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Stefano Colli: Guarda la notte, omaggio al Fante

Dopo l’anteprima video di Repubblica (https://video.repubblica.it/edizione/bologna/guarda-la-notte-stefano-colli-canta-per-fantelli-e-per-la-lotta-alla-sla/324717/325335), la presentazione del progetto a Rai 3 “Buongiorno regione” e TGR, e Rai Radio 2 (Quelli che a radio 2) arriva il 21 gennaio, finalmente in tutte le radio, tv e negli stores digitali, il nuovo singolo di Stefano Colli, Guarda la notte, omaggio alla memoria del Fante (Gianluca Fantelli) precocemente scomparso a causa della SLA.

Come nasce Guarda la notte?

Guarda la Notte nasce da un testo di Gianluca Fantelli, amico e autore di rara sensibilità artistica, con il quale avevo già collaborato in precedenza, con “Indifferente” pubblicato nel 2015 con l’etichetta indipendente SanLuca Sound e “Dimmi di sì” per il 58°Festival di Castrocaro, di cui sono stato finalista nello stesso anno. Gli avevo chiesto di raccontarmi una storia e lui mi ha regalato la sua, io e Mattia Pallotti (pianista con il quale ho composto la parte musicale) non abbiamo apportato nessuna modifica alla stesura originale! Giancarlo Di Maria con il suo arrangiamento potente e teatrale ha dato un ulteriore e decisivo apporto. Un bellissimo lavoro di squadra insomma! Quando Gianluca lo ha sentito si è profondamente commosso e mi ha scritto una bellissima mail.

Come hai conosciuto Gianluca Fantelli?

Ero stato ad un suo concerto ed ero rimasto profondamente colpito dalla sua musica e dalla sua sensibilità artistica, quindi non vedevo l’ora di conoscerlo. Nel 2014, è poi accaduto, che ero tra i finalisti del contest radiofonico “The Voice of Radio2”, Gianluca mi ha sentito in radio, ha scoperto che ero bolognese come lui e ci hanno organizzato un incontro. Le coincidenze della vita…

Durante  il nostro primo incontro (lui si trovava già in uno stadio avanzato della malattia) poco dopo essersi presentato mi ha detto: “Bene, adesso dimmi… perché sei qui? Che cosa vuoi da me?”. Io ho sorriso e gli ho risposto: “Scrivimi un pezzo!”. Mi ha fatto riflettere sull’ importanza del tempo che abbiamo a disposizione e la sua autoironia mi ha conquistato da subito! Era molto pignolo ed esigente: prima di iniziare a lavorare insieme ha voluto mettermi alla prova affidandomi un brano del suo repertorio da reinterpretere e ha drasticamente bocciato le prime due versioni che gli ho mandato, alla terza però sono riuscito a conquistarlo e alla fine abbiamo firmato tre brani inediti insieme!

Raccontaci qualcosa di questo progetto che ti vede in prima fila nella battaglia contro la Sla.

Per questo progetto sono stato affiancato dall’Associazione “Io Vivrò” che lo stesso Gianluca ha fondato nel 2009 insieme ad un gruppo di amici e che si pone come mission la lotta alla S.L.A., sclerosi laterale amiotrofica con un pensiero particolare rivolto ai bambini disagiati di tutto il mondo, al fine di consentire loro una vita sana e dignitosa. L’associazione è, infatti, attivissima nella raccolta fondi destinati all’aiuto dei malati di S.L.A. e le loro famiglie, anche attraverso adozione di bambini a distanza e partecipando alle lotte per i diritti dei disabili. Hanno contribuito, ricambiati, al lavoro di altre associazioni come ad esempio ASSISLA e FANEP, e sono sempre prima linea, a lottare contro le ingiustizie, fisiche e sociali. A loro io e il mio team vogliamo dare un contributo nel nostro piccolo, aiutandoli ad ottenere una maggiore visibilità e supporto da parte del pubblico e delle istituzioni.

Tra Crudele e questo singolo in quali progetti sei stato impegnato?

 In questi due anni ho continuato a scrivere e lavorare in studio con Giancarlo di Maria, mi sono dedicato al teatro e ho coltivato un mio personale progetto a cui ho dato vita nel 2016 insieme a Giulia Mattarucco, Riccardo Sarti e Maddalena Luppi: la compagnia musicale-teatrale “I Muffins“. Sono stato in tour per due stagioni teatrali con il Family show “Il Magico Zecchino d’Oro” prodotto da Fondazione Aida e Antoniano di Bologna, ho calcato lo storico palcoscenico del Teatro Sistina di Roma con “Georgie il Musical” e ho preso parte alla serie tv “Monstershop” prodotta da DeAgostini in onda su Sky – DeAkids con il M° Beppe Vessicchio alla sua prima prova da attore.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Stiamo già lavorando ad un nuovo singolo che dovrebbe uscire in primavera e, questa volta, si tratterà di un duetto con una giovane cantautrice con cui si è creato un bellissimo sodalizio artistico. Poi ci sono tanti nuovi progetti in ballo anche per quanto riguarda il teatro e la mia compagnia “I Muffins“, ma per scoprirle dovete continuare a seguirmi! 

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foto Riccardo Sarti




Mara Bosisio: il nuovo singolo è Liquido, come la nostra società

Liquido è il nuovo singolo della cantautrice Mara Bosisio, in radio e negli stores dal 21 gennaio,  e propone una tematica insolita nell’attuale panorama musicale: una  personale e libera interpretazione del concetto di “società liquida” del sociologo polacco Zygmunt Bauman.

Ne parliamo con  questa talentuosa e impegnata artista, che divide il suo tempo tra impegni musicali, sportivi e televisivi.

1. Come nasce Liquido?

Dopo essermi imbattuta in una delle teorie più importanti del sociologo polacco Zygmunt Bauman sulla “società liquida” ho avuto l’idea del brano;  chiaramente una mia personale e libera interpretazione del suo concetto (oggi più che mai ancora molto attuale), applicato al mio modo di vivere e percepire la realtà.

La canzone, quindi, è stata realizzata  grazie alla collaborazione con il producer Samuel Aureliano Trotta.

2. Qual è il tuo brano a cui sei affezionata di più delle tue produzioni precedenti?

Lucciole, sicuramente, per una ragione emotiva ed affettiva,  è il brano che ha dato una sterzata positiva al mio lavoro: con Lucciole ho avviato un nuovo ciclo produttivo, con un nuovo team tecnico, un nuovo stile di composizione e “nuove” sonorità (in realtà sto ripescando moltissimo dalle sonorità anni ‘80-’90).

3. Quali sono le  differenze tra Liquido e le  tue precedenti produzioni, in termini stilistici e di contenuto?

Sicuramente il contenuto, la tematica trattata è molto più complessa e impegnativa rispetto a tutti gli altri miei testi precedenti.

Il sound invece, rimane volutamente più minimale e fresco.

C’è sempre però un filo conduttore tra questo lavoro e le precedenti produzioni: l’incrocio tra il cantato e un parlato molto ritmico.

4. Tu sei una persona da mille interessi, insegni, lavori come veeJay, giochi a calcio, sei cantautrice Rispetto a tutti questi ambiti, come è oggi  lavorare nel campo della musica in Italia?

Per tutti gli ambiti in Italia oggi, in generale, è molto difficile lavorare.

A maggior ragione poi lavorare in  un ambito dove non esistono dei criteri di valutazione precisi e l’offerta supera di gran lunga la richiesta. Il mercato musicale è saturo, e il pubblico è abituato ad ascoltare sempre meno e con meno attenzione.

Aggiungiamoci poi il fatto che la Musica ancora oggi non è riconosciuta come una professione; di conseguenza per vivere di musica comporta  grosse difficoltà e molta tenacia e perseveranza.

foto Roberto Palladini e Daniele Di Lecce




AMORE GIGANTE: le sfumature dell’anima umana secondo Gianna Nannini

Dopo il successo di Hitalia e Hitstory, la più famosa cantautrice rock italiana è pronta a conquistare di nuovo le vette delle classifiche discografiche con il suo nuovo album AMORE GIGANTE. Gianna Nannini esce oggi in tutti gli store, reali e virtuali, con il suo diciottesimo album di inediti per Sony Music. Un anno e mezzo di lavoro ha portato Gianna a comporre le quindici nuove coinvolgenti canzoni di questo album che rappresentano il viaggio più rock negli stati d’animo, un’autentica esplorazione emotiva con l’inconfondibile marchio Nannini.

Da Fenomenale, il primo singolo, fino a L’ultimo latin lover passando per la coinvolgente Piccoli particolari, ‘Amore gigante’ è potente ed essenziale senza lasciare un momento di tregua perché, canzone dopo canzone, verso dopo verso, diventa lo specchio di tutti noi. E’ il ‘cinemascope’ dell’anima e, ciak dopo ciak, si rivela un film in musica che “la Gianna” ha iniziato a scrivere prima ancora di pubblicare Hitalia con una squadra di grandi collaboratori.

Cinque colori diversi ed esclusivi di copertina per un disco gigante che esce in cd semplice e in versione deluxe, che comprende anche un secondo cd con il liveSotto la pioggia – Live a Verona”. Inoltre disponibile box superdeluxe in edizione limitata e numerata in esclusiva su Amazon dove oltre al doppio cd, ci saranno anche il vinile accompagnato da un book di 24 pagine, un block notes, una t-shirt esclusiva e una foto autografata.  Amore Gigante sarà disponibile anche in vinile nella versione classica oltre ad una declinazione “picture“, in edizione limitata e numerata.

INONDIAMO IL MONDO DI COLORI, INONDIAMO IL MONDO DI CANZONI

COPERTINA AMORE GIGANTE_preview

Amore gigante” verrà presentato a Roma sabato 28 alle ore 17.00 presso la Feltrinelli (via Appia Nuova 427) e a Milano domenica 29 alle ore 17.00 presso la Mondadori (Piazza Duomo 1).

Oltre all’anteprima di Rimini del 30 novembre, a dicembre Gianna terrà 4 concerti organizzati da F&P Group in collaborazione con David Zard presenta e Saludo Italia a Roma (2 dicembre), Milano (4 dicembre) e Firenze (6 e 7 dicembre).

Il 10 marzo prossimo la rocker partirà dall’Alte Oper di Francoforte per il suo nuovo tour che la vedrà protagonista sui palchi italiani e tedeschi più prestigiosi.

I biglietti per le nuove date di “Fenomenale il tour” sono già disponibili in pre – sale per il fan club, mentre saranno disponibili da giovedì 26 alle ore 11:00 su Ticketone (www.ticketone.it) e da lunedì 30 alle ore 11:00 in tutti i punti vendita abituali.

RTL 102.5 è radio partner ufficiale del tour.

Ecco le date del tour:

Rimini – 30 novembre 2017 (RDS Stadium) ANTEPRIMA

Roma – 2 dicembre 2017 (Palalottomatica)

Milano – 4 dicembre 2017 (Mediolanum Forum Assago)

Firenze – 6 -7 dicembre 2017

Frankfurt – 10 marzo 2018 (Aof)

Freiburg – 11 marzo2018 (Sick Arena)

Berlin – 14 marzo 2018 (Friedrichsstadtpalast)

Düsseldorf – 15 marzo 2018 (Mitsubishi Electric Halle)

Ludwigsburg – 17 marzo 2018 (Mhp Arena)

München – 18 marzo 2018 (Philarmonie)

Kempen – 20 marzo 2018 (Bigbox Allgau)

Hamburg – 21 marzo 2018 (Mehrtheater)

Bologna – 29 marzo 2018 (Unipol Arena)

Genova – 3 aprile 2018 (RDS Stadium)

Montichiari – 4 aprile 2018 (Pala George)

Conegliano (TV) – 6 aprile 2018 (Zoppas Arena)

Padova – 7 aprile 2018 (Kioene Arena)

Torino – 14 aprile 2018 (Pala Alpitour)

Bari – 18 aprile 2018 (Pala Florio)

Eboli (SA) – 19 aprile 2018 (Pala Sele)

Acireale (CT) – 21 aprile 2018 (Pal’Art Hotel)

ph. WAESPI




Paola Angeli si reinventa con Centro Commerciale

Nel corso della sua carriera ha vinto numerosi prestigiosi premi, ha convinto la critica e si è fatta amare dal pubblico grazie alla sua semplicità e originalità. Oggi Paola Angeli, con il suo nuovo singolo “Centro Commerciale“, esplora nuovi terrori musicali mettendosi ancora una volta in gioco.

D. Centro Commerciale, il tuo nuovo singolo che sta riscuotendo successo tra il pubblico e in radio, ci propone una Paola Angeli in una veste diversa. È un cambio di rotta?

R. La voglia di esplorare nuovi “territori musicali” mi ha portata a sperimentare e, soprattutto, a divertirmi nello scrivere e nell’interpretare una canzone in apparenza semplice ma, come ha scritto qualcuno, anche la leggerezza ha il suo aspetto profondo. L’essenziale è non essere banali o peggio… stupidi.

D. Abbiamo osservato sul web un divertente gioco, legato alla copertina del singolo, in cui ti sei divertita ad incarnare diversi personaggi, 6 per l’esattezza, come nella famosa opera di Pirandello. È un riferimento voluto?

R. Sì, certamente. Pirandello è uno scrittore, anzi prima di tutto una persona che io ho sempre amato fin dai tempi del liceo perché tremendamente attuale e allo stesso tempo antico. Il suo messaggio sulle maschere che indossiamo per vivere ciascuno la propria quotidianità è senza tempo. È una scelta essere se stessi, le maschere pesano a volte e la spontaneità, l’istinto hanno il sopravvento, e meno male!

D. Qual è il personaggio più affine alla vera Paola Angeli tra quelli che hai interpretato nel video?

R. Uno nessuno e tutti… ahahah. Se proprio devo scegliere direi la musicista perché ho sempre sognato di suonare la tromba e qui lo faccio, anche se non proprio in maniera ortodossa.

D. Quale invece il più distante?

R. La sportiva, perché non pratico sub però mi piace molto correre all’aria aperta.

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D. Nel video di Centro Commerciale hai anche recitato. Si è trattato di un episodio isolato in occasione delle riprese del video o scopriremo in futuro anche una Paola Angeli attrice?

R. In passato ho scritto dei monologhi in occasione dei vari premi dedicati alla canzone d’autore. Il teatro è per me un tempio in cui prima di entrare bisogna lasciare fuori qualsiasi inibizione… sono le emozioni le vere protagoniste e chi si affaccia ad un palcoscenico, che sia per cantare o recitare è indifferente, vive quelle emozioni in prima persona, le incarna. Anna Magnani è un’attrice che amo moltissimo e che ha messo in pratica tutto questo durante la sua lunga carriera, in fondo il cantante è anche un attore solo che oltre al testo c’è la musica, e questo a mio parere è un grande vantaggio perché la melodia ha la capacità di trasportare chi la esegue in un universo emotivo molto variegato.

D. Pensi che nell’attuale scenario musicale, in cui spesso predominano gli aspetti commerciali, riferimenti culturali di maggiore impegno rappresentino una scelta difficile?

R. Quando si parla di cultura le persone si spaventano pensando che sia qualcosa di inaccessibile, o solo di pochi, una nicchia lassù o laggiù in qualche posto troppo sofisticato e complicato. Io credo che dipenda da come si affrontano certi temi e specialmente dal linguaggio e dall’entusiasmo con cui si parla o si scrive o si canta la cultura nell’arte in generale e per quanto mi riguarda nella musica e nella canzone. Socrate era un uomo colto, ma molto umano, emotivo direi, perciò accessibile e attraente così come il principe Siddharta il futuro Buddha o Gandhi o Martin Luther King, i loro messaggi erano profondi ma per tutti… voglio dire che la cultura se non è fruita dall’Anima resta fredda e distante, resta solo puro nozionismo. Se invece passa attraverso il canale delle emozioni e dell’umanità allora prende forma, colore e diventa qualcosa che scalda, che arricchisce e di cui si sente il bisogno. “La cura” di Battiato-Sgalambro ne è certamente un esempio…

D. E tu a quale personaggio, artista, musicista o letterato sei maggiormente legata o ti ha influenzato maggiormente?

R. In ogni momento della mia vita ho potuto apprezzare artisti di ogni genere e stile che sono stati importanti e fondamentali per quel preciso istante e l’elenco non solo sarebbe vasto, ma rischierebbe di annoiare terribilmente… Oggi per quella che sono posso dire di essere estremamente legata ad Anna Magnani, una donna che avrei voluto tanto conoscere e di cui sento la mancanza artistica e fisica. La Magnani viveva le donne che portava sullo schermo o in teatro e dava loro carattere, emozioni, sangue carne, anima, voce… perciò erano così reali e vere le protagoniste dei suoi film.

D. Paola, sei conosciuta come una cantautrice di talento e di grande spessore, hai vinto numerosi premi di prestigio  il Premio della Critica al Festival di Musicultura, il premio Imaie,  il premio per il miglior testo a Musicultura, il premio Bindi, hai inoltre partecipato a Sanremo Giovani e l’anno seguente al Festival di Sanremo. Di queste esperienze quale ti ha segnata maggiormente dal punto di vista sia artistico che umano e personale?

R. Tutte le esperienze mi hanno arricchita sia professionalmente sia umanamente, una in particolare mi è rimasta impressa nella memoria ed è quella relativa al Premio Bindi che ho avuto il piacere e la fortuna di vincere essendo stata premiata da Giorgio Calabrese, una persona d’una sensibilità rara tramite la quale ho potuto conoscere, più nel profondo, l’opera e la figura di Umberto Bindi, un cantautore a mio parere sottostimato…

D. Oltre che cantautrice sei anche da anni un’insegnante, attualmente insegni canto in una scuola di doppiaggio. Che tipo di insegnante sei?

R. Credo di essere una persona che ascolta, cercando per quanto mi è possibile di risolvere le problematiche varie che emergono essendo a stretto contatto con i miei allievi che ringrazio e che stimo molto. Provo sempre a creare un clima di scambio tra me e le persone con cui lavoro, a maggior ragione lavorando con la voce si portano alla luce emozioni e pensieri che coinvolgono l’intera sfera personale. Vorrei, e questo è il mio desiderio più urgente ed importante, che i miei allievi mi ricordassero come una persona che ha lasciato loro qualcosa di personale e umano oltre che didattico.

D. Quanto è importante l’esperienza di docente per un’artista? Credi siano ruoli conciliabili?

R. Per me lo sono e da quando insegno, cioè da vent’anni ormai, ho imparato moltissimo perché insegnando mi sono trovata a dover inesorabilmente affrontare difficoltà e incertezze assai diverse che i miei allievi mi ponevano e di conseguenza risolvendo quelle difficoltà e quelle incertezze ho potuto superare anche le mie… inoltre da quando lavoro in questa scuola di doppiaggio sono cresciuta molto dal punto di vista professionale didattico e soprattutto umano..

D. Quali sono i tuoi progetti futuri?

R. Se potessi uscire da me stessa e mi trovassi a parlare con Paola, le direi: “ti auguro con tutta l’anima di continuare a scrivere bellissime canzoni, ad insegnare, a vivere, ad amare con tutta la dolcezza che puoi…”

foto di Chiara Sardelli




Omaggio a RCA con “KM 12 Primo Movimento – Una fabbrica occupata fra le nuvole”

Dalle ceneri degli antichi stabilimenti sulla Tiburtina rinasce la RCA.

Dal 7 al 14 giugno, Altro Spazio e CAFTCentro Alta Formazione Teatro presentano “KM 12 Primo Movimento – Una fabbrica occupata fra le nuvole” scritto da Gianfranco Vergoni e diretto da Emiliano Raya.

La storia si svolge nel 2039, in una società molto simile alla nostra, dove conflitti, tensioni, violenze, vengono controllati riducendo la variabilità emotiva degli individui, e stimolando al massimo la socialità virtuale. Le persone si frequentano fisicamente il meno possibile. I lavori più ambiti sono quelli in cui non si interagisce con umani ma solo con macchine e programmi. La tecnologia riesce a rilevare le tracce mnemoniche lasciate all’interno degli edifici, e queste, se economicamente interessanti, vengono duplicate ed elaborate per produrre videogames e altro materiale che renda profitto, altrimenti vengono cancellate per sempre.

Un gruppo di operai precari viene mandato ad ispezionare la sede abbandonata di quella che fu la RCA italiana, al km 12 della via Tiburtina, in cerca di memorie del passato. Questo perché per captare le tracce mnemoniche serve la variabilità emotiva, che appartiene solo agli umani. I ricercatori con l’aiuto di programmi e dispositivi si aggirano nello spazio descrivendolo e scovandone le risonanze. Quando ne identificano una importante attivano gli ologrammi, e il passato si materializza sotto i loro occhi.

Attraverso le apparizioni e le immedesimazioni ricostruiscono la storia del luogo, mentre i nodi delle loro personalità verranno portati alla ribalta ed esaminati e rivissuti, al suono dei classici immortali prodotti dalla RCA Italiana, tra i quali: “In ginocchio da te”, “Il mondo”, “Cuore matto”, “Il ballo del mattone”, “Rimmel”, “Quando finisce un amore”, “Un’emozione da poco”. I ricercatori non troveranno niente che possa ricondurre a risorse economiche spendibili nel futuro: la musica che ha segnato un’epoca, la cultura, l’arte, non saranno più considerate forme di guadagno e i superiori daranno immediatamente l’ordine di cancellare i ricordi e abbattere le mura per predisporre lo spazio ad un’altra destinazione d’uso. E la storia continua.

La RCA Italiana, fondata agli inizi degli anni cinquanta, fu voluta da Papa Pio XII che chiese al magnate americano Frank M. Folsom di costruire una fabbrica proprio nelle vicinanze del quartiere di San Lorenzo, memore dei bombardamenti americani del 19 luglio 1943 – dice il regista Emiliano Raya – Iniziano gli anni del boom economico, i disastri causati della seconda guerra mondiale sembrano un lontano ricordo e gli italiani tra le loro abitudini ascoltano le canzoni contemplandole davanti ai giradischi.

Per la RCA la sfida più grande è quella di produrre musica in lingua italiana. Ci riesce Ennio Melis insieme ad un manipolo di geniali autori, discografici, artisti e direttori d’orchestra, che cambieranno radicalmente il modo di approcciare alla produzione della nostra musica. Negli avveniristici studi al chilometro 12 di Via Tiburtina hanno inciso i migliori artisti italiani e internazionali. Grazie alla visione di Melis, Lilli Greco, Franco Migliacci, Vincenzo Micocci e tanti altri operatori del settore, sono state plasmate nuove generazioni di cantanti che in quarant’anni hanno venduto milioni di dischi, imponendosi nell’immaginario collettivo del nostro paese:
Nilla Pizzi, Domenico Modugno, Gianni Meccia, Nico Fidenco, Jimmy Fontana, Edoardo Vianello, Gianni Morandi, Rita Pavone, Riccardo Cocciante, Gino Paoli, Piero Ciampi, Luigi Tenco, Sergio Endrigo, Patty Pravo, Paolo Conte, Lucio Dalla, Renato Zero, Mia Martini, Gabriella Ferri, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Rino Gaetano, Anna Oxa, Amedeo Minghi e tanti altri. Diretti da due giovani direttori d’orchestra che provenivano dalla musica classica: Ennio Morricone e Luis Bacalov.

Ancora oggi la qualità delle incisioni dimostra l’assoluta efficacia di quel sistema produttivo che metteva al primo posto la comunicazione tra l’azienda e l’artista. Un punto di incontro tra artisti di diverse provenienze, un crocevia di idee che hanno raccontato la storia del nostro paese e che con la storia si sono spesso incrociate e confrontate.

Al Km 12 di Via Tiburtina, dove oggi resta forse un magazzino, non si conserva neanche il lontano ricordo di quel tempo e di quella fucina di artisti simbolo degli anni d’oro della discografia italiana.
In questo testo Gianfranco Vergoni ha ambientato la storia nel 2039, immaginando un gruppo di giovani operai e ricercatori disillusi, senza ambizioni, relegati ad una normalità alienante e virtuale, che ricevono il compito di rilevare ed eventualmente cancellare la memoria storica dell’industria al Km 12.
I sette giovani verranno attraversati dalla presenza dei cantanti e con i ricordi e i suoni assorbiti dalle pareti ne capteranno la memoria. Parleranno un linguaggio a loro sconosciuto, fatto delle sonorità filtrate attraverso il tempo e i versi poetici delle canzoni. Poi l’ordine di abbattere tutto. Sembra fantascienza
“.

Locandina Km 12

Km 12
Primo movimento
Una fabbrica occupata fra le nuvole

di Gianfranco Vergoni
Regia Emiliano Raya

Con Greta Arditi, Sofia Doria, Linda La Marca, Matteo Mammucari, Daniele Nardone, Ilaria Serantoni, Vanna Tino, Andrea Vinaccia

Direzione vocale Brunella Platania in collaborazione con Rosy Messina e Alessio Ingravalle

dal 7 al 14 giugno
(7, 8 e 9 giugno SOLD OUT! Prenotazioni a partire da sabato 10)
Altro Spazio
Via Tiburno 33 – Roma

INFO E PRENOTAZIONI
tel. 393 9075005 – 338 1759319
km12ilmusical@gmail.com
info@centroaltaformazioneteatro.com

Per tutte le info sulla campagna di crowdfunding: https://www.indiegogo.com/projects/km-12-musical#/

Pagina facebook
https://www.facebook.com/chilometrododicimusical/?fref=ts




Silver si racconta: “Sono molto soddisfatto del primo album. Ora penso al tour e lavoro sul secondo”

L’estate prepotentemente è arrivata e reclama la sua colonna sonora. Quale scelta migliore del sound del giovane e talentoso Silver?

Da qualche tempo, l’ex concorrente di X Factor 3 ha pubblicato il suo primo album che racchiude, oltre a pezzi inediti, anche tutti i singoli usciti nel giro degli ultimi anni. Brani molto diversi tra loro, per stile e intensità: dalla classica canzone per l’estate a pezzi più intimisti e riflessivi.

Questo è Silver, questa la sua anima. Un ragazzo giovane, ma con le idee chiare su chi è e che cosa vuole dire al suo pubblico. Così, mentre compone le canzoni del prossimo album, Silver si racconta a Cosmopeople a trecentosessanta gradi, così come nei testi delle sue canzoni.

D. Silver, facciamo un bilancio dalla pubblicazione del tuo primo album.

R. L’uscita del primo album è stata una grande soddisfazione. Stavo facendo un singolo dietro l’altro, un singolo e il suo video, rispettando le esigenze del nuovo mercato discografico e il fatto che sia più facile promuovere un brano alla volta. Però, a un certo punto un artista ha bisogno anche di un album fisico in mano, è più bello. Tracciare un proprio percorso su YouTube è una cosa, averlo in mano fisicamente è un’altra e lo preferisco decisamente.

L’album raccoglie tutti i miei singoli, presenta brani inediti e recupera anche un pezzo che viene dal mio passato, “Glass of Water“, una ballad  che avevo scritto con la mia prima band, un brano in inglese che segna un po’ il mio inizio.

Nel disco è presente anche una cover di DylanIt’s All Over Now Baby Blue“, un pezzo e un cantante che per me hanno un significato particolare. Mio padre mi faceva ascoltare le sue canzoni dalla mattina alla sera, tanto che me lo ha fatto pure odiare a un certo punto. “It’s All Over Now Baby Blue” chiudeva l’album di Dylan del ’65, “Bringing It All Back Home“, un album che segnava il suo passaggio dall’acustico all’elettrico;  mi è piaciuto, pertanto, che chiudesse anche il mio album, un piccolo tributo per sottolineare quanto è stato importante per me Dylan.

Gli altri pezzi rappresentano un vero e proprio percorso di crescita, sono spaccati della mia vita. Tutti i brani sono scritti da me, testo e musica, rappresentano la mia vita, le mie esperienze; quando li riascolto vedo la mia crescita, le mie emozioni, le sensazioni che ho provato.

D. Ci sono pezzi a cui sei più affezionato o che ti ricordano momenti particolari della tua vita?

R. Mi piacciono tutti i miei pezzi anche se ci sono delle ballad a cui sono più emotivamente legato, perché mi ricordano precisamente cosa stavo pensando, cosa stavo vivendo. “Ora Tocca a Me“, ad esempio. Si tratta di un dialogo tra una persona matura, che ha già vissuto, e un giovane che deve iniziare la propria vita e che grida “ora tocca a me, ora è il mio momento. Voglio guardarmi allo specchio e vedere un riflesso di te, ma adesso è il mio turno“. Dall’altra parte l’adulto, che riconosce la necessità di dare pieno spazio alle giovani generazioni, risponde dicendo “adesso è il tuo momento, costruisci la tua vita, tu che puoi e ha più possibilità di me, sei più fortunato di me”. Io sono educatore scout e credo che sia proprio questo mio ruolo e le esperienze vissute in tale ambito a rappresentare una fonte di ispirazione per la nascita di questa canzone. Certo io non sono “anziano”, sono dalla parte del giovane, ma ho assunto anche il ruolo dell’anziano proprio per il rapporto che ho come educatore con i bambini più piccoli che frequentano il gruppo.

Altri pezzi sono invece un po’ più movimentati, sono un’altra parte di me. Diciamo che quando sono al sole scrivo pezzi energici, quando sono chiuso nella mia stanza escono brani più emotivi ed intimi. Così mostro Silver a trecentosessanta gradi: quello più allegro e giocoso e quello più intimo e riflessivo.

Questo Amore“, che apre l’album, è un brano molto allegro, con cui gioco sui colori e sulla bellezza di essere sempre aperti a tutto, evitando preconcetti, pregiudizi, categorizzazioni in amore come nella vita. In “Tutto Diverso” ho voluto suonare anche l’ukulele, perché fa estate ed è un brano che vuol portare allegria a me e a chi lo ascolta.

D. Tu nasci come leader di una band, i Sunshine. Ti manca la dimensione band?

R. La vita da band è bella: quando hai un progetto comune, come lo avevo io con i Sunshine, vivi le stesse emozioni, ci credi tu come gli altri, ti senti un unico soggetto. Si ha  tutti la stessa età, le stesse speranze, si è felici e si è tristi insieme. Questa cosa un po’ mi manca. Mi manca anche non essere più il leader di una band.

Adesso sono però il leader di me stesso, ovviamente dietro c’è una struttura che crede fortemente nel progetto, che condivide con me lavoro, scelte, cura promozione, produzione, comunicazione e tutto, una squadra solida ed unita, perché da soli non si può fare niente.

D. Quali sono i tuoi prossimi programmi?

R. Adesso sono impegnato con la promozione e i live anche se ormai sono un po’ in dirittura d’arrivo: un album dura un annetto e poi bisogna fare altra roba e difatti stiamo lavorando in questo senso. Sono stato in  Svizzera, sia in televisione sia in radio, abbiamo colto la possibilità di promuovere l’album anche all’estero. Ci sono diversi eventi per l’estate (tutti i dettagli su www.silverofficial.it). Inoltre, si lavora a nuovi brani. Come sempre, quando si promuove qualcosa, si sta già scrivendo altro, non ci si può mai fermare anche perché scrivere pezzi è importante ed è una cosa che mi piace fare. Non ho ancora deciso se fare un nuovo singolo o intervallarlo con un’eventuale collaborazione, però i brani dell’album sono già tanti e bisognerà fare una scelta, vedere gli arrangiamenti, ma all’orizzonte c’è sicuramente un altro album.

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D. La domanda è d’obbligo: ci racconti qualcosa della tua partecipazione a XFactor 3?

R. Io arrivavo dalla band The Sunshine, ero l’unico cantante della band, all’epoca di X-Factor 3 non si poteva entrare come band nel programma e, pertanto, mi sono presentato come solista. Sono rimasto nel programma tre mesi, in pratica quasi fino alla fine, perché sono arrivato in finale, mi sono classificato quarto. Tre mesi che ho vissuto appieno e che, secondo me, equivalgono a tre anni per intensità di lavoro, di esperienze e di collaborazioni importanti.

Ho appreso veramente tanto, sono cresciuto grazie a Luca Tommasini e ai suoi insegnamenti su come stare sul palco, come gestire le telecamere che c’erano in giro per lo studio. Sono cose grandi: quando sei lì ti rendi conto, magari, che non sei capace, però con il tempo e con un po’ di pazienza impari, anche senza che qualcuno te lo spieghi direttamente. L’importante è che tu abbia occhi veloci, pronti a carpire qualsiasi tipo di movimento e ad apprendere anche eventualmente dagli errori altrui, così da non replicarli: è veramente importante essere come una spugna per crescere il più possibile.
Un’altra persona che mi ha insegnato molto è Morgan, il mio coach. Sia con Luca che con Morgan esiste ancora un bel rapporto di amicizia.

D. Il tuo nome è spesso legato anche a opere di volontariato e a raccolte fondi.

R. Credo che c’entri anche qui lo scoutismo. Sono cresciuto in una famiglia di un certo tipo che mi ha sempre fatto fare esperienze di volontariato. Reputo il volontariato molto importante. Sono nato in un paesino molto piccolo dove, se non ci fossero state queste attività, queste iniziative, ci sarebbe stato ben poco da fare. Vedevo le persone grandi che facevano queste cose e quando sono cresciuto ho voluto dare anche io il mio contributo, grazie al mio mestiere lo posso fare, partecipando ad eventi benefici e  iniziative di volontariato, perché reputo importantissimo l’impegno in ambito sociale.

D. Che importanza hanno secondo te i social network? Sono un valido strumento per farsi conoscere e far conoscere la propria musica?

R. I social network oggi sono importantissimi. I social permettono di arrivare a un pubblico molto più vasto e di farsi conoscere soprattutto dai più giovani. Nel mio caso, credo, che insieme alla TV e alla radio,  mi abbiano permesso di far conoscere la mia musica a un pubblico sempre più vasto.

Foto di Davide D’Errico

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