1

Giardini storici e parchi: quando il design è green

Il periodo migliore per scoprire il design in verde è tra fine inverno e inizio primavera quando le fioriture esplodono in mille colori nei grandi giardini storici italiani gli stessi che, nel corso dei secoli, hanno reso l’Italia famosa nel mondo come giardino d’Europa. Non è mai troppo presto per organizzare un tour per parchi giardini, luoghi della cultura e borghi storici in vista delle fioriture.

GIARDINI E VILLE SUL LAGO MAGGIORE Meta prediletta per le prime giornate primaverili sono i giardini a bordo lago. Come i giardini botanici di Villa Taranto di Verbania sul Lago Maggiore dove in primavera trionfano muscari e narcisi in vere e proprie tavolozze di colore e fioriscono azalee, rododendri, forsizie e magnolie. I giardini sono frutto del sogno del capitano Nail Mc Eacharn che acquisì la proprietà nel 1931 dalla marchesa di Sant’Elia per trasformarla in un giardino all’inglese. Oggi il patrimonio botanico dei giardini comprende 20mila varietà che regalano scenari unici in ogni stagione dell’anno.
Sempre sul Lago Maggiore le isole Borromee sono al massimo del loro splendore in primavera. Sulle dieci terrazze che compongono il giardino all’italiana dell’Isola Bella, uno scrigno d’arte barocca sospeso sull’acqua, fioriscono rododendri e camelie, oltre a una magnifica collezione di rose. Anche all’Isola Madre definita da Gustave Flaubert come “il luogo più voluttuoso al mondo”, l’atmosfera è incantata. Nei suoi giardini accanto a piante secolari di rododendri, camelie, azalee e al pergolato di glicini, trovano posto alberi e fiori esotici in mezzo a cui passeggiano pavoni e fagiani.

IL PARCO SUL MINCIO Il Parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio, tra Mantova e Verona, è un giardino voluto, a metà del 900, da Carlo Sigurtà, industriale farmaceutico innamoratosi del territorio (alcune aree del parco sono state disegnate da Cocker Henry, tra i più noti architetti del passaggio del Novecento).  Nel parco si susseguono boschi e prati e trovano posto un labirinto Boschi, viali delle rose e laghetti con ninfee oltre a fioriture straordinarie di tulipani, giacinti e narcisi.

OLTRE CONFINE: UN PARCO SVIZZERO AFFACCIATO SUL CERESIO A pochi chilometri dal confine, sul Lago del Ceresio (o di Lugano), il Parco Scherrer di Morcote accoglie i visitatori con una vegetazione lussureggiante tra camelie, glicini, magnolie, azalee ma anche cipressi, eucalipti e limoni. Definito il “Giardino delle Meraviglie” , il parco è stato realizzato da Arturo Scherrer , appassionato viaggiatore amante dell’arte, con la volontà di ospitare opere provenienti da tutto il mondo (come una copia dell’Eretteo) immerse nella vegetazione.

CASTELLI, PARCHI E GIARDINI PIEMONTESI Tra gli itinerari di primavera non mancano ville e castelli storici dove assistere allo spettacolo della natura. Come il Castello di Pralormo (Torino) dove la manifestazione Messer Tulipano celebra la fioritura di 80mila tulipani circa.
Da non perdere anche un’altra destinazione piemontese: l’Oasi Zegna a Trivero sulle Alpi Biellesi. Quest’angolo di paradiso nasconde una storia di impresa di puro fascino posto che fu lo stesso Ermenegildo Zegna, a partire dagli Anni ’20 del secolo scorso, a decidere di riqualificare l’area piantando migliaia di conifere, azalee, dalie, ortensie, e, soprattutto, rododendri provenienti dal Belgio. Trivero ha poi visto all’opera nel corso degli anni anche l’architetto paesaggista Pietro Porcinai e, più recentemente, l’architetto Paolo Pejrone.

I GRANDI GIARDINI ITALIANI  Per cercare nuovi spunti per organizzare week end di primavera, possono venire in aiuto i suggerimenti dei Grandi Giardini Italiani, il network fondato nel 1997 per far conoscere gli oltre 150 parchi della rete, giardini da considerarsi e veri e propri monumenti rappresentativi della storia del Paese. Come Palazzo Farnese di Caprarola (Viterbo), icona dei giardini all’italiana rinascimentali, ideata dall’architetto Jacopo Barozzi da Vignola su commissione del cardinale Alessandro Farnese a Caprarola, a una cinquantina di chilometri da Roma. Qui l’uso bosso in forma geometrica, oltre alla presenza di grotti, fontane e corsi d’acqua artificiali sottolinea la consapevolezza raggiunta dell’uomo artefice di se stesso.  O Villa Garzoni di Collodi (Pistoia), emblema di un ‘700 in cui i palazzi aristocratici ospitavano luoghi di svago e cultura per le corti, divenendo centri di relazione personali e politiche. O, nel piacentino, Grazzano Visconti, un parco ottocentesco di oltre 120mila metri quadrati, disegnato dal duca Giuseppe Visconti di Modrone per abbracciare il castello di famiglia attorno a cui il duca volle inoltre ricreare un borgo di all’atmosfera medievale.  Qui convivono le simmetrie, le linee del giardino all’italiana e l’atmosfera romantica del bosco.  Da non perdere infine Casa Cuseni, una villa siciliana con un giardino art déco ispirato agli ideali di pace e realizzato da Robert Hawthorn Kitson in cui le prospettive sull’Etna e sul golfo di Naxos sono utilizzati come elementi decorativi e le piante africane si mescolano agli agrumi siciliani e alle rose inglesi.




Valtellina, una meta ideale per un break di primavera

Relax, enogastronomia di eccellenza, panorami da sogno e palazzi e musei da scoprire. La Valtellina diventa una meta ideale per un ponte di primavera, magari approfittano dei diversi ponti in calendario.  Proprio in primavera tra l’altro riaprono le porte palazzi e musei che offrono  la possibilità di esplorare la storia della Valtellina visitando meravigliose dimore storiche.

A Sondrio, Palazzo Sertoli stupisce per le sue facciate austere ed eleganti che si contrappongono agli interni dove ci sono forti richiami al rococò. Di particolare bellezza è il salone dei balli, una sala del secondo piano decorata con stucchi e dipinti. Da non perdere Palazzo Sassi de’ Lavizzari: all’interno si trova il MVSA, il Museo Valtellinese di Storia e Arte, per conoscere la storia della Valtellina e le sue diverse espressioni artistiche attraverso laboratori creativi per i bambini e visite guidate per gli adulti. Girando per la città si possono ammirare dall’esterno altri palazzi tra cui Palazzo Pretorio (sede del comune), Palazzo Martinengo (sede degli uffici comunali), Palazzo Muzio (sede degli uffici della Provincia di Sondrio) e Villa Quadrio (sede della Biblioteca Rajna e con all’interno il grande salone dei concerti con soffitto decorato da spettacolari stucchi). Nel capoluogo della Valtellina e nei suoi dintorni non mancano castelli e fortezze tutti da scoprire. Come  il Castello Masegra che ospita il CAST, il CAstello delle STorie di montagna (un museo narrante che invita i suoi ospiti a conoscere la cultura montana rappresentata da storie di alpinismo, arrampicata e ambiente; trait d’union è la tecnologia che rende la visita interattiva e strizza l’occhio ai visitatori più piccoli) e il Museo dei Minerali della Valtellina e della Valchiavenna, un’incredibile raccolta di minerali tra i più belli, rari e importanti della Valtellina. O il Castello Grumello, donato al FAI nel 1990 e meta perfetta per le famiglie.

A Teglio oltre all’Accademia del Pizzocchero, da non perdere Palazzo Besta, tra i principali palazzi rinascimentali della Valtellina e uno dei più interessanti in tutta la Lombardia. Al suo interno sono raffigurate scene dell’Eneide, dell’Orlando Furioso (poema ripreso in valtellina anche in cicli di affreschi presso al Castello Masegra, a Sondrio, che pare appartenga a dei discendenti di Orlando e a Palazzo Valenti, a Talamona), delle Metamorfosi e di scene bibliche. Il piano terra inoltre ospita l’Antiquarium, dove sono custodite testimonianze della preistoria della Valtellina.

A Tirano, crocevia tra la Valtellina e la Sizzera,  Palazzo Salis si ammirano, tra l’altro,  la Camera delle otto meraviglie e  il Saloncello, una stanza a volta con affreschi a trompe l’oeil. Non lontano da Tirano, a Grosio, si visita Villa Visconti Venosta, mentre a Bormio è da non perdere Palazzo De Simoni al cui interno si trova il Museo Civico, caratterizzato da tipiche sc’tue (stanze) in legno mentre nelle 27 sale custodisce la storia del paese raccontando usi, costumi e mestieri di una volta, ritratti e dipinti legati alla cultura locale oltre a reperti bellici e alla narrazione degli sport della neve.

Palazzo Malacrida di Morbegno stupisce visitatori mettendo in scena, al primo piano,  il meglio del rococò. Qui si possono ammirare le quadrature di Giuseppe Coduri, con prospettive architettoniche che creano l’illusione di ampliamento degli spazi grazie all’effetto del trompe l’œil, e alcuni capolavori di Cesare Ligari, tra cui Il trionfo della verità nelle arti e nelle scienze, sull’ignoranza.

Spostandosi infine in ValchiavennaProsto di Piuro ospita Palazzo Vertemate Franchi, una meravigliosa dimora rinascimentale considerata uno tra i palazzi più importanti della Valchiavenna e dell’intera provincia di Sondrio.




Il Labirinto della Masone riapre a febbraio

La riapertura il 10 febbraio del Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci  a Fontanellato offre un’occasione da non perdere per organizzare un week end a Parma e dintorni. Il Labirinto della Masone, a cui danno vita 300mila piante di bambù di 20 specie diverse in un intrico di bivi e vicoli su otto ettari di parco, è  il dedalo più grande al mondo: un sogno e una scommessa vinta, nata dalla mente visionaria di Maria Ricci, editore, designer, collezionista d’arte, bibliofilo, frutto di una promessa fatta nel 1977 a Jorge Luis Borges, proprio nel campo dove oggi sorge, di realizzare questa immensa opera in cui il tempo sembra fermarsi.

Il Labirinto della Masone è un desiderio diventato realtà nel 2015 e divenuto nel corso del tempo un vero e proprio borgo della cultura. Una volta usciti dal dedalo, ci si può addentrare in un altro cammino, altrettanto avvincente, visitando il Museo che ospita la vasta raccolta d’arte di  Maria Ricci. Circa quattrocento opere fra pitture, sculture e oggetti della storia dell’Arte italiana e internazionale che rispecchiano appieno l’eclettismo del collezionista. Non solo, lungo il percorso si possono ammirare alcuni dei tanti libri pubblicati da Maria Ricci e alcune rare edizioni di volumi stampati, come ad esempio quelli di Giambattista Bodoni e Alberto Tallone.

Il Labirinto ospita anche il ristorante Il Labirinto by 12 Monaci il cui la tradizione culinaria del parmense si sposa a suggestioni derivate dalle nuove tecniche di cotture e conservazione, a cui si affianca, per una pausa più veloce, il Bistrò, oltre a due Suite situate al centro del complesso.




Pesaro in viaggio verso la capitale della cultura italiana

Il riconoscimento di Pesaro, già dichiarata Città Creativa per la Musica dall’Unesco nel 2017, come capitale della cultura italiana rappresenta l’occasione ideale per programmare un week end lungo in questa cittadina di confine tra l’Emilia Romagna e le Marche, magari quando i primi raggi di sole iniziano a scaldare le lunghe distese sabbiose della Riviera delle Colline e le ginestre colorano d’oro il “Tetto del Mondo” (rilievo della Montagnola). Non è un caso che il moto scelto da Pesaro per quest’anno ricco di eventi sia “la natura della cultura”. Qui infatti si rallenta il ritmo andando alla scoperta del Parco Naturale San Bartolo, esplorando in bici i quasi cento chilometri di tracciati di “bicipolitana”, compresi quelli lungo il fiume Foglia o, verso Fano, lungo il mare.

Ma Pesaro non è solo natura e spiagge.  La città fiorisce negli Anni ‘20 del Cinquecento sotto il dominio dei Della Rovere che avevano trasferito a Pesaro la sede principale del Ducato, prevedendo quindi la costruzione di edifici pubblici e sontuosi palazzi. Al di là del centro storico, il lungomare della città è costellato da testimonianze Art Nouveau spesso testimonianza delle eleganti villeggiature di inizio ‘900 come il Villino Ruggeri, costruito per Oreste Ruggeri, industriale farmaceutico e della ceramica, sotto la direzione dei lavori dell’architetto Giuseppe Brega, Villa Iside, Villa Olga, Villa Pagani e Villa Molaroni, creata per Giuseppe Molaroni, titolare della omonima una fabbrica di maioliche artistiche tutt’oggi gestita alla sesta generazione della famiglia, oltre a  Villa Vittoria oggi elegante hotel dagli arredi storici.

Dalla Sfera Grande, realizzata da Arnaldo Pomodoro nel 1998 e snodo della vita cittadina, tutto è facilmente raggiungibile per un viaggio alla scoperta della capitale della cultura italiana scadenzato dal nutrito calendario di appuntamenti in programma: dal Palazzo Ducale, capolavoro dell’architettura rinascimentale, a Piazza del Popolo, cuore pulsante della capitale della cultura italiana dominata da una maestosa fontana voluta da Francesco Maria II Della Rovere,  dalla Rocca Malatestiana l Museo Oliveriano dove sono documentati mille anni di sotria del territorio, fino  ai Musei Civici di Palazzo Mosca custodi, tra l’altro, della Pala dell’Incoronazione della Vergine, capolavoro di Giovanni Bellini. All’interno di Palazzo Mosca è da non perdere la visita a Sonosfera, un teatro progettato da Davide Monacchi. Perdersi nei dieci saloni nobiliari del Museo Nazionale Rossini allestiti nel Palazzo Montani Antaldi è un piacere inatteso. Qui i pannelli interattivi permettono di immergersi nella vita, negli amori, nelle passioni e nelle opere del compositore ottocentesco, Gioacchino Rossini, vera e propria pop star dell’epoca. E a Pesaro Rossini ha lasciato cuore e patrimonio. Con l’eredità dell’artista, infatti, il comune ha istituito un Conservatorio capace di richiamare artisti da tutto il mondo.  Nel percorso rossiniano si visitano anche il neoclassico Teatro  Rossini e la casa natale dell’artista, dove si possono ammirare manoscritti, costumi d’opera e cimeli d’epoca,  a pochi passi dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta che, al suo interno conserva, una caleidoscopica pavimentazione del VI secolo d.C. Un percorso  sulle orme del pesarese più illustre,  “cigno di Pesaro e “cinghiale di Lugo”, non può poi prescindere dall’enogastronomia che spesso richiama anche a tavola il compositore, noto amante dei piaceri della tavola, sapiente gourmand e della ricerca dell’eccellenza nella sperimentazione di nuove ricette e sapori.   Quando scende la sera, infine, si sale verso la scenografica Casteldimezzo alla Taverna del Pescatore, un locale a picco sul mare dove la tradizionale cucina “marchignola” di questa terra di confine è portata avanti da generazioni. E, mentre si gustano le chiocciole di mare, tra le chicche gastronomiche del territorio, lo sguardo abbraccia le spiagge della Riviera Romagnola e si spinge fino a Gradara e alla Rocca di San Marino.

Non mancano soprese nell’esplorazione del territorio circostante. Sulle colline intorno a Pesaro ci si imbatte in dimore nobiliari come la seicentesca Villa Caprile con i giardini all’italiana e i giochi d’acqua e la rinascimentale Villa Imperiale, antica residenza sforzesca poi ampliata e affrescata per volere dei duchi della Rovere. Basta poi spingersi per pochi chilometri fuori dai confini cittadini per trovarsi in piccoli borghi dominati dalle rocche di Francesco di Giorgio Martini, da Mondavio a Cagli e Sassocorvaro Auditore o in scenari naturali impressionati come, nei pressi di Fossombrone, le Marmitte dei Giganti, canyon che raggiunge i 30 metri di altezza le cui sponde sono state modellate, nel tempo, dalla forza della corrente del fiume Metauro. Tutti luoghi che invitano a percorrere fino in ondo i diversi itinerari della bellezza di Pesaro e dintorni.




Terme Merano: quando le donne entrano gratis

Non è mai troppo presto per organizzare un week end, soprattutto quando sono annunciate promozioni da non perdere. Come l’iniziativa che le Terme  Merano hanno previsto per festeggiare la festa delle donne.

Per festeggiare l’8 marzo 2024 infatti le Terme Merano hanno deciso di regalare a tutte le donne di qualsiasi età l’ingresso giornaliero alle piscine. Un’opportunità da prendere al volo per una giornata di totale relax. Il week end in rosa può trasformarsi facilmente in una  occasione perfetta per fare tappa nel centro benessere MySpa dove abbandonarsi ai trattamenti personalizzati.  E se dopo una giornata trascorsa nel parco e nella MySpa, ci si accomoderà al Bistro Terme Merano nella bella piazza Terme, meta delle serate meranesi, si scoprirà che anche la cucina strizza l’occhio alle materie prime altoatesine

Il borgo alto atesino è facilmente raggiungibile anche via treno e il il centro raccolto permette di spostarsi tranquillamente a piedi anche sotto i portici, che risalgono al 13° secolo dove si trovano  botteghe storiche e brand internazionali.

Non mancano numerose proposte culturali tra i  palazzi di Art Nouveau, come il Kurhaus, il teatro Puccini e il Pavillon des Fleurs, chiese, castelli e fortezze da visitare. Da non perdere in un week end in rosa una visita al Museo delle Donne, uno dei musei femminili più antichi d’Europa, che mostra com’è cambiato il ruolo della donna negli anni, attraverso abiti, accessori e oggetti della vita quotidiana. Il museo è stato fondato fondato nel 1988 da Evelyn Ortner, un’appassionata collezionista che ha capito fin da subito come l’abbigliamento femminile rispecchi i diversi ruoli ricoperti dalle donne nelle diverse epoche storiche. Dopo l’apertura del primo negozio di seconda mano altoatesino a Merano negli anni Ottanta, Evelyn Ortner decise di esporre la sua collezione privata nell’allora “Piccolo museo dell’abito e della chincagliera”. Nel 1993 fondò, assieme ad una rete di donne, l’associazione vera e propria: “Museo della donna – La donna attraverso i secoli”, diventandone la prima direttrice.

Per un tuffo poi nella natura si può scegliere tra le numerose passeggiate da quella che segue il percorso del fiume Passirio fino alla famosa passeggiata Tappeiner che si snoda fino al paese di Tirolo, sopra Merano.




B&B Day, una notte gratuita anche a casa di Montalbano

Il B&B day è una di quelle date da segnare in agenda da un anno con l’altro: si dorme due notti ma se ne paga soltanto in moltissime strutture italiane, compresa la casa del commissario Montalbano che in realtà è un bed and breakfast a Punta Secca, una piccola frazione marittima della città di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa (95 euro a notte la matrimoniale  vista mare),

Quest’anno il B&B day casca tra meno di un mese, il prossimo 10 marzo. In pratica se si prenota una camera il 10 marzo e almeno un’altra notte, la giornata del 10 marzo è gratuita. Meglio affrettarsi quindi per scoprire la struttura dei propri sogni e organizzarsi un week end di quasi primavera.

 

 




A Nizza per la battaglia dei fiori

Nizza si veste a festa per il suo 134° Carnevale dedicato al mondo dello spazio. Dal 17 febbraio al 3 marzo le sfilate dei carri, diurne e notturne, e la leggendaria battaglia dei fiori, sono un’occasione in più per scoprire la Costa Azzurra in un momento ideale grazie alla dolcezza del clima e alla luminosità del cielo che regalano magia agli scenari naturali e ai luoghi di cultura e artistici. Una pas

Sulla Piazza Massena (Place Masséna) di Nizza, i 17 carri allegorici, accompagnati da elementi di animazione, artisti di strada e gruppi musicali internazionali, propongono un vero e proprio viaggio iniziatico. Nella versione notturna (prevista di sabato e di martedì), l’illuminazione conferisce alla sfilata un che di magico e di fantasmagorico.  Da non perdere la battaglia dei fiori in cui sfilano 16 carri allestiti con splendide composizioni floreali che evidenziano il patrimonio floristico della regione(l’80% dei fiori utilizzati nella battaglia dei fiori è di origine locale). L’origine della battaglia dei fiori risale al 1876  quando l’evento ebbe luogo sulla leggendaria Promenade des Anglais grazie all’idea di Andriot Saëtone. All’inizio si trattava di un semplice omaggio floreale ai turisti che, già cento cinquant’anni fa, si riversavano  sulla Côte d’Azur per godere le clima mite e delle giornate di sole anche in inverno. Dal 2005 la battaglia dei fiori segue lo stesso tema delle sfilate dei carri allergici di Carnevale. Il 25 febbraio è poi in programma la parata nizzarda con il coinvolgimento della cittadinanza.

Tra gli appuntamenti da mettere in agenda quello del 2 marzo quando è previsto un pranzo di beneficenza gourmet  (Vira La Roda) per contribuire al sostengo dei giovani praticanti cuochi.

 

 

 




Il benessere sale in quota al Posta Zirm di Corvara

Dolomiti, sport all’aria aperta, relax e una completa remise en form, per chi vuole, senza rinunciare al gusto. L’Hotel Posta Zirm di Corvara (+39 0471 836 175) apre le porte a un paradiso del benessere anche vegano nel pieno rispetto delle tradizioni ladine. Qui l’ospitalità è di casa da quattro generazioni: l’Hotel Posta Zirm si tramanda di generazione in generazione dal 1908, quando Franz Kostner (sì…proprio quei Kostner …) aprì una locanda nella stazione di posta, per poi promuovere il turismo nell’Alta Badia con la costruzione del primo impianto di risalita fune del Paese, quello del Col Alt, ancora oggi a tre passi dall’hotel e punto di partenza (insieme al Boè a cinque minuti a piedi dalla hall dell’hotel) per i magnifici scorci e le adrenaliniche discese del SellaRonda. Innovazione e tradizione sono ancora oggi alla base della gestione dell’Hotel Posta Zirm, oggi in mano a Franz e Silvia Kostner.

Posta Zirm IngressoPosta Zirm nel turismo da oltre cent'anni

 

Un binomio che non rinuncia allo stile alpino, seppure alleggerito con ambienti luminosi ed eleganti e neppure alla sua storia centenaria con le foto in bella mostra nella hall che ripercorrono i Kostner avvicendatesi nella struttura, ma si apre anche alle novità soprattutto per quanto riguarda il benessere e, soprattutto, l’idea di un benessere a contatto con la natura.

Hotel Posta ZirmPosta Zirm Hotel_LobbyPosta Zirm Hotel_Library Franz Kostner

Il Posta Zirm Hotel  infatti è tra le poche strutture in Italia (e la sola in Val Badia) a offrire un menù a cinque portate che variano quotidianamente per due settimane. Gli altri clienti possono scegliere le portate preferite tra menù di cinque portate di specialità di tradizione ladina o internazionali. Prodotti a km zero, provenienti da un commercio sostenibile e metodi di cottura sani che esaltano i sapori senza eccedere in grassi e zuccheri sono i mantra della cucina. La struttura poi è la sola in Italia a proporre settimane e long week end basenfasten, metodo salutistico ideato da Sabine Wracker che porta in tavola solo alimenti basici. Il regime alimentare di Wracker, che si può seguire anche al Posta Zirm, si basa sul consumo di frutta e verdura senza rinunciare al gusto, aiuta a ripensare la dieta quotidiana oltre a migliorare le abitudini alimentari e, ovviamente, a perdere qualche kg in eccesso. Una vacanza, in un ambiente accogliente e rilassante, può essere il momento giusto per avviare un percorso di salute e benessere senza eccessivi sacrifici (anche perché la brigata del Posta Zirm è in grado di portare a tavola piatti che esaltano ogni sapore, anche i più semplici). Scelte coraggiose per un hotel famigliare che non ha comunque perso le sue radici pur rinnovandosi in nuovi percorsi all’insegna del benessere.

Posta Zirm Cucina VeganPosta Zirm Cucina TiramisùPosta Zirm Cucina Benvenuto

“Ho provato ogni singola ricetta prima di proporla in menù. Sono stata anche io a lungo vegana, sperimentando in prima persona le difficoltà di trovare proposte menù adeguate che abbinassero prodotti vegan alla tradizione e al gusto. Spesso la cucina vegana viene associata a un’idea di alimentazione noiosa e povera di sapori, qui facciamo scoprire  un mondo fatto di gusto e di  varietà di alimenti” racconta Silvia Kostner che si dice sicura che “quello vegan è uno stile di vita non una moda passeggera e per questo occorre una cura, raffinatezza e dedizione speciale anche nei confronti degli ospiti vegani”. Per dire ricette come quelle della zucca di farro verde con foglie di rucola croccante, i ravioli fatti in casa ripieni di costa bieta su ragù di zucchine all’olio d’oliva e formaggio vegano e gli hamburger di broccoli e patate alla griglia con asparagi thai all’olio di oliva e fette di pomodori al forno, sembrano tutt’altro che noiose … niente a che vedere con i tristi hamburger di tofu che spesso sono la sola alternativa proposta all’ospite vegano anche in strutture qualificate.

Posta-Zirm-Hotel_Wellness-FarmHotel Posta Zirm piscinaHotel Posta Zirm Spa Relax 2

All’etica vegana è ispirata anche la spa, fiore all’occhiello del Posta, 1000 metri quadrati di spazi morbidi, luci soffuse, saune, acqua e bagni di vapore,  improntati al Feng Shui e una piscina immensa dove distendersi quando il sole è calata e le piste chiudono, ammirando il tramonto sulle montagne. Gli ambienti della Wellness-Farm sono stati sviluppati partendo dai cinque elementi ciclici dell’energia (fuoco, acqua, legno, metallo e terra) per regalare all’ospite un momento di pace,  calore e soprattutto silenzio, il lusso più estremo, dove potersi coccolare al termine di una giornata sulle piste da sci o in montagna. L’idea alla base di questi spazi è quella che, ad ogni aspetto dell’energia corrispondano particolari cicli di trattamento,: il fuoco è abbinato al rilassamento, l’acqua al rafforzamento, il legno alla stimolazione, il metallo al riequilibrio, la terra, infine, al ciclo completo. La spa offre rituali Mei basati su aromaterapia, prodotti erboristici e movimenti studiati per alleviare lo stress e recuperare l’energia, oltre a trattamenti Metodo Lnd per debellare i dolori col movimento e senza fare ricorso ai farmaci. Da non perdere il Mei rituale “Albero della Vita”, un trattamento che elimina le tossine, regola le difese immunitarie e interviene nel metabolismo corporeo, stimolando il drenaggio dei liquidi per purificare il corpo e ritrovare l’energia attraverso il disegno sul corpo del proprio albero vitale che segue il flusso della linfa e dei meridiani energetici.

Posta zirm Hotel camereHotel Posta Zirm camera

 

Dal 18 marzo fino a fine stagione l’Hotel Posta Zirm di Corvara offre sette notti al prezzo di sei a chi sceglie Corvara per la settimana bianca che, grazie all’iniziativa Dolomiti Super Sun avrà poi anche sconti speciali per skipass, lezioni di sci e noleggio di attrezzature sportive. E per chi non ha a disposizione un’intera settimana di vacanza, il l’Hotel Posta Zirm propone il pacchetto Sci & Sole, valido dal 18 al 23 marzo, che prevede 4 giorni al prezzo di 3.

Hotel Posta Zirm la storia di famiglia

 

Hotel Posta Zirm Spa RelaxSe il Posta Zirm è nel cuore di Corvara, la stessa Corvara è poi al centro del Dolomiti Superski, un posto ideale dove trascorrere, potendo, sette giorni completamene staccati dal resto del mondo  Corvara è la porta di accesso privilegiata al comprensorio da 1200 km di piste che permettono di esplorare gli angoli più scenografici delle Dolomiti, lasciandosi scivolare su piste per ogni livello e godendo dei paesaggi mozzafiato.

Posta Zirm CorvaraPosta Zirm Corvara 2

Se poi allo sport si preferisce la buona forchetta, l’Alta Badia è l’Eldorado dei “foodies” con tra ristoranti stellati e baite glamour all’insegna delle bollicine e del pesce fresco. Da non perdere la Roda dles Saus, una settimana all’insegna dei sapori ladini nei rifugi dello Skitour La Crusc a partire dall’11 marzo e, per tutti gli amanti dello sci, del vino e delle Dolomiti gli appuntamenti con i Sommelier in pista (22 febbraio, 1, 15 e 22 marzo a 28 euro): si scia sulle leggendarie piste dell’Alta Badia, accompagnati da un maestro e poi tappa in tre diverse ütie, baite, per scoprire i segreti dei vini più pregiati dell’Alto Adige.

Posta Zirm Col Alt

Posta Zirm Hotel Paesaggio dalla camera




Pila, natura e sport a un passo da Aosta

A #Pila si scia tra i giganti, con la vista che si perde sulle leggendarie cime di oltre 3mila metri che si vendono all’orizzonte: dal Cervino al Monte Bianco fino al Monte Rosa e al Grand Combin. Giunti in vetta, a un passo dal cielo, si domina la Valle: su un versante è arroccata Pila e sull’altro Cogne, nel cuore del Parco del Gran Paradiso ed Eden per lo sci di fondo. Il progetto è quello di collegare con gli impianti le due località, nel frattempo si può comunque godere di un paesaggio alpino incomparabile: si è circondati a 360° da cime leggendarie a una manciata di minuti da Aosta. Chiusi gli impianti, Pila si trasforma in un paesaggio incantato, solo boschi, neve e silenzio e un mondo antico sospeso tra le luci delle stelle e, a valle, le luci del capoluogo.

Pila sci

Il bello di Pila infatti è quello di venire catapultati, in meno di venti minuti di impianti, dal parcheggio di Aosta all’incanto innevato di questa piccola frazione circondata dai boschi. Niente tornanti, code limitate e limitata necessità di montare e smontare catene. E per chi non guida Autostradale e Flixbus offrono un servizio a bordo pista per pochi euro. La vacanza, senza stress, inizia meglio. Per questo la destinazione è tra quelle preferite in inverno per una domenica sulla neve tanto più che, rispetto ad altre località, Pila gode di una posizione maggiormente riparata dal vento, ma trascorrerci qualche giorno in più è anche meglio, soprattutto per chi cerca sport, natura  e relax.

Pila Hotel La Chance

 

Un buon punto di appoggio è l’Hotel La Chance, a pochi minuti dall’arrivo degli impianti, offre camere ampie e attente ai dettagli, una cucina curata e la sola Spa (con vista Monte Bianco!) della località. E se si sente la mancanza di cinema, negozi, musei o teatri la piccola Roma in formato alpino, Aosta, è a pochi minuti di funivia, con qualche km in più si possono raggiungere anche i castelli valdostani di Fénis, Verrés, Nus, Sarre, Sarriod de la Tour, Saint Pierre e l’imponente Forte di Bard.

Sci a Pila

Settanta km di piste battute ogni sera dai gattisti e con innevamento garantito (anche se quest’anno apre non ce ne sia bisogno), due scuole per imparare o migliorare la tecnica (170 maestri!) e sentieri da percorrere con le ciaspole ai piedi, magari accompagnati da una guida naturalistica (il giovedì l’escursione è gratuita per gli ospiti delle strutture turistiche) per scoprire le peculiarità del territorio.

Pila tramontoLe cime di PilaPila 1

E per ritrovare le forze? un piatto di selvaggina, meglio ancora lo stinco (soprattutto se si è in compagnia viste le dimensioni epiche del piatto)  o di pasta fatta in casa allo #Yeti, all’arrivo della telecabina, è l’ideale, magari accompagnato da un bicchiere valdostano doc (tra l’altro Gamay, Fumin o Torrette o Inferno): la struttura infatti ripone una particolare attenzione nella valorizzazione dei vitigni autoctoni grazie anche alla passione di Katia Albanese, presidente del Consorzio Turistico “Espace de Pila”. Per una serata diversa si può salire in quota con il gatto delle nevi accomodandosi nella sua cabina chiusa, per raggiungere le baite dove cenare con i piatti originali della cucina tradizionale valdostana.

Pila Yeti 1Pila Yeti 2Pila Yeti 3

Se poi si sceglie di andare a Pila dal 22 al 28 gennaio, in occasione della sesta edizione di I Light Pila, alle donne che soggiornano per almeno 4 notti verrà regalata l’intera giornata del 27 gennaio (hotel, skipass e iscrizione all’evento). La fiaccolata di solidarietà a luci led di#ILightPila, giunta ormai alla sua sesta edizione, raccoglie fondi a favore della fondazione Susan G. Komen Italia per la lotta al tumore al seno con un evento unico: una notte di festa e una manifestazione suggestiva che illumina l’intera valle di rosa.

ILightPila




St Moritz: neve, sole e spa per dare il benvenuto all’inverno

Borghi tradizionali, facciate graffite e un comprensorio sciistico immenso, ben 350 chilometri di tracciati:  L’Alta Engadina è il paradiso degli amanti della montagna e St Moritz è simbolo dell’Europa mondana che scia. Ma per chi si ferma più di una notte, non mancano le offerte: lo o skipass costa 35 franchi al giorno: una trentina di euro, oltre la metà del prezzo normale, per divertirsi sull’intero comprensorio circondati da vette spettacolari e terrazze panoramiche. Sono oltre cento gli hotel che aderiscono all’iniziativa Albergo Skipass Incluso, compresi icone del lusso storico come il Kulm e il Kempinski.

 A Saint Moritz conviene arrivare il venerdì sera, quando si svolge la snow night, la sciata in notturna sul Corvatsch (dall’8 dicembre si scia dalle 19 all’una di notte, da febbraio fino alle due) tra discese elettrizzanti e soste più goderecce all’Hossa Bar o negli altri rifugi che, con l’occasione, rimangono aperti nel corso della serata spesso con party e musica dal vivo, mentre una volta al mese nelle sere di glüna plaina (luna piena, in romancio) si scende a valle lungo i versanti del Diavolezza (date previste: 1 gennaio, 3 febbraio, 3 marzo e 1 aprile) inondati dalla sola luce avvolgente della luna piena a partire dalle 19.30. Si riprende lentamente confidenza con la neve, circondati dai ghiacciai di oltre tremila metri, mentre a valle si passeggia lungo le vie dello shopping, in centro, o costeggiando laghi e i corsi d’acqua dove ancora per qualche giorno si specchiano i larici dalle mille sfumature dell’oro e del rame. 

E se, dopo un primo allenamento sul Diavolezza, il ritorno sugli sci dovesse risultare troppo faticoso, una pausa relax si impone. Impossibile resistere alla tentazione di immergersi nella vasca jacuzzi all’aperto del Berghaus Diavolezza, con vista sul Piz Cambrena, del Piz Bernina, del Bellavista e del Piz Morteratsch dove si gode di un’ora di relax in esclusiva su uno dei più incantevoli tetti d’Europa immersi nell’acqua spumeggiante a 41 gradi. Per un break goloso tra una pista e l’altra, gli impianti da non perdere sono invece quelli che dal Corviglia, raggiungibile sia dal centro di St Moritz sia da Celerina, portano ai 3.057 metri del Piz Nair su una terrazza assolata dallo scenario emozionante.
Chi ama alzarsi presto la mattina sale subito qui, in vetta (gli impianti aprono alle 7.45), per la cosiddetta cerimonia del white carpet, la prima discesa sulle piste appena battute, con vista su Saint Moritz e l’intera Alta Engadina. Una sosta al ristorante panoramico con specialità locali a base di funghi e cacciagione e la tipica torta alle noci dell’Engadina e si torna in pista, non troppo appesantiti (in Svizzera si possono ordinare anche le mezze porzioni). Un unico ski tour collega i quattro comprensori engadinesi, ma bisogna calcolare un giorno di tempo per completarlo. Dopo un’intensa giornata di sci, niente di meglio di un trattamento nel centro benessere ricavato sul tetto dell’Hotel Schweizerhof, storico albergo in pieno centro con vista sul lago di Saint Moritz e sulla vallata o, se si preferisce la più sportiva Pontresina, nell’immensa spa dell’Hotel Schloss, ricavato in un  castello di fine Ottocento completamente ristrutturato, da cui si ammira un panorama unico sulla Val Roseg e sui suggestivi ghiacciai della catena del Bernina. Qui ci si può lasciare guidare da una “spanner” ovvero  un professionista del benessere che suggerisce come godere di un percorso di “salus per aquam” tra vasche, bagni turchi e sune di diverse temperature.  Per chi vuole concedersi un vero e proprio sogno ad occhi aperti, sempre a Pontresina, ci si può ritagliare un soggiorno praticamente perfetto Grand Hotel Kronenhof, primo hotel del borgo. L’edificio, risalente al 1848, è stato classificato monumento nazionale e vanta saloni affrescati degni di un a reggia oltre ché una zona spa affacciata sui ghiacciai dove rilassarsi dopo le fatiche di una giornata sulla neve prima di concedersi ai piaceri dell’al cucina engadinese. 

IMAG2112

Questo slideshow richiede JavaScript.