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Alessandro Benvenuti debutta in “Chi è di scena”

“Chi è di scena” di Alessandro Benvenuti debutta il prossimo 8 novembre al   Teatro San Babila a Milano dove rimarrà in scena fino al 13 novembre. “Chi è di scena” è stato scritto, diretto e interpretato dall’attore toscano che ha al suo fianco anche Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti, impegnati in un intreccio giocoso e imprevedibile avvolto in una comicità istintiva e feroce.

“Chi è di scena” è incentrato su uno stravagante uomo di teatro scomparso dalle scene improvvisamente e, apparentemente, senza un plausibile motivo da cinque anni e rintracciato, cinque anni dopo, da un giovane fan. A lui, l’uomo decide di rilasciare un’intervista per spiegare le ragioni della sua scelta. Lo invita quindi a casa sua. Testimone silente di questo loro incontro è però una giovane donna che, giacendo seminuda su una chaiselongue di spalle ai due, sembra dormire un sonno profondo.

E come spesso accade nei lavori di Alessandro Benvenuti, anche in  “Chi è di scena” quel che appare si scopre tutt’altro che vero, con una specie di doppio salto mortale drammaturgico che accompagna lo spettatore a un finale assolutamente inaspettato che gioca con leggerezza con le vicende pubbliche e private dei tre protagonisti.

“Chi è di scena”  -DOVE, COME E A QUANTO
8-13 novembre
Teatro San Babila di Milano – h 20.30; mercoledì e domenica h 15.30
Biglietti: 15 euro




“La vita non è un film di Doris Day” in scena al Teatro San Babila

“La vita non è un film di Doris Day” si prepara a debuttare al Teatro San Babila di Milano. L’irriverente commedia, scritta da Mino Bellei  e diretta da Claudio Bellanti, andrà in scena dal 6 al 15 maggio. Protagoniste sul palco  tre grandi interpreti Paola Gassman, Mirella Mazzeranghi e Paola Roman. “La vita non è un film di Doris Day” è spettacolo i centrato su da tre amiche che, alla soglia dei 70 anni,  scelgono proprio il giorno di Natale, il giorno tradizionalmente dedicato alla famiglia e ai buoni sentimenti, per dirsi improvvisamente tutto quello che, per quieto vivere, hanno preferito tacere nei decenni di amicizia precedenti.  Quelli che vanno in scena sono  infatti degli auguri un po’ insoliti, che degenerano fino a diventare al vetriolo. Le tre amiche finiscono, infatti, per rivelarsi senza alcun pudore tutte le scomode verità a lungo celate.  E’ proprio qui che  “La vita non è un film di Doris Day” rivela tutta la sua provocatoria freschezza e la sua dissacrante energia.

“La scelta di mettere in scena “La vita non è un film di Doris Day”, nasce dal desiderio di rendere omaggio all’intelligenza con cui la drammaturgia italiana ha saputo e sa affrontare le questioni profonde dell’esistenza umana” sostiene Bellanti che poi aggiunge: “La commedia di Bellei, attraverso la divertente, dissacrante, provocatoria conversazione di tre vecchie amiche, affronta nodi esistenziali profondi, filtrati da un umorismo esilarante e una ironia feroce”.

DOVE E QUANDO
Teatro San Babila di Milano
martedì – giovedì – venerdì – sabato ore 20.30
mercoledì – domenica ore 15.30




Barbara De Rossi è Medea

Medea di Jean Anouilh debutta al Teatro San Babila il 22 aprile e resterà in scena fino al 1 maggio. Lo spettacolo porta la firma di Francesco Branchetti e vede in scena Barbara De Rossi.

“Mettere in scena oggi “Medea” di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nel suo essere votata ad un amore che non conosce limiti, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole” sostiene il regista.

Più in dettaglio la “Medea” di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica. “In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria. Anouilh, mirabilmente, rende sentimenti e rapporti sempre più assoluti e universali, nella loro più scoperta quanto complessa umanità” ribadisce Branchetti secondo cui: “La tragedia e la vicenda umana ed esistenziale di Medea assumono nel testo significati appunto universali e di straordinaria attualità”.

La regia e lo spettacolo ricostruiranno scenicamente, visivamente, musicalmente, il mondo della protagonista, Medea, e dei suoi sentimenti straordinari, estranei, da emarginata, la sua anima straziata e dolente, capace di piegarsi al dubbio, alla debolezza, addirittura alla tenerezza più struggente, che, secondo me, tanto ci parlerà della condizione universale della donna, pur se indagata in un esempio estremo ed eccezionale.

In scena Medea dolorosamente emarginata vive, insieme alla Nutrice,una condizione di disperata solitudine e, ancora di più, la sua condizione di estraneità dovuta al suo essere barbara e diversa  in una  lotta feroce per la sua dignità di donna e per un amore che non conosce limiti. Quando la sua dignità di donna le verrà negata, la vendetta sarà terribile e inaudita con l’uccisione dei figli. Medea sarà emblema dell’amore e insieme della morte e la tragedia vivrà tutta in lei e nella sua sfaccettata e travolgente personalità; accanto le sarà, in una sorta di controcanto, la Nutrice, personaggio di straordinaria  importanza; e  poi  Giasone, mirabilmente disegnato  da Anouilh nei suoi accenti e aspetti più “umani” ; un Giasone  stanco degli eccessi e del peso di una passione ormai per lui  troppo grande. Creonte sarà, infine, l’incarnazione di un potere fatto di regole che niente e nessuno può mettere in discussione, pena la rottura di equilibri troppo importanti e la dissoluzione di tutto un mondo.

“La regia e lo spettacolo hanno l’intento e l’obbiettivo di restituire al testo la straordinaria capacità, attraverso la voce di Medea e degli altri personaggi, di parlare, di evocare, di “far apparire” un mondo di passioni estreme, di paure, di incubi, di umane debolezze, di solitudine, di lotta disperata per la propria dignità, di forze oscure, misteriose, magiche ed arcane, di pulsioni innominabili, di violenza, in cui tutti noi finiremo per trovare, attraverso la parola di Anouilh, il nostro presente più dilaniato, il nostro oggi cosi travagliato, sia che si parli di rapporti umani, che di guerre, che di contrapposizione fra culture, che di “esuli”, che di lotta per il potere, che di eventi “straordinari” di violenza oppure di  dolore o di sofferenza, che sembrano talvolta evocare il mito  e gli straordinari personaggi mirabilmente disegnati dalla penna di Anouilh” conclude il regista.

DOVE, COME E A QUANTO

Teatro San Babila Di Milano 22 aprile-1 maggio
martedì – giovedì – venerdì – sabato ore 20.30 – domenica ore 15.30
Biglietti da 17 euro