Le vie del cioccolato a Torino

Torino al cioccolato

image_pdfimage_print

A Torino, Sua Maestà è il cioccolato. Dal 27 febbraio al 2 marzo CioccolaTò, in Piazza Vittorio Veneto, a più di vent’anni dalla prima edizione, riporta sotto i riflettori la tradizione della pasticceria sabauda. Il salotto buono in riva al Po, con una vista privilegiata che spazia dalla Mole alla Gran Madre, dal Monte dei Cappuccini a Superga, diventa infatti  il centro propulsore di CioccolaTò grazie alla presenza degli stand di decine di produttori del cacao. La kermesse coinvolge anche sedi museali e palazzi storici, come le Gallerie d’Italia, il Cinema Massimo (grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema), il Circolo dei Lettori, e ulteriori realtà cittadine che ospiteranno eventi, workshop, incontri e dibattiti.

Una vecchia leggenda racconta che la prima tazza di cioccolata calda della storia d’Italia sia quella offerta ai torinesi dal duca Testa di Ferro, quell’Emanuele Filiberto di Savoia che nel 1563 volle trasferire la capitale del Ducato da Chambery a Torino. Non esiste, in realtà, alcuna evidenza storica che questo fatto sia effettivamente accaduto. Eppure, è significativo che al cioccolato venga assegnato un ruolo così centrale nella mitologia di casa Savoia.

E il rapporto tra Torino e il cioccolato si sviluppa, tra mito e realtà, in numerose tappe da rivivere in vista di  CioccolaTò.

Giò Antonio Ari: il primo cicôlatè
Risale al 1678, la prima licenza per la vendita del cioccolato accordata: è quella concessa dalla Madama Reale Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours a Giò Antonio Ari, il primo Maestro Cioccolatiere a essere legalmente riconosciuto come venditore al pubblico di cioccolato e vero iniziatore di questa tradizione a Torino. Sebbene già diffusissima, a quel punto, in tutte le corti europee, la cioccolata era stata fino a quel punto boicottata da voci che la indicavano come bevanda malefica, causa della gotta che aveva colpito Carlo V e Filippo II d’Asburgo.  Questa prima “patente” da cicôlatè, però, fu un importantissimo passo in avanti per la diffusione della cioccolata anche agli altri strati della popolazione e per l’instaurazione, nella capitale sabauda, di quella che sarebbe diventata una delle più pregiate tradizioni cioccolatiere d’Europa.

Il bicerin: la bevanda che conquistò Cavour
Nato nel Settecento nell’omonimo caffè di Piazza della Consolata come evoluzione della settecentesca bevanda bavareisa, allora di gran moda, il bicerin si compone di caffè espresso caldo, cioccolato e crema di latte  e viene servito in bicchieri o calici di vetro per poter ammirare i singoli strati. Il segreto per assaporarlo al meglio, infatti, è non mescolarlo, lasciando che le varie componenti si fondano tra loro direttamente sul palato, con le loro differenti densità, temperature e sapori.
Il rito originario prevedeva che al bicerin venissero affiancate le stisse, tre bicchierini ognuno con un singolo ingrediente in modo da poterlo “correggere” a piacere, ma dall’Ottocento si preferisce servirlo in un’unica soluzione: il suo gusto avvolgente ha conquistato i torinesi e anche molti personaggi illustri come Camillo Benso Conte di Cavour.

Napoleone, il Carnevale e la nascita del gianduiotto
Con l’era napoleonica e il  Blocco Continentale (il divieto alle navi provenienti dalle colonie britanniche di approdare nei porti appartenenti all’Impero), a Torino diventa sempre più difficile accedere alla materia prima. Per aggirare il problema i pasticceri torinesi fanno ricordo a un frutto che nel territorio piemontese proprio non mancava: la nocciola tonda gentile delle Langhe. Perché, però, a questa invenzione fosse dato il nome di Pasta Gianduja, e alla forma di barchetta rovesciata incartata singolarmente il nome di gianduiotto, occorrerà attendere il 1865, quando, in occasione del Carnevale, fu proprio Gianduja, la maschera della città, a distribuirne ai passanti, legando indissolubilmente il suo nome a quello del cioccolatino più famoso e amato di Torino. Oggi, a 160 anni da quel Carnevale, il gianduiotto è stato ufficialmente riconosciuto come prodotto IGP, ulteriore garanzia di un prodotto di assoluta eccellenza.

Per rivivere tutto l’anno il meglio della tradizione al cioccolato torinese ecco quattro indirizzi

Choco-Story, Via Paolo Sacchi 42
Tra i portici della storica via Paolo Sacchi, alle spalle della stazione Porta Nuova, è possibile, scendendo sotto il livello della strada, compiere un vero e proprio viaggio nello spazio e nel tempo alla scoperta del cioccolato: è Choco-Story, il primo museo a Torino dedicato al Cioccolato e al Gianduja.
Il museo sorge negli spazi sotterranei del laboratorio di cioccolato della pasticceria Pfatish, dove attrazioni interattive permettono una divertente esplorazione della storia e della produzione del cioccolato.  La ricca collezione di oltre 700 oggetti attraversa i secoli e farà ripercorrere la storia del cacao dai Maya al ‘900, fino al gianduia, mentre gli assaggi rendono l’esperienza sensoriale ancora più piacevole.
Nel Museo del Cioccolato è possibile, inoltre, prenotare un laboratorio durante il quale si possono creare tavolette personalizzate, leccalecca e praline sotto la guida dei maestri cioccolatieri, sperimentando tecniche tradizionali e ingredienti unici.
Da Choco-Story, infine, parte anche il Choco Tram: un tour per le vie di Torino a bordo di un tram dei primi anni del Novecento. Evento su prenotazione e in collaborazione con ATTS, Associazione Le Vie del Tempo e Associazione Officine Ianòs.

Caffè Baratti&Milano, Piazza Castello 27
Il Caffè Baratti&Milano deve il suo nome a due confettieri canavesani: Ferdinando Baratti e Edoardo Milano. Trasferitisi a Torino nel 1858, aprirono un laboratorio di confetteria e pasticceria in via Dora Grossa 43 (l’attuale via Garibaldi), destinato a divenire uno dei marchi più rinomati dell’industria dolciaria piemontese e italiana. A Ferdinando Baratti si deve anche la creazione del cremino divenuto poi, insieme al gianduiotto, uno dei grandi classici fra i cioccolatini italiani. La pasticceria di Franco Sinagra segue oggi le orme di tutti i Maestri della pasticceria che hanno reso “Baratti&Milano” uno dei più antichi e famosi laboratori di pasticceria in Italia e all’estero.

 La Perla di Torino, via Catania 9
 La Perla di Torino è stata fondata nel 1992, quando Sergio Arzilli, cresciuto nella pasticceria di famiglia, decise di ritagliarsi un suo spazio. La sua celiachia lo spinge, quindi, a reinventarsi nel mondo del cioccolato, trasformando un limite in un’opportunità. Dal piccolo laboratorio iniziale, casa del celebre tartufo di cioccolato, l’azienda si evolve, pur mantenendo un focus sull’artigianalità e l’innovazione. Oggi, La Perla di Torino offre una vasta gamma di prodotti senza glutine, inclusi gianduiotti, tartufi, creme spalmabili e tavolette, oltre a linee senza lattosio e senza zuccheri aggiunti, per soddisfare le diverse esigenze del mercato.
Con l’esperienza “Ho fatto una tavoletta”  è possibile cimentarsi, inoltre, nella realizzazione e decorazione di tavolette di cioccolato nel laboratorio de La Perla di Torino, da portare a casa al termine della visita.

Ziccat, via Pietro Micca 2h
In Ziccat coesistono la tradizione di una ricetta classica e le mani giovani di cioccolatieri sotto la quarantina. Una passione innata che porta volti nuovi nel mondo del cioccolato e della produzione. Questa azienda che affonda le proprie radici al 1958 è ormai parte integrante dello scenario torinese e  propone prodotti di qualità cucinati con cura e amore, ingredienti immancabili di ogni preparazione al cioccolato.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Releated

Tradizioni di Pasqua in Sicilia

In Sicilia per Pasqua

Pasqua e i ponti di aprile offrono un’occasione perfetta per immergersi nella cultura e nelle tradizioni della Sicilia. Le giornate lunghe e tiepide e la primavera rendono un viaggio in Sicilia per Pasqua ancora più bello. Ogni provincia vanta una sua tradizione secolare in cui fede e folklore si mescolano dando vita a riti come […]

Festival dei Tulipani a Istanbul

A Instanbul per la Festa dei Tulipani

Ad aprile c’è una ragione in più per andare a Istanbul: il Tulip Festival che colora strade, giardini, spazi pubblici e monumenti cittadini dal 1 al 30 aprile.  L’evento segna l’inizio della primavera e regala ai visitatori uno spettacolo straordinario grazie agli oltre 20 mila bulbi di tulipani, simbolo della capitale turca, piantati a Instabul  […]