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Benvenuti nella Guida NON Guida di Milano: Milano fantastica

Lunedì 30 settembre abbiamo avuto il piacere di partecipare alla presentazione, presso la storica Libreria Bocca (situata in Galleria Vittorio Emanuele), della bellissima guida “Milano fantastica”, un progetto edito dalla casa editrice Peacock, su testi di Grazia Guarnieri e disegni di Giulia Lazzaron. Introduzione a cura di Francesca Vertucci. Il libro è scritto sia in italiano che in inglese, il che lo rende perfetto sia per i milanesi che vogliono conoscere tutti i misteri della propria città sia per i turisti, anche stranieri.

Sul sito della casa editrice leggiamo che Milano fantastica è una Guida NON Guida di Milano, un viaggio unico e affascinante attraverso la città che ha sempre incantato il mondo con la sua storia e i suoi profumi. Incontrerai: 

  • Grazia, la Tua Guida Fantastica; Grazia non è una guida turistica qualunque. Con lei, scoprirai storie reali ma straordinarie, intrecciate con la ricca trama storica della città. Ogni palazzo e ogni piazza di Milano hanno un segreto, un racconto che aspetta solo di essere svelato. Grazia ti condurrà attraverso itinerari insoliti.
  • Giulia, l’Artista; Lasciati ammaliare dalle opere di Giulia, l’artista contemporanea che, con i suoi disegni, trasforma Milano in un mondo incantato, aprendo porte che ti conducono in una dimensione dove la città diventa un luogo di sogni e meraviglia.
  • I Segnalibri Profumati; a rendere ancora più il tuo viaggio sensoriale, ci saranno i segnalibri profumati realizzati da Milano Fragranze. Questi piccoli effluvi non solo ti accompagneranno nelle letture, ma porteranno con sé le fragranze tipiche della città: il profumo dei fiori dei giardini, l’aroma del caffè negli storici bar della galleria e la brezza serale che soffia lungo i Navigli.

Come ha ben sottolineato Francesca Vertucci durante la serata di presentazione, questo progetto è molto interessante proprio per il suo approccio multisfaccettato, che unisce la bellezza e l’incanto della narrazione di Grazia al godimento delle fantastiche immagini create dalla fantasia di Giulia, per arrivare ad accostare i luoghi di cui leggiamo con i propri odori e profumi caratteristici.

Grazia ci ha raccontato che l’avventura è iniziata una sera in cui Giulia le ha proposto di creare insieme un libro su Milano, dicendo che aveva iniziato a disegnare una creatura con 6 occhi…e che a Grazia è venuta subito in mente la Milano spagnola con le sue 6 porte di ingresso alla città (da qui, il nome di sestieri per indicare i quartieri). 

Dalla passione di Giulia per le mante nascono invece le due protagoniste del libro: Mantica e Lucina, per l’appunto due mante che ci raccontano i loro viaggi per Milano. Come leggiamo nell’introduzione, non a caso tra le prime pagine del libro la mappa della Milano antica ricalca la forma di una sinuosa manta, dal greco mantis-mantis, ovvero “indovino”, ma anche dall’ispanico-americano “coperta, mantello”. Una sorta di prefazione e premonizione di ciò che seguirà nel libro: una serie di misteri, segreti e fascinazioni sulla città più ambivalente e discussa di tutta Italia.

Attraversermo quindi Milano passando dai Navigli, la Darsena, Brera, Montenapoleone, Piazza Affari, la Galleria Vittorio Emanuele, l’Ippodromo, il Castello Sforzesco e tanto altro. E in questo viaggio saremo accompagnati anche da un bellissimo segnalibro profumato con uno dei meravigliosi profumi di Milano Fragranze (in questo caso Brera).

Milano Fragranze è un marchio di profumi che celebra la bellezza e la diversità di Milano attraverso fragranze uniche, ispirate ai luoghi più iconici della città. Lo “Spirito del Luogo” (il Genius Loci) è l’ispirazione dietro ogni profumo, che consente di raccontare la storia delle persone e dei luoghi che hanno reso Milano una città unica sia ieri che oggi.  Come sostiene Marcel Proust nella sua opera “La Recherche Du Temps Perdu”, l’odore e il sapore delle cose possono rimanere impressi a lungo nella nostra memoria e riemergere inaspettatamentedopo qualche tempo. Milano Fragranze cattura questa essenza e crea profumi che possono evocare i ricordi della città in modo unico e personale.

Ogni profumo di Milano Fragranze è un viaggio olfattivo che ti trasporta nei quartieri e nei monumenti più emblematici di Milano. Dalle note fresche e luminose dei giardini segreti fino alle sfumature intense e sofisticate della vita notturna milanese, ogni creazione riflette l’anima cosmopolita e dinamica della città.  Al momento il brand conta 10 referenze: Panettone, Piazza Affari, La Prima (dedicato a La Scala), Derby (che richiama l’Ippodromo ovviamente), Brera, Cortile (fragranza che ricrea l’atmosfera dei ballatoi delle case di ringhiera), Diurno (conoscete la storia dell’Albergo Diurno di Porta Venezia?), Basilica, Galleria e Naviglio. Le formulazioni sono il risultato di un’attenta selezione di materie prime pregiate e il risultato sono profumi ricchi e complessi, ideali sia per chi cerca un’eleganza discreta che per chi desidera un aroma più audace.

Trovate la registrazione della presentazione del libro sul Canale YouTube della Libreria Bocca (https://www.youtube.com/LibreriaBocca1775), gestito con verve ed energia da Giorgio Lodetti, e ovviamente potete comprare il libro nelle migliori librerie (costo: 20€) e sul sito della casa editrice Peacock (https://www.studiopeacock.net/). Sul sito ufficiale di Milano Fragranze (https://www.milanofragranze.com/) potete invece acquistare le fragranze, il discovery kit, le candele (Panettone è in assoluto la nostra preferita!), gli accessori e anche il libro!




2 profumi per … giugno

Niente lo emozionava
come il profumo del tiglio
in fiore, come quel torpore
soave che risaliva alle narici
dalle lontane, perdute ore dell’infanzia.

Franco Marcoaldi, da La trappola, Einaudi, 2012

Come non essere d’accordo con l’affermazione che giugno è il mese del re tiglio? Quel profumo dolce e soave ci fa immediatamente pensare alla primavera che lascia piano il posto all’estate, le giornate sono lunghissime ma non ancora afose e le sere diventano sempre più tiepide. Camminare e stare all’aperto è così piacevole in questo mese di mezzo, decisamente il mio preferito di tutto l’anno (e prima che lo chiediate – no – non è solo perché è il mese del mio compleanno!!), perché i sensi sono tutti stimolati e l’inizio dell’estate porta sempre un po’ di spensieratezza in più.

Per questo mese quindi vi voglio consigliare due fragranze con la nota di tiglio, per portare sempre con voi la felicità che si prova quando si passeggia sotto questi alberi dal profumo inebriante: si tratta di Tiglio Mirabilis di Laboratorio Olfattivo e Sol Salgado di Thomas de Monaco. Il primo un po’ più secco, che vi consigliamo per il giorno, mentre il secondo più dolce e avvolgente, ideale per le sere d’estate.

Il progetto di Laboratorio Olfattivo nasce nel 2009 dalla visione di Daniela Caon e Roberto Drago e dalla loro passione per la profumeria artistica. Lavorando con i più eclettici nasi al mondo hanno creato una serie nutrita di referenze che ripropongono profumi e sensazioni riconoscibili e familiari in una veste raffinata, elegante e sempre sorprendente. Una serie di profumi del cuore insomma, che ci riportano a memorie e luoghi lontani eppure vicinissimi. Non fa eccezione Tiglio Mirabilis, una delle ultime fragranze lanciate dal brand e frutto della maestria del bravissimo naso italiano Luca Maffei, il quale è riuscito a creare un profumo che racchiude tutta la gioia, la serenità e la pace che regalano i tigli in fiore, con il loro profumo di inizio estate.

L’aggiunta di zenzero e cardamomo in apertura dona alla composizione un tocco frizzante e fresco, stemperando al contempo la dolcezza e la cremosità della nota di tiglio, che troviamo nel cuore della piramide olfattiva insieme all’altrettanto iconico e primaverile gelsomino, in una danza gioiosa e luminosa, che termina nel fondo morbido e soave di legni e muschi. Insomma, un profumo perfetto per una giornata di quasi estate, con la sua carica di energia positiva e di promesse di qualcosa di bello che sappiamo sta per arrivare!

La seconda fragranza che vi proponiamo non è dedicata esclusivamente al tiglio, bensì al desiderio di trattenere per sempre la sensazione di felicità e benessere che si prova nella cosiddetta “Golden Hour”, o magic hour, un termine utilizzato in fotografia (e non per nulla il nostro Thomas nasce fotografo – questo il link all’articolo che gli abbiamo dedicato qualche tempo fa) per indicare una particolare e ricercata condizione della naturale luce solare: quella in cui abbiamo luce morbida, colori caldi, ombre così lunghe che tendono a sparire ed un buon livello di contrasto.

Catturando l’essenza dell’estate infinita, Sol Salgado è un omaggio alla pelle baciata dal sole e ai ricordi più cari, e davvero ci potrà accompagnare per tutta l’estate facendoci vivere nella golden hour per più dei 30 minuti della durata effettiva di questo fenomeno naturale. La fragranza si apre con un meraviglioso fiore di tiglio, la cui potenza e cremosità vengono supportate e amplificate dalla mimosa, mentre il fior di cotone dona acquaticità. Il cuore, con sale, eliotropio ed ambra grigia, fornisce quella sensazione di sale essiccato sulla pelle riscaldata dal sole, nostalgia della fresca sera che arriva. Nel fondo, il muschio, delicato e sensuale, si fonde con il calore dell’ambra, creando un’aura avvolgente. Il legno di sandalo aggiunge una nota di tranquillità mentre la vaniglia affumicata introduce profondità e mistero, come un’ombra che preannuncia l’avvicinarsi del crepuscolo, ma allo stesso tempo enfatizza il calore e la luminosità del giorno che se ne va.
Ogni respiro è come un ritorno a quegli istanti in cui il tempo sembrava infinito e ogni tramonto prometteva un’altra bellissima giornata…

E voi: quali sono i profumi che amate indossare in questo periodo? Fatecelo sapere nei commenti!




2 profumi per maggio

“Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera
Il nuovo amore getti via l’antico nell’ombra della sera
Ben venga Maggio, ben venga la rosa, che dei poeti è il fiore
Mentre la canto con la mia chitarra, brindo a Cenne e a Folgore”
Così scrive Francesco Guccini nella Canzone dei Dodici Mesi. 

Quando pensiamo al mese di maggio, il pensiero evoca immagini di luce, sole, bel tempo, rose, canti di uccelli, voli di rondini. Non sappiamo voi, ma noi quando iniziamo a sentire aria di primavera sentiamo voglia di profumi fioriti, luminosi, anche un po’ fruttati…

Per questo mese quindi vi vogliamo consigliare due profumi che potete trovare facilmente, profumi cosiddetti “commerciali” ma con un DNA distintivo e particolare. Il primo è prettamente femminile, mentre il secondo è assolutamente unisex e fuori dal comune. Parliamo di J’adore l’Or di Dior e di Mémoire d’une Odeur di Gucci.

Da quando nel 2021 Dior annunciò la nomina del grande maestro profumiere Francis Kurkdjian (che aveva già creato due fragranze della Collection Privée, tra l’altro riformulate proprio dopo la nomina) quale direttore creativo delle Fragranze di Parfums Christian Dior, gli esperti ed appassionati hanno aspettato con ansia il primo lavoro dell’ex enfant prodige della profumeria francese. E che lavoro: Kurkdjian si è cimentato nientemeno che con la riscrittura di uno dei più celebri e celebrati blockbuster della profumeria moderna, che dalla sua uscita nel 1999 è sempre stato ai primi posti nelle classifiche e non ha mai perso un colpo. J’adore, per l’appunto.

La svolta cruciale dell’aggiornamento trova le sue radici nel termine “d’oro”. «Pensavo che l’oro a 24 carati fosse puro, ma in realtà, per ottenere l’oro più puro, è necessario riscaldare il metallo fino a renderlo liquido e continuare a riscaldarlo finché le impurità non scompaiono», ha spiegato Kurkdjian in alcune interviste.

Questo concetto ha suscitato la domanda su che cosa sarebbe accaduto se si fosse applicato lo stesso processo a J’adore. Il risultato è una versione della fragranza originale più rotonda e morbida, ispirata dal desiderio di Kurkdjian di esaltare la purezza dei fiori, enfatizzandone i contorni e le sfumature sfaccettate. Le note olfattive includono fiori d’arancio, gelsomino grandiflorum e rosa, tutte in assoluta, cioè in massima concentrazione. I fiori d’arancio conferiscono luminosità e rotondità, accentuando la femminilità della fragranza, mentre il gelsomino è potente e discreto, accompagnato da sfumature di mandorla, mango e banana. La rosa centifolia è una rosa carnale, rotonda ed esuberante: questi ingredienti sono il vero oro di J’adore. E questa versione trasforma questo iconico profumo da dolce e giovane essenza floreale a un aroma più maturo e complesso.

Con Mémoire d’une Odeur la Maison Gucci ha voluto creare una nuova famiglia olfattiva, definita come minerale aromatica. In effetti, Mémoire è un profumo che si fatica ad incasellare in una precisa etichetta. Mescolati dal maestro profumiere Alberto Morillas, gli ingredienti inattesi ed enigmatici di questa fragranza creano un elisir unisex e intramontabile; è una fragranza senza tempo e senza genere, ed è la prima fragranza unisex creata da Gucci. Definito da una nota di camomilla romana, questo particolare fiore della fragranza è stato scelto da Alessandro Michele, all’epoca (siamo nel 2019) direttore creativo della Maison. 

La camomilla romana cresce intorno a Roma in giardini terrazzati a partire dal XVI secolo e ha un profumo verde aromatico, con un carattere che irradia gioia e una nota dolce aromatica di miele e mela verde. Mémoire d’une Odeur mescola la camomilla romana con i petali di gelsomino indiano per donare tenerezza, preziose note muschiate per la profondità e legni nobili, tra cui il caldo e luminoso sandalo e il delicato e leggero legno di cedro, un albero dalla grande forza con radici profonde e un’irresistibile nota alla vaniglia. La confezione esterna, di colore verde, presenta un motivo a stelle ispirato agli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova.

In un periodo attuale in cui la profumeria sta assecondando il gusto imperante per i profumi “bombazza”, persistenti, dalla grande scia, Mémoire d’une Odeur se ne discosta totalmente: è un profumo intimo, discreto ed estremamente elegante. Noi lo adoriamo, e lo consigliamo a tutti coloro che amano le note verdi, fresche, a tratti anche pungenti, e a coloro che vogliono un profumo distintivo e diverso dal solito.

E voi: quali sono i profumi che amate indossare in questo periodo? Fatecelo sapere nei commenti !




1° maggio, mughetto e Guerlain: cosa hanno in comune ?

No, non siamo impazziti: la festa del Primo Maggio, la Maison Guerlain e il mughetto sono indissolubilmente legati, e in questo articolo vi spieghiamo il perché.

Forse non tutti sanno che il Francia il 1° maggio non è solo la festa dei lavoratori, bensì anche la festa del mughetto. In questo giorno infatti per le strade delle città e paesi francesi si trovano tantissimi venditori ambulanti e fiorai che vendono questo fiore. Il 1° maggio in Francia è l’unico giorno dell’anno in cui ci si può improvvisare venditori di mughetto: l’importante è stare a 50 metri da un fioraio!

La festa del mughetto trae le sue origini nel 1561 grazie a Carlo IX che, avendo ricevuto un mazzolino di mughetto come portafortuna, decise di offrirne uno ad ogni dama di corte. Nei primi del Novecento il 1° maggio in Francia fecero la stessa cosa gli stilisti che regalarono un mazzetto di mughetto a tutte le loro operaie. Ma è solo nel 1976 che la festa del mughetto sarà associata a quella del lavoro e il mughetto rimpiazzerà la rosa nell’occhiello dei manifestanti.

Come abbiamo spiegato in un articolo di qualche tempo fa (che trovate a questo link), non da tutti i fiori si possono estrarre gli oli essenziali necessari a produrre l’essenza del fiore stesso. Uno di questi fiori è il mughetto, il fiore portafortuna di Christian Dior, che lo stilista amava particolarmente per la sua freschezza effimera, la delicatezza e semplicità, tanto che ne portava sempre in tasca qualche ramoscello. Ogni anno il primo maggio i suoi artigiani e le sue clienti più affezionate ne ricevevano un bouquet, e gli dedicò persino una straordinaria collezione Haute Couture nel 1954. Lo indossava spesso all’occhiello del bavero e scaramanticamente ne cuciva un rametto negli orli degli abiti prima della sfilata. E al suo fioraio di fiducia chiese di trovare il modo di recapitargli mughetti freschi tutto l’anno.

E forse non tutti sanno che fu proprio Jacques Guerlain nel 1908 a riuscire a ricreare, grazie a nuove tecniche e procedimenti, il profumo di questo fiore. E’ per questo che la Maison Guerlain da oltre 110 anni celebra il 1° maggio presentando una nuova edizione della sua Eau de Toilette Muguet, una fragranza che celebra l’essenza dei fiori di mughetto e incarna lo spirito della primavera francese. Ogni anno Guerlain presenta questa fragranza in un flacone dal design unico. Il nome Millésime, che significa annata in francese, viene utilizzato per indicare che la fragranza viene creata ogni anno con ingredienti diversi, proprio come il vino. Questo ciclico cambiamento rende ogni edizione di Muguet Millésime unica e speciale, tanto che dal 2006 la tradizione di Guerlain di creare ogni anno una nuova edizione della iconica fragranza è diventata fonte di un’attesa fervente per il nuovo profumo da parte degli appassionati di tutto il mondo.

Per questo esclusivo rendez-vous, nel 2024 Guerlain riconferma il proprio impegno a favore dell’artigianato attraverso la collaborazione con Anne Lopez. Sull’iconico Flacone Api, la scultrice ha creato delicati fiori a forma di campanelle, decorati con oro puro 22 carati, trasformando il Millésime 2024 in un’opera d’arte unica. Questa intricata scultura è realizzata con stucco, una miscela di calce, acqua, cemento e polvere di marmo, modellata meticolosamente prima dell’indurimento. Il processo di progettazione prevede che ogni grappolo di fiori venga modellato a mano, seguita da un’attenta modellazione di ogni petalo per emulare l’aspetto di un bouquet rigoglioso.

La fragranza si apre con una frizzante nota verde, che sfocia in un cuore di rinfrescante mughetto e squisita rosa. Si conclude con una miscela di gelsomino e rosa pregiati, che avvolge chi indossa il profumo nell’essenza della primavera e nel caratteristico aroma di mughetto. Un sillage la cui freschezza ricorda per l’appunto un ramo di mughetto appena colto. Unica nota “dolente” il prezzo, non proprio alla portata di tutti (750€). Ma se siete alla ricerca di un oggetto prezioso e da collezione, di un regalo unico e per una persona speciale, questo potrebbe fare al caso vostro!

È possibile trovare tutte le edizioni della collezione speciale nel database del sito Fragrantica: Guerlain Muguet Collection.

Buon Primo Maggio ! Voi che profumo indosserete oggi ?




2 profumi (e mezzo) per … marzo

Marzo: il mese del risveglio, dei primi boccioli e delle prime fioriture, nonché il mese della giornata internazionale della donna. Dunque quale migliore nota olfattiva da indossare questo mese se non la mimosa?

La prima fragranza che vi vogliamo consigliare è Mimosa Tanneron di Perris Monte Carlo, un brand che ci piace tantissimo e che seguiamo sin dalla sua nascita nel 2011 perché unisce tradizione e modernità, utilizzo sapiente di materie prime e un’allure di pulizia e sobrietà non comune.

Il Massiccio del Tanneron si estende alle spalle di Cannes ed è il massiccio della mimosa:  le mimose selvatiche si alternano alle varietà coltivate in quella che è la patria di questa coltura e che gli è valso l’appellativo di  «Più grande bosco di mimose d’Europa». Non sappiamo voi, ma noi adoriamo il profumo di questo fiore, che è unico, soave ed inebriante allo stesso tempo. E il maestro Jean-Claude Ellena con Mimosa Tanneron ha voluto omaggiare la dolcezza e la tenerezza che si prova all’inizio dell’innamoramento, catturando l’atmosfera ariosa e leggera che l’inizio della primavera porta con sé. In aggiunta, il parfumeur ha scelto Biancospino, Rosa e Muschio bianco, per esaltare al massimo il profumo naturale di questo fiore.

Quando indossiamo Mimosa Tanneron un sorriso illumina immediatamente il volto, sentiamo una sferzata di ottimismo e di allegria, e ci sembra che la primavera sia davvero vicina: una fragranza insomma davvero consigliata!

(Perris Monte Carlo official website)

A proposito di profumi che hanno fatto la storia…vi ricordate del mitico Champs-Elysées di Guerlain? Lanciato nel 1996, è stato uno dei profumi best sellers degli anni ‘90; creato da Raymond Guerlain in omaggio alla storica boutique della Maison, accosta la mimosa alla rosa, in modo che la seconda addolcisca il temperamento frizzantino della prima. Ma qui stiamo divagando…

(bottiglia vintage)

Dato che marzo è anche il mese in cui festeggiamo i papà, il secondo profumo che vogliamo consigliarvi è dedicato proprio agli uomini (anche se sapete che nella profumeria artistica si preferisce parlare di profumi unisex, perché questa distinzione tra profumi femminili e maschili è figlia della profumeria commerciale): parliamo di Terre d’Hermès Eau Givrée, l’ultimo flanker (uscito nel 2022) di questo spettacolare e mitico profumo creato – come Mimosa Tanneron – da Jean-Claude Ellena nel 2007.

Il naso di Eau Givrée è Christine Nagel, la quale così racconta la sua creazione: “Un velo di brina rende fertile la terra e la esalta con una forza nuova e rinvigorente”. L’EDP Terre d’Hermès Eau Givrée associa la vivacità del cedro, la freschezza incisiva della bacca di ginepro e il carattere esplosivo del pepe di Timut. La potente sensazione di un soffio ghiacciato si affianca alla generosità delle note minerali e boisé tipiche di Terre d’Hermès.

La sensazione è dunque fresca, pungente e rinvigorente, con al contempo un cuore caldo e sensuale: perfetta per il periodo primaverile in cui freschezza e primi caldi si alternano, in un gioco spensierato e delicato.

(Hermès official website)

E voi: avete già voglia di profumi più freschi e sbarazzini? Fatecelo sapere nei commenti!




2 Profumi per … Gennaio

Iniziamo oggi una serie di articoli mensili in cui vi consigliamo 2 profumi al mese. Per questo mese di gennaio vi proponiamo un profumo cosiddetto “commerciale” e un profumo di nicchia: Devotion (D&G) e Desert Suave (Liquides Imaginaires).

Iniziamo con Devotion di Dolce & Gabbana, il nuovo profumo della maison uscito lo scorso autunno e che troviamo perfetto per questo periodo post-vacanze. Non vi manca già il profumo del panettone, dei canditi, la dolcezza delle feste? Allora Devotion è la scelta giusta per voi.

Con questo profumo, creato dal famosissimo Olivier Cresp, Stefano Dolce e Domenico Gabbana vogliono celebrare i valori più nobili della vita, quei valori positivi incarnati dal simbolo del cuore sacro, molto caro ai due stilisti e che campeggia sulla bellissima boccetta. Il cuore sacro è da sempre simbolo di devozione, e per i couturier è il simbolo della perfezione e della loro instancabile ricerca di bellezza. Il profumo Devotion celebra quindi la bellezza della nostra terra e in particolare della costiera amalfitana (non a caso lo spot – che vede Katy Perry protagonista – è stato girato a Capri): il limone candito in apertura stuzzica il nostro “appetito”, mentre i fiori d’arancio regalano freschezza e luminosità alla composizione, che termina con una deliziosa ed avvolgente vaniglia. Un delizioso gourmand, avvolgente e sensuale, ma anche frizzante e divertente, ottimo per contrastare la malinconia che accompagna la fine delle vacanze natalizie.

Il secondo profumo che vi proponiamo per questo mese è della Maison francese Liquides Imaginaires, fondata dal designer Philippe di Meo nel 2011 e ispirata ad un concetto di profumo che va al di là del semplice accessorio di bellezza, ma che si fa strumento di passaggio dal materiale all’immateriale, da solido a liquido, da visibile ad invisibile. Ecco quindi che il logo della maison è un talismano a forma di chiave, per aprirci le porte di questo mondo immateriale, e il tappo ha la forma di un’anfora, nei tempi antichi utilizzata per trasportare le essenze più preziose.

Tutta la collezione è straordinaria, per questo mese di gennaio vi consigliamo però Desert Suave, che fa parte della trilogia “Les Eaux Imaginaires” – creata per trasportarci via dalla routine di tutti i giorni in luoghi magici ed evocativi. Vi vogliamo quindi portare via dal freddo di gennaio e trasportarvi in un’oasi lussureggiante, un gioioso miraggio: una terra fertile in mezzo al deserto, acqua fresca e dolci datteri invitano lo stanco viandante a fermarsi qui, a rilassarsi e a stuzzicare tutti i cinque sensi ma anche a lasciare dietro di sé il sentore pungente del suo carico di spezie. Un profumo pieno di contrasti come è lo stesso deserto: caldo, avvolgente e dolce (la rosa, il dattero, il cisto) ma anche fresco ed energizzante (cardamomo, mandarino italiano, fiore d’arancio e chiodi di garofano).

Insomma: un miraggio olfattivo in un mondo apparentemente privo di odori.

Buon inizio di anno nuovo, scriveteci nei commenti se conoscete già queste fragranze e cosa ne pensate!




Cristian Cavagna: ritratto di un annusatore

“Ciao a tutti sono Cristian, e sono un annusatore”. Così si aprono i godibilissimi video che Cristian posta sul suo profilo TikTok, che vanta un seguito di quasi 18.000 follower.

Ma chi è Cristian Cavagna? Se ancora non lo conoscete, ve lo diciamo noi: Cristian è uno dei massimi esperti di profumeria in Italia e il suo curriculum è impressionante. Consulente e direttore creativo per marchi famosi, selezionatore di marchi per piccole e grandi profumerie, valutatore di fragranze, presentatore a Pitti Fragranze, giudice all’Accademia del Profumo per citare solo alcuni dei suoi innumerevoli interessi e progetti. E’ fondatore di Adjiumi, un gruppo di Facebook nato 17 anni fa per riunire sia i rappresentanti delle varie filiere legate al mondo dei profumi, sia semplici appassionati, con lo scopo di diffondere la cultura olfattiva e il rispetto della materia prima. Oggi Adjiumi (non vi scervellate: il nome è puramente inventato e non significa nulla. E’ come un profumo: c’è ma non lo vedi, lo senti ma non lo puoi toccare) conta più di 6600 membri, ed è diventato un punto di riferimento per gli appassionati, anche perché Cristian ed il suo staff promuovono una cultura dello scambio, della curiosità, dell’amore per il bello e per l’arte, e combattono la critica becera, inutile e fine a se stessa.

Il gruppo e la sua filosofia rispecchiano appieno la personalità e lo stile di Cristian: elegante, raffinato, pacato, mai sopra le righe e attento alle sensibilità e ai gusti altrui. E’ sempre impeccabile, lui: pensate che una volta l’abbiamo incontrato in pieno luglio in profumeria, con l’aria condizionata andata in tilt per il gran caldo. Lui era lì, perfetto, senza una piega e senza una pezza, fresco come una rosa. E dispensava sorrisi a tutti agitando con nonchalance il ventaglio di emergenza che ci avevano fornito per resistere alla canicola. Noblesse oblige! Quando inizia a parlare di materie prime, progetti artistici, sensazioni e storia del profumo, staresti lì ad ascoltarlo per ore e senti che ne hai ancora da esplorare e studiare prima di poterti definire anche solo appassionata di fragranze!

Da due anni però Cristian ha anche deciso di comporre le sue fragranze. Ha infatti iniziato a creare – insieme ad alcuni amici nasi, primo fra tutti il maestro Arturetto Landi – una collezione di sette profumi dedicati al suo fiore preferito, la tuberosa, linea che ha chiamato “La tuberosa secondo me”. Ne sono già usciti tre: Musa Paradisiaca, Boa Madre e Murice Imperiale. Musa Paradisiaca è il nome scientifico del BANANO, dalle cui foglie Cristian ha estratto un composto luminoso ed elegante, che insieme alla freschezza del sedano e alla corposità della tuberosa, del narciso, della vaniglia e dell’ambra danno vita ad un delizioso contrasto tra freddo e caldo, ad una sensualità fresca e moderna allo stesso tempo.  E che dire dell’elegantissima bottiglia che strizza l’occhio all’art déco? Non solo: tutte le creazioni sono accompagnate da illustrazioni create appositamente da artisti internazionali (per Musa Paradisiaca l’australiana Rhea Ornias; per Boa Madre la tedesca Polina grafik designer; per Murice Imperiale la lituana Natasha Gro).

Boa Madre è la seconda delle tuberose secondo Cristian, una declinazione inedita e animale della tuberosa: il boa è il rettile, freddo, glaciale, elegantissimo, ma è anche il boa di piume, morbido, arioso, leggero. Boa madre è infine la buona madre in portoghese, la terra madre da cui tutto nasce, il porto salvo a cui approdare. Ritroviamo in apertura l’accordo fresco di foglie di banano accostato alla piccantezza dello zenzero e del pepe rosa. Il cuore fiorito e sensuale vede un’assoluta di tuberosa che si fonde con il gelsomino, la zagara, il seducente ylang ylang e l’iris, mentre il fondo animale e potente fonde le note legnose di sandalo con quelle bruciate della betulla e del cuoio, per tuffarle nell’animalità del muschio, dello zibetto e del castoreo. Una fragranza che potrebbe sembrare più maschile e che sta invece piacendo moltissimo alle donne.

Infine, quest’estate è uscita la terza creazione: Murice Imperiale. Murice è il mollusco da cui si ricava il viola imperiale, il rosso porpora, pigmento che non scolorisce mai, anzi a contatto con il sole si fissa ancora di più. Imperiale perchè veniva usato dagli imperatori sia per le case che per le vesti. “Ho immaginato il profumo dell’aria del mare in mezzo ad una piantagione di tuberose” dice Cristian. Attenzione però a non chiamarla tuberosa marina: è una tuberosa oceanica!

Le tuberose però non possono crescere vicino al mare, perciò come può arrivare un fiore cosi delicato su una spiaggia? Attraverso una sirena che sulla battigia ha trovato una murice, dove la tuberosa si era nascosta per poter viaggiare attraverso il mare. Cavalcando le onde del mare, sfidando mostri marini, la tuberosa ha pianto nella pioggia e si è asciugata al sole. Ha abbracciato un blocco di ambra grigia e ha danzato con assolute di alghe rosse. Ha difeso il diritto alle radici con tutte le sue forze, aggrappandosi ad un corallo. C’è una estrazione molecolare di muschio marino, che ci fa scivolare sugli scogli, ed ecco che incantevole arriva l’accordo di Musa paradisiaca con le sue foglie di banano. Non ditelo a Cristian…ma io ci sento anche il profumo del melone maturo, succoso e luminoso come il sole d’estate…

(collage di ©Emmanuelle Varron per ©Cafleurebon)

Ma non finisce qui: per festeggiare i 15, 16 e 17 anni del gruppo Adjiumi, Cristian ha creato altrettanti cubi celebrativi. Nel 2020 è nato Dolce q.b., una vaniglia orientale unisex, studiata sotto una prospettiva completamente nuova: ci troviamo di fronte ad una diversa interpretazione del sillage orientale, una vaniglia morbida ma allo stesso tempo molto tostata e speziata, poiché letteralmente avvolta da catrame di betulla, incenso e cannella che la rendono irresistibile ma senza risvolti golosi.

La scatola di Dolce q.b. ci ricorda un contenitore per monoporzioni di torte. Sfilando la parte superiore si nascondono golose curiosità: il pack di un rosso deciso per omaggiare gli interni delle borse di Coco Chanel presenta minuscoli disegni che danno forma agli elementi olfattivi presenti in piramide, provette, pipette e la sigla di ADJ. Rovesciando questa base, la stessa formerà una piramide dove in chiaroscuro campeggiano le lettere di Adjiumi a caratteri “qb…tali”. Dopo il bianco, il 2021 si tinge di oro, e vede l’uscita di Elevato al Cubo. Qui lo scopo è di far conoscere meglio la famiglia olfattiva dei gourmand, tanto amata dal pubblico. Il profumo è quello di una pralina di cioccolato fondente ottenuta da fave di cacao di São Tomé. Note di testa di menta fresca e ripieno morbido di miele di corbezzolo, su un fondo intenso di incenso e vetiver bourbon. È un sontuoso peccato di gola, da cui lasciarsi catturare e sedurre: l’esperienza è intensa, mentre l’infusione di fiori di sambuco è il piacere zuccherino da condividere.

La scorsa settimana è uscito il terzo cubo celebrativo: INCUBO. Un profumo dedicato all’odore del nero…ma di cosa profuma il colore nero?? Ovviamente di liquirizia!!!  Molti hanno chiesto a Cristian se fosse sicuro di questo progetto: il 17, il nero, l’uscita nella seconda metà di ottobre, il nome Incubo…ma lui voleva creare un profumo che avvolgesse il corpo umano, come una spirale, come le famose rotelle alla liquirizia, e quindi il colore nero era d’obbligo, così come materie prime dark, introspettive, calde e avvolgenti per l’appunto: non solo liquirizia, ma anche tè nero, ribes nero, prugna ed elicriso. Nessuno spavento quindi: già al primo annuso Incubo ti stampa un sorriso in faccia, di riporta in un negozio di caramelle e ti seduce con la sua effervescenza che vira in un caldo abbraccio nel drydown.

Concludiamo questo ritratto con la frase che utilizza Cristian per chiudere i suoi video: BUON PROFUMO A TUTTI!! E non è finita qui: l’anno prossimo ne vedremo delle belle, dato che il vulcanico Cristian ha in serbo per noi dei bellissimi progetti!

Potete seguire Cristian su TikTok (_cristiancavagna_) e su Instagram (_cristiancavagna_), mentre trovate su FB e su Instagram le omonime pagine dedicate al gruppo Adjiumi.




I profumi che hanno fatto la storia: i favolosi anni ’60

Non so voi, ma io quando penso agli anni ‘60 e in particolare ai profumi da uomo, ho stampata in mente l’immagine di Alain Delon mollemente sdraiato a bordo piscina nell’omonimo film del 1968 con Romy Schneider. A dirla proprio tutta, in realtà mi viene in mente quell’immagine anche quando mi chiedono quale sia per me l’archetipo della bellezza maschile…

Ma lasciamo da parte il mio pénchant per il bell’Alain e parliamo di alcuni dei profumi più iconici del favoloso decennio 1960-1969.

Negli anni ‘60 il movimento hyppie, nato a San Francisco, predica un ritorno alla natura, il rifiuto delle costrizioni, l’uguaglianza dei sessi e la ricerca dei paradisi artificiali al grido di “fate l’amore, non la guerra”. I simboli di questa gioventù ribelle sono la musica pop, i giacconi di cuoio nero, e i capelli lunghi. Dalle manifestazioni contro la guerra del Vietnam al maggio sessantottino, un vento di ribellione soffia ovunque tra i giovani e si diffonde in Europa. La gioventù scopre l’India, i suoi guru, le sue sette e i suoi aromi: si profuma di sandalo, muschio e patchouli e brucia bastoncini di incenso.

Parallelamente a questa anti-moda, l’alta moda si orienta verso il prêt-à-porter di lusso con Yves Saint-Laurent, Daniel Hechter, Paco Rabanne, Cacharel, Courrèges.

Nel 1966, Dior lancia Eau Sauvage, creata da Edmond Roudnitska: a un tempo discreta e persistente, segna l’avvento della profumeria al maschile e apre la via alle eau frâiche femminili, mascoline e androgine. Eau Sauvage è stato il primo profumo per uomo di Dior e, per almeno 25 anni, è stato il profumo per uomo più venduto al mondo. Roudnitska, nel crearlo, decise di mantenere la semplicità della struttura classica del profumo per uomo, ma aggiungendo un tocco di eleganza con l’uso di fiori, fino ad allora esclusivi dei profumi femminili, e con l’hédione, una nuova sostanza che verrà molto utilizzata da Roudnitska, ad aggiungere freschezza. L’essenza legnosa e aromatica del profumo creano un’essenza selvatica che dà il nome al prodotto.

E il nostro Alain fu anche il primo testimonial utilizzato da Dior per pubblicizzare questa fragranza.

Per quanto riguarda la profumeria femminile, come dicevamo i profumi negli anni ‘60 diventano più accessibili non solo dal punto di vista dei costi, ma anche più leggeri e freschi.

Oggi vogliamo citare Calèche, un altro capolavoro di Hermès uscito nel 1961, esattamente a 10 anni di distanza da Eau d’Hermès (trovate qui l’articolo che abbiamo dedicato a questa maison) e creato da Guy Robert. La prima fragranza femminile della maison: un profumo delicato per un’amazzone moderna (se preferite, potete immaginarvi comodamente sedute all’interno della carrozza che dà il nome alla fragranza). Un profumo gioioso e femminile ispirato da un cuoio dall’odore fiorito, con un accordo di note di legni bruciati. E’ la rosa liana Argyreia a dare questa sensazione di cuoio fiorito addolcita da note verdi come mughetto, narciso e iris. Il profumo possiede un carattere cipriato e dolce che richiama la scia di vetiver e di muschio bianco.

Il secondo profumo che riteniamo emblematico del decennio è Chamade di Guerlain. Con il cuore che batte al ritmo de La Chamade, romanzo di Françoise Sagan, rivendica la parità tra uomini e donne e il diritto di decidere della propria vita. Ispirandosi al celebre romanzo e all’energia di questa rivoluzione in corso, Jean-Paul Guerlain immagina la “sua” Chamade, una fragranza decisa che infrange anch’essa i codici del suo tempo e che vuole esprimere il battito spaventato del cuore quando si è infinitamente innamorati.

(bottiglietta vintage)

Dedicato alla donna emancipata, questo fiorito ambrato verde vede per la prima volta in assoluto utilizzati i boccioli del ribes nero, a cui aggiungono freschezza l’accordo di giacinto ed il galbano, per poi arrivare alle note di fondo: vaniglia, sandalo e gelsomino. Un’audace incarnazione della libertà di essere ed amare.

Ma adesso tocca a voi: qual è l’uomo più bello di tutti i tempi? E il profumo da uomo che più vi piace?  Scrivetecelo nei commenti, alla prossima!




I profumi che hanno fatto la storia: l’Interdit e Cabochard

Non possiamo lasciare gli anni ‘50 per avventurarci nel decennio successivo prima di aver parlato di una iconica fragranza di Givenchy, che venne creata appositamente per un’altra bellissima icona di quegli anni: Audrey Hepburn. 

Stiamo parlando di L’Interdit, profumo nato dal legame unico e leggendario che unì uno dei più grandi couturier mai esistiti – Hubert de Givenchy – e una delle attrici più famose e amate di sempre. Il rapporto tra lo stilista francese e Audrey Hepburn è ancora oggi uno dei grandi sodalizi creativi mai raccontati. Per lei, Givenchy disegnò i meravigliosi abiti di Sabrina, Cenerentola a Parigi e, naturalmente, Colazione da Tiffany. 

Un’altra creazione, meno vicina alla natura del designer ma sempre sinonimo dell’affetto che egli provava per Audrey Hepburn, è stata una fragranza unica, commissionata apposta per l’amica e musa, diventata poi uno dei grandi profumi da donna più amati: L’Interdit.

Così raccontano la storia del profumo i giornali di gossip dell’epoca: Hubert lo regala all’amica dicendole che la nostra presenza arriva sempre con il nostro profumo e che perciò lei non poteva non avere il suo profumo personale, unico e riconoscibile. Con l’aiuto del naso François Gravon crea una fragranza speciale, androgina con note di fiori bianchi femminili ma anche con accenni dark di ambra, muschio animale e fava tonka.

Una composizione fatta di contrasti, proprio come la personalità di Audrey. Per presentarlo alla star, Hubert lo vaporizza su un fazzoletto e glielo fa annusare. Lei lo trova meraviglioso. Lui le dice che è solamente per lei. Perché solo lei può portarlo. 

Hubert, però, dopo averlo donato alla sua musa si accorge di aver commesso un errore: lascia il fazzoletto impregnato della creazione in una stanza dove riceve le clienti couture: Tra queste, Jackie Kennedy e Madame Lanvin, che un giorno sentendo l’ambiente inondato da quell’aroma insiste per averlo.

Hubert a quel punto ha un problema, dire a Audrey che avrebbe dovuto mettere in commercio il suo profumo. «Je vous l’Interdis!» (Io glielo proibisco!) lei dice. Così la fragranza nata senza fini commerciali ma come un’ode all’amicizia che legava i due trova un nome: L’Interdit ed entra nel mondo e nella storia della profumeria.

Hubert de Givenchy, l’enfant terrible della moda, è stato il primo couturier a introdurre plastica e alluminio nelle sue creazioni. Il primo ad aver utilizzato solo modelle nere a Los Angeles. Il primo ad aver sdoganato la stampa animalier. Per lui era più importante il valore, il messaggio che le sue creazioni veicolavano, piuttosto che vendere qualche modello in più. Ed è stato anche il primo ad aver fatto pubblicità a un profumo usando un volto, una testimonial, Audrey Hepburn in questo caso.

Oggi la fragranza non è variata di molto, rimanendo – come amava dire la Hepburn – un talismano che dà la forza di fare qualsiasi cosa, un modo di essere “Choc within chic”. Poco mutata nel tempo anche la boccetta, che oggi ha una forma più moderna, ma sempre caratterizzata da grazia e semplicità, le stesse caratteristiche dell’anima gentile ma anche sfaccettata per la quale era stata creata.

Chiudiamo il decennio 1950-1960 con un profumo creato da Madame Grès, a seguito di un viaggio in India in cui viene inebriata di odori, colori e sapori orientali e sconosciuti. Dopo aver aperto la sua casa di moda nel 1942 a Parigi, Madame Grès divenne famosa per i suoi disegni fluidi che drappeggiavano il corpo come pieghe sulle statue greche. Bernard Chant era il profumiere responsabile della creazione di questa nuova fragranza voluta dalla stilista, e anche se a Madame Grès non piaceva personalmente, sentiva che Chant aveva creato una gemma con Cabochard.

Donna di carattere, forte e volitiva, battezza volontariamente il suo profumo con un nome gergale e dice: “Cabochard è il profumo delle donne che fanno sempre di testa propria.

“Caboche” infatti significa testardo in francese, suggerendo che chi indossa questo profumo trasmetterà la sua durezza, nonostante la facciata da “signora per bene”. Può odorare di fiori, ma sono fiori che bisogna bucare attraverso una nebbia di fumo di sigaretta per poterli cogliere.

È un aroma intenso e, per l’epoca, fu rivoluzionario, poiché includeva tra le sue note aromi maschili assolutamente insoliti nel campo femminile della profumeria. Tuttavia, riflette raffinatezza ed eleganza, e rappresenta una donna che rifugge dall’ordinario per entrare nel mondo inesplorato. E’ un cosiddetto chypre cuioiato (per la definizione di chypre, vi rimandiamo al secondo articolo della serie, quello dedicato alla Maison Guerlain).

Nella sua piramide olfattiva, centinaia di aromi provenienti dal continente Orientale si uniscono e si mescolano a note speziate, fruttate, aromatiche e floreali, in combinazione con agrumi e persino tabacco e cuoio. Una fusione impensabile che crea un finale unico, indescrivibile e inconfondibile, e che ha ispirato numerose composizioni sia nell’immediato ma anche più in là nel tempo.

 

Cabochard si inserisce dunque nel filone che abbiamo visto iniziare nel secondo dopoguerra, con fragranze come Bandit (ve lo ricordate? Non per nulla contiene il galbano come Cabochard), profumi che sfidano gli stereotipi, che iniziano a smontare le barriere tra uomini e donne – dopotutto, chi l’ha detto che certi profumi o certe note devono appartenere ad un sesso piuttosto che ad un altro? – che sfidano le convenzioni e vengono creati per stupire e farsi notare.

E voi: avete delle note olfattive o dei profumi che non osate indossare? Fatecelo sapere nei commenti e sui social!




I profumi che hanno fatto la storia: Eau d’Hermès

di Claudia Marchini

Nella puntata dedicata agli anni ’20 abbiamo parlato della ventata di energia, di ottimismo, della voglia di felicità e allegria che si percepiva dopo gli anni bui della guerra. E così furono gli anni’ 50: più che mai si sente la voglia di cambiamento, anche favorito dal benessere della ricostruzione. Con la liberazione, gli americani portano in Europa il chewing gum e i blue jeans, il rock ‘n’ roll e le t-shirt. 

Le donne, costrette durante la guerra a lavorare nelle fabbriche belliche, scoprono l’indipendenza economica. 

Nasce il prêt-à-porter, e anche le fragranze diventano più accessibili, e più leggere e vivaci. 

In questi anni, nascono anche le eau de toilette maschili con lavanda e vetiver che sottolineano una eleganza discreta, anche se il profumo maschile resta ancora legato al rito della rasatura.

È del 1951 l’uscita di Eau d’Hermès, che il celeberrimo naso Jean-Claude Ellena ha definito come una vera e propria opera d’arte olfattiva. L’Eau d’Hermès è un’acqua aromatica, costruita interamente attorno ai sentori di cuoio. Più di tutte le altre fragranze, questa celebra il savoir faire artigianale di Hermès nella lavorazione della pelle, ed è forse una delle prime fragranze che possiamo definire unisex. 

Quella di Hermès è una storia tutt’altro che convenzionale. Infatti, non è sempre stata una maison di moda come la conosciamo oggi: in origine, e per molti anni dopo la sua fondazione, l’azienda non aveva nulla a che fare con il lusso e realizzava equipaggiamento da equitazione.

Thierry Hermès inizia la sua carriera da un piccolo artigiano a Pont-Audemer, in Normandia. Nel 1837 si trasferisce a Parigi per avviare la propria azienda specializzata nella produzione di bardature, selle e altre attrezzature per l’equitazione.

Nella seconda metà del XIX secolo l’azienda viene rilevata da Emile-Maurice Hermès, nipote di Thierry, che amplia il repertorio del marchio e crea il primo prodotto paragonabile a una borsa: un contenitore per portare attrezzature come stivali o selle, così apprezzato dai clienti da essere usato anche come valigia. Sebbene il marchio e la sua produzione oggi siano molto più ricchi rispetto al 1837, Emile-Maurice è ancora considerato il cervello e l’anima della maison poiché si è sempre evoluto in stretta simbiosi con lo sviluppo sociale: ad esempio, quando l’auto ha iniziato a diffondersi tra la popolazione, Hermès ha immediatamente esplorato le nuove possibilità offerte dal bagagliaio.

La sua attività rimane senza logo fino al 1919, quando due nipoti di Thierry introducono il semplice logotipo Hermès Frères (“fratelli Hermès”) composto con un carattere handwrite, scelta coerente agli standard dell’epoca

Il marchio rimane invariato fino agli inizi degli anni ’50, quando viene lanciato l’iconico simbolo della carrozza nobiliare trainata da un cavallo. Il simbolo è direttamente ispirato al dipinto “Le Duc Attele, Groom a L’Attente” (“carrozza agganciata, sposo in attesa”) di Alfred de Dreux. Il 1951 in casa Hermès è infatti un anno rivoluzionario: con la morte di Emile-Maurice si chiude l’era degli Hermès Frères. Per la prima volta in oltre cento anni, l’azienda usciva dalla linea di sangue sotto la direzione del genero di Emile, Robert Dumas. Egli volle subito rimarcare la continuità con l’eredità del passato battezzando il passaggio del testimone con un profumo dedicato a Emile stesso e che rappresentasse l’eleganza Hermès. Edmond Roudnitska, (che abbiamo conosciuto la scorsa puntata con Diorissimo) recepì questo spirito creando un profumo che emanasse classe e tradizione, ma reinventato per guardare al futuro. 

Eau d’Hermès venne inizialmente creata per i clienti di 24, Rue du Faubourg Saint-Honoré e solo successivamente per tutti quanti ne facessero ordinazione alla boutique di Parigi. Veniva presentata in un flacone di cristallo ispirato alle vecchie lanterne da calesse e prodotto delle manifatture Saint Louis ornato da un fiocco di cuoio.

Le sensazioni offerte dalla profumazione sono infinitamente ricche di sfumature. La piramide olfattiva si apre tutta in freschezza, con lavanda, bergamotto, olio essenziale di petit grain, limone e salvia. L’incipit aromatico sfuma su un cuore di spezie: cumino, coriandolo, cannella, cardamomo regalano alla pelle una sensualità coinvolgente. Il fondo della piramide olfattiva si fa caldo, intenso e aromatico. Le note carezzevoli della vaniglia incontrano quelle balsamiche del legno di sandalo e del legno di cedro. La fava tonka apporta alla composizione una cremosa morbidezza. 

Simbolo di raffinatezza estrema, la fragranza è oggi racchiusa nel classico flacone a forma di parallelepipedo, dagli angoli stondati e con il tappo a forma di bombetta.