I volti che hanno cambiato la storia: Lady Be al Castello Visconteo di Pavia

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di Emanuele Domenico ViciniLady Be, nome d’arte di Letizia Lanzarotti, dedica alla città di Pavia, nella cui provincia è nata e cresciuta, una mostra personale sui volti che hanno cambiato la storia.

L’artista pop, giovanissima ma già famosa in tutto il mondo (ha esposto a New York, Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Malta, Berlino, Barcellona, Londra, Düsseldorf) presenta 50 opere tutte realizzate con la tecnica di sua invenzione definita dai critici d’arte “mosaico contemporaneo”.

Sentivo la necessità di esporre a Pavia – dice Lady Becittà che mi ha dato tanto e in cui ho compiuto i miei studi. Ho realizzato la maggior parte delle opere esposte proprio per questa mostra. La mia tecnica consiste nel comporre mosaici, utilizzando come tessere oggetti di plastica di recupero di uso comune. Ognuno, avvicinandosi alle mie opere, potrà riconoscere penne, tappi, giocattoli, bottoni: mi piace l’idea di lanciare, con la mia tecnica, un messaggio forte per il recupero e la sostenibilità ambientale”.

Le opere di Lady Be vanno guardate da lontano, per godere della visione di insieme di un’immagine che sembra un dipinto e che, avvicinandosi passo passo, mostra tutta la sua matericità, la sua ruvidezza, la scabra complessità della sua superficie, nata dall’accostamento paziente e maniacale di piccoli oggetti, di frammenti del quotidiano, triturati dal consumo e dal tempo, che ritornano, loro malgrado, vivi, in un’opera d’arte.

La seconda vita della materia e delle cose è un tema ormai ben consolidato nella pratica artistica del Novecento e oltre, da Marcel Duchamp in avanti. Fa parte di quelle intuizioni che non invecchiano, che sanno adattarsi ai tempi e riescono a comunicare con forza in ogni epoca, soprattutto quando, come fa Lady Be, sono reinterpretate in una chiave pop attualissima.

Le star della modernità che Lady Be immortala sono colte nelle loro iconografie, o pose, più note, più divulgate, più commerciali; sono riconoscibili perché riprodotte così come siamo abituali a vederle. Così paiono perdere la loro individualità, la loro unicità umana, per trasformarsi in icone del loro tempo, un tempo che, come ogni atto comunicativo moderno, è infinitamente potente, ma infinitamente breve. L’Andy Warhol di Lady Be non è solo l’“uomo”: è la “persona” di uno dei più famosi autoritratti del pittore. Il Gesù della prima sala è il Gesù di Nazareth di Zeffirelli, interpretato da Robert Powell.

I colori flash che Lady Be usa, l’efficacissima intuizione stilistica di creare sfumature come successione di toni saturi, amplificano la comunicazione artistica e generano l’“effetto megafono”, specchio del nostro tempo.

Allo stesso tempo, la parcellizzazione molecolare dei frammenti riciclati nella superficie ci rivela a caducità inarrestabile dell’immagine, la fine imminente di un ciclo temporale che tutto travolge e travolgerà.

Molto efficace è naturalmente la collocazione delle opere di Lady Be a ridosso dei mosaici romanici: è facile intuire la relazione che si compie nei medesimi gesti di artisti che a centinaia di anni di distanza compiono lo stesso paziente lavoro e sanno passare con disinvoltura dal grande al piccolo, alla ricerca di una misura visibile della realtà.

Ancora più interessante forse però è la relazione che implicitamente si instaura tra i volti composti di frammenti di materia moderna e le sale del romanico pavese, musealizzate proprio per sottolineare il ruolo di quei materiali antichi. Essi sono frammenti del passato, da leggere per intuire la complessità della Storia.

Lady Be legge i frammenti del tempo presente, rivelandone immediatamente la caducità e l’ammaliante, ma drammatica instabilità.

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I volti che hanno cambiato la storia

11 marzo – 20 maggio 2018

Musei Civici – Castello Visconteo Viale XI Febbraio 35 – Pavia

Orario: Da martedì a domenica: ore 10 – 18 Sabato 19 maggio, apertura straordinaria anche dalle 21 alle 24, in occasione della Notte dei Musei.

Ingresso alla mostra con biglietto della sezione romanica (4 euro),
Gratuito fino a 26 anni e dai 70 anni, studenti universitari e soci ICOM.

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