Trionfo a Milano per Jesus: sempre superstar!
Il 2 novembre, al Teatro degli Arcimboldi di Milano, si è chiusa in gloria, è proprio il caso di dirlo, la tappa milanese dello strepitoso tour del Jesus Christ Superstar di Massimo Romeo Piparo, edizione per festeggiare i vent’anni dell’allestimento italiano della leggendaria opera rock di Tim Rice ed Andrew Lloyd Webber.
Una vera edizione straordinaria, visto che, per la prima volta dal 1973, anno di uscita del film culto di Norman Jewison, hanno di nuovo cantato insieme niente meno che Ted Neeley, Yvonne Elliman e Barry Dennen, rispettivamente Gesù, Maria Maddalena e Ponzio Pilato nella versione cinematografica di quarantuno anni fa. Senza dimenticare che Yvonne Elliman e Barry Dennen sono stati anche i primi a impersonare Maria Maddalena e Ponzio Pilato sul palco di Broadway, all’esordio dello spettacolo originale nell’ottobre del 1971 (assieme a Bob Bingham, l’indimenticabile Caifa del film).
Assistere allo spettacolo è un’autentica emozione. Sono passati molti anni, ma le voci di Ted, Yvonne e Barry sono inconfondibilmente quelle. Quelle che abbiamo sentito migliaia di volte ascoltando prima dischi e cassette, poi cd ed mp3, e usurando prima il videoregistratore e poi il lettore dvd. E loro, proprio loro, sono lì sul palco a cantare, in un allestimento che cattura lo spettatore e lo porta direttamente dentro il film del 1973. Perché, sì, a parte per i pochi fortunati che hanno potuto assistere allo spettacolo originale a Broadway, per tutti noi Jesus Christ Superstar è soprattutto il film con cui Norman Jewison ha portato al cinema l’opera rock del duo Rice-Webber.
Il resto del cast e l’orchestra dal vivo sono straordinari. Il pubblico si emoziona, si appassiona e si abbandona a più di una standing ovation. Quella alla fine, lunghissima, dalle prime file alla galleria più alta, e quella per lo strabiliante assolo di Ted Neeley sul pezzo ‘Gethsemane’, che da solo vale lo spettacolo.
Una chicca: la sera del 21 ottobre tra il pubblico degli Arcimboldi c’era niente meno che Tim Rice, venuto apposta da Londra per vedere l’allestimento di Piparo.
Solo una cosa mancava per rendere perfetta questa ‘reunionedition’: Carl Anderson.