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“Minchia signor tenente” da Faletti a Grosso

“Minchia signor tenente” è una commedia che racconta l’incontro tra l’Italia che c’è e quella che avremmo voluto avere. Un tema oggi più che  mai attuale.  Cinque carabinieri, un tenente e la mafia che li circonda… questa potrebbe sembrare la classica storia del cattivo e dei buoni in cui il bene vince sempre… invece no… Lo spettacolo rappresenta quell’Italia che tante volte ci ha fatto soffrire, ridere, piangere e sperare…dove la riflessione si accompagna al sorriso e al racconto degli ultimi, degli eroi minori che troppo spesso fanno la storia e ne sono dimenticati.  Dopo 300 repliche in dieci anni lo spettacolo si avvia a dare il suo arrivederci al pubblico …per ritrovarlo quanto prima al cinema. Un’occasione quindi da non lanciarsi sfuggire.

“Minchia signor tenente”, opera prima di Antonio Grosso e diretto da Nicola Pistoia, è in scena al Teatro San Babila di Milano dal 20 al 25 marzo e vede tra i suoi protagonisti oltre allo stesso Grosso, anche Gaspare Di Stefano Alessandra Falanga, Francesco Nannarelli, Antonello Pascale, Francesco Stella, Ariele Vincenti e  Natale Russo.

Sicilia “isola, isola bella” come la definisce lo spettacolo in apertura, terra di contraddizioni in un anno, per di più esemplare, il 1992, l’anno delle stragi di mafia.  In un piccolo paesino dell’isola c’è una caserma dei carabinieri, posta sul cucuzzolo di una montagna.  I nostri militari, ognuno proveniente da una diversa regione italiana, affrontano la quotidianità del paesino, dove la cosa che turba di più la gente del posto è il ladro di galline: una volpe. Tra sfottò e paradossi, un matto che denuncia continuamente cose impossibili e situazioni personali, i ragazzi si sentono parte di una famiglia, un’unica famiglia. L’arrivo di un tenente destabilizzerà l’unione dei cinque carabinieri. “Minchia Signor Tenente” racconta la quotidianità, lenta, a volte divertente, interrotta da un importante evento.”Minchia Signor Tenente” è l’espressione amara, quasi sussurrata tra i denti perché “urlarla perché significherebbe insubordinazione”, ma che, allo stesso tempo, esce dal cuore. Non n dirla significherebbe arrendersi al male.   “Ho cercato di rappresentare al massimo il rapporto di quotidianità che un gruppo di carabinieri ha dovuto affrontare durante gli anni in cui il nostro paese era devastato dalla furia omicida della mafia. Come può reagire una piccola caserma in un piccolo paese dopo l’uccisione di CassaràDalla ChiesaFalcone? “Minchia Signor Tenente”, non è il solito spettacolo in cui si cerca di raccontare le storie dei protagonisti della guerra di mafia. Ma è semplicemente parlare in modo leggero, addirittura comico, di un argomento che è stato per anni il cancro della nostra società”.

Nicola Pistoia rappresenta rapporto di quotidianità che accompagna i cinque  militari sembrano non accorgersi della guerra di mafia che perversa nel Paese, di cui arrivano solo delle notizie fugaci, ma la loro terra sembra uno stato nello stato, in cui tutto ciò non può succedere, in cui tutto ciò è solo fantasia.  Ma quando ci si alza dalla poltrona si realizza che forse il racconto andato in scena non riguarda solo il passato. “La mafia prima era presente con bombe, attentati e omicidi: oggi tutto questo non c’è più, ed oggi che si presenta silenziosa e sembra essere sconfitta, proprio oggi la mafia è a mio avviso più pericolosa che mai” sosteneva infatti Grosso presentando lo spettacolo.

Il titolo dello spettacolo richiama apertamente “Signor tenente” presentata a Sanremo da Giorgio Faletti nel 1994 in cui l’autore (ex comico di Drive in e in seguito apprezzato scrittore) denunciava al pubblico nazional-popolare del Festival, abituato a ben altri temi (“sole, cuore e amore ” cantavano per la’ppunto anni dopo), le stragi di mafia e la sotto valutazione del ruolo dei carabinieri come argine della legalità nel Paese.

“…Minchia signor tenente e siamo qui con queste divise
Che tante volte ci vanno strette
Specie da quando sono derise da un umorismo di barzellette
E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese
Dove ci tocca farci ammazzare per poco più di un milione al mese
E c’è una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giù
E farla scendere è una parola
Se chi ci ammazza prende di più di quel che prende la brava gente”

Giorgio Faletti – 1994

Grosso, in merito raccontava qualche tempo fa “Era l’anno 1994,il Festival di Sanremo  era arrivato quasi alla fine,  Pippo Baudo aveva la busta con il nome del vincitore, erano rimasti in due: Aleandro Baldi con il brano “Passerà” e Giorgio Faletti con “Signor Tenente”. Ricordo gli occhi di mio padre fissi che penetravano il televisore. Papà disse “Se vince Faletti, L’Italia cambia…” Faletti non vinse e L’Italia rimase sempre quello che era e che è…la patria dei “rifugiati”. Io figlio di un ex maresciallo dei carabinieri ho provato forse, dopo un po’ di anni, quella sensazione che mio padre provò allora. Da bambino io vivevo nel terrore, quando ascoltavo la radio, oppure guardavo la televisione e vedevo parlare di carabinieri, poliziotti che a “causa” soltanto del loro lavoro, venivano ammazzati senza alcuna pietà. La mia paura era che mio padre avesse dovuto fare lo stesso lavoro dei suoi colleghi morti ammazzati. Intanto il tempo è passato e qualche anno fa, per caso, ho riascoltato il brano “Signor Tenente” alla radio, improvvisamente la paura e la voglia di reagire sono contemporaneamente riemersi e non avendo altro strumento che la scrittura, ho elaborato lo spettacolo “Minchia Signor Tenente”. C

 




Debutta “Il Seduttore”

“Il Seduttore” debutta il 14 novembre al Teatro San Babila di Milano dove resterà in scena fino al 19 novembre. La commedia di Diego Fabbri, diretta da Alessio Pizzech, vede in scena Roberto Alpi, Laura Lattuada, Isabel Russinova e Agnese Nano.

“Il Seduttore” è una commedia brillante che si dipana tra intrecci amorosi ed equivoci senza comunque tralasciare momenti più profondi di riflessione. Il protagonista, Eugenio (Roberto Alpi), gestisce un’agenzia di viaggi ed è sposato con Norma ma intrattiene addirittura due relazioni extraconiugali: la prima con Wilma, la seconda con Alina, segretaria presso l’agenzia.

Tre donne, tre luoghi e tre modi di vivere una relazione sentimentale totalmente differenti. Norma è alla ricerca di un amore fedele, ma insegue qualcosa che ormai è finito; Wilma è impegnata in una guerra costante e radicale con Eugenio in cui carne e sensualità diventano privilegiato campo di battaglia; infine Alina, proiettata in un sogno di fuga dalla realtà, in un gioco di emozioni eccitante e leggero.

La storia di Eugenio “Il Seduttore” è legata, seppure indirettamente, alla perdita del figlio avuto da Norma. Egli promette a ognuna amore sincero e viaggi lontani in geografie a dir poco immaginarie. Con perfido cinismo fa in modo che le tre donne si incontrino in un Caffè, imbastendo un gioco rocambolesco di equivoci e situazioni tragicomiche. Il tutto per divertirsi nel vederle parlare assieme, inconsapevoli, dello stesso uomo. L’epilogo sarà sorprendente.

Tre racconti di un unico femminile, declinazioni di un’unica esistenza. “Il Seduttore” le usa, le manovra alla ricerca disperata di una identità che solo le tre donne possono dargli. “Il Seduttore” come un novecentesco Don Giovanni, cerca così in loro un appagamento di una mancanza profonda che riverbera nelle pieghe della sua anima; l’infanzia stroncata del suo unico figlio rivive in lui, nel suo atteggiamento bambino ed infantile che inganna e seduce.

 




Gaia De Laurentiis è L’inquilina del piano di sopra

Dal 28 febbraio al 5 marzo, Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero portano in scena, al Teatro San Babila, una elegante favola moderna: L’inquilina del piano di sopra di Pierre Chesnot.

Una commedia dai buoni sentimenti che ride dei rapporti di coppia e di eventi come il tentativo di suicidio più volte minacciato dalla protagonista. Una commedia che mette il buon umore e fa amare la vita, proprio perché ridicolizza il dramma che ognuno di noi ha in sé perché “Ormai sei nato e non c’è più niente da fare!!!

Due personaggi in crisi esistenziale ed un terzo, l’amica di lei, che al giro di boa degli anta, quaranta lei e cinquanta e più lui, fanno i conti con il loro passato e si interrogano sulle aspettative del futuro.

Solitudine e incomunicabilità accomunano i protagonisti che, in un torrido agosto, sembrano essere gli unici superstiti di una Parigi deserta. Dopo il tragicomico tentativo di suicidio che si trasforma in una grottesca richiesta d’aiuto, “l’inquilina del piano di sopra” Sophie accetta, come ultimo tentativo, la sfida dell’amica Suzanne: rendere felice un uomo, il primo che le capiti a tiro. Un modo per dare senso alla propria vita dopo ventennali tentativi di rapporti andati a male.
L’incontro è inevitabile: lui Bertrand, unico scapolo scontroso del palazzo, personalità eccentrica, professore universitario che si diletta nella costruzione di marionette, pupazzi e meccanismi automatizzati, diventa il protagonista involontario della vicenda.

Inizia così il gioco dell’innamoramento in un alternarsi di stati d’animo che trascinano i due dal pianto al riso mentre si scoprono simili più di quanto possa apparire: insieme trovano la capacità di sdrammatizzare le piccole tragedie quotidiane per affrontare con leggerezza e lucidità la paura della solitudine.

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L’inquilina del piano di sopra

TEATRO SAN BABILA
Corso Venezia, 2/A – 20121 Milano -Tel. 02 798010
info@teatrosanbabilamilano.it
www.teatrosanbabilamilano.it

Biglietti da 15 a 32




Nicola Vaporidis in scena a Milano

Nicolas Vaporidis, Luca Angeletti, Augusto Fornari e Toni Fornari saranno in scena dal 22 al 27 novembre  al Teatro San Babila con la commedia “Finchè giudice non ci separi”, scritta a quattro mani  da Andrea Maia, Augusto Fornari, Toni Fornari, Vincenzo Sinopoli.   “Finche giudice non ci separi”, diretta da Augusto Fornari, trascina lo spettatore all’interno di un piccolo appartamento dove tra sensi di colpa, arrabbiature, disperazione, ironia e sarcasmo si snodano le vicende di quattro amici alle prese con la separazione dalle loro mogli.

Quattro amici, interpretati appunto da Luca Angeletti, Augusto Fornari, Toni Fornari, e Nicolas Vaporidis vivono tutti la stessa situazione di uomini separati, con le difficoltà che sono costretti ad affrontare, a questa già complicata situazione si aggiunge l’inaspettata presenza della vicina di casa, interpretata da Laura Ruocco che stravolge il già precario equilibrio del gruppo.

“Finchè giudice non ci separi” annovera tra i suoi interpreti alcuni dei volti più amati dalla tv e dal cinema nelgi ultimi anni, da Nicolas Vaporidis, indimenticabile in “Notte prima degli esami”, a Luca Angeletti (il Giulio di “Tutti pazzi per amore), Augusto Fornari interprete del cult di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast”, fino a Laura Ruocco (nel cast di “Stasera che sera”) e a Tony Fornari (tra gli interpreti de “La Mandrakata” e “Cuore contro cuore”).  

 

DOVE, COME E A QUANTO – “Finchè giudice non ci separi”
Teatro san Babila di Milano 22-27 novembre
Orari: martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30; mercoledì e domenica ore 15.30
Biglietti da 15 euro




Arlecchino torna a Milano

Arlecchino servitore di due padroni apre il 25  ottobre  la Stagione  del Teatro San Babila dove rimarrà in scena fino al 30 ottobre. Firma lo spettacolo Carlo Boso che ha trasposto la celebre commedia di Carlo Goldoni nella Milano del secondo dopoguerra. In scena la compagnia Cantina Rablé. Nella parte di Arlecchino, Davi Anzalone.

La scena di Arlecchino servitore di due padroni si apre nella Milano del 1947, dove le ferite della guerra sono ancora vive e l’Italia è tutta da ricostruire. La girandola di personaggi e di trame della commedia vedono al centro Arlecchino, un reduce della campagna di Russia, che per svincolarsi da situazioni critiche, non fa altro che creare guai su guai. Arlecchino soffre la fame, mente, corteggia, ama, serve contemporaneamente due padroni, pasticcia la trama e la risolve, in un carosello fatto di lazzi, trovate di spirito e colpi di scena.  ).

 “Per questa nuova edizione dell’Arlecchino servitore di due padroni ho tenuto conto di tre fattori: il primo rispettare la forma drammaturgica utilizzata da Carlo Goldoni, il secondo riattualizzare l’opera inscrivendo l’azione drammatica in un’epoca più contemporanea, terzo far sì che il ruolo del protagonista Arlecchino sia sostenuto da David Anzalone, un attore caratterizzato da particolari capacità motorie” spiega Boso che, per quanto riguarda la scelta di  far agire i personaggi in una Milano somigliante più a una Chicago degli anni ’30 che non all’attuale capoluogo lombardo, commenta: “è stata dettata dalla necessità di creare un particolare contesto per far agire quei personaggi rappresentanti del mondo dell’imprenditoria, della finanza e degli interessi pubblici e privati che caratterizzarono la fase della ricostruzione economica e morale del Bel Paese”. Solo una volta saziata la fame il “nostro “Arlecchino potrà finalmente pensare all’amore e partecipare anche alla ricostruzione del Paese.

DOVE, COME E A QUANTO

Teatro San Babila di Milano 25-30 ottobre
martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.30. mercoledì – domenica ore 15.30
Biglietti da 15 euro




Al via la nuova stagione del Teatro San Babila

Al via la stagione al Teatro San Babila di Milano, una stagione ricca di novità e di conferme capace di attrarre un pubblico sempre più vasto.

Per quanto riguarda la Stagione di Prosa si fa particolare riferimento ad una ricerca teatrale drammaturgica che privilegia spettacoli che sanno coniugare sapientemente divertimento, tradizione, innovazione. Il cartellone sarà incentrato sulla programmazione di teatro contemporaneo proposto da compagnie primarie del panorama nazionale con particolare attenzione alle nuove generazioni, autori italiani e stranieri con protagonisti della scena affermati e giovani promesse.

Prosegue con tre grandi titoli la Stagione d’Operetta con la Compagnia Elena D’Angelo con la quale il Teatro ha iniziato un percorso artistico nel 2015, gli eleganti allestimenti e l’orchestra dal vivo caratterizzeranno la rassegna. La stagione è arricchita anche da tre incontri storico-musical-culturali per un viaggio nel tempo, in musica, alla riscoperta di personaggi, eventi, aneddoti, curiosità e costumi che hanno fatto la storia dell’operetta.

Il San Babila, grazie ai legami costituiti con il territorio, accoglie in partnership l’Associazione Mascherenere espressione del territorio metropolitano attraverso un progetto pluriennale intitolato Festival Mythos, un percorso artistico nato dall’incontro e dal confronto del Teatro e dell’Associazione Mascherenere con il regista Vittorio Vaccaro.

Accanto al cartellone classico verrà proposta una rassegna per le famiglie intitolata Sanbabyla, dedicata ai bambini, ai genitori ed ai nonni. Le fiabe più belle allestite in tanti generi diversi: teatro d’attore, teatro di figura, teatro di animazione, teatro di narrazione.

 

STAGIONE PROSA 2016-2017

dal 25 al 30 ottobre

CANTINA RABLÉ

DAVID ANZALONE

ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI

di Carlo Goldoni

regia Carlo Boso

 

Milano 1947, le ferite della guerra sono ancora vive e l’Italia è tutta da ricostruite. In casa di Bagnasco, vecchio palazzinaro senza scrupoli, si sta assistendo alla promessa di matrimonio tra sua figlia Clarice e Silvio, figlio dell’Onorevole Roma. I due sono innamorati ed è una fortuna che possano promettersi, dato che Calogero Vizzini, noto mafioso siciliano cui Clarice era destinata, è morto in una lite a causa della sorella di lui, Beatrice. Inaspettatamente, nella scena irrompe proprio Calogero Vizzini, venuto a Milano per incontrare la sua futura sposa. In realtà, colui che si presenta in casa degli allibiti personaggi è Beatrice Vizzini, sorella del defunto in vesti da uomo per poter andare in cerca di Lucky Lucania, boss della mala italoamericana e suo amante, fuggito a Milano in seguito al colpo mortale inferto di sua mano proprio a Calogero. Tutti i personaggi saranno vittime delle bugie e dell’ingordigia del servitore Arlecchino, un reduce della campagna di Russia che, per svincolarsi da situazioni critiche, non fa altro che creare guai su guai. Arlecchino soffre la fame, mente, corteggia, ama, serve contemporaneamente due padroni, pasticcia la trama e la risolve, in un carosello fatto di lazzi, trovate di spirito e colpi di scena.

dall’8 al 13 novembre

ALESSANDRO BENVENUTI

CHI È DI SCENA

testo e regia Alessandro Benvenuti con Paolo Cioni   Maria Vittoria Argenti

Quel che appare si scopre tutt’altro che vero, e quel che è vero si svela in un intreccio giocoso e imprevedibile. Una specie di doppio salto mortale drammaturgico accompagna lo spettatore a un finale assolutamente inaspettato. Un gioco leggero con le vicende pubbliche e private dei tre protagonisti, sull’intreccio tutt’altro che evidente dei loro rapporti, affrontando insieme tematiche di grande attualità sociale.

Un linguaggio forte, pastoso, assolutamente esplicito, lineare, venato di ironia con punte di corrosività sarcastica e sempre di una comicità istintiva e feroce.

dal 22 al 27 novembre

LUCA ANGELETTI   AUGUSTO FORNARI   TONI FORNARI

LAURA RUOCCO NICOLAS VAPORIDIS

FINCHÉ GIUDICE NON CI SEPARI

di A. e T. Fornari, A. Maia, V. Sinopoli

regia Augusto Fornari

E’ la storia di Mauro, Paolo, Roberto e Massimo, quattro amici, tutti separati.

Massimo è fresco di separazione e ha appena tentato di togliersi la vita. Il giudice gli ha levato tutto: la casa, la figlia e lo ha costretto a versare un cospicuo assegno mensile alla moglie. Con quello che resta del suo stipendio si può permettere uno squallido appartamento, 35 mq, ammobiliato Ikea.

I tre amici gli stanno vicino per rincuorarlo e controllare che non riprovi a mettere in atto l’insensato gesto. Ognuno dà consigli su come affrontare la separazione, questa nuova situazione e come ritornare a vivere una vita normale. Proprio quando i tre sembrano essere riusciti a riportare alla ragione il loro amico, un’avvenente vicina di casa suona alla porta. Massimo ha una crisi isterica, perché la vicina è…

Una commedia sulla separazione, una girandola di situazioni, divertenti e paradossali, con mobili che si montano e si smontano mentre si parla in maniera divertente, arrabbiata ed esilarante di dubbi, colpe, ragioni, torti e ricatti da affrontare quando un matrimonio finisce.

dal 13 al 18 dicembre e 31 dicembre

COMPAGNIA TEATRO SAN BABILA

DOPPIA COPPIA

di Derek Benfield

regia Marco Vaccari

Ferris accetta controvoglia, di occuparsi dell’hotel della sorella durante una breve vacanza di lei, non immaginando quante cose possono accadere in una sola serata di primavera.

Arriva inaspettatamente una coppia: Roger e Sally (lui ha lasciato la moglie Helen a casa a badare ai pesci rossi e lei il marito Geoff a fare il giardinaggio); ma Helen e Geoff non sono a casa. Anche loro hanno pianificato un fine settimana di goduria. E così finiscono nello stesso albergo.

Quando Ferris si rende conto della situazione che si è venuta a creare si imbarca in una serie di bugie, confusioni, iniziative inconsulte e pasticci nel tentativo di evitare l’incontro di mariti, mogli, amanti in situazioni compromettenti e cercando di trarre dalla situazione un proprio tornaconto economico.

L’ennesimo gioco dell’autore inglese per ironizzare sulle piccinerie umane e muovere i personaggi come burattini è di nuovo servito. La scorsa stagione la Compagnia Teatro San Babila aveva allestito “Toccata e fuga” sempre di Derek Benfield.

dal 17 al 22 gennaio

ETTORE BASSI   EDY ANGELILLO   ELEONORA IVONE   GIORGIO BORGHETTI

L’AMORE MIGLIORA LA VITA

testo e regia di Angelo Longoni

 

Due coppie di genitori molto preoccupati. Una cena inevitabile. Due figli felici. Una tensione incontrollabile. Una parola inaccettabile: omosessualità. Quando i giovani hanno tutto da insegnare e niente da imparare dagli adulti. Che l’amore migliori la vita può sembrare un’ovvietà, un’affermazione talmente scontata da sembrare inutile. In realtà la nostra esistenza è invasa da altri sentimenti sempre più predominanti e che fanno parte del corredo del nostro vivere sociale: la rabbia e la paura. Siamo talmente concentrati sul nostro malessere da dimenticarci ciò che di bello potremmo avere se solo fossimo meno ottusi. L’ottusità è la caratteristica di tutti coloro che, pensando solo nei termini del proprio ambiente ristretto, attribuiscono alle proprie idee un significato universale. Così non ci accorgiamo della ristrettezza mentale che accorcia il nostro campo visivo e che ci rende mediocri, condannandoci alla pratica costante dell’ipocrisia. Una commedia scorretta sulla necessità di comprendere se stessi e le persone che ci sono vicine e che più amiamo.

Due coppie di genitori si trovano per discutere di un problema che riguarda i propri figli maschi appena divenuti maggiorenni. All’inizio i quattro sembrano essere molto civili e dimostrano di avere a cuore solo il bene dei propri ragazzi ma, quando si tratta di discutere della loro omosessualità e della loro volontà di vivere apertamente il loro amore, le cose si complicano notevolmente.

dal 31 gennaio al 5 febbraio

SERGIO MUNIZ

FRANCESCA NUNZI   DIEGO RUIZ MARIA LAURIA

CUORI SCATENATI

testo e regia di Diego Ruiz

Il ritorno di fiamma, si sa, può essere molto pericoloso.

Quando il fuoco della passione sia accende tra Diego e Francesca, le scintille divampano in maniera esagerata! Se poi a spegnere l’incendio ci si mette uno come Sergio, la situazione diventa veramente incontrollabile!

E cosa succederebbe se la futura sposa, praticamente con un piede sull’altare, venisse a scoprire tutto?

Una coppia scoppiata da anni si incontra clandestinamente per un’insensata ultima notte d’amore prima di suggellare il divorzio definitivo, ma gli imprevisti sono dietro l’angolo, anzi dietro la porta.

Il rapporto di coppia e le sue innumerevoli sfaccettature, gli amori ormai finiti che in realtà non finiscono mai. Vale la pena dare una seconda possibilità? Oppure si rischia di ritrovarsi la solita minestra riscaldata?

Riuscirà mai un nuovo amore a non subire il fastidiosissimo paragone con quello precedente? E come la mettiamo col tradimento? La fedeltà è una predisposizione mentale, una scelta morale o un’imposizione?

Tutti i personaggi si trovano nel posto sbagliato nel momento più sbagliato e danno vita a una girandola di equivoci e situazioni paradossali. Dovranno ricorrere a tutto il loro sangue freddo per gestire una serata che li metterà a dura prova. Una serata che farà a dir poco fibrillare quattro cuori scatenati!

dal 14 al 19 febbraio

ATTORI & TECNICI

ANNALISA DI NOLA   STEFANO MESSINA CARLO LIZZANI   MARCO SIMEOLI

TERAPIA DI GRUPPO

di Christopher Durang regia Stefano Messina

Bruce e Prudence si incontrano in un ristorante grazie ad un annuncio pubblicato sul giornale. Lui è bisessuale con crisi di pianto e lei giornalista omofobica in cerca del principe azzurro. Il loro incontro sarà un totale disastro. Cercheranno conforto presso i loro rispettivi analisti che si riveleranno ancor più confusi dei loro pazienti Quello di lei, Stuart, macho libidinoso con cui Prudence ha avuto una “veloce” relazione che le proibisce per gelosia di incontrare Bruce. Quella di lui, Signora Wallace, che esorta anche con atti estremi a esprimere le proprie emozioni, dimentica le parole e si interfaccia con i suoi clienti attraverso un peluche. Bruce e Prudence grazie ad un secondo annuncio sul giornale cominceranno a frequentarsi più per necessità che per passione, mettendo in relazione gli altri protagonisti delle rispettive vite: oltre ai due analisti infatti Prudence sarà costretta ad incontrare Bob il fidanzato di Bruce anche lui in analisi presso la Signora Wallace chiamata a sedare le sue manie suicide. Chiude Andrew, ex galeotto e cameriere del ristorante dove tutti alla fine tra urla e sparatorie finiranno per incontrarsi e in qualche modo riconciliarsi.

dal 28 febbraio al 5 marzo

GAIA DE LAURENTIIS   UGO DIGHERO

L’INQUILINA DEL PIANO DI SOPRA

di Pierre Chesnot

regia Stefano Artissunch

Una favola sul dramma della solitudine, per mettere il buon umore e fa amare la vita ridicolizzando il dramma che ognuno di noi ha in sé… “Ormai sei nato… non c’è più niente da fare!!!”

Due personaggi in crisi esistenziale ed un terzo l’amica di lei, che al giro di boa degli anta, quaranta lei e cinquanta e più lui, fanno i conti con il loro passato e si interrogano sulle aspettative del futuro.

Una prospettiva fatta di solitudine e incomunicabilità che accomuna i protagonisti loro malgrado in un torrido agosto in cui sembrano gli unici superstiti di una Parigi deserta. Dopo il tragicomico tentativo di suicidio che si trasforma in una grottesca richiesta d’aiuto, “l’inquilina del piano di sopra” Sophie accetta, come ultimo tentativo, la sfida dell’amica Suzanne: rendere felice un uomo, il primo che le capiti a tiro. Un modo per dare senso alla propria vita dopo ventennali tentativi di rapporti andati a male.

L’incontro è inevitabile: lui Bertrand, unico scapolo scontroso del palazzo, personalità eccentrica, professore universitario che si diletta nella costruzione di marionette, pupazzi e meccanismi automatizzati, diventa il protagonista involontario della vicenda.

Inizia così il gioco dell’innamoramento in un alternarsi di stati d’animo che trascinano i due dal pianto al riso mentre si scoprono simili più di quanto possa apparire: insieme trovano la capacità di sdrammatizzare le piccole tragedie quotidiane per affrontare con leggerezza e lucidità la paura della solitudine.

dal 14 al 19 marzo

PINO QUARTULLO   ROSITA CELENTANO   ATTILIO FONTANA

QUALCHE VOLTA SCAPPANO

di Agnès e Daniel Besse

adattamento e regia di Pino Quartullo

Sembra una sera come tante altre, in casa di Alessandro e Marzia. Sposati da oltre vent’anni, professionalmente realizzati, e legatissimi al loro cane Toutoù, i due coniugi all’improvviso vedono crollare il loro mondo, le loro certezze. O almeno quelle che credevano tali. Alessandro ha portato fuori per il giretto serale Toutoù, ma ahimè rientra a casa senza di lui. Tragedia. Il cane è fuggito. Non si è perso come Marzia rimprovera ad Alessandro, non è stato abbandonato come tante, troppe volte, accade. No. La sua è una deliberata dichiarazione di ribellione. Perché un cane ha una sua identità, una sua dignità. E perché all’improvviso l’amato quadrupede di casa diviene il rivelatore di disagi e compromessi, l’elemento sublimante di carenze affettive, di vuoti opportunamente celati, ed il detonatore di segreti, complice l’arrivo dell’amico Paolo, figura chiave nella vicenda e nella movimentata serata. Commedia ironica e pungente che rivela il legame oggi fortissimo, a tratti paradossale ma diffusissimo che si instaura con i propri animali domestici. Essi smettono di essere considerati tali per essere umanizzati in un eccesso di amore, o nel desiderio di trovare in loro affetti, legami e corrispondenze amorose.

Ci si riconoscerà in Marzia, in Alessandro o in Paolo?

dal 4 al 9 aprile

MARIANGELA D’ABBRACCIO   BLAS ROCA REY

GIANCARLO RATTI   NICOLETTA DELLA CORTE

CANCUN

di Jordi Galceràn

regia Marco Mattolini

Una commedia surreale sulle relazioni e i desideri inconfessabili dell’amore coniugale.

Due coppie di amici vanno in vacanza a Cancun, meta perfetta per celebrare oltre vent’anni di amicizia. Tutto sembra perfetto all’arrivo: Francesca e Giovanni con Laura e Paolo si godono il paradiso che li accoglie, in un ambiente naturale, da favola, ma festeggiano forse con troppe bollicine il loro arrivo.

L’ebbrezza infatti porta a rivelare dei segreti che sarebbe stato meglio restassero tali, rendendoli consapevoli che le cose in passato sarebbero potute andare in maniera diversa. Ma se la vita nella quale si erano riposte tante aspettative si è rivelata meno bella del previsto, cosa può succedere? E se i desideri più inconfessabili

per uno strano gioco del destino si potessero realizzare? Galceràn, commediografo catalano, è maestro nell’esplorare i rapporti contemporanei tra uomo e donna, con un occhio ironico, divertente, ma mai banale, passando con disinvoltura dal tono della commedia a quello sofisticato per una storia contemporanea

 

 

STAGIONE OPERETTA 2016-2017

COMPAGNIA D’OPERETTE ELENA D’ANGELO

 

Accendere i riflettori dei palcoscenici italiani sul mondo dell’Operetta raggiungendo anche un pubblico giovane è l’ambizioso obiettivo della Compagnia d’Operette Elena D’Angelo fondata nel 2014 dalla stessa cantante soprano. La soubrette, dopo una ricca carriera sui palcoscenici dei maggiori teatri, prosegue la collaborazione con il Teatro San Babila anche nella Stagione 2016-2017. Tre grandi titoli, eleganti allestimenti, un corpo di ballo formato da otto ballerini professionisti e la musica dal vivo con l’orchestra diretta dal maestro Sandro Cuccuini

 

sabato 3 dicembre ore 20.30 – domenica 4 dicembre ore 15.30

IL PAESE DEI CAMPANELLIOperetta in tre atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato

 

sabato 25 febbraio ore 20.30 – domenica 26 febbraio ore 15.30

LA VEDOVA ALLEGRA – Operetta in tre atti di Victor Léon e Leo Stein

musiche di Franz Lehar

 

Sabato 1 aprile ore 20.30 – domenica 2 aprile ore 15.30

SCUGNIZZA – Operetta in tre atti di Carlo Lombardo e Mario Costa

 

 




Debutta “Ciò che vide il maggiordomo”

“Ciò che vide il maggiordomo”, tra i testi più rappresentativi di Joe Orton, debutta al teatro san Babila di Miano. la commedia, diretta da Marco Vaccari, sarà in scena dall’8 al 17 aprile.

L’azione in “Ciò che vide il maggiordomo” di svolge  nello studio psichiatrico del Dottor Prentice il quale tenta di sedurre un’apprendista segretaria forse un po’ troppo ingenua. L’irruzione della moglie nevrotica, quella di un allucinante e irreprensibile ispettore sanitario, di un maldestro fattorino d’albergo e di un poliziotto con dubbie capacità investigative fanno il resto.

Imbarazzi, scambi d’identità, aggressioni ed inseguimenti, equivoci e diagnosi affrettate, travestimenti e scomparse improvvise. Quello proposto da Orton in “Ciò che vide il maggiordomo” è un meccanismo ad orologeria che fa saltare ogni certezza e travolge ogni logica utilizzando personaggi esasperatamente folli. Con un dialogo paradossale e arguto in parte influenzato da Oscar Wilde e dal teatro dell’assurdo il dissacrante autore inglese celebra l’apologia del caos.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro San Babila di Milano dall’8 al 17 aprile
Biglietti da 17 euro




Barbara De Rossi è Medea al San Babila

Barbara De Rossi è Medea al Teatro San Babila di Milano. La tragedia, diretta da Francesco Branchetti, sarà in scena dal 26 febbraio al 2 marzo. In scena anche Branchetti nel ruolo di Giasone, Tatiana Winteler nel ruolo della nutrice, Lorenzo Costa nel ruolo di Creonte e Fabio Fiori nel ruolo del ragazzo e della guardia. Firma le musiche Pino Cangialosi, mentre scene e costumi portano la firma di Clara Surro

“Mettere in scena oggi “Medea” di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nel suo essere votata ad un amore che non conosce limiti, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole” spiega Branchetti. A giudizio del regista, la “Medea” di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica. “In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria. Anouilh, mirabilmente, rende sentimenti e rapporti sempre più assoluti e universali, nella loro più scoperta quanto complessa umanità. La tragedia e la vicenda umana ed esistenziale di Medea assumono nel testo significati appunto universali e di straordinaria attualità” sostiene Branchetti.

La regia e lo spettacolo ricostruiranno scenicamente, visivamente, musicalmente, il mondo della protagonista e dei suoi sentimenti “straordinari”, “estranei”, da “emarginata”, la sua anima straziata e dolente, capace di piegarsi al dubbio, alla debolezza, addirittura alla tenerezza più struggente, che parlerà della condizione universale della donna, pur se indagata in un esempio estremo ed eccezionale. “In scena  Medea dolorosamente emarginata vive, insieme alla Nutrice, una condizione di disperata solitudine e, ancora di più, la sua condizione di estraneità dovuta al suo essere “barbara” e “diversa”  in una  lotta feroce per la sua dignità di donna e per un amore che non conosce limiti. Quando la sua dignità di donna  le verrà negata, la  vendetta sarà terribile e inaudita con  l’uccisione dei figli. Medea  sarà  emblema dell’amore e insieme della morte e la tragedia vivrà tutta in lei e nella sua sfaccettata e travolgente personalità” racconta il regista. Accanto a Medea vi sarà, in una sorta di controcanto, la Nutrice, personaggio di straordinaria importanza; e poi Giasone, mirabilmente disegnato da Anouilh  nei suoi accenti e aspetti più “umani”, un Giasone  stanco degli eccessi e del peso di una passione ormai per lui  troppo grande. Creonte sarà, infine, l’incarnazione di un potere fatto di regole che niente e nessuno può mettere in discussione, pena la rottura di equilibri troppo importanti e la dissoluzione di tutto un mondo.

“La regia e lo spettacolo hanno l’intento e l’obbiettivo di restituire al testo la straordinaria capacità, attraverso la voce di Medea e degli altri personaggi, di parlare, di evocare, di “far apparire” un mondo di passioni estreme, di paure, di incubi, di umane debolezze, di solitudine, di lotta disperata per la propria dignità, di forze oscure, misteriose, magiche ed arcane, di pulsioni innominabili, di violenza, in cui tutti noi finiremo per trovare,  il nostro presente più dilaniato” conclude Branchetti.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro San Babila di Milano-26 febbraio 2 marzo
martedì – giovedì – venerdì – sabato ore 20.30-mercoledì – domenica ore 15.30
Biglietti da 17 euro




“Il marito di mio figlio” in arrivo al Teatro San Babila

Al Teatro San Babila di Milano va in scena l’attualità. Mentre a Roma proseguono i lavori sul Ddl Cirinnà e le piazza si spaccano sul tema, al Teatro San Babila di Milano è in arrivo, il prossimo 12 febbraio, “Il marito di mio figlio”, una moderna commedia degli equivoci che affronta con ironia un tabù sulla cresta dell’onda in tutto il mondo: il matrimonio gay. “Il marito di mio figlio” è una storia dai toni brillanti, a tratti comici, che si nutre della psicologia dei personaggi e si addentra con disinvolta leggerezza nei loro intrecci familiari. L’autore, Daniele Falleri,  si diverte a mettere in scena tutti i più diffusi pregiudizi , giocando argutamente con i vari cliché per poi demolirli implacabilmente ad uno ad uno. Il cast, composto da fuoriclasse della comicità (Eva Grimaldi, Andrea Roncato, Pietro de Silva, Pia Engleberth, Ludovico Fremont, Roberta Grazia e Andrea Standardi), diverte e spinge, al contempo, alla riflessione.

Ne “Il marito di mio figlio”,  Giorgino e Michele (alias George & Michael) decidono di affrontare i rispettivi genitori convocandoli nel loro appartamento per comunicare loro la notizia del matrimonio. Ma la rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi e da cui scaturisce una vera e propria commedia degli equivoci. “Il punto di vista si colloca inequivocabilmente all’esterno della coppia di sposi. Chi parla è una mamma o un papà. Questo è ciò che più mi interessa, indagare sull’istituzione famiglia. Sull’effetto deflagrante che una notizia inaspettata e sconvolgente ha sull’ipocrisia di facciata del nucleo familiare come metafora di una società. Le famiglie di Michael e George sarebbero potute andare avanti sull’onda delle convenzioni per anni, forse per sempre. Rapporti sedimentati su codici falsi e apparentemente inamovibili. Ma la comparsa di un elemento imprevisto (e qui fa la sua entrata trionfale il matrimonio gay) smantella gli equilibri costituiti e obbliga tutti a rifare i conti con se stessi e il resto del mondo, riesaminando ex novo tutto ciò che ci circonda e che davamo per scontato” sostiene Daniele Falleri per poi aggiungere: “I personaggi sono raccontati per quello che sono senza alcun giudizio e con un incondizionato affetto. Tutti hanno un lato più nobile e uno più meschino. Tutti sbagliano, inciampano, cadono e infine si rialzano. Ognuno è costretto a rimboccarsi le maniche e ad inventarsi il proprio cammino verso un nuovo equilibrio facendosi largo con gli strumenti che ha a disposizione, che siano una mazzetta di soldi o un rossetto per le labbra”.

DOVE; COME E A QUANTO
Dal 12 al 21 febbraio al Teatro San Babila di Milano
martedì – giovedì – venerdì – sabato ore 20.30
mercoledì – domenica ore 15.30
Biglietti da 17  euro

 




Cin Cin Là in arrivo al Teatro San Babila di Milano

La Compagnia Grandi Spettacoli porta Cin Cin Là al Teatro San Babila di Milano con la regia di Gianni Versino e la direzione di Marcella Tessarin. L’appuntamento è per il prossimo fine settimana, sabato 21 novembre e domenica 22. In scena, oltre al il corpo di ballo e all’orchestra  della compagnia, ci saranno anche Alena D’Angelo e Umberto Scida.

Cin Cin Là è un’operetta scritta in tre atti composta dal tandem  Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato nel 1925, subito dopo il successo ottenuto dagli stessi autori per  “Il Paese dei Campanelli”. Cin Ci Là è una favola assurda, divertente e, per l’epoca, persino un po’ piccante

Siamo a Macao, in una Cina da cartolina illustrata ed in pieno Cion-ki-sin. Il Cion-ki-sin fa parte delle antiche tradizioni cinesi ed è un periodo particolare durante il quale sono sospesi divertimenti e lavoro fin quando i Principi della casa regnante, dopo essersi sposati, non avranno consumato il matrimonio. I due sposi sono giovani e tutto farebbe pensare ad un Cion-ki-sin di breve durata, ma ahimè Ciclamino e Myosotis, non hanno le idee molto chiare su quelli che sono i doveri matrimoniali. Il mandarino Fon-Ki, padre di Myosotis è disperato: come far finire il Cion-ki-sin?

Semplice. Basterà trovare un’istruttrice con i fiocchi per Ciclamino e chi meglio dell’attrice cinematografica Cin Ci Là, sua ex amante appena giunta da Parigi per girare un film, gli potrà risolvere l’annoso problema? Intanto sulle tracce della bella Cin Cin Là giunge a Macao il suo eterno e sfortunato innamorato Petit-Gris che, scoperta l’alta missione cui si sta dedicando la sua amata, non perde l’occasione per renderle pan per focaccia ed “istruire” a sua volta la dolce ed ingenua principessa Myosotis. Ma la cosa si scopre ben presto e Fon-Ki, padre della principessa va su tutte le furie. A salvare la situazione ci penserà ancora una volta Cin Ci Là che, convinti i principini a ritrovarsi finalmente tutti soli in una bella notte stellata, terminerà di girare il suo film e tornerà a Parigi con l’inseparabile Petit-Gris.

DOVE, QUANDO E A QUANTO
TEATRO SAN BABILA – Corso Venezia, 2/A – 20121 Milano
21 novembre ore 20.30 – 22 novembre ore 15.30
Biglietto Unico Platea e Balconata  Euro 25