di Cristina T. Chiochia
La mostra “NAMIBIA. Arte di una giovane generazione nella Collezione Würth” arriva a Capena, all’Art Forum Würth dal 24 ottobre 2022 – 14 ottobre 2023 dopo essere stata presentata nel 2016 al Museo Würth di Künzelsau, ben 80 opere di 33 artisti contemporanei che vivono e lavorano in Namibia. Un modo per descrivere un’itnera arte di una generazione artistica che cerca nella ricerca di nuove tematiche e modalità espressive un modo per esplorare i profondi cambiamenti in atto. Un modo per realizzare con gli artisti: Elago Akwaake, Lukas Amakali, Petrus Amuthenu, Barbara Böhlke, Margaret Courtney-Clarke, Linda Esbach, Gisela Farrel, Elvis Garoeb, Beate Hamalwa, Martha Haufiku, Ilovu Homateni, Saima Iita, John Kalunda, Lok Kandjengo, Filemon Kapolo, Isabel Katjavivi, Paul Kiddo, David Linus, Nicky Marais, Othilia Mungoba, Alpheus Mvula, Peter Mwahalukange, Frans Nambinga, François de Necker, Saara Nekomba, Urte R. Remmert, Fillipus Sheehama, Findano Shikonda, Papa Ndasuunje Shikongeni, Ismael Shivute, Elia Shiwoohamba, Tity Kalala Tshilumba, Salinde Willem un passo importante sul concetto di spiritualità e senso della vita rurale. Rito di passaggio tra passato presente e futuro che si prefiggono di mostrare come recita il comunicato stampa: anche “l’emergere di nuove problematiche come il consumo eccessivo (Fillipus Sheehama, Ismael Shivute), la disuguaglianza sociale (Petrus Amuthenu, Ilovu Homateni) e il problema della comunicazione (Urte R. Remmert). Combattuti tra il ricordo del loro patrimonio culturale e la realtà sociale, politica ed economica odierna, gli artisti namibiani contemporanei restituiscono una visione eterogenea del loro paese”. Non solo pittura arte, disegno e fotografia ma anche la forma espressiva tradizionale del quilting ovvero l’arte delle trapunte.
L’arte della trapunta e del riciclo sono infatti un punto di partenza importante per la mostra, come le tecniche su linoleum e su cartone. Generazioni a confronto. Sintesi di cosa è la Namibia oggi.
Capena insomma, vicino a Roma, diventa “caput mundi ” di un nuovo senso di appartenenza.
Un modo per essere e sentirsi vivi.
Tra un prima e un dopo e, chissà, un “forse” possibile. Una mostra giovane, attenta
Basta aspettare.