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Il Sarto per Signora è Emilio Solfrizzi

Sarto per Signora inaugura la stagione del Teatro Manzoni di Milano. La commedia di Georges Feydeau , un capolavoro di leggerezza ma allo stesso tempo costruita su un meccanismo preciso, va in scena dal 13 al 30 ottobre con la regia di Valerio Binasco. Sul palco Emilio Solfrizzi.
Il Sarto per Signora è costruito attorno alla figura del dottor Molineaux, un libertino fresco di matrimonio, ma dai dubbi comportamenti coniugali. Scambi d’identità, sotterfugi, equivoci, amori segreti sono gli elementi di base del divertente vaudeville di Feydeau che nel sarto per Signora ritrae un’umanità assurda, stramba che si ficca in situazioni impossibili e ne esce all’ultimo secondo con un balzo ancora più assurdo.

Il dottor Molineaux, protagonista de Il sarto per Signora tradisce la moglie con un’avvenente signora e, per poter incontrare la sua amante senza destare alcun sospetto, si finge sarto, creando così una serie di gag che coinvolgono tutti i protagonisti della piéce. Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo. I personaggi dell’ opera sono quelli tipici della commedia degli equivoci. E in effetti, in Sarto per signora le incomprensioni, casuali e volute, non mancano di certo. Feydeau preparava i suoi testi secondo schemi geometrici in cui le uscite e le entrate, gli incontri impossibili, le false scoperte, i rimandi e le coincidenze, disegnavano figure impeccabili che tuttavia sottendono una società borghese fondata solo sull’apparenza. La follia catastrofica senza senso rivela alla fine sulla scena un crollo totale dei valori. L’attualità di questo commediografo francese, sta nel fatto che il pubblico di oggi, rivedendo i suoi vaudevilles, non li considera affatto come figli di un’epoca determinata, passata e superata, ma coglie in essi una relazione con il presente e con la società attuale.  In Sarto per signora c’è già tutto l’estrodi Feydeau: la trama è basata sul classico triangolo adulterino: lui, lei, l’altro o l’altra, ma soprattutto, quello che non manca mai, è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano tutti quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare: mariti, mogli, amanti, amanti dei mariti, amanti delle mogli. La sua produzione di opere, tutte da ridere, è uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Epoque, di quel periodo privo di preoccupazioni e che sfociò, poi, nella Grande Guerra.

DOVE, COME E A QUANTO

Teatro Manzoni di Milano 13-30 ottobre
Feriali ore 20,45 – Domenica ore 15,30
Biglietti da 23 euro