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Tornano gli Oblivion ed è subito festa

Tornano gli Oblivion con una nuova e scintillante edizione de “The Human Jukebox” che promette di far scatenare l’intera Milano fino al 29 marzo. Lo show, ogni sera diverso, grazie a “mashup”,  parodie e battaglie musicali su richiesta del pubblico,  è in scena al Teatro Leonardo da Vinci.

Dai Ricchi e Poveri alle leggende del rock fino  rapper, da Ligabue ai cori Gospel, da Morandi ai Queen, passando da Al Bano fino al Volo, in un flusso di note infinito prende vita per una esperienza folle e mai ripetibile. Nessun cantante potrà sentirsi al riparo da questo articolato mangianastri umano che mastica le note e le digerisce in diretta in modi mai sentiti prima. Gli Oblivion hanno dato nuova vita alla “satira musicale” e con il loro repertorio praticamente infinito sono pronti ad affrontare sfide sempre più difficili a colpi duetti impossibili e canzoni strampalate. Nessuno spettacolo sarà uguale al precedente.

La magnifica cinquina degli Oblivion è composta da Graziana Borciani, Davide Calabresi, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. Gli Oblivion  si incontrano nel 2003 a Bologna dove iniziano a frequentare (ma solo virtualmente) una serie di maestri eccellenti come il Quartetto Cetra, Giorgio Gaber, i Monty Python fino a creare un loro stile originale che mescola modernità e tradizione, vintage e attualità. Trascorrono anni intensi spesi nel teatro di rivista e nei musical, poi nel 2009 diventano notissimi al grande pubblico grazie al loro video su YouTube “I Promessi Sposi in 10 minuti”, ancora oggi una vera e propria icona.

 

DOVE COME E A QUANTO

OBLIVION THE HUMAN JUKEBOX dal 13 al 29 marzo
Teatro Leonardo da Vinci di Milano – Via Ampère 1, Milano
Biglietti da 25,80 euro. Dalle 20.30

Il tour degli Oblivion prosegue in altre tre tappe:

10-11 aprile – VIGEVANO (MI) – Teatro Cagnoni
12 aprile – CONCOREZZO (MB) – Teatro San Luigi
dal 18 al 21 aprile – GENOVA  – Teatro della Corte




Billy Elliot in tour riparte da Milano

Torna Billy Elliot, il musical prodotto da PeepArrow Entertainment e da Il Sistina, diretto e adattato in italiano da Massimo Romeo Piparo.

Dal 15 marzo lo spettacolo rivelazione delle scorse stagioni ripartirà in tour dal Teatro Arcimboldi di Milano.

Billy Elliot il Musical promette nuove emozioni grazie a un cast rinnovato: Tancredi Di Marco, Davide Fabbri e Matteo Valentini, tre giovanissimi allievi dell’Accademia il Sistina, vestiranno i panni del giovane e grintoso ballerino capace di realizzare il suo sogno di danzare. I tre giovani protagonisti sono pronti a portare sulla scena tutto l’entusiasmo e la creatività della loro giovane età.

Sul palco con loro troviamo Sabrina Marciano, acclamatissima nel ruolo di Mrs. Wilkinson, Elisabetta Tulli e per la prima volta Eleonora Facchini, tre artiste dal grande talento, protagoniste del musical Mamma Mia!, il più grande evento teatrale della stagione. E ancora: Luca Biagini nel ruolo del padre Jackie Elliot; Cristina Noci nel ruolo della nonna; Donato Altomare, nel ruolo del fratello Tony; una strepitosa orchestra dal vivo e un cast di 30 straordinari performer coreografati da Roberto Croce.

Lo spettacolo, basato sull’omonimo film di Stephen Daldry, con le musiche pluripremiate di Elton John, vede alla direzione musicale il Maestro Emanuele Friello, alle scene Teresa Caruso, ai costumi Cecilia Betona e all’impianto luci Umile Vanieri.

La passione per la danza, la tenacia e la fiducia in se stessi sono i cardini di una storia straordinaria, che ha conquistato il cuore del pubblico di ogni età. Billy è un ragazzo che per amore della danza sfida anche l’ottusità di un padre e un fratello che vorrebbero diventasse pugile. A far da sfondo alla sua avventura, che ha nutrito sogni e speranze di intere generazioni di talenti, l’Inghilterra dell’era Thatcher, con le miniere che chiudono e i lavoratori in rivolta, ma anche il mondo della danza, fatto di poesia e di faticose ore di prove. Come in ogni grande storia, ad accendere le emozioni ci pensano grandi valori come l’amore, la determinazione, la voglia di farcela, ma anche l’amicizia tra adolescenti, che riesce a far superare ogni discriminazione di orientamento sessuale.

BILLY ELLIOT – IL MUSICAL

www.billyelliot.it
www.ilsistina.it
www.peeparrow.com

TOUR ITALIANO

MILANO – dal 15 al 25 marzo 2018 Teatro Arcimboldi
ROMA dal 6 al 22 aprile 2018 Teatro Sistina
IMOLA dal 25 al 29 aprile 2018 Teatro Stignani
MESTRE dall’8 al 13 maggio 2018 Teatro Toniolo
MODENA dal 15 al 16 maggio 2018 Teatro Pavarotti




La Famiglia Addams al Teatro Nuovo di Milano

Come sempre ho voluto fare un po’ mio anche questo spettacolo, l’ho personalizzato per renderlo più divertente, con un ritmo serrato tutto botta e risposta e con un carattere da cartone animato” dice così il regista Claudio Insegno alla conferenza stampa di presentazione del suo nuovo lavoro, il musical La Famiglia Addams. È una nuova produzione di Lorenzo Vitali in scena al Teatro Nuovo di Milano dal 9 al 25 marzo.

Rivivono così sul palco i personaggi creati da Charles Addams negli anni Trenta e resi famosi dall’omonimo cartone animato, da una serie tv di grande successo e da due film sul grande schermo con attori del calibro di Raul Julia e Anjelica Houston.

Nei panni di Gomez Addams, il capofamiglia, troviamo Gabriele Cirilli. “ Se vi chiedete perché ho scelto Gabriele – dice Insegno – la risposta è una sola: perché è un attore”. Gabriele Cirilli ha infatti un curriculum teatrale di tutto rispetto e, tra l’altro, proprio quest’anno festeggia i suoi 30 anni di carriera tornando in scena, come al suo esordio, con un musical. “Ho iniziato 30 anni fa con Il desiderio preso per la coda di Pablo Picasso – dice Gabriele – Mi sono reso conto di avere una grande responsabilità per questo nuovo spettacolo quando ho visto appeso in giro il manifesto dello spettacolo con il mio nome. Ma non sono il protagonista, tutto il cast lo è, sono tutti grandi professionisti”.

Sul palco con Cirilli troviamo infatti grandi artisti del musical italiano: Jacquline Maria Ferry, la gelida moglie Morticia, Lucia Blanco e Alfredo Simeone, nei panni rispettivamente di Mercoledì e Puglsley, i figli Addams, Umberto Noto, zio Fester, Annamaria Schiattarella, Nonna Addams, Filippo Musenga, Lurch, Andrea Spina, Mal Beineke, Giovanna D’Angi, Alice Beineke, e Luigi Fiorenti, Lucas Beineke. L’Ensemble è composto da Simone De Rose, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Daniele Romano e Eus Santucci.

La regia è di Claudio Insegno reduce dal successo di altre produzioni targate Teatro Nuovo come Spamalot e Hairspray, Musical che hanno conquistato pubblico e critica. Le coreografie e le musiche portano la firma rispettivamente di Valeriano Longoni e del M° Angelo Racz. Musica e liriche sono di Andrew Lippa, il libretto è di Marshall Brickman e Rick Elice.

La famiglia Addams racconta una storia originale, che in realtà è l’incubo di ogni padre. In un’enorme e fatiscente villa di stile vittoriano, decisamente sinistra, vive una ricchissima famiglia: la Famiglia Addams, appunto. La primogenita Mercoledì, la principessa delle tenebre, è ormai diventata una piccola donna e come spesso accade nell’adolescenza, si è innamorata di un giovane ragazzo, dolce, intelligente, cresciuto in un’ordinaria, famiglia rispettabile. Spaventata dalla possibile reazione della madre, Mercoledì decide di confidarsi con il padre Gomez che si vede costretto a fare una cosa che non ha mai fatto in vita sua: mantenere un segreto alla sua amatissima e fascinosissima moglie, Morticia. Tutto procede tranquillamente fino a quando improvvisamente qualcuno decide di imbastire una cena di gala per il fidanzato della giovane.

La famiglia più eccentrica e macabra del mondo diventa così una sorta di metafora al contrario delle più comuni abitudini della famiglia media americana, restituendocene con ironia, brivido surreale e un divertimento assicurato un’immagine che non si può dimenticare e non amare.




Hairspray – Grasso è bello: tutti pronti a ballare e a riflettere

In un periodo in cui si parla spesso di bullismo, niente è più attuale del messaggio del nostro spettacolo: grasso è bello, da intendersi diverso è bello”. Esordisce così il regista Claudio Insegno alla presentazione del musical Hairspray – Grasso è bello in programmazione da domani 2 febbraio fino al 18 febbraio al Teatro Nuovo di Milano.

Lo spettacolo è ambientato nella Baltimora degli anni sessanta, protagonista è Tracy Turnblad, una ragazzina cicciottella con un grande sogno da realizzare: diventare una ballerina nello show televisivo del momento, il Corny Collins Show. La determinazione, la forza di volontà e il buon cuore di Tracy la porteranno a coronare il suo sogno e poi a battersi con successo per un’altra nobile causa: permettere che i ragazzi di colore, costretti a ballare in una zona separata del programma tv, possano esibirsi insieme a tutti gli altri ragazzi.

Claudio Insegno si prepara a conquistare nuovamente il cuore del pubblico milanese, e dal 20 febbraio quello romano al Teatro Brancaccio, portandolo nell’America degli anni sessanta grazie a una particolare scenografia, ai costumi di scena elettrici, molto colorati, e a canzoni che rimangono nel cuore sia per la loro orecchiabilità sia per il testo.

Nel ruolo di Edna, la mamma di Tracy, troviamo il poliedrico Giampiero Ingrassia en travesti. “Attorialmente è l’ennesima sfida – dice Ingrassia – Interpreto una donna nel modo più vero possibile. Voglio che il pubblico veda sul palco una donna, una madre, non un uomo che fa la donna. Certo scarpe e tacchi mi fanno malissimo! Quando mi è stato offerto il ruolo ho detto subito di sì: è una favola con lieto fine, per fortuna, che pone molte domande”.

Sul palco insieme a Ingrassia un cast di giovani e talentuosi performer, a partire da Mary La Targia che interpreta Tracy, realizzando così anche un suo sogno personale, Floriana Monici nel ruolo della perfida Velma Von Tussle, Gianluca Sticotti in quello di Corny Collins, Beatrice Baldaccini in quello di Amber Von Tussle e Riccardo Sinisi nel ruolo dell’affascinante e inconsapevolmente bello Link Larkin. E ancora: Claudia Campolongo, Giulia Sol, Roberto Colombo, Elder Dias, Luca Spadaro, Cristina Benedetti, Francesca Piersante, Stephanie Dansou, Helen Tesfazghi, Fabio Gentile, Federica Nicolò, Monica Ruggeri, Martina Lunghi, Giuseppe Brancato, Max Francese e Robert Ediogu.

Musica dal vivo con orchestra diretta dal Maestro Angelo Racz.

HAIRSPRAY – Grasso è bello
regia di Claudio Insegno

Teatro Nuovo
Piazza San Babila – Milano
dal 2 al 18 febbraio 2018

Biglietti a partire da euro 39,50




Giulia Fabbri è Mary Poppins: praticamente perfetta sotto ogni aspetto

Si avvicina il debutto di Giulia Fabbri in Mary Poppins, forse uno dei musical più attesi del 2018. Una prima assoluta per l’Italia che finalmente si apre alle grandi produzioni stile Londra e Broadway. E per Giulia, classe 1987, diplomata alla Bernstein School of Musical di Bologna, talentuosa performer già apprezzata in spettacoli quali Newsies, Footloose e Grease, un’occasione d’oro per arrivare dritti al cuore di milioni di persone che hanno amato Mary Poppins sul grande schermo, con le sue magiche canzoni, e nei racconti di P.L. Travers, sua creatrice. Nessuno timore di confronto. “Non cerco di essere come Julie Andrews perché nessuno sarà mai come lei, ma conosco Mary Poppins, ho un’idea precisa di cosa voglio raccontare e cercherò di farlo al meglio possibile” sostiene Giulia.

Mary Poppins è un traguardo importante per una performer. Come sei arrivata al ruolo della tata più famosa del mondo?

Il ruolo di Mary Poppins l’ho ottenuto dopo cinque audizioni. E fin qui nulla di strano…ma essendo coinvolti direttamente la Disney e Cameron Mackintosh, i produttori dello show in tutto il mondo, per me è stata un’emozione grandissima. E poi, che dire, Mary Poppins rappresenta un fortissimo richiamo alla mia infanzia: quelle musiche mi portano in luoghi stupendi e mi mettono gioia ogni volta che le sento. Questo mi ha aiutato moltissimo sia durante le varie audizioni sia durante l’attesa della risposta, che è stata la più lunga della mia esperienza lavorativa fino ad ora: ben un anno e mezzo!

Cosa ti piace di più di questo ruolo?

Amo questo personaggio in tutto. È elegante e vezzosa, vanitosa e permalosa ma anche pratica, efficiente e ha un cuore enorme, anche se non dà mai a vedere cosa pensa o cosa sente, non si perde in parole o smancerie. È sempre presente per i bambini e per la famiglia, è un po’ angelo custode, un po’ super eroe, è praticamente perfetta come dice lei, e ha sempre la situazione sotto controllo e la risposta a tutto. A livello personale interpretare un personaggio che sa sempre esattamente cosa fare è meraviglioso.

Hai avuto occasione di vedere le produzioni estere di Mary Poppins? Cosa ne pensi?

Ho avuto la fortuna di vedere Mary Poppins a Londra 10 anni fa, era la prima volta che vedevo un musical nel West End. Sono letteralmente rimasta a bocca aperta, stupefatta davanti a una macchina scenica di quella portata e alla incredibile bravura degli attori sul palco. In particolare, mi hanno colpito i bambini, così piccoli ma professionalmente allo stesso livello dei colleghi adulti. L’emozione più grande l’ho provata quando Mary è volata sulla platea e poi su, sopra la galleria fino a raggiungermi…mi ha quasi sfiorato nel suo volo.
Non lo dimenticherò mai.

Ti spaventa il paragone con Julie Andrews?

Il paragone con Julie Andrews non mi spaventa semplicemente perché è impossibile. Julie Andrews è una dea, è perfetta, senza “praticamente”, la sua Mary ha fatto la storia e ha segnato generazioni di persone. Io non cerco di essere come Julie Andrews perché nessuno sarà mai come lei, ma conosco Mary Poppins, ho un’idea precisa di cosa voglio raccontare e cercherò di farlo al meglio possibile. Tra l’altro il musical è diverso dal film, ci sono altre scene, altri linguaggi da usare, altre sfumature da sottolineare. Il minimo comune denominatore è la storia della famiglia Banks e Mary Poppins ma la versione teatrale è un’altra cosa rispetto al film.

La tua Mary assomiglia a quella di Julie Andrews?

La mia Mary Poppins certamente assomiglia a quella di Julie Andrews per certi versi, il personaggio è quello, ma, come dicevo, lo spettacolo teatrale mette a disposizione altri aspetti del personaggio da mettere in evidenza. Il mio scopo non è assomigliare a Julie Andrews, per quanto darei un braccio per poterci riuscire, ma è presentare un personaggio credibile, efficace e omogeneo alla regia di Federico Bellone.

Ti senti di più una cantante che recita o un’attrice che canta?

Se fai un musical, sia che tu canti sia che tu balli, sei comunque un attore. Siamo tutti innanzitutto attori, perché nel musical canto e danza sono solo altri linguaggi che vengono usati per raccontare la storia. Perciò, che tu stia dicendo una battuta o ballando una coreografia, o cantando una nota tenuta, sei comunque un attore.

Ritieni che una produzione così imponente come quella di Mary Poppins possa considerarsi come una sorta di apertura dell’Italia ai grandi musical del West End e di Broadway?

Ritengo che Mary Poppins sia un progetto fortemente voluto, estremamente ambizioso e imponente, e mi auguro che il successo che speriamo abbia lo spettacolo sia uno stimolo per le grandi produzioni e per gli investitori a scommettere di più sul nostro paese con altri grandi titoli.

Qual è il tuo sogno, professionale, nel cassetto? Quale ruolo vorresti interpretare e per quale motivo?

Il mio sogno professionale lo sto vivendo adesso, cammino a un metro da terra e mi sento fortunata e grata di stare dove sto. Ci sono tantissimi altri ruoli che vorrei interpretare, uno dei tanti è Cinderella in Into the Woods di Stephen Sondheim, perché è uno dei miei musical preferiti, scritto da uno dei miei autori preferiti. Il personaggio di Cinderella ha molte sfaccettature che vanno ben oltre alla facciata da principessa della fiaba che tutti conosciamo, così come ogni personaggio di quel musical!

Dove ti vedi tra vent’anni?

Tra vent’anni non ho idea di dove sarò, ma ho intenzione di fare in modo di vedermi col sorriso che ho stampato in faccia in questo momento




Pamela Lacerenza, la diva di Spamalot

È il musical del momento, sta letteralmente sbancando il botteghino, un successo inaspettato, forse proprio per la comicità surreale e demenziale tanto lontana dalla nostra tradizione teatrale. Stiamo parlando di Spamalot, il musical ispirato al film Monty Python e il Sacro Graal, ora in scena al Teatro Nuovo di Milano, con la regia di Claudio Insegno, traduzione e adattamento del testo di Rocco Tanica. In scena, oltre a Elio nel ruolo di Re Artù, un gruppo tutto al maschile di grandi talenti, molto affiatato, e un’unica protagonista femminile, la Dama del Lago.

Cosmopeople ha incontrato la bravissima Pamela Lacerenza, la Dama del Lago.

Conoscevi i Monty Python e, nel caso, cosa apprezzavi maggiormente dei loro sketch?

Purtroppo devo ammettere che non conoscevo i Monty Python ed oggi mi chiedo come abbia fatto a vivere senza aver visto mai un loro sketch! Esilaranti, geniali! Per fortuna ho avuto l’occasione di avvicinarmi al loro mondo per la preparazione di Spamalot.

Hai avuto occasione di vedere le produzioni estere di Spamalot? Cosa ne pensi?

Ho visto gran parte delle produzioni solo attraverso la rete, mai dal vivo. Nonostante fossero diverse tra loro, a volte per scenografia, per contesto, costumi,… erano tutte accumunate dallo spirito con cui venivano messe in scena: divertirsi e far divertire. A prescindere dal luogo e dalla lingua in cui Spamalot è stato rappresentato il risultato è sempre lo stesso: grandi risate e tanti applausi.

In scena prendete in giro, neanche troppo velatamente, Llyod Webber e Grease. Cosa ne pensi a riguardo?

A Spamalot tutto è concesso!

Ritieni che l’arrivo di Spamalot, che si distingue tra gli show finora proposti al pubblico italiano quanto meno come musical, apra le porte a nuovi spettacoli meno tradizionali e più irriverenti?

Credo che il successo di Spamalot darà una spinta ad investire su prodotti diversi e meno conosciuti, poi ben venga anche la tradizione!

Come sei arrivato a interpretare la Dama del Lago? Hai fatto il provino solo per la Dama o ti eri candidata anche per altri ruoli? Cosa ti colpisce maggiormente di questo ruolo?

Sotto consiglio di un mio carissimo amico che mi ha chiamata dicendomi “dovresti mandare la candidatura per questo ruolo”, ho aperto il bando di audizione, ho visto il personaggio che cercavano e prima di mandare la candidatura mi sono documentata per capire se potessi essere adatta o meno. Ne sono rimasta folgorata! Canzoni meravigliose, costumi da sogno e poi lei, la diva che fa il verso alla diva, la regina alla quale ogni tanto “cade la corona”. Lei è tutto e in attimo… niente, tant’è che si dimenticano di lei lasciandola in disparte per 45 minuti! Me ne sono completamente innamorata.

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(foto di scena Luca Vantusso)

La tua voce esplode potente sul palco. Come ti sei preparata al ruolo e a chi ti sei ispirata?

Il mio percorso è un po’ diverso. Vengo dal mondo del live club, dei concerti, dell’intrattenimento e successivamente mi sono affacciata al teatro grazie al Micca Club, marchio che ha portato il burlesque in Italia e ora è leader nel campo del cabaret retrò, del Varietà e del cafè chantant, da 4 anni in scena con i suoi spettacoli al Salone Margherita di Roma. Quest’ultima esperienza mi ha arricchito artisticamente, mi ha avvicinato a cantanti come Judy Garland e Liza Minnelli, la mia fonte d’ispirazione, e mi ha portato alla realizzazione di due spettacoli in stile retrò “Tra le luci dello swing” e “Swinglesque” in cui sono cantante, show girl e conduttrice.

La maggior parte dei brani che ho cantato sul palco del Salone Margherita di Roma non sono altro che brani tratti dai musical di Broadway, quindi mi sono sempre sentita molto vicina a questa realtà.

Come protagonista di un Musical in Italia è la mia prima volta perciò non ho potuto far altro che mettere me stessa in tutto e per tutto e mi sono lasciata guidare dalla mano esperta di Claudio Insegno e dagli accorgimenti preziosi di Elio e Rocco Tanica. La cosa più complicata, per me, era portare in scena la mia versione della Dama del Lago. Spero proprio di esserci riuscita.

Dopo Spamalot cosa ti aspetta? Hai già dei progetti?

Dopo Spamalot tornerò nuovamente in scena al Salone Margherita di Roma con lo spettacolo Velvet Cabaret, produzione Micca Club. Tonerò ad interpretare il mio personaggio “Gigì” che tanto amo e al quale devo tantissimo.

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Lorella Cuccarini è La Regina di Ghiaccio

Lorella Cuccarini è LA REGINA DI GHIACCIO. Il musical, ideato e diretto da Maurizio Colombi e ispirato alla fiaba persiana da cui nacque la Turandot di Giacomo Puccini, ha debuttato al Teatro Arcimboldi di Milano dove rimarrà in scena fino al 10 dicembre prima di proseguire il tour nazionale, tra l’altro, al Teatro Auditorium di Cassano Magnago (12-13 dicembre), al Teatro Brancaccio di Roma (20 dicembre-7 gennaio) e all’Europauditorium  di Bologna il 13 e 14 gennaio.

Un cast artistico formato da venti performer fra attori, cantanti, ballerini, acrobati affianca Lorella Cuccarini.  La produzione è firmata da Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio, per Viola Produzioni  e annovera nel cast creativo: Davide Magnabosco, Alex Procacci e Paolo Barillari per le musiche, Giulio Nannini per i testi, Alessandro Chiti per le scenografie, Francesca Grossi per i costumi, Alessio De Simone per il disegno luci, Emanuele Carlucci per il disegno suono, Rita Pivano per le coreografie. La musica originale, composta da 18 emozionanti brani musicali, arrangiata e diretta da Davide Magnabosco, mantiene dei riferimenti melodici ad alcune tra le più famose arie di Puccini
Lorella Cuccarini interpreta il ruolo di una crudele e malefica regina, vittima di un incantesimo che le ha reso il cuore di ghiaccio. Nel regno della regina di ghiaccio gli uomini sono costretti ad indossare una maschera per non incrociare lo sguardo regale. Solo colui che sarà in grado di risolvere tre enigmi potrà averla in sposa. Lo spettacolo, adatto per tutta la famiglia, vede un susseguirsi di sorprese ed effetti speciali.

 

 




Con Spamalot i Monty Python sbarcano in Italia

Elio porta in scena, in prima nazionale, Spamalot– Il cavalieri della tavola molto, molto, molto rotonda,  la surreale parodia della saga di Re Artù basato sul cult dei Monty Pyton “Monty Python e il Sacro Graal” del 1974 è prodotta da Lorenzo Vitali e dal Teatro Nuovo di Milano e diretta da Claudio Insegno. L’adattamento italiano di Spamalot, musical scritto da Eric Idle (membro dei Mothy Python) e John Du Prez che ha sbancato i botteghini internazionale, è firmato da Rocco Tanica. Una band di dieci elementi suonerà dal vivo. Spamalot è in scena al Teatro Nuovo di Milano fino al 6 gennaio dove promette di far divertire milanesi e non per tutte le Feste prima di proseguire la tournée nel Paese.

Spamalot è andato in scena per la prima volta a Chicago nel 2004, a 30 anni dall’uscita eni cinema del film e ha subito conquistato 3 Tony Awards. Il musical si porpone come un viaggio parodia all’interno dl mondo di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda alla ricerca del sacro Graal e nel farlo ironizzasul mondo dei musical e dello show business.  

In quarant’anni anni nessuno aveva mai osato mettere in scena i Monty Python in Italia, con la loro comicità surreale e testi pieni di riferimenti e giochi verbali spesso intraducibili o difficilmente comprensibili per un pubblico non anglosassone.  “Trentaquattro anni fa vidi al cinema Monty Python, Il senso della vita – dice Tanica – e fu una folgorazione. È un onore essere stato scelto per quest’incarico”. Quanto a Elio che nei panni di Re Artù  arruolerà per un’importante missione i cavalieri della tavola molto molto molto rotonda sostiene: “Anch’io trentaquattro anni fa vidi “Il senso della vita”, ma a differenza di Rocco l’unica conseguenza fu che persi le chiavi della macchina, una 127 blu che oltretutto non era veramente mia, ma di mia mamma. Tornai il giorno dopo nel parcheggio e fortunatamente le ritrovai”.

Sul palco insieme ad Elio, Pamela Lacerenza, Andrea Spina, Umberto Noto, Giuseppe Orsillo, Filippo Musenga, Thomas Santu, Luigi Fiorenti, Michela Delle Chiaie, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Simone De Rose, Daniele Romano, Alfredo Simeone, Giovanni Zummo.

 




“Figliol Prodigo” un musical di “valore”

Il Figliol Prodigo” è un musical che tocca il cuore, scritto e diretto da Isabella Biffi, in arte Isabeau. Lo spettacolo vede in scena 21 performer, fra cui alcuni detenuti di alta sicurezza del Carcere di Opera, sarà al Teatro della Luna di Milano fino al 19 novembre.

Il Figliol Prodigo” racconta una storia emozionante che viaggia fra passato e presente messa in musica da Gino De Stefani, Fabio Perversi dei Mattia Bazar e Osvaldo Pizzoli. Lo spettacolo è stato “benedetto” da Papa Francesco.

Il Laboratorio del Musical è un progetto di volontariato ideato e realizzato da Isabella Biffi, cantautrice e regista che, da quasi dieci anni, grazie alla condivisione istituzionale del Direttore di Opera e alla collaborazione dell’Associazione Culturale Eventi di Valore, utilizza l’Arte e la Cultura, quali mezzi di rieducazione e “rivoluzione umana”. Isabella Biffi non è nuova a sfide di questo genere: dopo il successo dei “Dieci Mondi“, “La Luna sulla Capitale“, “L’Amore Vincerà“, “Siddhartha“, il nuovo spettacolo “Figliol Prodigo” è un invito a superare diffidenze e chiusure e a credere che si può cambiare, aiutando gli altri a cambiare.

 




Anna Foria: da “La Febbre del Sabato Sera” a “Chicago”

“La Febbre del Sabato Sera” festeggia i 40 anni dall’uscita dell’iconico film con John Travolta a teatro con l’allestimento firmato da Claudio Insegno e prodotto dal Teatro Nuovo di Milano che da mesi sta riempiendo le sale italiane anche grazie a un cast di talenti come la travolgente Anna Foria, cantante, attrice e ballerina e co-protagonista dello spettacolo nel ruolo di “Stephanie Mangano”, che abbiamo incontrato all’indomani della tappa milanese della tournée. Napoletana, classe ’91, Anna Foria ha debuttato nel 2010 in “C’era una volta Scugnizzi” diretto da Claudio Mattone e con le coreografie di Gino Landi per poi approdare nell’ensemble de “La febbre del Sabato Sera” nella produzione del 2012 diretta da Carline Brouwer e Chiara Noschese e coreografie di Christopher Baldock e nel 2016 in “Grease” nel ruolo di Cha Cha De Gregorio. Il prossimo obiettivo? Interpretare Roxie. Non appena “Chicago” dovesse finalmente approdare sui palcoscenici italiani

Da un anno ormai “La Febbre del Sabato Sera” è sold out nei teatri di tutta Italia. Quali retroscena ci puoi raccontare?
Penso che la forza di questo spettacolo siano sicuramente le hit che tutti conoscono, queste musiche così moderne nonostante gli anni trascorsi, queste musiche che fanno vibrare tutti dalle poltrone. Ma c’è anche da dire che trovarsi in un cast coeso di persone ci dà la possibilità di far trasparire  la serenità e l’amore che proviamo nel fare questo spettacolo. Dovreste vedere il nostro backstage … abbiamo addirittura scritto il testo di una canzone su vari avvenimenti accaduti. Insomma che dire ci divertiamo molto e sia fuori che dentro la scena e questo per lo spettacolo e per noi è una grande vittoria.

Quali sono gli aspetti che ti coinvolgono maggiormente del ruolo di Stephanie Mangano?
Questi suoi modi di essere a volte un po’ troppo duri pur di mascherare i suoi momenti di fragilità e di insicurezza.

Quali sono le maggiori difficoltà che hai sostenuto per affrontata il ruolo e come ti sei preparata?
Mi sono impegnata al massimo e ho cercato come una spugna di assorbire quanto più nozioni possibile e ad oggi sono soddisfatta del risultato che ho portato in scena anche se continuamente cerco di trovare nuovi stimoli per arricchire il mio personaggio. Per affrontare questo ruolo ci sono stati tanti momenti di sconforto, ma fortunatamente sono una persona abbastanza forte e mi piace imbattermi in situazioni più grandi di me e quindi con la mia tenacia sono riuscita a superare delle lacune che credevo potessero ostacolare il mio percorso.

Eri già presente nel cast de “La Febbre del Sabato Sera” di Stage Enterteinment. Cosa ti ricordi di quella edizione?
Avevo solo 19 anni e non avevo tutta l’esperienza che ho oggi, ma non avevo nemmeno la responsabilità di affrontare un ruolo perché facevo parte dell’ensemble e quindi tutto era molto più spensierato. Ma ricordo con piacere quel bellissimo momento con un cast pieno di artisti e colleghi talentuosi.

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Prima di allora avvi avuto occasione di vedere il film del 1977? E, nel caso, il film ti aveva in qualche modo colpito o emozionato?
il film lo avevo visto appunto in occasione del musical e ad esser sincera la storia non mi ha mai entusiasmata così tanto, ma il grandissimo John Travolta era un mito in quel film e con le musiche dei Bee Gees non è stato così difficile farmelo piacere.

Dopo “La febbre del Sabato Sera cosa ti aspetta? Stai già lavorando a nuovi ruoli?
Beh dopo la Febbre chi può dirlo cosa mi aspetta, sono giovane e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Prenderò parte ad uno spettacolo di prosa con alcuni colleghi e poi aspetterò e continuerò a fare audizioni su audizioni. In ogni caso mi auguro tante cose belle sicuramente.

Hai mai pensato di andare oltre confine, da Londra a Broadway, per confrontarti con un mercato più ampio?
Per il momento preferisco restare nella mia amata Italia fin quando ho la possibilità di lavorare, poi chissà non escludo sicuramente la possibilità di potermi appunto confrontare con un mercato più ampio.

A quale spettatolo o ruolo sei rimasta maggiormente legata?
Uno degli spettacoli a cui sono maggiormente legata è senza dubbio il musical “C’era una volta Scugnizzi” di Claudio Mattone perché ho vissuto i momenti più belli della mia vita, emozioni e sensazioni meravigliose che auguro a tutti di vivere in uno show

Qual è il tuo sogno nel cassetto? Quale ruolo vorresti interpretare?
Mi piacerebbe interpretare il ruolo di Roxie in Chicago perchè è un ruolo che mi ha sempre affascinata sin da piccola.

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