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Rubens conquista Palazzo Reale

Fino a fine febbraio sarà possibile scoprire Rubens e la nascita del barocco a Palazzo Reale di Milano dove è stato allestito un percorso con oltre 70 opere di cui 40 del pittore fiammingo. Non a caso la mostra, curata da  Anna Lo Bianco, è dedicata a Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco.

Proprio a Rubens, in Italia tra il 1600 e il 1608, si devono i primi segnali della nascita del Barocco in Italia. I rapporti di Rubens con Genova, Mantova, Venezia e la stessa Roma, permettono di ricostruire il filo che lega così profondamente l’artista fiammingo alla cultura italiana.

La mostra sottolinea quindi i rapporti di Rubens con l’arte antica e la statuaria classica, la sua attenzione verso i maestri del Rinascimento come Tintoretto e Correggio e la straordinaria influenza esercitata sugli artisti italiani, protagonisti del Barocco come Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco, fino a Luca Giordano.

DOVE, COME E A QUANTO Rubens e la nascita del barocco
Palazzo Reale di Milano – fino al 26 febbraio 2017

Lun: 14:30 – 19:30 – Martedì, mercoledì, venerdì e domenica  09:30 – 19:30, giovedì e sabato  09:30 – 22:30
Dom: 09:30 – 19:30
Biglietti da 12 euro




Antonio Balestra in mostra a Verona

Apre il 19 novembre 2016 al Museo di Castelvecchio di Verona una retrospettiva dedicata ad Antonio Balestra, pittore barocco veronese. Sarà possibile visitare la mostra Antonio Balestra. Nel segno della grazia fino al 19 febbraio 2017.

Verona ha voluto dedicare l’evento all’artista, Antonio Balestra (Verona, 1666 – 1740), in occasione del trecentocinquantesimo anniversario della nascita. L’esposizione presenta oltre sessanta opere – dipinti, disegni, incisioni e volumi a stampa -, provenienti da prestatori pubblici e privati, italiani ed europei.

Il precorso dedicato ad Antonio Balestra si articola in otto sezioni: attorno ad alcuni dipinti particolarmente significativi, grande spazio è dedicato al disegno e all’incisione, in modo da rivelarne la stretta correlazione e da far emergere il genio compositivo del pittore. Grande attenzione è dedicata alla grafica. La mostra Antonio Balestra. Nel segno della grazia pone infatti in stretta correlazione alcune tele esposte e stampe che attestano la diffusione e la fortuna dello stesso Antonio Balestra.

Il percorso espositivo conduce il visitatore alla scoperta di un autore, Antonio Balestra appunto, che, nato a Verona nel 1666, approfondisce la sua formazione a Roma alla scuola di Carlo Maratti tra il 1691 e il 1695 e conclude la sua vita a Verona nel 1740, dopo aver trascorso parecchi anni tra la città natale e Venezia. Qui soggiornò fino al 1718 ricoprendo un ruolo di primissimo piano nello sviluppo della pittura veneziana ed europea verso un gusto pienamente settecentesco.

DOVE, COME E A QUANTO

Museo di Castelvecchio – Verona
lunedì 13.30 – 19.30
da martedì a domenica 8.30 – 19.30
Biglietti da 7,5 euro (il biglietto di ingresso a Castelvecchio comprende la visita della mostra)

 




Andy Warhol approda a Genova

A trent’anni esatti dalla scomparsa di Andy Warhol, Palazzo Ducale di Genova dedica una grande retrospettiva all’artista americano ( 6 agosto 1928 –   22 febbraio 1987). La retrospettiva di Andy Warhol, naugurata in settimana, sarà aperta fino al prossimo 26 febbraio

 

andy-wharlol-3 Curata da Luca Beatrice e prodotta e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore, la mostra presenta circa 170 opere. Il percorso si sviluppa su sei temi: il disegno, le icone, le polaroid, i ritratti, Andy Warhol e l’Italia, e infine il cinema e copre l’intero arco dell’attività dell’artista. Con Andy Warhol si apre l’epoca dell’arte contemporanea.

 

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Andy Warhol è stato capace di intuire e anticipare i profondi cambiamenti che la società contemporanea avrebbe attraversato a partire dall’era pop, da quando cioè l’opera d’arte comincia a relazionarsi quotidianamente con la società dei massmedia, delle merci e del consumo. Nella Factory, a New York, non solo si producevano dipinti e serigrafie: si faceva cinema, musica rock, editoria, si attraversavano nuovi linguaggi sperimentali in una costante ricerca d’avanguardia. Anche nei confronti della televisione Andy Warhol manifesta una curiosità straordinaria.

 

 

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In mostra alcuni straordinari disegni preparatori che anticipano dipinti famosi come il Dollaro o il Mao; le icone di Marilyn, presente sia nella serigrafia del 1967 sia nella tela Four Marilyn, della Campbell Soup e delle Brillo Boxes; i ritratti di volti noti come Man Ray, Liza Minnelli, Mick Jagger, Miguel Bosè e di alcuni importanti personaggi italiani: Gianni Agnelli, Giorgio Armani e Sandro Chia. Un’intera sezione è poi dedicata alle polaroid.
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Galleria Campari, gratuita il mercoledì sera

Tutti i mercoledì sera fino al 21 dicembre, Galleria Campari propone l’ingresso gratuito a “BitterSweet Symphony” , un’avventura sensoriale interattiva che coniuga le arti figurative con altre discipline, dalla musica al cinema, passando per la moda e l’alta profumeria, in un percorso che coinvolge i cinque sensi, alla scoperta delle due anime che convivono armoniosamente nel Campari: la dolcezza e l’amarezza.

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La mostra prende il via negli spazi espositivi di Galleria Campari la sede del gruppo ed è curata da Marina Mojana, direttore artistico di Galleria Campari, e da Fabrizio Confalonieri, Studio Cree. Il percorso è  un itinerario lungo un arcipelago di isole sensoriali, con sette differenti momenti che mettono il visitatore di fronte a una scelta tra opposti, in un viaggio alla scoperta di se stesso in cui non gli sarà chiesto solo di osservare, ma anche di toccare, utilizzare l’olfatto, ascoltare e gustare.
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“BitterSweet Symphony” rende il visitatore protagonista presso la Galleria Campari di una esperienza che cattura tutti i sensi: lo sguardo tramite l’arte contemporanea con le opere di Johanna Wahl (1961, Immenstadt, Germania); Roberta Savelli (1969, Giussano); Adriana Albertini (1972, Brescia) e Iaia Filiberti (Milano); il cinema con una selezione di celebri scene tratte da film particolarmente significativi per la storia della Settima Arte, e il costume, con tre celebri abiti di scena, rigorosamente rossi, selezionati in collaborazione con l’Archivio della Fondazione Cerratelli di San Giuliano Terme; l’udito con molteplici generi musicali; l’olfatto con due fragranze dalle note dolci-amare scelte appositamente dalla casa profumiera per “BitterSweet Symphony”; il gusto con piccole degustazioni per il palato di alcune varietà di cioccolato – offerte in collaborazione con la Piemontese Venchi – e di caffè, scegliendo tra miscele di diversa intensità e carattere, selezionate da Lavazza, facendosi ispirare da due star del cinema americano; e il tatto con differenti materiali da “esplorare”.
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In ognuna delle sale di Galleria Campari il visitatore sarà chiamato a esprimere delle scelte, in base alle sue preferenze, che gli consentiranno di accumulare un punteggio finale col quale, al termine della visita, potrà scoprire il proprio profilo di personalità: Extra Bitter, Bitter, Sweet o Extra Sweet.
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Gli uomini e i demoni di José Molina

di Federico Poni – Dalla fisiognomica alla psicoanalisi: i lavori di Jose Molina, esposti a cura di Chiara Gatti alla galleria Deodato Arte fino al 26 novembre (divisi in nove serie, realizzate tra il 2004 e il 2016), offrono una gamma amplissima di percorsi e suggestioni.

Con le sue matite, gli olii, i legni e le cere, usate singolarmente o contemporaneamente, Josè elabora opere di natura molto diversa e si cimenta nella rappresentazione dell’interiorità umana, tema chiave nella storia dell’arte del Novecento, ma qui rielaborato con immagini originali e spiazzanti: l’umanità di Molina à bestiale, violenta, come le mascelle di un animale primitivo incastrate nel volto angosciato di un essere umano, ma anche eterea ed evanescente come le ali di una fata che annuncia il nuovo giorno.

Bosch e Goya sono i riferimenti, i “maestri” di Molina, nella determinazione del segno, nella ricerca instancabile della metafora apocalittica che meglio renda l’angosciante abisso della coscienza umana. Fedele al principio che il sonno della ragione genera mostri, l’artista ha, per Molina, il dovere morale di vigilare, di riflettere e far riflettere il pubblico, con la violenza perturbante delle sue immagini.

In Molina diventano via via più evidenti i riferimenti alla pittura surrealista, nell’effetto onirico di molte immagini, e alle opere di Escher, nella nettezza e precisione del segno che non perdona i palati fini e delicati.

Ne emerge indiscutibilmente che per il pittore l’uomo è un demone sociale, un mostro quotidiano: l’arte di Josè è un grande racconto sul declino dell’umanità, di ogni individuo e dell’intero consorzio umano.

In un’epoca in cui molta arte è affidata alla tecnologia, Molina sceglie procedimenti classici, tecniche tradizionali, per continuare a interrogarsi e a interrogarci sull’enigma dell’esistenza.

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José Molina. Uomini e altri demoni

fino al 26 novembre 2016

DEODATO ARTE | Milano | via Santa Marta 6

Info sull’artista www.josemolina.com




Gallerie d’Italia ospitano Bellotto e Canaletto

Un grande evento si prepara a conquistare Milano. Dal 25 novembre al 5 marzo 2017 le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, nella sede milanese in Piazza Scala, ospiteranno la mostra “Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce“. Si tratta del primo progetto espositivo che Milano dedica al genio pittorico e all’intelligenza creativa di due artisti di spicco del Settecento europeo: Antonio Canal, detto “il Canaletto” (Venezia 1697-1768) e suo nipote Bernardo Bellotto (Venezia 1722 – Varsavia 1780).

Curata da Bożena Anna Kowalczyk, l’esposizione è organizzata da Intesa Sanpaolo in partnership con alcuni tra i più importanti musei europei che conservano le opere dei due artisti.

Con circa 100 opere, tra dipinti, disegni e incisioni, un terzo delle quali mai prima d’oggi esposto
in Italia, il percorso espositivo intende illustrare uno dei più affascinanti episodi della pittura europea, il vedutismo veneziano, attraverso l’opera dei due artisti che, legati da vincolo di sangue (Canaletto e Bellotto erano rispettivamente zio e nipote), seppero trasformare questo peculiare genere nella corrente d’avanguardia che tanto caratterizzò il Settecento.

Mentre Canaletto si impose sul teatro europeo grazie ai particolari procedimenti compositivi, risultato del razionalismo di matrice illuminista e delle più moderne ricerche sull’ottica (sarà in mostra anche la “camera ottica” che egli mise a punto e utilizzò per le sue creazioni), Bellotto, ne comprese i segreti della tecnica per poi sviluppare secondo una personale chiave interpretativa il proprio originale contributo.

Il confronto tra le loro soluzioni pittoriche offre l’occasione per cogliere un eloquente panorama sulla colta Europa del tempo e sulla sua classe dirigente, che fece a gara per commissionare i dipinti ai due grandi veneziani: il viaggio artistico parte da Venezia per toccare Roma, Firenze, Verona, Torino, Milano e il suo territorio, con Vaprio e Gazzada – dove Bellotto mette a frutto l’insegnamento di Canaletto nelle sue vedute e paesaggi di stupefacente modernità – e prosegue quindi alla volta dell’Europa, con i ritratti di Londra, Dresda, Varsavia o Wilanòw, fino a raggiungere luoghi fantastici e immaginari, immortalati nei memorabili “capricci”.

Inoltre la recente riscoperta dell’inventario della casa di Bellotto a Dresda, distrutta dal bombardamento prussiano del 1760, ha permesso di conoscere la biblioteca gettando una nuova luce sulla personalità e l’indipendenza intellettuale dell’artista, sulle sue passioni, la letteratura, il teatro, il collezionismo. L’eccezionale documento (cui viene dedicato un saggio nel catalogo) è esposto assieme a una selezione dei libri più sorprendenti che appartenevano alla sua ampia biblioteca, la più straordinaria tra quelle finora note formate da un artista.

Il catalogo della mostra, realizzato da Silvana Editoriale, contiene saggi su ambedue gli artisti e la loro opera, presenta la nuova ricerca storica e archivistica e illustra i risultati delle analisi tecniche più innovative che hanno permesso di confrontare per la prima volta in modo esaustivo i dipinti e i disegni dei due artisti.

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Bellotto e Canaletto
Lo stupore e la luce

Gallerie d’Italia – Piazza della Scala, 6
Sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano

25 novembre 2016 – 5 marzo 2017

Mostra a cura di Bożena Anna Kowalczyk

Apertura
dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)
giovedì ore 9.30 – 22.30 (ultimo ingresso ore 21.30)
chiuso lunedì

Informazioni
numero verde 800.167619; info@gallerieditalia.com; www.gallerieditalia.com

Biglietto
Biglietto: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridottissimo 5 euro
Gratuito per meno di 18 anni e scuole e la prima domenica del mese




A Verona a scoprire Picasso

Da Parigi a Verona 91 opere per scoprire Picasso, o meglio la metamorfosi vissuta dal genio spagnolo nei suoi 90 anni di vita. La mostra allestita presso l’Arena Museo Opera (AMO) di Verona dal 15 ottobre al 12 marzo racconta l’evoluzione di Picasso nella rappresentazione del corpo umano, mentre la sua arte attraversa le fasi del pre-cubismo, del Cubismo, dell’età Classica e del Surrealismo, fino agli anni del dopoguerra in cui, superando le barriere e le categorie di “ritratto” e “scena di genere”, l’artista giunge a un nuovo concetto di “figura”: quella che rese Picasso costruttore e distruttore al tempo stesso di un arte solo sua, dal fascino inesauribile. La retrospettiva veronese porpone tra le 91 opere di Picasso il Nudo seduto (1907), Il Bacio (1931) e La Femme qui pleure e il Portrait de Marie-Thérèse entrambe del 1937: Molti dei capolavori di Picasso esposti a Verona sono stati concessi in prestito dal Musée national Picasso – Parigi.

 




RIVUS ALTUS: frammenti visivi per ricostruire Venezia

11.354 foto-tasselli, 264 ore di appostamento, 15.963 persone ritratte. Non sono numeri a caso ma quelli di RIVUS ALTUS, 10.000 frammenti visivi dal ponte di Rialto a Venezia, la grande mostra fotografica ospitata presso il suggestivo Centro Culturale Don Orione Artigianelli, un antico convento ristrutturato ed attrezzato con le più moderne tecnologie, situato nel centro storico di Venezia, dall’8 Ottobre al 27 Novembre 2016.

La mostra propone una inedita e originale ricostruzione fotografica del panorama veneziano così come   appare da suo punto più celebre, ovvero dal Ponte di Rialto.

Gli elementi presenti nell’installazione trovano un valore aggiunto nella partecipazione di The Boga Foundation: la serie di sculture Homini, infatti, dialoga con gli elementi della mostra, mettendo così in relazione i visitatori e le persone ritratte.

Il progetto fotografico si ispira al testo di Georges Perec “Tentativo di esaurimento di un luogo parigino” (Parigi,  1975), in cui l’autore descrive una piazza parigina da differenti punti di vista e in diversi momenti, annotando ogni variazione.

L’architetto e fotografo milanese Massimiliano Farina indaga il concetto di stereotipo in quanto visione semplificata e largamente condivisa di un luogo, registrando con la macchina fotografica tutto ciò che accade (o non accade) durante i suoi lunghi appostamenti al centro del ponte. Nel luogo dove lo stereotipo della città veneziana si perpetua, grazie alla smania collettiva di fotografare il panorama sul Canal Grande e assicurarsi una foto ricordo, c’è però anche chi si abbandona alla visione suggestiva. In questo progetto fotografico, Massimiliano Farina riesce a cogliere questa eterogenea dimensione sensibile, catturando gli sguardi e le azioni delle persone che circondano la sua postazione privilegiata.

Il progetto Rivus Altus si compone così di due elementi distinti, in continuo dialogo tra loro: il panorama e i suoi osservatori.

La vista sul canal Grande è composta da un mosaico fotografico di 78 frammenti, frutto di una selezione delle 11.354 immagini raccolte dall’autore, in grado di cogliere nel dettaglio la mutevole natura del soggetto ritratto. Grazie alle innumerevoli combinazioni possibili, il frantumato stereotipo di Venezia viene così ricostruito con esiti di volta in volta inattesi e sorprendenti.

L’approccio utilizzato dall’autore per ritrarre gli osservatori, gli “abitanti di Rialto”, ricalca quello utilizzato per restituire un’immagine complessa del panorama. Grazie alla scatto quasi simultaneo di due fotocamere unite da un braccio meccanico è stato possibile catturare gli sguardi dei passanti in una veloce sequenza di immagini. Questi ritratti doppi che differiscono tra loro per tecnica, tempi di posa, zoom e movimenti, sono stati successivamente riuniti in dittici fotografici e proposti in bianco e nero. La scelta cromatica è un vero e proprio escamotage simbolico-figurativo grazie al quale l’autore distingue il proprio punto di vista, il panorama, dalla rappresentazione di quello degli osservatori, conservandone l’aspetto dialogico.

Come tributo al 50esimo della scomparsa di Alberto Giacometti e in ricordo della sua partecipazione alla Biennale del 1956 con la Femme de Venise, saranno presenti due sue opere appartenenti alla collezione di The Boga Foundation: Donna che cammina e Nudo in piedi. L’eclettica creativa dei Boga, attraverso le loro visioni post-moderne e surreali, trova infatti preziosa fonte di ispirazione dall’opera di Giacometti.

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Attraverso le sculture della linea Homini by Boga presenti in mostra, gli osservatori ritratti nei dittici di Massimiliano Farina trovano una parallela rappresentazione materica, proiezione silenziosa dell’essere umano. La duplicità espressiva di Rivus Altus rivela così un’eccezionale interconnessione con l’arte forgiata dai Boga, parte integrante dell’installazione.

L’Homino dei Boga è l’essenza dell’essere umano e con il suo contorno sottile, impreciso, fallibile e grezzo osserva l’orizzonte. L’Homino è “abitante di Rialto”, guarda lo scorrere del tempo muovendosi attraverso l’idea progettuale e prende vita con un segno libero che ne determina i confini, trascendendoli. In occasione della mostra sarà presentata la nuova collezione Homini – The Last Supper e l’opera Il Gelataio.

RIVUS ALTUS |  10.000 frammenti visivi dal ponte di Rialto a Venezia
con il contributo artistico di The Boga Foundation, il patrocinio del Comune di Venezia e dell’Università IUAV

8 Ottobre – 27 novembre 2016  Centro Culturale Don Orione Artigianelli | Zattere Dorsoduro 909/A – 30123 Venezia

7 ottobre h.12.30 press preview – h.18.30 inaugurazione

ORARI: Tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 20 | INGRESSO GRATUITO

SOCIAL MEDIA: Facebook: https://www.facebook.com/ilpontedirialto Instagram: https://www.instagram.com/maxfarina   hashtag ufficiali: #rivusaltus #pleasemyfriendgivemethemoney
THE BOGA FOUNDATION: http://thebogafoundation.it/ Facebook: https://www.facebook.com/quandoilpensierosuperailgesto
SONORIZZAZIONE: Sursumcorda
MEDIA PARTNER: Hestetika
PARTNERS:  AimOne  –  ArT – Za
SPONSORED BY: NOVACOLOR  –  Habitare – Idee Culturali  –  Mllo Architects
CONCEPT, SET UP AND COMMUNICATION: Farina Zerozero




La Breaking Art di Alex del Santo al MONO Bar

La Breaking Art di Alex del Santo apre la stagione artistica del MONO Bar di Milano.

Dal 4 al 19 ottobre, le pareti del MONO Bar mostreranno la street art di Alex del Santo: immagini shock-pop-punk, pezzi unici, tumultuosi ed estremamente originali, stampati su carta patinata.

Le ispirazioni vengono dal rock’n’roll duro e da icone senza tempo come Stonehenge, i Clash, la Monnalisa, i lipstick e i brand, le religioni, le dittature e il terrorismo del nostro tempo. Tematiche rinnovate nella creazione di “un tutto analogico, un ritaglio, una maniacale ricerca di accostamenti che solo oggi – spiega l’artista – riconosco come un’ossessione che mi ha spinto già da molti anni a spedire i miei lavori ad amici in giro per il mondo, esclusivamente via posta”.

Alex del Santo è uno street artist nel vero senso del termine. La sua arte pungente ed attuale nasce per strada, tra la gente, cercando ispirazione tra i vizi e le virtù della società. Le sue creazioni smuovono le coscienze e oltre al divertimento immediato, suscitano una riflessione. I riferimenti iconoclastici e sessuali sono la matrice fondamentale dei suoi lavori provocatori e dirompenti che in un modo quasi punk risvegliano le pulsioni primordiali di chi li guarda.

La Breaking Art, della quale è fondatore Alex del Santo, è l’arte del recupero della carta, unita alla ricerca maniacale di accostamenti cromatici pop, che regala nuova vita ad oggetti ed immagini che assumono forme e significati dove contraddizione e provocazione si intrecciano costantemente. Un’arte suonata e creata dalle dita del corpo e dell’anima, oltre il surreale nascosto, per fare emergere il subliminale nella coscienza di tutti i giorni.

Le opere di Alex del Santo rimarranno in mostra al MONO Bar dal 4 ottobre al 19 ottobre 2016.

Inaugurazione mostra: martedì 4 ottobre ore 18:30.

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MONO Bar

Via Lecco 6 
- Milano

Tel. 339 4810264

FB/ MONO Bar




Andrea Liverani. Exsistere

In occasione di Photofestival 2016, Made4Art di Milano presenta Exsistere, mostra personale di Andrea Liverani (Imola, 1969) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, da domani fino al 23 maggio.

In esposizione una selezione di scatti appartenenti alla serie “La Natura, le origini, la vita”, che racconta, attraverso le immagini di una femminilità generatrice di vita, la poetica visione dell’artista sulla nascita e l’esistenza dell’essere umano in relazione al contesto naturale che lo ospita e lo accoglie.

Nelle opere di Andrea Liverani la natura è una presenza forte e costante. Anche in questa serie di fotografie, forti e delicate al tempo stesso, l’artista declina la natura e, insieme a essa, l’uomo secondo il verbo nascere. Origine di tutto è il seme e la schiusa che trasforma un essere in altro in divenire. Le fotografie sono così una vivida rappresentazione, trasposizione e sovrapposizione di questo passaggio che accomuna uomo e natura mostrandone movimenti, forme, analogie e contrasti.

A completare il progetto espositivo presentato presso la sede di Made4Art di Milano un nucleo di scatti sul tema della terra presentati al pubblico per la prima volta, che mette in luce la profonda influenza della natura sulla produzione artistica di Liverani.

Le opere fotografiche di Andrea Liverani diventano rappresentazioni dell’indissolubile legame tra uomo e natura, dalla nascita alla fine, attraverso tutte le tappe del vivere, un rapporto spesso contrastato e influenzato ai nostri giorni da una modernità non priva di contraddizioni che tende a isolare l’essere umano e a spingerlo verso un’illusoria condizione di indipendenza rispetto alla natura.

Exsistere, con data di inaugurazione mercoledì 11 maggio, rimarrà aperta al pubblico fino al giorno 23 dello stesso mese.

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Andrea Liverani. Exsistere
a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
11-23 maggio 2016
Inaugurazione mercoledì 11 maggio, ore 18.30
Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 / 16 – 19
M4A – MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Un evento Photofestival
Un progetto M4E – MADE4EXPO
Un evento Expo in Città