar’, che piace al pubblico ed apre la strada alla pubblicazione, nel 1970, del disco doppio. È subito successo, e solo un anno dopo le porte dei teatri si spalancano per l’opera rock Jesus Christ Superstar. Opera perché è una narrazione cantata, senza dialoghi, e rock perché…..beh, è incontrovertibilmente rock! Una grande opera moderna.
Ovviamente, al momento della sua uscita, la creatura del formidabile duo ha fatto non poco scalpore, venendo anche accusata di blasfemia. Ma Rice e Webber hanno sempre messo in chiaro che la loro intenzione era di rappresentare la storia di Gesù in un’ottica non religiosa, bensì umana. Ai due autori interessava delineare la figura di Gesù come uomo. Presentare il suo aspetto umano, coi suoi tormenti interiori, non quello divino.
Nella loro opera non si dice che Gesù è il figlio di Dio, e allo stesso tempo non si dice che non lo è. Jesus Christ Superstar non prende posizione e lascia alla gente la possibilità di interpretare, ciascuno secondo il proprio sentire, la rappresentazione che viene fatta a teatro, o sullo schermo, della storia di Gesù. Non a caso Jesus Christ Superstar si conclude con la crocifissione, non con la resurrezione. Credere o meno che dopo ci sia la resurrezione sta ad ognuno di noi.
Ed è questo aspetto la ragione principale del successo ultraquarantennale di Jesus Christ Superstar. Perché si rivolge a tutti e può raggiungere chiunque – cristiani, non cristiani e anche non credenti – col suo travolgente racconto a suon di rock della magnifica, come dice lo stesso Rice, e universalmente conosciuta storia di Gesù di Nazareth.
Non stupisce che niente meno che papa Paolo VI, che vide in anteprima il film in Vaticano prima che venisse proiettato nelle sale, non solo non ebbe nulla da eccepire sulla rappresentazione della storia, ma anzi – come ha poi riferito il regista Jewison – osservò che quell’opera nuova avrebbe contribuito, tramite il linguaggio universale di quella musica moderna, alla conoscenza del cristianesimo nel mondo.
Non dimentichiamo, inoltre, che la rappresentazione della storia di Gesù come uomo è stata al centro di un’altra meravigliosa opera in musica. L’album ‘La buona novella’ del nostro grandissimo Fabrizio De Andrè, ispirato ai Vangeli Apocrifi e pubblicato nel 1970, lo stesso anno del doppio 33 giri di Jesus Christ Superstar.
Andate a teatro a vedere Jesus Christ Superstar. Non ve ne pentirete.




LA SERIALITA’ DELL’ ANTICO in esposizione alla Fondazione Prada

di Gabriele Antoninetti – Se finora siamo stati abituati a interpretare il “classico” come creazione artistica di un unicum, da adesso in poi forse è il caso di rivedere questa associazione di idee. E Salvatore Settis ce lo dimostra con la sua “Serial Classic. Moltiplicare l’arte tra Grecia e Roma”, in esposizione dal 9 maggio al 24 agosto 2015 alla Fondazione Prada (Milano).
Gli artigiani, nel mondo antico greco e romano, il più delle volte lavoravano in serie, basandosi su opere già esistenti. Non solo copie, quindi, ma vere e proprie riproduzioni seriali di sculture classiche occupano gli spazi di questa ex distilleria milanese di inizio Novecento, a pochi passi da Porta Romana e riportata solo ora a nuova vita.
Addentrandoci nel percorso espositivo, giocato su due piani, viene in mente la lezione di Carlo Scarpa, per i diversi livelli di altezza cui le sculture sono poste e forse anche per l’utilizzo di materiali puri come il classico travertino romano (qui sapientemente mixato col plexiglass).
Vero è che, a curare tutti i locali della Fondazione Prada, è stato l’ottimo Rem Koolhaas, che ha saputo mettere mano – e testa – a un progetto ambizioso quanto arduo. Scommessa vinta, considerati anche i notevoli riscontri positivi sia di pubblico che di critica. Il visitatore che entra nella prima sala (“Podium”, non a caso) si trova di fronte una serie di manufatti scultorei di recente realizzazione: dagli originali, pervenutici frammentariamente, di opere di I secolo A.C., fino ai “neonati” gessi (forse un po’ troppo colorati, sicuramente accattivanti) riproducenti i noti bronzi di Riace. Il piatto ghiotto, però, ci è parso quello al piano superiore: assieme a una serie di calchi delle Cariatidi dell’Eretteo (degni di una gipsoteca didattica), compaiono due copie romane dell’ Aristogitone (senza Armodio), attribuito a suo tempo a Crizia e Nesiote, e una splendida Penelope, datata addirittura al V sec. a.C., proveniente da Teheran. Pure di essa sono stati eseguiti per l’occasione dei calchi in gesso: compreso uno, in versione domestica (aderente al mito?), della sposa di Odisseo che, con in mano un rocchetto di filo per la tessitura, sembra voler quasi riprodurre (in serie) l’immagine (perduta?) della perfetta moglie fedele.
Vale la pena del biglietto visitare anche gli altri padiglioni, tra cui quello dedicato al Novecento (An Introduction – Sud, Deposito – dal 9 maggio al 10 gennaio 2016): da Burri a Fontana, passando per i monocromi di Klein, abbiamo un perfetto “bigino” per fare bella figura all’ esame di storia dell’arte.




Momix festeggia i primi 35 anni a Milano

Momix festeggia il 10 giugno i primi 35 anni di vita ritornando sul posto del debutto mondiale, al Barclays Teatro Nazionale, con uno show che ripercorrerà le più note coreografie del gruppo  accompagnandole alle creazioni più recenti.

W MOMIX FOREVER rappresenta quindi il coronamento di 35 anni di Momix trascorsi calcare le scene più importanti di tutto il mondo, ed è con una spettacolare raccolta delle sue più suggestive e significative coreografie che Moses Pendleton, carismatico creatore della compagnia, intende festeggiare questo fondamentale anniversario.

Alla carrellata di coreografie si uniranno nuove creazioni ed il recupero di capolavori che hanno segnato la storia della compagnia : dagli storici Momix Classics, Passion, Baseball, fino al più recente Bothanica e l’ultimo grande successo Alchemy.

La prima mondiale avverrà nella stessa data e nello stesso teatro del 1980: il  10 giugno al Barclays Teatro Nazionale di  Milano.

Per tre settimane (fino al 28 giugno) sarà una festa fra Momix ed il suo pubblico, un binomio perfetto che da 35 anni si diverte, si emoziona, si prende anche un po’ in giro e continua ad incantarsi da ormai due generazioni!

Dove come e a quanto
Barclays Teatro Nazionale di Milano
Poltronissima € 50 – poltrona € 40 – galleria € 30
Da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 20.00

 




Ted Neely: “42 anni da Jesus, 5mila repliche e voglio proseguire ancora”

Sono da 42 anni Jesus in Jesus Christ Superstar. Prima nei cinema con il cult del 1973 firmato da Norman Jewison e poi con oltre 5mila repliche nei teatri di tutto il mondo. E voglio proseguire ancora e ancora. Non mi stancherò mai di questo ruolo. Quello di Jesus è il ruolo più entusiasmante del mondo!” sostiene Ted Neely con Cosmopeople a margine della presentazione del nuovo tour, questa volta europeo (il che per uno spettacolo italiano, soprattutto per quanto riguarda il genere musical, è più unico che raro), di Jesus Christ Superstar firmato da Massimo Piparo. Lo spettacolo debutta stasera, venerdì 5 giugno, al Teatro Nuovo di Milano per restarvi fino al prossimo 28 giugno, dopo aver rischiato di essere rinviato a causa dell’imprevisto occorso a Ted Neely che nel tragitto tra gli Usa e Roma Fiumicino ha perso il passaporto trovandosi costretto a ritornare negli Usa per rifarsi i documenti. Insomma oltre 100mila miglia in meno di una settimana, una sola prova con il cast che solo in parte ripropone quello della “reunion” andata in scena lo scorso autunno (dove oltre al Jesus del cult del 1973 figuravano anche Maddalena e Pilato “originali”) eppure Ted Neely è entusiasta di ritornare ancora una volta a rivestire i panni del Messia, di Jesus Christ Superstar per l’appunto.

Sorridente e affabile con tutti, Ted Neely, Jesus, emana un’energia fuori dal comune anche lontano dalle scene. Cosmopeople ha avvicinato la leggenda per carpire qualche curiosità in più.

Dopo 42 anni e 5mila repliche di Jesus, non è stanco?
Per niente. In Jesus interpreto il ruolo più entusiasmante e carismatico del mondo. Sin dall’inizio per me è stata una gioia immensa poter interpretare la figura di Jesus grazie agli studi biblici che avevano accompagnato la mia giovinezza. In seguito poi ho realizzato a potenza del ruolo e del musical che avvicina le persone tra di loro e talvolta ai Vangeli e innesca un circolo di energia positiva tra le stesse. Sono cresciuto con Jesus e sono felice di tornare in scena con Jesus Christ Superstar.

Qual è il ricordo principale legato alla produzione del film?
L’aver girato in Israele, nei luoghi dei Vangeli ha rappresentato per me una gioia immensa. Senza considerare il cast, all’epoca eravamo tutti attori di Broadway amici tra di noi, e la forza travolgente della musica che ancora oggi ritorna ogni sera sul palcoscenico. Con il cast originale del film, salvo Carl Anderson (Giuda) purtroppo mancato, ci siamo ritrovati lo scorso aprile per delle proiezioni che celebravano i primi 41 anni del film in un’atmosfera di festa, con il pubblico che spesso cantava. Potremmo fare quasi concorrenza al Rocky Horror Show.

E delle numerose tournée teatrali a cui negli ultimi anni ha partecipato come Jesus c’è qualche episodio particolare?
In genera nel corso degli anni per me è stata una gioia conoscere il pubblico, assistere all’alternarsi delle generazioni e fermarmi a parlare con le persone per scoprire in alcuni casi di aver concorso tramite il film prima e le tournée dopo di Jesus Christ Superstar, a portare un po’ di luce e di speranza nella vita dei singoli. Più in particolare invece,  mi ricordo le contestazione a Broadway negli anni ’70. Quando trovavo manifestanti fuori dal teatro che accusavano Jesus Christ Superstar di blasfemia pur senza aver assistito al musical. Spesso invitavo, come miei ospiti, i manifestanti  che, una volta assistito al musical, cambiavano idea rispetto allo show percependo l’energia positiva che proveniva e proviene ancora, ogni sera,  da Jesus Christ Superstar.

Qual è la forza di Jesus Christ Superstar?
Quella di raccontare la vita di Jesus come uomo visto dai propri amici. Un  uomo che tuttavia trasmette un messaggio universale ancora attuale

foto Gianmarco Chieregato

 

 

 

 

 




Elite Model cerca la nuova Gisele Bundchen

di Matteo Rolando
Prima tappa a Milano il 13 giugno presso Superstudio Più di via Tortona

Bisognava capirlo subito che lei era una ragazza “con le palle”: quando all’inizio della sua carriera le intimarono:<Hai un naso troppo importante per fare la modella>. Oppure quando anni dopo, prima del matrimonio, suo marito il giocatore di football Tom Brady le confessò che la sua ex fidanzata era incinta di tre mesi. Ma lei tirò dritto per la sua strada e diventò per tutti Gisele, una delle supermodelle più contese dalle passerelle di tutto il mondo. L’ex fidanzata di Leonardo di Caprio, la brasiliana Gisele Bundchen, oggi si dedica alla sua linea di intimo e al dorato mondo della charity, presa come ispirazione dalle ragazze di tutto il mondo che vorrebbero calcare i tappeti rossi. Alla candida età di appena 35 anni, lei si che si può permettere la pensione con un patrimonio stimato di oltre 300 milioni di dollari. Infatti, secondo la prestigiosa rivista americana Forbes la ex-modella sarebbe tra le più pagate al mondo, oltre 40 milioni di dollari all’anno per sette anni consecutivi tra il 2006 e il 2013. Per i comuni mortali non resta che sognarla, una carriera come la sua: il 25 aprile scorso la Bundchen sfilò per l’ultima volta alla San Paolo Fashion Week, tra applausi, standing ovation e persino lacrime dei più afecionados. Un addio che segna il passo dei tempi nel mondo della moda, per un mestiere, quello di modella, metafora da sempre dell’eterna giovinezza.

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Giselle ebbe una carriera fulminante: fu scoperta nel 1994 dal manager dell’agenzia Elite Model Management in un McDonald’s di San Paolo, e pochi mesi dopo vinse a Parigi il concorso per modelle emergenti Elite Model Look. Il suo ritiro dalle scene lascia “spazio” – si fa per dire – ai sogni di altrettante aspiranti modelle e modelli che potranno partecipare a un Live Casting italiano organizzato della stessa agenzia di moda fondata a Parigi nel 1972 che portò Gisele a tanta fama. Prima tappa del model scouting sabato 13 giugno 2015 presso il Superstudio Più di Milano, poi a Roma presso l’Empire Palace Hotel di via Aureliana sabato 4 luglio. Giunto alla sua 32esima edizione, l’Elite Model Look è il contest internazionale di model scouting più prestigioso e influente del settore, organizzato in circa 50 paesi e a cui l’anno scorso si sono candidate più di 400.000 persone. Per partecipare alla selezione gratuita, è necessario avere un età compresa tra i 14 e i 22 anni per le ragazze e i 16 e 22 anni per i ragazzi, rispettivamente con un’altezza minima di 172 cm e 184 cm. I candidati dovranno compilare un form con i loro dati e caricare 3 fotografie seguendo le indicazioni fornite nel corso della procedura di iscrizione on line (http://www.elitemodel.it). La vincitrice ed il vincitore italiani si contenderanno insieme agli altri vincitori nazionali il titolo mondiale nel corso della Elite Model Look World Final a fine anno. Certo non c’è paragone con Gisele: a lei è bastato andare a mangiare un hamburger per diventare una supermodella milionaria. Ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

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“Midsummer night’s circus” anteprima a Milano

Nuovo adattamento per  “Sogno di una notte di mezza estate” che sarà portato in scena nella versione musical dall’ “MTS” – Musical! The School di Tobia Rossi. Midsummer night’s circus-Il Musical è proposto in anteprima al Barclays Teatro nazionale di Milano il 5 giugno.

“MTS” – Musical! The School da Tobia Rossi porta in scena una versione giocosa dove la gioia, l’irrazionalità e gli istinti primitivi e spontanei dei quattro giovani amanti e del mondo di fate ed elfi, si contrappongono alla severità, alla razionalità e al così detto buon senso del mondo degli adulti. Da qui la scelta, forse audace, di ambientare il tutto sotto al tendone di un circo, con clowns, acrobati e cavallerizze in un mondo magico e fatato dai mille misteri dove l’impossibile è possibile, dove le leggi umane e gravitazionali vengono apparentemente infrante, dove ogni giovane si lascia andare alle emozioni spontanee come i quattro innamorati del racconto si lasciano andare alle emozioni dei sensi. Un circo che come il bosco fatato è tappa significativa della crescita, dove metaforicamente i giovani innamorati vi entreranno adolescenti e ne usciranno uomini avendo vissuto fondamentali emozioni.

Dove, come e a quanto
Barclays Teatro Nazionale-Milano
Ore 20.45

Prezzi dei biglietti comprensivi di prevendita:
€ 12 – € 15 – € 20 – € 25




Steve McCurry porta il caffè in mostra a Milano

Steve McCurry, il fotografo celebrato nel mondo per la sua foto della ragazza afghana diventata simbolo della guerra nel paese, è in scena a Milano con una mostra dedicata al caffè.

Steve McCurry 2

FROM THESE HANDS: A JOURNEY ALONG THE COFFEE TRAIL è il titolo della mostra dedicata al fotografo Steve McCurry, organizzata da Lavazza e firmata dall’architetto Fabio Novembre, che sarà allestita a Milano, dal 5 giugno al 5 luglio 2015, nella Sala Colonne del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia.

Al centro della mostra, 62 scatti realizzati da Steve McCurry in 12 diversi Paesi: Brasile, Burma, Colombia, Etiopia, Honduras, India, Indonesia, Perù, Sri Lanka, Tanzania, Vietnam, Yemen.

L’allestimento di Fabio Novembre è studiato per accompagnare il pubblico nelle atmosfere evocate dagli scatti. Le foto di Steve McCurry sono sempre l’inizio di un viaggio in cui è meraviglioso addentrarsi. L’idea da cui è stato sviluppato l’allestimento, diventa quindi un labirinto che si integra perfettamente nelle geometrie della Sala Colonne del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Il visitatore potrà ammirare le opere di Steve McCurry riprodotte su pannelli concepiti come pagine di un volume fuori scala. La bellezza e l’umanità che scaturiscono dalle immagini di Steve McCurry è amplificata dall’allestimento di forte impatto scenico studiato e realizzato dall’architetto Fabio Novembre.

Unico comune denominatore: il caffè. Si tratta infatti delle foto più belle ed evocative scattate da Steve McCurry nel corso di un viaggio che copre un arco temporale di oltre trent’anni sulle strade del caffè, raccolte nell’omonimo volume edito in queste settimane da Phaidon, tra i maggiori editori di arti visive e fotografiche.

La maggior parte delle fotografie raccolte nel libro ed esposte nella mostra sono infatti le immagini scattate da Steve McCurry nell’ambito del progetto İTierra! e concretizzano l’idea di Francesca Lavazza, Direttore Corporate Image dell’azienda, di riunire all’interno di un’opera questo lavoro sull’umanità del caffè nei suoi molteplici volti e storie. Alcune di queste immagini sono assolutamente inedite, come i ritratti realizzati in Etiopia e Vietnam, gli ultimi due Paesi coinvolti da Lavazza nel progetto di sostenibilità.

Steve McCurry  sarà anche protagonista a Milano di due attesissimi appuntamenti che si svolgeranno nei giorni successivi all’inaugurazione della mostra:

– il 5 giugno alle ore 22, una suggestiva lectio magistralis nella piazza antistante il Museo della Scienza e della Tecnologia a Milano, con uno spettacolo di project mapping, consentirà per la prima volta al grande pubblico di entrare in contatto con uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea; Steve McCurry svelerà i segreti del suo lavoro dietro l’obiettivo;

–  il 6 giugno alle ore 18, una lectio magistralis nell’Auditorium di Padiglione Italia – Expo 2015 di cui Lavazza è Official Coffee Partner.

Entrambi gli appuntamenti sono aperti al pubblico e gratuiti.

La mostra di Steve McCurry si sposterà a Venezia, dal 23 settembre all’8 novembre, presso Le Tese dell’Arsenale per permettere anche al pubblico veneziano di ammirare questa suggestiva mostra.

Dove, come e a quanto

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” (primo Chiostro) Via San Vittore, 21 – Milano

Dal 5 giugno al 5 luglio 2015
Ingresso incluso nel biglietto del Museo
martedì-venerdì 9.30-19 / sabato 9.30-21 / domenica 9.30-19