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Gabbie d’oro, il singolo di Emil Spada contro gli status symbol

Gabbie d’oro è il nuovo lavoro di Emil Spada, giovane cantautore emiliano con al suo attivo un ricco percorso artistico. Gabbie d’oro nasce dal bisogno di comunicare che la strada più difficile è sempre quella che, se compiuta con logica e maturità, regala più soddisfazioni e serenità; utilizzando linee melodiche e arrangiamenti contemporanei, Emil vuole porre in evidenza, la superficialità legata alla ricerca esasperata dell’apparire, dello status symbol, del voler essere al centro dell’attenzione a tutti i costi.

Bellissimo anche il videoclip (https://www.youtube.com/watch?v=7HkKEJz3WrA), la cui protagonista è una ragazza acqua e sapone, schiava della società e dei suoi modelli, per la necessita di essere accettata. È  interpretata da Astrid Toh per la regia, Milo Barbieri, che ha colto e rappresentato alla perfezione le idee della sceneggiatura elaborata da Emil.

Come è nato Gabbie d’oro?

Era un periodo in cui facevo ascolti musicali davvero eterogenei, passavo da Caparezza a Morricone, dalle colonne sonore di film classici a produzioni indipendenti locali… questa commistione di generi mi ha fatto ragionare sulla enorme quantità di dati che ci viene costantemente proposta ogni giorno, oltre alla superficialità con cui questi vengono da noi interpretati e a nostra volta proposti.

Volevo racchiudere tutto questo in un brano, volevo qualcosa che attirasse lattenzione musicalmente e che, al contempo, attaccasse questo modo superficiale di vivere solo per apparire.

Anche per il videoclip, cercavo una ragazza acqua e sapone, che cambiasse diversi outfit nella ricerca di accettazione da parte della società, questa lidea di base da cui sono partito per realizzare la sceneggiatura. È nata lidea di girare  una giornata tipo,  tra shopping, di locali della movida, piscina… L’aggiunta della mano che prende la ragazza e la trasporta da una location allaltra sottolinea la superficialità e la rappresenta come una sorta di “oggetto”, per lanciare un messaggio di disagio, quello che il mondo contemporaneo sottintende, quello che ci fa ridere durante tutto larco della giornata, ma essere tristi e depressi tra le mura domestiche.  Ovviamente devo ringraziare sia Milo Barbieri, bravissimo regista che ha sopportato la mia puntigliosità e ha colto appieno le idee proposte con la sceneggiatura sia Astrid, bravissima interprete.

Come hai scoperto la tua passione per la musica?

Mi piace sempre raccontare che ascoltavo le audiocassetta dei cantautori in auto con i miei genitori fin da piccolo, questo è sicuramente stato un grande input per indirizzarmi verso la musica; in realtà credo che la mia sia una passione innata, perché già a 3 anni saltavo sullo sdraio in spiaggia, cantando le canzoni estive in voga per intrattenere i bagnanti e i vicini di ombrellone.

Poi a 13 anni ricevetti una chitarra ed un cd dei Queen come regalo di compleanno e da li fu immediato amore.

Il tuo più grande sogno nel cassetto?

Nel corso degli anni ne ho già depennati tantissimi dalla lista, oltre al fatto di collaborare con grandissimi musicisti che calcano o hanno calcato palchi negli stadi e che riconoscono la qualità dei miei brani, posso anche dire di aver registrato le mie canzoni nello studio personale di Vasco Rossi a Bologna e, quando ero un ragazzino, non me lo sognavo nemmeno… ora di fronte a me c’è un nuovo progetto che sta crescendo, spero che la musica e i concetti espressi possano arrivare a più persone possibili; fare musica e vivere di musica è già un sogno bellissimo.

E allora, quali sono i tuoi progetti futuri?

Con la mia etichetta PMS Studio, siamo già al lavoro sul prossimo singolo, un brano progressive-rock che vanterà una incredibile collaborazione a livello di videoclip, con un altro settore artistico; per me è infatti una grandissima emozione poter dar vita a questo progetto, che racchiude oltre alla musica unaltra mia grande passione che è il fumetto.

Dopo questo singolo, si giungerà, se non ci saranno intoppi, alluscita del nuovo album, che racchiuderà in 8 brani, un eterogeneità di generi e temi.

La realizzazione dellalbum è infatti legata alla miriade di ascolti fatti negli ultimi anni, che mi hanno portato a scrivere brani in diverse chiavi, dal rock al pop, dalla bossanova al crossover… sarà un album spartiacque col passato, una sorta di partenza per un Emil 2.0” che, conscio della esperienza accumulata, vuole dar anelito ai suoi punti di forza e migliorare in ciò che è carente.

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Sara6: ADORO perdermi, per ritrovarmi

Dopo l’anteprima del 14 luglio, su TG Com24 https://www.tgcom24.mediaset.it/2021/video/con-adoro-sara6-e-un-folletto-della-positivita-_35402722-02k.shtml, arriva in radio e negli stores dal 16 Adoro, il nuovo singolo di Sara6, un brano che può essere definito “energia pura”, un invito ad abbracciare le usualità della vita con spensieratezza, con un sound energico, allegro e carico di vitalità che, pur inserendosi in un genere pop, racchiude sonorità funky e dance.  Il videoclip è stato girato alla Paciu Maison, dimora d’arte nelle campagne bolognesi, e diretto da Harry Baldissera, fondatore e direttore artistico di questo luogo intriso d’arte. Sara6 è un progetto che nasce da un’idea di Serenella Occhipinti, una cantante che ha già pubblicato due dischi come front woman dei Taglia 42 e un disco da solista. Durante il suo percorso musicale ha calcato, tra gli altri, il palco di Sanremo come solista nella sezione Giovani nel 1997 e successivamente nel 1998 con i Taglia 42, per poi tornarci da solista nel 2001.

Come nasce il nome Sara6?

Il mio nome di battesimo è Serenella ed io lo Adoro perché è il nome che mi ha dato mia madre sperando in una bambina serena, però, siccome così serena non lo sono mai stata, pur non rinnegando questo bellissimo nome, ho deciso di cambiarlo in Sara6.

Perché? Perché Sara, dal nome ebraico Sarah, prima moglie di Abramo, significa principessa, che per una selvaggia come me era una bella ambizione.

Il 6 è un numero per me importante perché nella mia vita ha segnato sempre fatti positivi e negativi molto significativi.

Perché hai scritto Adoro?

Sono in continua ricerca del mio essere più profondo.  Non mi piace troppo vivere in mezzo a schemi e regole, preferisco percorrere tante strade che non conosco… Ho scritto il brano per urlare al mondo che Adoro la mia vita nonostante tutte le battaglie che continuano a far sanguinare il mio cuore e a spremere le mie energie, io La amo.

Adoro la mia libertà conquistata a fatica, Adoro potermi organizzare tutto a modo mio, di non dipendere da nessuno, di potermi svegliare alle 10 se voglio, di avere ancora tanta energia e grinta per riuscire a rialzarmi sempre con grande dignità e adoro il fatto di poter vivere con le mie passioni.  Adoro perdermi per ritrovarmi… Il brano è stato scritto da me, Giorgio Santisi e Valerio Fuiano, che lo ha anche arrangiato e mixato e ora è parte integrante sia del suono che dell’immagine del progetto Sara6! In Adoro abbiamo alla batteria il bravissimo Luciano Galloni, batterista di Nek molto apprezzato a livello nazionale.

Raccontaci il concept del video, che è molto particolare. Chi ha avuto l’idea?

L’ idea del video è partita da me e da Giorgio Santisi socio, amico, grande musicista e parte integrante del progetto Sara6. Questa idea poi è stata arricchita da Harry Baldissera, il proprietario della Dimora nonché regista, scenografo e costumista.  Adoro anche lui: è stato di grande aiuto e la sua casa è fantastica, andate a visitarla! La Paciu Maison a Ponte Rizzoli (Bo), ne sarete rapiti come me.

Concettualmente parlando il video è una esperienza visionaria tra arte e illusione:

Io sono una specie di folletto che vive in una realtà parallela, che si muove tra una vita quotidiana normale e una vita piena di colore energia allegria.

Il mio personaggio risulta affascinato dalla gamma cromatica della Paciu Maison, il perfetto scenario per affrontare la vita con più leggerezza e grinta in un viaggio in un universo surreale ed onirico, dove il folletto riscopre la propria dimensione attraversando, con i suoi look diversi, le varie stanze, ognuna delle quali esprime esperienze sensoriali diverse.

Ne approfitto per ringraziare i registi di Ferrara, molto giovani, ma già molto esperti e richiesti nel mondo dei cortometraggi, Martina Mele e Alessandro Rocca di “Destinationfilm “

Mentre per i favolosi trucchi, e sono stati tanti, ringrazio la mia amica e truccatrice fantastica Claudia Calzoni.

Nel video, quale personaggio ti sei divertita di più a interpretare?

Soprattutto la statua che balla nel parco alla fine… Della serie nulla mi fa stare ferma neanche l’immobilità di una statua!

Hai pubblicato da poco, con i Taglia 42, il brano “Diletta Leotta”, hai nuovi progetti con loro?

Loro sono e saranno sempre nel mio cuore perché mi hanno permesso di cominciare alla grande, per cui quando ne avremo voglia e tempo sicuramente incideremo qualche altra canzone…

Prossimi progetti?

Finire l’album e fare tanti live, il 1 agosto regaleremo un piccolo concerto alla Paciu Maison per fare visitare la casa, dimora del video, ai nostri fan. Voglio ringraziare Raffaele Montanari della PMS, che ha creduto tanto nel mio ritorno sulle scene!

https://fanlink.to/sara6adoro

www.sara6.it

www.facebook.com/sara6official

https://www.youtube.com/watch?v=i9OGEBYGbW8

www.giorgiosantisi.com

www.valeriofuiano.it




Lolita: la nuova identità di Mr Dailom passa per la pista da ballo

Dopo i due album Sulle mie gambe e Vita da cane, è uscito il 2 luglio Lolita, il nuovo singolo di Mr Dailom, un brano che segna una vera e propria svolta creativa nel percorso dell’artista.

Spostandosi verso nuove sonorità latine, tipiche del reggaeton, ma sempre legate al mondo urban, il singolo apre un nuovo capitolo nella carriera di Dailom; scelta chiaramente non dettata dalla necessità di aderire alle tendenze del momento, ma che getta piuttosto le fondamenta per una nuova identità.

Il brano, oltre a delineare un nuovo percorso, parla di una esperienza personale di Dailom che viene ben rappresentata anche dal video, diretto da Paolo Meroni di Altered Studio (https://youtu.be/sPnB-DzAxpE): in questo, infatti, la protagonista (Letizia Poma) ha un atteggiamento smorfioso e giocoso, a tratti sprezzante dei sentimenti che il partner le esprime e manifesta; quello che emerge, tuttavia, è un messaggio positivo, di rivincita del protagonista, che nelle scene finali si dimostra non più affranto dal rifiuto, ma sorridente, quasi a pregustare l’attesa di un nuovo inizio.

Com’è nato il tuo nuovo singolo Lolita?

Sicuramente nasce dall’esigenza di scrivere e cantare sulle basi latin e arriva da una mia esperienza personale che ho condensato in una canzone durante il periodo del lockdown. Ci sono chiari riferimenti al contesto al quale appartengo ora, ovvero la pista da ballo che ho potuto vivere per un anno e che mi ha regalato bellissime esperienze, ahimè, prima delle chiusure.

Cosa ti ha spinto a iniziare questo nuovo capitolo legato alle sonorità latine?

Semplicemente andando alle serate latin e iniziando a prendere lezioni di bachata mi sono innamorato del genere, per me è stato un po’ come tornare all’inizio della mia carriera; i primi rapper, infatti, li ho sentiti dallo stereo di amici domenicani in auto e gli ascolti di allora erano Daddy Yankee e Don Omar, per intenderci.

Chi è Mr Dailom oggi e chi era ieri?

Oggi è un artista con esperienza che riesce a sfruttare maggiormente i suoi talenti.

Sono cresciuto grazie a delle esperienze che ho volutamente scelto per uscire dalla mia confort zone, ovvero ho sperimentato fino al punto di trovare maggiore feeling con i suoni che mi piacciono, e soprattutto, dal punto di vista della scrittura, ho cercato di distaccarmi dai classici canoni del rap provando a scrivere per e con altri come autore.

Il Dailom di ieri è stato fondamentale per il mio percorso, la musica è uno sfogo emotivo quasi terapeutico, e nei miei due precedenti album ho sfogato la rabbia senza fare calcoli, oggi invece ho maggiore consapevolezza del mio intimo, per cui ho l’esigenza di esprimerlo.

C’è un tuo brano al quale ti senti particolarmente legato? Perché?

Allora, io cerco di vivere sempre nel presente in base al trasporto emozionale che quella canzone mi trasmette, per cui ora come ora dico Lolita, perché mi ricorda anche quella normalità prima della pandemia, passata tra serate e appuntamenti, una normalità che stiamo gradualmente recuperando.

Progetti futuri?

Sicuramente vorrei far uscire un nuovo album; inoltre vorrei dimostrare che si può intrattenere e far divertire le persone trattando anche di contenuti seri, ma con la delicatezza di chi si sa esprimere senza appesantire l’ascoltatore, che a volte ha voglia solo di “scappare” un po’ dalla quotidianità.

Ph. Chiara Sardelli

 

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Tatuaggi: l’ironia di Andrea Annecchini per celebrare le differenze

Dopo il successo di Gerbere in dicembre (terzo estratto dall’album Apri gli occhi), arriva in radio e negli stores dal 2 luglio il nuovo singolo di Andrea Annecchini, Tatuaggi, scritta da Andrea stesso insieme al Maestro Giancarlo Prandelli (GNE Records).

 

Tatuaggi è una canzone pop rock indie, dal messaggio pungente veicolato con ironia: si tratta, infatti, di una esortazione a non giudicare dall’aspetto, a non lasciarsi andare a giudizi basati unicamente sulle apparenze, soprattutto in un momento di difficoltà come quello attuale. Un invito a valorizzare la diversità di aspetti e di opinioni, nella convinzione che sono le differenze a rendere più ricco e bello il nostro angolo di universo.

Un messaggio tradotto in modo giocoso e allegro dal video (https://youtu.be/iyh4VUj5V8s), realizzato da Carlo Neviani e girato in un vero studio di tatuaggi (Pride & Glory Tattoo), con un alone di leggerezza e di colore che sicuramente non può che suscitare allegria e buon umore.

Ne parliamo meglio con Andrea stesso.

Com’è nato il brano Tatuaggi?

Cercavo una sonorità fresca, ritmicamente allegra e spontanea. Questo brano è nato proprio da questo mood: nella spontaneità, ovviamente, ma anche nel guardarmi intorno e vedere un mondo di colori, tatuaggi e persone alla continua ricerca di un cambio di aspetto.

Viene spontaneo chiedere: hai qualche tatuaggio?

Paradossalmente non ho tatuaggi, non ho mai contemplato la possibilità di farne uno fino ad ora. Dopo aver girato il video sicuramente la voglia di farsene uno aumenta: tutti quei disegni, quelle forme, quei colori ispirano a disegnare e disegnarsi il corpo, senza dubbio. Mi piacerebbe, insomma, ma non trovo mai l’ispirazione giusta nel decidere cosa realmente tatuare. La mia anima viaggia a velocità che la mente non controlla, spesso il mio essere così sognatore, così utopico e creativo, spinge la mia mente a provare tutto ciò che la vita sa darmi, ma non si sofferma. Per questa ragione non riesco a decidere ancora l’immagine giusta da fermare sulla pelle.

Fra poco dovrebbe uscire il tuo libro… Ti va di parlarcene un po’?

Nel libro che uscirà presto, racconto la collaborazione e il lavoro che si evolve tra un artista e il suo produttore. Potrebbe essere sicuramente utile per chi vuole iniziare questo percorso, per chi vuole rendere questo il lavoro di tutti i giorni, la sua stabilità. Sicuramente uno degli scopi del libro è lanciare il messaggio che nulla è impossibile se ci credi veramente, che la vita sa regalarti eventi importanti quando è il momento di sperimentarli. Che qualsiasi cosa decidiamo e costruiamo dentro di noi diventa reale, se hai fede in quello che sei e in ciò che fai. E per finire spero di poter spiegare come queste trasformazioni cambiano la prospettiva di noi e di quello che è intorno a noi; collaboratori, amici e amori, tutto cambia in meglio se restiamo saldi in ciò che vogliamo veramente. Nel libro descrivo proprio come è cambiato tutto in me e con me.

Progetti per il futuro?

Sicuramente nei prossimi mesi c’è la costruzione di un nuovo album, ho ancora tanti contenuti da esprimere e rendere pubblici.

Appena sarà possibile spostarsi, però, partirò per l’America Latina con l’album Apri gli occhi, infatti sto ricantando i brani in lingua spagnola. Questo mi entusiasma molto, perché viaggiare è sempre stato un desiderio che finalmente potrò realizzare. Grazie alla vittoria ai Sanremo Music Awards sarà a Cuba nel mese di novembre, ma prima presenzierò al Festival della Moda di Venezia, a settembre.

Ph. Federico Folli

Tatuaggi : https://backl.ink/147277476

 

Spotify 
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Apple Music 
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Instagram 
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Canali YouTube

GNERECORDS
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Andrea Annecchini
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Il conformismo dei Little Liars nel nuovo singolo di Dilemma

Dopo il successo di I don’t wanna smile, Dilemma torna con un nuovo brano, Little Liars, fuori dal 9 luglio. Con un testo profondo, ancora una volta la giovane artista bresciana si fa portavoce del disagio della sua generazione che, oltre a vivere in un periodo storico incerto, si deve confrontare con le difficoltà tipiche dell’adolescenza.

Attraverso la sua musica, con sonorità indie rock e un sound che, nel finale, diventa una sorta di marcia, Dilemma denuncia la logica pericolosa del conformismo, portata al suo estremo, raffigurando appunto  la marcia dei Little Liars, soldatini obbedienti, che seguono le ombre di terze persone, leader che ne condizionano i comportamenti.

Come nasce Little Liars?

Little Liars nasce dall’idea di voler esprimere una sensazione personale, cercando di riportarla attraverso metafore e altre forme descrittive indirette. Il brano vuole “scoperchiare” la realtà dei fatti, ossia la tendenza a fingere di essere qualcun altro solo per appartenere ad un gruppo.

Pensi che la pandemia ed il lockdown abbiano acuito questi problemi per la tua generazione?

Sicuramente, il mio progetto nasce proprio dal lockdown, un periodo di riflessione e scoperta, quindi ogni pezzo racchiude un momento passato in quei mesi.

Come ogni adolescente, vivo questo tipo di situazioni ogni giorno e il mio modo di sfogarmi è scrivere e produrre quello che ho in mente. In particolare, i sei testi racchiudono: la mia passione per la musica, l’amicizia, la “tossicità” di alcuni rapporti, la società, la visione che ho di me stessa… cosa su cui ho lavorato molto durante il lockdown.

Quali artisti musicali ascolti più spesso?

Tra i primi cantanti che ho seguito c’è Noemi, ho iniziato ad ascoltare le sue canzoni alle elementari e mi sono innamorata delle sonorità e del genere dei suoi brani, della sua voce e dei testi.  Crescendo ho poi scoperto la musica estera, quella americana in particolare. La prima artista che mi ha colpito è stata Miley Cyrus. Ad oggi mi ispiro a quelli più indie rock, pop come ed esempio Mika, Billie Eilish, Melanie Martinez, Cavetown, Camila Cabello, Harry Styles… e tanti altri. Di italiano mi piace molto anche Achille Lauro.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Spero un giorno di poter rendere questa passione il mio lavoro, vorrei vivere di musica al 100%, quindi il mio progetto al momento è continuare a fare quello che mi piace, continuare a fare musica.

Ph: Giulia Strazzabosco

Instagram: https://www.instagram.com/gaiaparzani/

Youtube: https://www.youtube.com/c/GNERECORDS/videos

Spotify: https://open.spotify.com/artist/3NAOjaWCuiRfqMaxoayMrq?si=PV7PHUcRSQqoJH2OeCshIA&dl_branch=1




I don’t wanna smile è il grido di Dilemma e di una generazione

Giovanissima artista bresciana di talento, Dilemma (Gaia Parzani) esordisce con un singolo in inglese, I don’t wanna smile, scritto da lei stessa insieme al Maestro Giancarlo Prandelli, che ha composto la musica e curato tutto l’arrangiamento.
Un brano molto attuale, che esprime un disagio tipico dell’adolescenza, oggi portato all’estremo dalle restrizioni dovute alla pandemia, momento difficile per i giovani che si sono visti privati  di tante risorse fondamentali dal punto di vista psicologico, emotivo, sociale.

I don’t wanna smile è una critica verso la società odierna, fatta di sorrisi finti e forzati, di apparenza e socialità virtuale. Un messaggio sottolineato dallo stesso video, https://youtu.be/50UtbzP0gmE, per la regia di Federico Folli e il contributo artistico del Maestro Giancarlo Prandelli.

Cosa ha ispirato I don’t wanna smile?
Diversi pensieri e situazioni in cui mi ritrovavo a fingere un sorriso quando non avevo voglia di “essere felice” e volevo stare sola in camera mia in silenzio. Ormai è da un anno che siamo costretti a rimanere in casa, di conseguenza l’entusiasmo e la voglia di sorridere è meno presente. Il mio messaggio, però, non è espressione di un disagio, ma di un semplice stato d’animo che dovrebbe essere normale alla nostra età.
Il video rispecchia il concetto che volevo rappresentate, suono più strumenti e canto, uso tutti i mezzi che ho a disposizione per trasmettere il mio messaggio. È ambientato in montagna, ricorda il “distacco” dalla realtà sociale a cui tutti sono ormai abituati, quella virtuale; ma sottolinea anche il desiderio di tornare ad attribuire il giusto peso alle esperienze vissute nella vita reale.

Quali artisti musicali ascolti più volentieri?
Noemi in primis: ho iniziato ad ascoltare le sue canzoni alle elementari. Mi sono innamorata delle sonorità, della sua voce e dei testi. Tutt’oggi la ascolto e la seguo come quando avevo 9 anni. Crescendo ho poi scoperto la musica americana, Miley Cyrus ad esempio. Ad oggi mi ispiro a quelli più indie rock, pop come : MIKA, Billie Eilish, Melanie Martinez, Cavetown, Camila Cabello, Harry Styles… e tanti altri. Sono più concentrata sulla musica internazionale, ma di italiano mi piace molto Achille Lauro.

Da dove prendi ispirazione?
Prendo ispirazione da qualsiasi cosa. Può essere una frase sentita in un film, una situazione che ho vissuto o che mi hanno raccontato. Un’idea, una metafora…qualsiasi cosa che mi riporti ad un concetto che sento di voler esprimere a mio modo.

Progetti nel immediato futuro?
Il mio primo progetto è fare musica, ho la fortuna di essere supportata da una squadra che crede in me, il Maestro Prandelli ( GNE Records), con cui sto lavorando per la realizzazione di altri brani… Spero che questo percorso diventi una professione in futuro, chissà…

Ph. Elisabeth Lens

Instagram:https://www.instagram.com/_therealdilemma_/

Youtube:https://www.youtube.com/c/GNERECORDS/videos

Spotify:https://open.spotify.com/artist/3NAOjaWCuiRfqMaxoayMrq?si=-mfByykIRUWXIdFj6J277g




Il brano autobiografico di Adriano Cassara: Nel Mondo degli Eroi

Dopo l’anteprima esclusiva sul prestigioso sito del MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) arriva su YouTube il video di Nel Mondo degli Eroi (https://youtu.be/SodhO7ZHf28), singolo d’esordio di Adriano Cassara, frutto della collaborazione tra GNERECORDS, MUSICAVIVA EDIZIONI ed EVENTI e MANAGEMENT. Un brano fortemente voluto dall’artista, che racconta la sua emozionante storia di paternità a soli 19 anni: le responsabilità, il sacrificio e le difficoltà che questa scelta ha comportato, rendendo Adriano un eroe moderno, senza super poteri, ma armato solo della volontà di donarsi al proprio bambino.

Come nasce Nel Mondo degli Eroi?
Ho sempre voluto dedicare una canzone a mio figlio, che mi ha cambiato la vita per sempre. Questo brano nasce da questa volontà e dal fatto che, essendo diventato padre a soli 19 anni e non capendo ancora l’importanza e il vero significato della parola papà, ho sentito la necessità di raccontare e condividere questa mia esperienza con chi come me ha affrontato la paternità in giovanissima età… Ad oggi posso dire che è stata molto bella e positiva, ma non è stato facile e penso che questo traspare sia dal brano che dal video. Il video nasce da un’idea del mio management, la Eventi e Management; assieme alla mia etichetta discografica, la GNE Records, abbiamo voluto dare l’idea di una riflessione a voce alta. Con la neve e le avversità meteorologiche che si vedono in tutto il video abbiamo voluto rappresentare quello che ho dovuto affrontare fino ad oggi affinché potessi essere un padre presente, ma con la consapevolezza che tutto quello che ho fatto lo rifarei senza nessun ripensamento o pentimento.

Ti va di parlarci un po’ del rapporto con tuo figlio?
Con mio figlio ho un rapporto bellissimo e intenso; per me quasi più come un amico, visto che stiamo crescendo assieme, passiamo molto tempo in compagnia l’uno dell’altro tutte le volte che possiamo. Visti i miei orari e impegni di lavoro, il tempo che passiamo insieme è sempre fatto di tante attività, ma soprattutto usiamo questo tempo per conoscerci sempre di più. Diego mi ha insegnato a capire il valore e il senso della vita e per questo lo ringrazierò sempre. Tra l’altro, lui è il mio primo fan, ama sentirmi cantare, conosce tutte le mie canzoni e sono felicissimo quando gliele sento canticchiare; mi sostiene e mi dà forza e coraggio per non mollare mai, per continuare a credere in quello che faccio. Lui è il mio alter-ego, la mia forza e la mia musa ispiratrice.

A quali generi musicali e a quali artisti ti senti più vicino?
Mi piace molto il pop leggero, ma amo anche provare a fare cose nuove e sperimentare nuovi generi, assieme al mio gruppo di lavoro. Uno dei miei artisti preferiti è Eros Ramazzotti, ma ovviamente amo il cantautorato italiano, tipo Lucio Battisti e Fabrizio De André.

Che progetti hai per il futuro?
Per il futuro siamo lavorando al mio primo album, che sarà con tutti i miei inediti e magari con qualche sorpresina.

ph. Alan Blaze

https://www.adrianocassara.com/




Toni Veltri e la sua Verona: magica, in note e immagini

Verona” il nuovo singolo di Toni Veltri, è fuori dal 11 Dicembre e in radio dal 14 Dicembre. Il video, girato in un’insolita Verona deserta, dalle abili mani di Carlo Neviani e dalla troupe di Davide Franzoni (noto Regista nazionale della Image mix 35), dopo l’anteprima esclusiva del 16 dicembre sul sito del MEI (http://meiweb.it/2020/12/16/in-anteprima-esclusiva-sul-meiweb-il-nuovo-video-di-toni-veltri-dal-titolo-verona/) è finalmente fuori, nel canale YouTube dell’artista https://youtu.be/8Rggs209XyU

L’artista italo-belga, vanta importanti collaborazioni Gianluca Grignani, Michele Zarrillo, Umberto Tozzi, Toto Cutugno, Antonello Venditti e riconoscimenti prestigiosi conseguiti nel corso della sua carriera artistica, tra cui ricordiamo il premio per miglior brano inedito al concorso Emozioni Live 2020, tenutosi presso il Teatro Del Casinò di Sanremo in onore di Lucio Battisti e  in onda sulle reti Mediaset (Rete4, Tgcom24, La5) e Sky (Tv Moda).

Come è nata la tua passione per la musica?

È nata insieme a me. Son cresciuto con tanta musica è mi son sempre emozionato grazie alla musica,  fin da bambino. Lucio Battisti è stata la mia massima fonte di ispirazione, è grazie alla sua musica che ho capito cosa avrei voluto fare da grande: l’artista.

Qual è stata l’esperienza musicale più significativa per te, fra quelle vissute finora?

Son state tutte importanti. Mi hanno insegnato tutto quello che oggi so, non posso dimenticare tutte le mie collaborazioni e aperture di artisti famosi, particolarmente con Gianluca Grignani, cantare in duetto con lui è stato davvero emozionante.

Com’è nata “Verona”?

“Verona” rientra nel filone Indie/Pop con sperimentazione vocale tra la Trap, l’RNB e il POP. E’ stato arrangiato dal Maestro Giancarlo Prandelli con la collaborazione di Massimo Galfano, io stesso ho voluto prendere parte attivamente a  tutte le fasi di produzione, arricchendo il percorso creativo con le mie sensazioni ed emozioni.

L’idea è nata proprio nella città di Verona, dove ero in giro con un amico  tra gente che ballava, artisti che cantavano, famiglie che passeggiavano per le vie: una notte magica. Eppure, in pochi minuti,  mi ha assalito una sorta di malinconia, di malessere un sentimento che mi è rimasto dentro per un po’.

Verona è nata da quell’esperienza, è un dialogo con la città da cui traspare tutto il tormento di questo momento difficile, di una società senza certezze.

Abbiamo voluto poi tradurre in immagini il sentimento di quella notte… la nostalgia, la mancanza, da qui è nato il video: un omaggio a una città fantastica, Verona di notte è uno spettacolo. Il video è stato girato di notte in una città deserta,  nel freddo di fine ottobre, dal bravissimo Carlo Neviani e dalla troupe di Davide Franzoni (Regista di fama nazionale della Image mix 35). Le immagini esaltano tanti dettagli magici: dall’Arena e piazza delle Erbe, fino alla famosa collina dalla quale si scorge l’Adige, i castelli e le mura.

Che progetti hai per il futuro?

In questo momento stiamo lavorando al nuovo Album e progettando concerti è forse una tournée, Covid permettendo ovviamente. Insomma, abbiamo tanti progetti che ci impegnano, ma non voglio anticipare troppo.

LINK

Sito: https://www.toniveltri.com/
Instagram:  https://www.instagram.com/toniveltri/?hl=it
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC7bqlIgX5wyK-DKZlA7KsXg/featured
Facebook: https://www.facebook.com/toniveltrimusic/




Richi Sweet e il suo album d’esordio: Resurrezione

“Dedicata a me” è il singolo di lancio di “Resurrezione”, l’album di esordio di Richi Sweet, un brano che gli è valsa la partecipazione a Sanremo Giovani 2020 con un tema molto attuale: l’alcolismo e la sua ingannevole capacità di far sentire i giovani parte di un gruppo.

Numerosi sono i contenuti autobiografici che costruiscono il percorso narrativo dell’album, uno story telling che diviene una sorta di favola moderna, in cui si inseriscono nella loro varietà esperienze e sentimenti vissuti da Richi nel corso della sua giovane vita, a partire dall’adozione – è nato in Brasile ed è stato adottato da una famiglia italiana di Modena – al bullismo e le violenze subite, dai primi incontri con la musica ai successi; traumi e paure che sono diventati punti di forza e d’ispirazione per mettersi dalla parte di chi è percepito come “debole”, “diverso”. Conosciamo meglio questo giovanissimo artista, che già dimostra di aver tanto da dire.

Parlaci un po’ di “Dedicata a me” e del suo video

“Dedicata a me” parla di alcolismo, un male subdolo che si maschera da aggregatore, per farti sentire accettato e parte di un gruppo. Parla anche della determinazione di uscirne con le proprie forze, è un grido di protesta, oltre che una serenata “dedicata a me” stesso, appunto.
Il video (https://youtu.be/x9czYG9o9yQ) mi rispecchia molto: lo abbiamo girato a Sirmione (BS) ed il regista, Federico Folli, alterna diverse scene in cui mi si vede “discutere” con il mio alter ego. Devo dire che questo duplice ruolo mi è venuto spontaneo, perché, come dico sempre, “Non ho nemici, l’unico che ho, sono proprio io.”

E dell’album cosa puoi dirci, perché il titolo “Resurrezione”?

“Resurrezione” perché metaforicamente e spiritualmente parlando, sono morto e risorto un sacco di volte in questi miei 25 anni di vita. I miei sentimenti ed esperienze nell’album trovano piena espressione, soprattutto in brani autobiografici come “Non è questione di colore” o “Dedicata a me”, ma anche  l’amore ricorre nei testi dell’album ed esplode ne “La bella e la bestia”, “Ciao” e “Tulipano”. “Balotelli e Raffaella Fico”, “Kurt Cobain”, “Elisa” e “Forse non hai capito” sono invece i brani che esaltano stili di vita estremi che rendono meno monotona la vita quotidiana, o tematiche di carattere più sociale,  i social e soprattutto il razzismo e la difficoltà di inserimento.

Nei tuoi brani parli di temi attuali, razzismo, bullismo, come mai ti stanno tanto a cuore?
So cosa vuol dire essere giudicati o bullizzati, già dalle scuole elementari ero considerato “diverso”, ero sempre isolato in un angolo, quando i miei genitori chiedevano spiegazioni l’insegnante rispondeva “vostro figlio è diverso”. Addirittura alle scuole medie volevo cambiare colore di pelle, come se fosse un difetto.

Per questo motivo mi sta a cuore particolarmente il tema: sono dalla parte di chi è considerato un “debole” o un “perdente”, capisco cosa voglia dire essere emarginati, quanto questo può segnare una persona, ho subito bullismo fisico e Cyber Bullismo, ovviamente ci sono alcune scene che preferisco non raccontare.

Scrivi testo e musica da solo?

Solitamente scrivo i testi da solo, ma per la realizzazione di questo mio primo album sono stato aiutato dal mio discografico, Giancarlo Prandelli (GNE Records di Brescia). Nei brani, “Tulipano” e “Forse non hai capito”, per esempio, prevale la sua scrittura.

Stai già lavorando al prossimo progetto?

Questa situazione Covid mi ha bloccato da una parte, ma dall’altra mi ha ispirato tanti brani che sentirete in futuro, perché vengo ispirato di continuo da quello che vivo quotidianamente. Inoltre scrivo tanto, scrivo ogni giorno, quindi di materiale per il futuro ce n’è moltissimo.

Ph. Mario Ugozzoli

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/richisweetofficial/
RESURREZIONE:
https://backl.ink/143280768
Dedicata a me:
https://youtu.be/x9czYG9o9yQ




Mr Dailom: il rapper controcorrente

YIl rapper varesino Mr Dailom (al secolo Davide di Bartolomeo), dopo i singoli “Vita da cane”, “Porno giapponesi” e “Meridionali” (e due album “Sulle mie gambe” e “Vita da Cane”), torna in radio con un quarto singolo: “Chi sono”, un brano autobiografico, uno story telling che racconta la vita dell’artista attraverso le immagini del suo passato.

Da “Sulle mie Gambe” a “Vita da cane” fino all’ultimo singolo, “Chi sono”, come è stato il percorso artistico e umano di Mr Dailom?

Sicuramente “Sulle mie Gambe” è un disco più combattivo, in cui emerge quella voglia da parte di un Dailom giovanissimo di combattere per ottenere un’opportunità, “Vita Da Cane” è un disco più maturo e fondamentale per la mia carriera, traspare una consapevolezza che mi porta verso una dimensione nuova.

“Chi sono” è un po’ l’emblema di questa evoluzione, certamente è il brano che racconta la mia storia, il pezzo più vero che ho scritto, che mi è nato dal cuore. Si collega in qualche modo al precedente singolo, “Meridionali” che ha, anch’esso, un riferimento alla mia storia personale e famigliare: il ricordo del disagio che i miei nonni e i miei genitori hanno provato quando sono emigrati al nord, un ricordo che si è risvegliato in me in seguito a quanto continuamente leggiamo e ascoltiamo dai media. E’ bene ricordare come nel passato il razzismo in Italia era nei confronti dei meridionali, negli anni ‘80/90 il male del nord erano i meridionali, invece nel 2019 i nordafricani.

Come ti sei avvicinato alla musica e più in particolare al Rap?

Fin da ragazzino ho scoperto di avere un gusto e un’inclinazione verso il rap; la mia curiosità mi ha dato la possibilità di scoprire la cultura e il movimento Hip Hop in Italia, stimolato anche da Fabio Kaso (esponente del rap italiano e varesino), grazie al quale ho iniziato a scrivere quasi per gioco i primi testi.

Ti ritieni diverso da altri tuoi colleghi?

Posso solo dire che la mia musica è vera, ma soprattutto è responsabile, non invento un passato difficile solo per catturare l’attenzione, mi esprimo sì liberamente, ma sempre cercando di riflettere sulla responsabilità che un artista ha nei confronti dei suoi potenziali ascoltatori. Questo è molto importante oggi: è troppo facile crogiolarsi nel degrado.
Se questa è la tendenza oggi allora io voglio andare controcorrente professando dei valori troppo spesso dimenticati, magari è una linea che non paga nell’immediato, ma essere veri resta una condizione fondamentale del fare musica e arte.

Diciamo che voglio essere un artista Punk. Sai cosa significa nel 2019 essere punk? Non seguire la corrente, tutti parlando di droga, tutti si drogano, IO NO e non si sta parlando di Maria, io sono a favore della legalizzazione delle droghe leggere.

Penso che la cosa più punk nel 2019, sia per me far ritornare l’ascoltatore a dei vecchi valori, anche però dando spazio al mio ego, sempre rimanendo su un profilo irriverente.

Mi piacerebbe far tornare le persone che mi ascoltano a diretto contatto con la loro parte più profonda, quella che ci fa apparire fuori moda agli occhi della società odierna, oggi professare l’amore e alcuni valori è controcorrente, spero di riuscirci in futuro in maniera più dirompente.


Un artista che ti ha ispirato e che ammiri particolarmente?

Italiano, Fabri Fibra, americano 5O Cent. Drake sicuramente è il top per le mie orecchie, ma devo dire anche Kendrick Lamar.

Mr Dailom artista e Mr Dailom, o meglio Davide, uomo…

Mr. Dailom, è la parte più profonda della mia personalità, la maggiore espressione del mio ego in tutta la sua potenza, nella mia musica questa parte è rappresentata da pezzi autocelebrativi e rabbiosi.

Al contempo questa parte lascia anche spazio a una personalità più riflessiva, che si manifesta con pezzi carichi di sentimenti e ricordi della mia vita caratterizzati da suoni più rnb e dolci se così vogliamo definirli.

Davide Di Bartolomeo però è la mente, è la parte più razionale e scientifica di me grazie alla quale continuo nel mio percorso artistico a migliorare e perfezionare la mia tecnica, sia comunicativa che vocale.

Entrambi i miei lati sono caratterizzati da un aspetto: sono un lavoratore instancabile in tutti i sensi, perché divido la mia giornata lavorativa su due fronti, lavoro per un’azienda farmaceutica e faccio l’artista per il resto della giornata, poi invece per divertirmi e staccare la spina sono diventato un discreto ballerino di latino americano (ride).


Come vedi Mr. Dailom in futuro?

Sai come mi vedo? Non solo un Rapper, ma come artista in grado di esprimersi con la musica senza canoni di stile e di suono, non mi precludo a nessun genere musicale, voglio lasciarmi andare.

Foto Chiara Sardelli

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