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Richi Sweet e il suo album d’esordio: Resurrezione

“Dedicata a me” è il singolo di lancio di “Resurrezione”, l’album di esordio di Richi Sweet, un brano che gli è valsa la partecipazione a Sanremo Giovani 2020 con un tema molto attuale: l’alcolismo e la sua ingannevole capacità di far sentire i giovani parte di un gruppo.

Numerosi sono i contenuti autobiografici che costruiscono il percorso narrativo dell’album, uno story telling che diviene una sorta di favola moderna, in cui si inseriscono nella loro varietà esperienze e sentimenti vissuti da Richi nel corso della sua giovane vita, a partire dall’adozione – è nato in Brasile ed è stato adottato da una famiglia italiana di Modena – al bullismo e le violenze subite, dai primi incontri con la musica ai successi; traumi e paure che sono diventati punti di forza e d’ispirazione per mettersi dalla parte di chi è percepito come “debole”, “diverso”. Conosciamo meglio questo giovanissimo artista, che già dimostra di aver tanto da dire.

Parlaci un po’ di “Dedicata a me” e del suo video

“Dedicata a me” parla di alcolismo, un male subdolo che si maschera da aggregatore, per farti sentire accettato e parte di un gruppo. Parla anche della determinazione di uscirne con le proprie forze, è un grido di protesta, oltre che una serenata “dedicata a me” stesso, appunto.
Il video (https://youtu.be/x9czYG9o9yQ) mi rispecchia molto: lo abbiamo girato a Sirmione (BS) ed il regista, Federico Folli, alterna diverse scene in cui mi si vede “discutere” con il mio alter ego. Devo dire che questo duplice ruolo mi è venuto spontaneo, perché, come dico sempre, “Non ho nemici, l’unico che ho, sono proprio io.”

E dell’album cosa puoi dirci, perché il titolo “Resurrezione”?

“Resurrezione” perché metaforicamente e spiritualmente parlando, sono morto e risorto un sacco di volte in questi miei 25 anni di vita. I miei sentimenti ed esperienze nell’album trovano piena espressione, soprattutto in brani autobiografici come “Non è questione di colore” o “Dedicata a me”, ma anche  l’amore ricorre nei testi dell’album ed esplode ne “La bella e la bestia”, “Ciao” e “Tulipano”. “Balotelli e Raffaella Fico”, “Kurt Cobain”, “Elisa” e “Forse non hai capito” sono invece i brani che esaltano stili di vita estremi che rendono meno monotona la vita quotidiana, o tematiche di carattere più sociale,  i social e soprattutto il razzismo e la difficoltà di inserimento.

Nei tuoi brani parli di temi attuali, razzismo, bullismo, come mai ti stanno tanto a cuore?
So cosa vuol dire essere giudicati o bullizzati, già dalle scuole elementari ero considerato “diverso”, ero sempre isolato in un angolo, quando i miei genitori chiedevano spiegazioni l’insegnante rispondeva “vostro figlio è diverso”. Addirittura alle scuole medie volevo cambiare colore di pelle, come se fosse un difetto.

Per questo motivo mi sta a cuore particolarmente il tema: sono dalla parte di chi è considerato un “debole” o un “perdente”, capisco cosa voglia dire essere emarginati, quanto questo può segnare una persona, ho subito bullismo fisico e Cyber Bullismo, ovviamente ci sono alcune scene che preferisco non raccontare.

Scrivi testo e musica da solo?

Solitamente scrivo i testi da solo, ma per la realizzazione di questo mio primo album sono stato aiutato dal mio discografico, Giancarlo Prandelli (GNE Records di Brescia). Nei brani, “Tulipano” e “Forse non hai capito”, per esempio, prevale la sua scrittura.

Stai già lavorando al prossimo progetto?

Questa situazione Covid mi ha bloccato da una parte, ma dall’altra mi ha ispirato tanti brani che sentirete in futuro, perché vengo ispirato di continuo da quello che vivo quotidianamente. Inoltre scrivo tanto, scrivo ogni giorno, quindi di materiale per il futuro ce n’è moltissimo.

Ph. Mario Ugozzoli

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/richisweetofficial/
RESURREZIONE:
https://backl.ink/143280768
Dedicata a me:
https://youtu.be/x9czYG9o9yQ




Tutto o niente: il nuovo successo di Nearco feat. Tiara

TUTTO O NIENTE è la hit estiva di Nearco,  un brano che concilia l’anima rock dell’artista emiliano, con sonorità spiccatamente elettroniche e dance, impreziosite dalla voce straordinaria della giovane co-autrice TIARA, al secolo Chiara Mendo, che vanta un illustre passato di campionessa italiana di tennis under 16.

Abbiamo intervistato Nearco per conoscere meglio i suoi progetti e tutti i dettagli dell’intensissimo tour che lo vedrà in giro per numerose località dell’Emilia Romagna, Toscana e non solo.

Come è nato “Tutto o niente”?

Ogni mio brano parte da uno spunto che trovo nella realtà di tutti i giorni, in questo caso, la consapevolezza che, dalle esperienze della vita non si possono prendere solo le cose belle, ma si devono accettare (o meglio “sopportare”) anche le cose meno belle. Per cui, se ne vale la pena, si deve già sapere che bisogna prendere tutto il pacchetto. Questo è il messaggio che il brano vuol lanciare in modo simpatico ed ironico.

Qual è la novità di questo nuovo singolo, dal punto di vista musicale?

L’idea di utilizzare sonorità elettroniche e dance che rendessero il brano attuale, solare e in linea con il pubblico che incontro nei miei frequenti appuntamenti live; nello stesso tempo si sono scelte sonorità che potessero incontrare e fondersi con la mia anima rock, che da sempre contraddistingue il mio percorso musicale.

Come nasce la collaborazione con Tiara?

Chiara Mendo, in arte Tiara, l’ho conosciuta grazie a Max Corona (mio chitarrista storico, che ha lavorato anche per Emma Marrone, Lucio Dalla, Sylvie Vartain e lo staff di “Amici”), che ha co-prodotto insieme a me questo brano. E’ stata campionessa italiana di tennis under 16 e avendo viaggiato mezzo mondo, ha una straordinaria padronanza dell’inglese: pertanto abbiamo voluto chiamarla in studio e chiederle di scriverci la parte del brano in inglese. Devo dire che mi ha impressionato, oltre che per le sue doti canore, anche come autrice.

Dove possiamo vederti live e quando?

L’ attività live mi porta in giro praticamente tutto l’anno, sia come “front-man” della mia rock-band, sia come animatore e deejay nei party, nei locali e nelle feste di piazza, con un mio format personale che mi piace definire come “DeejayShow“.  Devo dire che dopo diversi anni di dura gavetta, partendo dall’Emilia, mia zona d’origine, e continuando in Romagna e Toscana, la mia attività live, sta raggiungendo piano piano, una dimensione nazionale. Per questa estate sono circa 80 gli appuntamenti live in programma, che vi invito a trovare, visitando i miei social ed il mio sito ufficiale www.nearco.it.  

Progetti in cantiere?

I progetti a breve termine sono due: continuare la promozione del mio nuovo singolo “TUTTO O NIENTE” per tutta l’estate e concentrarmi sul ricco calendario estivo, che mi vedrà impegnato in sagre, feste di piazza, locali ed eventi fino a fine settembre. Dopodiché da ottobre ripartirà la mia trasmissione televisiva in onda su tutta l’Emilia Romagna e parte del nord Italia, dal titolo “Voto Rocknroll” su DI.TV. e, magari, arriverà anche l’ispirazione per tornare a lavorare su un nuovo singolo.

Links

Sito Ufficiale: www.nearco.it

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InstagramNearcoOfficial: https://www.instagram.com/nearcoofficial/

Canale Youtube Nearco Channel: https://www.youtube.com/c/NearcoChannel




Mr Dailom: il rapper controcorrente

YIl rapper varesino Mr Dailom (al secolo Davide di Bartolomeo), dopo i singoli “Vita da cane”, “Porno giapponesi” e “Meridionali” (e due album “Sulle mie gambe” e “Vita da Cane”), torna in radio con un quarto singolo: “Chi sono”, un brano autobiografico, uno story telling che racconta la vita dell’artista attraverso le immagini del suo passato.

Da “Sulle mie Gambe” a “Vita da cane” fino all’ultimo singolo, “Chi sono”, come è stato il percorso artistico e umano di Mr Dailom?

Sicuramente “Sulle mie Gambe” è un disco più combattivo, in cui emerge quella voglia da parte di un Dailom giovanissimo di combattere per ottenere un’opportunità, “Vita Da Cane” è un disco più maturo e fondamentale per la mia carriera, traspare una consapevolezza che mi porta verso una dimensione nuova.

“Chi sono” è un po’ l’emblema di questa evoluzione, certamente è il brano che racconta la mia storia, il pezzo più vero che ho scritto, che mi è nato dal cuore. Si collega in qualche modo al precedente singolo, “Meridionali” che ha, anch’esso, un riferimento alla mia storia personale e famigliare: il ricordo del disagio che i miei nonni e i miei genitori hanno provato quando sono emigrati al nord, un ricordo che si è risvegliato in me in seguito a quanto continuamente leggiamo e ascoltiamo dai media. E’ bene ricordare come nel passato il razzismo in Italia era nei confronti dei meridionali, negli anni ‘80/90 il male del nord erano i meridionali, invece nel 2019 i nordafricani.

Come ti sei avvicinato alla musica e più in particolare al Rap?

Fin da ragazzino ho scoperto di avere un gusto e un’inclinazione verso il rap; la mia curiosità mi ha dato la possibilità di scoprire la cultura e il movimento Hip Hop in Italia, stimolato anche da Fabio Kaso (esponente del rap italiano e varesino), grazie al quale ho iniziato a scrivere quasi per gioco i primi testi.

Ti ritieni diverso da altri tuoi colleghi?

Posso solo dire che la mia musica è vera, ma soprattutto è responsabile, non invento un passato difficile solo per catturare l’attenzione, mi esprimo sì liberamente, ma sempre cercando di riflettere sulla responsabilità che un artista ha nei confronti dei suoi potenziali ascoltatori. Questo è molto importante oggi: è troppo facile crogiolarsi nel degrado.
Se questa è la tendenza oggi allora io voglio andare controcorrente professando dei valori troppo spesso dimenticati, magari è una linea che non paga nell’immediato, ma essere veri resta una condizione fondamentale del fare musica e arte.

Diciamo che voglio essere un artista Punk. Sai cosa significa nel 2019 essere punk? Non seguire la corrente, tutti parlando di droga, tutti si drogano, IO NO e non si sta parlando di Maria, io sono a favore della legalizzazione delle droghe leggere.

Penso che la cosa più punk nel 2019, sia per me far ritornare l’ascoltatore a dei vecchi valori, anche però dando spazio al mio ego, sempre rimanendo su un profilo irriverente.

Mi piacerebbe far tornare le persone che mi ascoltano a diretto contatto con la loro parte più profonda, quella che ci fa apparire fuori moda agli occhi della società odierna, oggi professare l’amore e alcuni valori è controcorrente, spero di riuscirci in futuro in maniera più dirompente.


Un artista che ti ha ispirato e che ammiri particolarmente?

Italiano, Fabri Fibra, americano 5O Cent. Drake sicuramente è il top per le mie orecchie, ma devo dire anche Kendrick Lamar.

Mr Dailom artista e Mr Dailom, o meglio Davide, uomo…

Mr. Dailom, è la parte più profonda della mia personalità, la maggiore espressione del mio ego in tutta la sua potenza, nella mia musica questa parte è rappresentata da pezzi autocelebrativi e rabbiosi.

Al contempo questa parte lascia anche spazio a una personalità più riflessiva, che si manifesta con pezzi carichi di sentimenti e ricordi della mia vita caratterizzati da suoni più rnb e dolci se così vogliamo definirli.

Davide Di Bartolomeo però è la mente, è la parte più razionale e scientifica di me grazie alla quale continuo nel mio percorso artistico a migliorare e perfezionare la mia tecnica, sia comunicativa che vocale.

Entrambi i miei lati sono caratterizzati da un aspetto: sono un lavoratore instancabile in tutti i sensi, perché divido la mia giornata lavorativa su due fronti, lavoro per un’azienda farmaceutica e faccio l’artista per il resto della giornata, poi invece per divertirmi e staccare la spina sono diventato un discreto ballerino di latino americano (ride).


Come vedi Mr. Dailom in futuro?

Sai come mi vedo? Non solo un Rapper, ma come artista in grado di esprimersi con la musica senza canoni di stile e di suono, non mi precludo a nessun genere musicale, voglio lasciarmi andare.

Foto Chiara Sardelli

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Veronica Pivetti è Viktor und Viktoria

Veronica Pivetti torna sul palco con VIKTOR und VIKTORIA, la commedia ispirata al film di Reinhold Schunzel, al Teatro Nuovo di Milano dal 15 al 24 marzo. In scena con lei Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci, Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti, diretti da Emanuele Gamba nella versione originale di Giovanna Gra.

Quando la crisi colpisce il mondo dello spettacolo anche gli artisti Il devono aguzzare l’ingegno per sopravvivere. Così Viktoria, talentuosa cantante disoccupata nella Berlino degli anni Trenta, si finge Viktor e conquista le platee, scatenando però, con il suo fascino androgino, curiosità e sospetti. 

Una commedia che, con leggerezza, arriva in profondità: tra battute di spirito e divertenti equivoci, infatti, critica una società bigotta e superficiale, molto simile alla nostra, che giudica solo dalle apparenze. 

In una Berlino stordita prima dai fasti e poi dalla miseria della repubblica di Weimar un’attrice di provincia, Susanne Weber, approda in città spinta dalla fame e in cerca di scrittura. Il freddo le ha congelato le membra, e anche il cuore non è rimasto illeso. L’incontro con un collega attore, Vito Esposito immigrato italiano, sembra cambiarle la vita. E mentre la città subisce gli umori delle nascenti forze nazionalsocialiste di Hitler in lotta con gli spartachisti dell’estrema sinistra, Susanne e Vito s’immergono negli eccessi della vita notturna weimeriana. La coppia condivide fame, scene e battute e, alla fine, si scambieranno anche sesso ed identità! Ed è per proprio per l’affamata ditta che Susanne si sacrifica e diventa Viktor und Viktoria, cioè un acclamato ed affascinante en travesti, anche grazie all’aggiunta di un colorato, buffo e stravagante fallo di cotone che diventa l’emblema del loro piccolo grande segreto. Viktor und Viktoria viene acclamato in tutti i teatri d’Europa. Una brillante compagnia capitanata dalla caustica Baronessa Ellinor Von Punkertin in cui spiccano Lilli Shultz, buffa e biondissima ballerina di fila di cui Vito è innamorato e un attrezzista dai modi bruschi e obliqui, Gerhardt miete successi ovunque. Ma, tornati a casa per l’ultima recita, un incontro fatale con il fascinoso conte Frederich Von Stein sfiorerà il cuore gelato di Susanne. Purtroppo, anche il conte ha un segreto e la liaison si complica. E, mentre a Berlino la situazione politica degenera precipitosamente, la nostra protagonista sarà costretta a fare le sue scelte: sentimentali e di vita. Non tradire mai Vito, l’amico inseparabile, né il conte, ormai padrone del suo cuore. Riuscirà Susanne/Viktor ad abbandonarsi fra le braccia del suo inaspettato amore senza che la scelta le risulti fatale?

Sullo sfondo di una Berlino anni trenta, una Veronica Pivetti racconta una storia piena di qui pro quo, cambi di sesso, scambi di persona e ricca di intrecci sentimentali senza esclusione di colpi, cimentandosi nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale.

VIKTOR UND VIKTORIA

Commedia Con Musiche Liberamente Ispirata all’omonimo Film di Reinhold Schunzel 

Versione Originale Giovanna Gra 

Regia Emanuele Gamba 

Con Veronica Pivetti

Con Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci, Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti 

Scene Alessandro Chiti 

Costumi Valter Azzini 

Luci Alessandro Verazzi 

Musiche Originali e Arrangiamenti Maurizio Abeni 

Aiuto Regia Vittorio Testa                                     

TEATRO NUOVO DI MILANO

piazza San Babila 2

dal 15 al 24 marzo ore 20.45

16 marzo, 17 marzo, 24 marzo ore 15.30

BIGLIETTI

Prevendita online: www.teatronuovo.itwww.ticketone.it 

Biglietteria Teatro Nuovo
02.794026
Da lunedì a sabato 10:00/19:00 orario continuato
Domenica 14:00/17:00
prenotazioni@teatronuovo.it 

Social:

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Instagram @teatronuovo_milano

Twitter @TeatroNuovo

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Stefano Colli: Guarda la notte, omaggio al Fante

Dopo l’anteprima video di Repubblica (https://video.repubblica.it/edizione/bologna/guarda-la-notte-stefano-colli-canta-per-fantelli-e-per-la-lotta-alla-sla/324717/325335), la presentazione del progetto a Rai 3 “Buongiorno regione” e TGR, e Rai Radio 2 (Quelli che a radio 2) arriva il 21 gennaio, finalmente in tutte le radio, tv e negli stores digitali, il nuovo singolo di Stefano Colli, Guarda la notte, omaggio alla memoria del Fante (Gianluca Fantelli) precocemente scomparso a causa della SLA.

Come nasce Guarda la notte?

Guarda la Notte nasce da un testo di Gianluca Fantelli, amico e autore di rara sensibilità artistica, con il quale avevo già collaborato in precedenza, con “Indifferente” pubblicato nel 2015 con l’etichetta indipendente SanLuca Sound e “Dimmi di sì” per il 58°Festival di Castrocaro, di cui sono stato finalista nello stesso anno. Gli avevo chiesto di raccontarmi una storia e lui mi ha regalato la sua, io e Mattia Pallotti (pianista con il quale ho composto la parte musicale) non abbiamo apportato nessuna modifica alla stesura originale! Giancarlo Di Maria con il suo arrangiamento potente e teatrale ha dato un ulteriore e decisivo apporto. Un bellissimo lavoro di squadra insomma! Quando Gianluca lo ha sentito si è profondamente commosso e mi ha scritto una bellissima mail.

Come hai conosciuto Gianluca Fantelli?

Ero stato ad un suo concerto ed ero rimasto profondamente colpito dalla sua musica e dalla sua sensibilità artistica, quindi non vedevo l’ora di conoscerlo. Nel 2014, è poi accaduto, che ero tra i finalisti del contest radiofonico “The Voice of Radio2”, Gianluca mi ha sentito in radio, ha scoperto che ero bolognese come lui e ci hanno organizzato un incontro. Le coincidenze della vita…

Durante  il nostro primo incontro (lui si trovava già in uno stadio avanzato della malattia) poco dopo essersi presentato mi ha detto: “Bene, adesso dimmi… perché sei qui? Che cosa vuoi da me?”. Io ho sorriso e gli ho risposto: “Scrivimi un pezzo!”. Mi ha fatto riflettere sull’ importanza del tempo che abbiamo a disposizione e la sua autoironia mi ha conquistato da subito! Era molto pignolo ed esigente: prima di iniziare a lavorare insieme ha voluto mettermi alla prova affidandomi un brano del suo repertorio da reinterpretere e ha drasticamente bocciato le prime due versioni che gli ho mandato, alla terza però sono riuscito a conquistarlo e alla fine abbiamo firmato tre brani inediti insieme!

Raccontaci qualcosa di questo progetto che ti vede in prima fila nella battaglia contro la Sla.

Per questo progetto sono stato affiancato dall’Associazione “Io Vivrò” che lo stesso Gianluca ha fondato nel 2009 insieme ad un gruppo di amici e che si pone come mission la lotta alla S.L.A., sclerosi laterale amiotrofica con un pensiero particolare rivolto ai bambini disagiati di tutto il mondo, al fine di consentire loro una vita sana e dignitosa. L’associazione è, infatti, attivissima nella raccolta fondi destinati all’aiuto dei malati di S.L.A. e le loro famiglie, anche attraverso adozione di bambini a distanza e partecipando alle lotte per i diritti dei disabili. Hanno contribuito, ricambiati, al lavoro di altre associazioni come ad esempio ASSISLA e FANEP, e sono sempre prima linea, a lottare contro le ingiustizie, fisiche e sociali. A loro io e il mio team vogliamo dare un contributo nel nostro piccolo, aiutandoli ad ottenere una maggiore visibilità e supporto da parte del pubblico e delle istituzioni.

Tra Crudele e questo singolo in quali progetti sei stato impegnato?

 In questi due anni ho continuato a scrivere e lavorare in studio con Giancarlo di Maria, mi sono dedicato al teatro e ho coltivato un mio personale progetto a cui ho dato vita nel 2016 insieme a Giulia Mattarucco, Riccardo Sarti e Maddalena Luppi: la compagnia musicale-teatrale “I Muffins“. Sono stato in tour per due stagioni teatrali con il Family show “Il Magico Zecchino d’Oro” prodotto da Fondazione Aida e Antoniano di Bologna, ho calcato lo storico palcoscenico del Teatro Sistina di Roma con “Georgie il Musical” e ho preso parte alla serie tv “Monstershop” prodotta da DeAgostini in onda su Sky – DeAkids con il M° Beppe Vessicchio alla sua prima prova da attore.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Stiamo già lavorando ad un nuovo singolo che dovrebbe uscire in primavera e, questa volta, si tratterà di un duetto con una giovane cantautrice con cui si è creato un bellissimo sodalizio artistico. Poi ci sono tanti nuovi progetti in ballo anche per quanto riguarda il teatro e la mia compagnia “I Muffins“, ma per scoprirle dovete continuare a seguirmi! 

www.stefanocolli.net

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foto Riccardo Sarti




Mara Bosisio: il nuovo singolo è Liquido, come la nostra società

Liquido è il nuovo singolo della cantautrice Mara Bosisio, in radio e negli stores dal 21 gennaio,  e propone una tematica insolita nell’attuale panorama musicale: una  personale e libera interpretazione del concetto di “società liquida” del sociologo polacco Zygmunt Bauman.

Ne parliamo con  questa talentuosa e impegnata artista, che divide il suo tempo tra impegni musicali, sportivi e televisivi.

1. Come nasce Liquido?

Dopo essermi imbattuta in una delle teorie più importanti del sociologo polacco Zygmunt Bauman sulla “società liquida” ho avuto l’idea del brano;  chiaramente una mia personale e libera interpretazione del suo concetto (oggi più che mai ancora molto attuale), applicato al mio modo di vivere e percepire la realtà.

La canzone, quindi, è stata realizzata  grazie alla collaborazione con il producer Samuel Aureliano Trotta.

2. Qual è il tuo brano a cui sei affezionata di più delle tue produzioni precedenti?

Lucciole, sicuramente, per una ragione emotiva ed affettiva,  è il brano che ha dato una sterzata positiva al mio lavoro: con Lucciole ho avviato un nuovo ciclo produttivo, con un nuovo team tecnico, un nuovo stile di composizione e “nuove” sonorità (in realtà sto ripescando moltissimo dalle sonorità anni ‘80-’90).

3. Quali sono le  differenze tra Liquido e le  tue precedenti produzioni, in termini stilistici e di contenuto?

Sicuramente il contenuto, la tematica trattata è molto più complessa e impegnativa rispetto a tutti gli altri miei testi precedenti.

Il sound invece, rimane volutamente più minimale e fresco.

C’è sempre però un filo conduttore tra questo lavoro e le precedenti produzioni: l’incrocio tra il cantato e un parlato molto ritmico.

4. Tu sei una persona da mille interessi, insegni, lavori come veeJay, giochi a calcio, sei cantautrice Rispetto a tutti questi ambiti, come è oggi  lavorare nel campo della musica in Italia?

Per tutti gli ambiti in Italia oggi, in generale, è molto difficile lavorare.

A maggior ragione poi lavorare in  un ambito dove non esistono dei criteri di valutazione precisi e l’offerta supera di gran lunga la richiesta. Il mercato musicale è saturo, e il pubblico è abituato ad ascoltare sempre meno e con meno attenzione.

Aggiungiamoci poi il fatto che la Musica ancora oggi non è riconosciuta come una professione; di conseguenza per vivere di musica comporta  grosse difficoltà e molta tenacia e perseveranza.

foto Roberto Palladini e Daniele Di Lecce




A.D.A. dà nuova vita alla danza, alla musica e al canto medievale, rinascimentale e barocco

di Giuliana Tonini – Chi non ha mai fantasticato almeno una volta di come potrebbe essere fare un viaggio indietro nel tempo e immergersi nella cultura e nell’arte di un’epoca passata?

Lo scopo di A.D.A. Associazione Danze Antiche è proprio questo.

Con base a Milano e a Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, A.D.A., fondata nel 2003, è un’associazione culturale di studiosi e appassionati che da quindici anni fa rivivere la danza, la musica e il canto del periodo che va dal tardo medioevo all’epoca barocca.

E, tramite lo studio e l’insegnamento delle arti, porta a immergersi a trecentosessanta gradi nella cultura di quei tempi, con una attenzione particolare al periodo rinascimentale.

Chi vuole provare l’ebbrezza di calarsi nei panni di cortigiani e nobili delle corti di re, imperatori e duchi può scegliere il suo corso di danza o stage preferito tra quelli offerti da A.D.A. E,quando si imparano i passi e le coreografie, esibirsi in spettacoli in costume è un’esperienza davvero emozionante.

Oltre alla danza antica, la poliedrica associazione si occupa anche di danza sacra e meditativa.

E non è finita, perché A.D.A. organizza anche corsi appositamente dedicati a non vedenti e ipovedenti.

Io stessa ho fatto parte di A.D.A. e, da appassionata del periodo rinascimentale, non potevo trovare di meglio. Durante le lezioni e gli stage i competentissimi e preparatissimi docenti riproducono le coreografie basandosi sui trattati di danza dell’epoca (ad esempio quelli di Guglielmo Ebreo da Pesaro, Fabrizio Caroso e Cesare Negri), contestualizzando le danze nel periodo storico di riferimento e fornendo la chiave interpretativa culturale, e spesso filosofica, connessa alla danza stessa.

I corsi si svolgono da ottobre a giugno e durante tutto l’anno vengono organizzati stage, anche di canto, e spettacoli che offrono l’occasione di esibirsi in posti suggestivi come castelli e piazze di borghi e città d’arte.

Sono appuntamenti fissi di ogni anno lo stage estivo di Gradara, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Il Boncio” di Pesaro, e lo stage estivo di Samotracia.

A Gradara si passa una settimana tra danza, musica, canto e scherma antica. Nell’isola di Samotracia, ci si immerge nella natura e in se stessi praticando danza sacra e meditativa.

Fiore all’occhiello di A.D.A. sono i convegni e i seminari di studio. L’ultimo in ordine cronologico è stato il seminario internazionale di studi “Cesare Negri milanese – Danza e potere nel tardo Rinascimento”, che si è svolto a Milano, nella Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco, dal 21 al 23 settembre 2018, in collaborazione col Comune di Milano, col Castello Sforzesco e patrocinato dall’Accademia Teatro alla Scala, dall’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza e dall’Istituto Cervantes di Milano.

Cesare Negri, vissuto nel XVI secolo, è stato un celebre maestro di danza nella Milano al tempo della dominazione spagnola. Ha insegnato passi e coreografie alle più importanti famiglie nobili lombarde, compresa quella dei governatori spagnoli di Milano. Sì perché, come si intuisce anche dal titolo del convegno, nelle corti rinascimentali italiane ed europee il saper danzare era una caratteristica rilevante per la gente di potere. Questo e altri aspetti della danza dell’epoca del Maestro milanese sono stati discussi da studiosi di calibro nel settore venuti da varie parti d’Italia e anche dall’estero (Filippo Annunziata, Deda Cristina Colonna, Danilo Costantini, Cesare Fertonani, Gloria Giordano, Francesca Gualandri, Cecilia Nocilli, Marina Nordera, Alessandro Pontremoli, Elena Tamburini, Lucio Paolo Testi, Daniele Torelli, Katherine Tucker Mc Ginnis).

Oltre alle relazioni, durante la tre giorni di seminario si sono svolti laboratori di danza antica e visite guidate al Museo Pietà Rondanini-Michelangelo del Castello Sforzesco, al Museo Bagatti Valsecchi e alla Chiesa di San Carlo al Lazzaretto.

La più bella e degna conclusione dell’evento è stato lo spettacolo di danza e canto allestito nel Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco, dove i docenti e gli allievi di A.D.A., danzando nei loro splendidi costumi in quello scenario evocativo, ci hanno portatoindietro di più di quattro secoli. Un applauso quindi a Marco Bendoni, Chiara Gelmetti, Bruna Gondoni, Lucio Paolo Testi e Davide Vecchi, al soprano Olga Miracle e agli allievi dei corsi di danza Leonardo Contrastano, Laura Grasso, Akiyo Lambert-Kai, Nadia Mantovani, Olga Miracle e Laura Pogliani.

La danza e il canto vivono grazie alla musica, e quel giorno lo spettacolo si è svolto sui meravigliosi brani eseguiti dal vivo da Elena Bacchini (viola da gamba), Emilio Bezzi (liuto), Maria Christina Cleary (arpa barocca), Akiyo Lambert-Kai (lira), Davide Monti (violino barocco) e Flavio Spotti (percussioni). Un grande applauso anche a loro.

Tutti i futuri danzatori interessati e gli appassionati di quei periodi storici non si lascino sfuggire le iniziative di A.D.A.L’associazione, tra l’altro, allestisce anche spettacoli su richiesta.

E voi, ragazzi di A.D.A., sono stata felice di rivedervi ‘all’opera’. Un abbraccio e a prestissimo.

Informazioni e contatti:

mail: info@danzeantiche.org

Sedi:

Milano, Spazio Oasi, via Varese n. 12

Gradara (PU), Spazio Polivalente, piazzale Paolo e Francesca

Sito internet: www.danzeantiche.org

foto Francesco Corsello 




Jaspers: un successo tra Vodka, noccioline e Quelli che il calcio

Sono la band del momento, hanno pubblicato da poco un nuovo singolo, “Vodka e noccioline”, e per il secondo anno suonano live a “Quelli che il calcio” (Rai2). Stiamo parlando dei Jaspers, la band milanese che da quasi un decennio imperversa sulla scena musicale. Il loro genere musicale è sempre molto originale, in continua evoluzione e sperimentazione. E questo probabilmente è il segreto del loro successo.

Un nuovo singolo e, per la seconda volta, confermati nel cast di Quelli che il calcio. Vi sareste mai aspettati tanto successo?

Tante delle esperienze e collaborazioni che abbiamo vissuto sono arrivate improvvisamente, noi lavoriamo sodo ogni giorno e siamo molto orgogliosi dei nostri sudati successi e sempre immensamente grati a chi crede in noi e ci supporta da quasi un decennio! Puntiamo sempre più in alto e rimaniamo uniti come band e come una famiglia!

Di che cosa parla il singolo “Vodka e noccioline”?

Vodka” racconta di un’avventura sentimentale finita ancora prima di avere il tempo di dirsi addio. Rispetto ai precedenti singoli ha un carattere molto più leggero e ironico, che bene si adatta ad un pubblico più ampio e mainstream. Sicuramente un brano meno impegnato dei precedenti singoli ed estremamente scanzonato, sia negli arrangiamenti che nella sua stesura.

Quando uscirà l’album? Ci sarà un leitmotiv tra i vari brani?

Stiamo lavorando all’album e a nuovi singoli in uscita, il filo conduttore dell’album sarà decisamente un inno all’eterogeneità, principalmente per il fatto che vogliamo continuamente sperimentare e “Jasperizzare” ogni genere musicale che ci passa sotto mano.

C’è un’evoluzione nel vostro modo di fare musica da quando calcate le scene?

Sicuramente la scrittura è cambiata molto, principalmente per la difficoltà di mettere su un disco ciò che i Jaspers realmente sono dal vivo, che è la nostra forza più grande. Lo show, il teatro, i costumi e tutto ciò che viene riarrangiato e suonato, dà libero sfogo all’artisticità di ognuno di noi… cosa che nel mondo discografico e radiofonico non è sempre possibile attuare.

Come definireste il vostro genere musicale?

Il nostro genere musicale è “100% JASPERS”, senza paura di sperimentare… dal prog-rock all’elettro-pop fino al reggae. Ci sentiamo musicisti e artisti nel profondo, quindi perché relegarsi ad un genere musicale definito?

C’è una band o un cantante che vi piace particolarmente e a cui fate riferimento?

Le influenze sono sempre state molteplici e infinite, siamo un gruppo che ha ascolti diversissimi e sopratutto nel primo disco “Mondocomio” questa eterogeneità sonora è ben percepibile. Se citiamo Rage against the Machine, Maroon 5 , Danny Elfman e i Coldplay puoi capire bene a cosa ci riferiamo!

Come vi trovate a “Quelli che il calcio”?

Benissimo,  passare il weekend negli studi del programma è come passare un weekend in famiglia! Tutto il cast ci ha accolto subito con calore e grande stima, quindi si lavora alla grande!

Quali sono i vostri progetti futuri?

Suonare Suonare e Suonare, sempre e comunque… finché morte non ci separi, come in un solido matrimonio tra 6 “pazzi”!

 

Per info:

Web: http://www.jaspersofficial.com

iTunes: https://itunes.apple.com/it/artist/jaspers/267555764

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foto Chiara Sardelli




Parole&Musica Academy, la scuola per i professionisti del canto e della musica di domani

di Giuliana Tonini – A Milano, in via Savona, c’è una scuola di eccellenza perfetta per chi ha la passione del canto e della musica, e per chi vuole farne la propria professione. È la Parole&Musica Academy a.p.s., fondata da Cristina Mascolo, Jose Mascolo e Lisa Cais.

La scuola mette a disposizione un’offerta di formazione a 360 gradi. Le discipline in cui può si può scegliere di cimentarsi sono davvero moltissime. Basta andare sul sito www.paroleemusica.net per farsi un’idea.

Si organizzano, ad esempio, oltre ai corsi base di tecnica e interpretazione di canto, corsi specialistici in canto lirico, canto e chitarra, canto e pianoforte, canto per performer di musical, canto in duetto, canto gospel, comportamento scenico.

Anche l’offerta formativa nell’ambito degli strumenti musicali è davvero molto ampia. Chi vuole, oltre agli strumenti più ‘classici’ come il pianoforte, la chitarra, il violino e la tromba, può imparare a suonare, ad esempio, l’ukulele, il banjo e la cornamusa.

Si può scegliere tra corsi individuali e collettivi, senza tralasciare i programmi appositamente dedicati ai bambini tra i 5 e gli 11 anni.

Ci sono, inoltre, moduli mirati per professionisti che desiderano perfezionarsi e corsi di preparazione per chi deve affrontare provini o audizioni.

Tutti gli insegnanti sono professionisti di standing altamente qualificato.

Le iscrizioni sono aperte tutto l’anno. Parole&Musica Academy a.p.s. è davvero il posto giusto dove dedicarsi alle proprie passioni artistiche.

Informazioni e contatti:

Sede

Parole&Musica Academy a.p.s.

Via Savona 26, Milano

​Email info@paroleemusica.net

Tel. segreteria: 02.58114176 (dal lunedì al venerdì, h. 14:00 – 20:30)

​informazioni sui corsi di canto: 349.5955520

​Informazioni sui corsi di musica: 335.6460237

Sito internet www.paroleemusica.net




Laura Pusceddu Abis racconta le grandi rockstar

Laura Pusceddu Abis è l’autrice del libro “Che musica! 20 rockstar leggendarie” (EL edizioni), uscito lo scorso 20 marzo. Un volume molto originale e interessante, che vuole far scoprire alle nuove generazioni i grandi cantanti, del passato e non, partendo da Ray Charles fino a Lady Gaga, passando da Elvis, Bob Dylan, Bowie, Queen, Madonna e tanti altri.

L’opera è rivolta ai bambini dai 9 anni in su ma può essere apprezzata e goduta da chiunque. 

Abbiamo intervistato Laura che ci ha raccontato come è nato questo progetto e quale è il suo rapporto con la musica.

Che importanza ha la musica nella tua vita?

Tantissima, è un qualcosa che fin da piccola mi ha sempre accompagnato. Se la ami la porti sempre con te e diventa un rifugio, oltre che una continua fonte di ispirazione e forza.

Come hai scelto le 20 rockstar del tuo libro?

La lista dei 20 artisti raccontati nel libro l’ho stilata insieme alla casa editrice. Davanti alla mia proposta iniziale, l’editore ha suggerito nuovi nomi da aggiungere e alcune sostituzioni, finchè siamo arrivati ad avere la rosa dei 20. La scelta è ricaduta su quegli artisti che, oltre ad aver lasciato un segno importante nella storia della musica, raggiungendo, inoltre, altissimi livelli anche in termini di successo commerciale, avevano alle spalle anche una storia personale particolarmente significativa, in cui i piccoli lettori potessero in qualche modo riconoscersi.

Come nasce l’idea di un libro adatto a tutte le età?

L’idea è nata dalla voglia di raccontare principalmente le grandi star del rock e del pop ai bambini e ragazzi, per creare in loro una mappa di riferimento musicale che diventa automaticamente anche mappa di conoscenza storica. Avevo notato una lacuna nell’editoria per ragazzi a tema musicale, che nella maggior parte dei casi, qui in Italia, si concentra sui grandi compositori di musica classica e qualche jazzista, ma dedica poco spazio a generi come il pop e il rock. Inoltre, le storie di questi artisti per me hanno un grandissimo “messaggio” intrinseco da veicolare e volevo che arrivasse ai più giovani. Il target principale erano dunque i bambini e ragazzi dai 9-10 anni in su, ma nel suo esito finale il libro si è rivelato assolutamente adatto a lettori di tutte le età, sia per il racconto snello, che per la presenza delle curiosità e della top five, oltre che per le bellissime illustrazioni fatte dalla brava Lilla Bolecz che colpiscono a prescindere dall’età di chi guarda.

C’è una rockstar che ha segnato la tua vita? E una canzone?

Le star e i brani che hanno segnato la mia vita sono tantissimi e per me è davvero difficile rispondere a questa domanda. Da piccola ho ascoltato molto soul e cantautorato italiano, da adolescente molto rock e punk, adesso ho esplorato a fondo il pop e l’elettronica…. Se parliamo delle star del libro, sicuramente Aretha Franklin e Michael Jackson sono artisti a cui sono molto legata, ma anche i Ramones, i Nirvana, i Pink Floyd fanno parte della colonna sonora della mia vita.

Quali progetti hai per il futuro?

Per il futuro, sicuramente continuare a scrivere e a studiare musica. Mi piacerebbe poter avere di nuovo la possibilità di unire queste due passioni. Ad esempio, una cosa che spero di poter fare in futuro è quella di scrivere i testi dei brani di qualche bravo artista!